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DIXIT 3/2023
Dovranno inoltre essere assegnati degli esploratori o spie a ogni tagma degli Optimates e dei Federati, e a ogni meros delle truppe regolari: due per ogni tagma, otto o dieci al meros. Essi devono essere sobri, svegli, sani e di bell’aspetto. Sca­glionati a intervalli, in funzione della natura del terreno, prima della battaglia e fino a quando tutto è finito, essi devono tenere il nemico e le sue unità sotto os­servazione per prevenire attacchi a sorpresa o altre manovre ostili […] Le spie de­vono essere molto audaci e sapersi muovere in mezzo ai nemici, in modo da essere considerate come uno di loro. Gli uomini che formano le pattuglie devono essere affidabili; dovranno sembrare molto determinati e apparire superiori agli altri soldati nell’aspetto fisico, nel morale e nell’equipaggiamento, in modo da proiettare un’immagine nobile nei confronti del nemico e, se catturati, fare su di loro una buona impressione.
Flavio Maurizio Tiberio, imperatore bizantino, Strategikon, VI secolo.

DIXIT 2/2024 La superiorità dello Stato romano mi pare consista nella sua concezione religiosa. Ciò che negli altri popoli è riprovevole mi sembra sia quanto tiene insieme lo Stato romano, intendo dire la superstizione religiosa. Questo atteggiamento presso di loro è tanto esaltato e diffuso, sia nella vita privata sia negli atti pubblici, da superare ogni limite. Certo questo potrà destare meraviglia in molti, ma io credo che essi tengano questa condotta per riguardo alla massa. Se si potesse mettere insieme uno Stato di soli saggi, forse un tale atteggiamento non sarebbe per nulla necessario, ma poiché la massa è sempre leggera e piena di passioni contrarie alla legge, incline a ira irragionevole, a impulsività violenta, non resta altro da fare che tenerla a freno con oscuri timori e con tutta questa messinscena. Mi sembra quindi che gli antichi, inculcando nelle masse le idee sugli dei e le concezioni sul mondo degli Inferi, non abbiano agito alla leggera o a caso, ma alla leggera e senza logica agiscano piuttosto i contemporanei che se ne vogliono sbarazzare.
Polibio, Storie VI, 56, 6-12.

DIXIT 1/2024 La prima battaglia importante si svolge a terra, al passaggio delle Termopili […] Gli opliti greci, capitanati da […] Leonida, bloccano il nemico per diversi giorni, finché, grazie alla soffiata di un pastore dei luoghi, tale Efialte, i persiani riescono ad aggirarli. Leonida mette in salvo il grosso dei soldati […] e si sacrifica alla testa di 300 spartani e altri 1000 uomini circa, tra tebani e tespiesi […] Una parola racchiude in sé questa storia: in greco, nel V sec. a.C. come oggi, ephiáltes […] significa “incubo”. Il nome proprio diventa nome comune del fenomeno – nelle credenze popolari vera e propria presenza – che opprime il dormiente, generando un senso di angoscia e affanno. La lingua greca opera splendidamente mettendo in atto una “dannazione della memoria” al contrario: il nome del traditore […] non viene cancellato. [Diventa invece] il nome comune del sogno d’angoscia e, insieme, dell’incubo degli incubi per il popolo greco: il rischio di perdere la libertà.
Francesca Sensini, La lingua degli dèi, 2021

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