GNOSIS
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DIXIT
3/2022
Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con vele ammainate, in un porto. In realtà non è questa la mia destinazione ma la mia vita. Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura; l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre a follia, ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio, è una barca che anela al mare eppure lo teme.
Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River
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DIXIT
2/2022
Aristagora non era in grado di mantenere la promessa fatta ad Artafrene; intanto gli pesavano le spese militari che gli si chiedevano, poi lo spaventavano il cattivo stato dell’esercito e l’aver litigato con Megabate: pensava che gli avrebbero tolto il governo di Mileto. In apprensione per ciascuna di queste ragioni, meditava una ribellione; e proprio in quel momento per combinazione arrivò da Susa, da parte di Istieo, il messaggero con segni tatuati sul capo che avvertivano Aristagora di ribellarsi al re. Infatti Istieo, volendo comunicare ad Aristagora l’ordine di insorgere, non aveva sistema sufficientemente sicuro per avvisarlo, dato che le strade erano tutte sotto controllo; allora, rasato il capo al più fidato dei suoi servi, vi tatuò dei segni, attese che ricrescessero i capelli e appena furono ricresciuti lo mandò a Mileto con il solo incarico, una volta giuntovi, di invitare Aristagora a radergli i capelli e a dargli una occhiata sulla testa. Il tatuaggio ordinava, come ho già detto, la ribellione.
Erodoto, Le Storie, Libro V, 35
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DIXIT
1/2022
La presenza [di Shakespeare] nella storia inglese identifica un periodo nel quale la vita di un uomo valeva quanto la lunghezza del suo collo. La scure affilata del boia di Stato, il cappio e le altre sofferenze studiate per reprimere e punire, lavorarono alacremente mentre erano rappresentate opere immortali […] Nella vita dei drammaturghi elisabettiani emerge la trama di un ventennio di intrighi e di sangue e non è un caso se nel 1642 i puritani fecero chiudere i teatri pubblici. Con le spade si creano gli imperi, ma la penna li può distruggere così come lo stiletto del sicario può essere sostituito dalla tagliente lama della calunnia, tanto più devastante quanto più credibile. In quelle commedie si celavano messaggi contro il potere religioso o temporale, critiche che spesso portarono gli autori davanti al carnefice.
Vittorio Di Cesare, Shakespeare e la Scuola della Notte, 2020
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GNOSIS 2004 - 2006 |
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