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DIXIT 3/2023
Dovranno inoltre essere assegnati degli esploratori o spie a ogni tagma degli Optimates e dei Federati, e a ogni meros delle truppe regolari: due per ogni tagma, otto o dieci al meros. Essi devono essere sobri, svegli, sani e di bell’aspetto. Sca­glionati a intervalli, in funzione della natura del terreno, prima della battaglia e fino a quando tutto è finito, essi devono tenere il nemico e le sue unità sotto os­servazione per prevenire attacchi a sorpresa o altre manovre ostili […] Le spie de­vono essere molto audaci e sapersi muovere in mezzo ai nemici, in modo da essere considerate come uno di loro. Gli uomini che formano le pattuglie devono essere affidabili; dovranno sembrare molto determinati e apparire superiori agli altri soldati nell’aspetto fisico, nel morale e nell’equipaggiamento, in modo da proiettare un’immagine nobile nei confronti del nemico e, se catturati, fare su di loro una buona impressione.
Flavio Maurizio Tiberio, imperatore bizantino, Strategikon, VI secolo.

DIXIT 2/2023 «… l’uomo che sta a terra ha il potere di agire, ma non sempre il potere di vedere, né è in grado di scappare dalla rete che il destino e le sue precedenti azioni hanno intrecciato intorno a lui. L’uomo sulla torre ha il potere di vedere ma non quello di agire; la sola cosa che può fare è metter in guardia… La sentinella può solo suonare l’allarme. Ma anche soltanto per fare questo deve rimanere nella torre».
Erwin Panofsky.
Sabino Cassese, Intellettuali.

DIXIT 1/2024 La prima battaglia importante si svolge a terra, al passaggio delle Termopili […] Gli opliti greci, capitanati da […] Leonida, bloccano il nemico per diversi giorni, finché, grazie alla soffiata di un pastore dei luoghi, tale Efialte, i persiani riescono ad aggirarli. Leonida mette in salvo il grosso dei soldati […] e si sacrifica alla testa di 300 spartani e altri 1000 uomini circa, tra tebani e tespiesi […] Una parola racchiude in sé questa storia: in greco, nel V sec. a.C. come oggi, ephiáltes […] significa “incubo”. Il nome proprio diventa nome comune del fenomeno – nelle credenze popolari vera e propria presenza – che opprime il dormiente, generando un senso di angoscia e affanno. La lingua greca opera splendidamente mettendo in atto una “dannazione della memoria” al contrario: il nome del traditore […] non viene cancellato. [Diventa invece] il nome comune del sogno d’angoscia e, insieme, dell’incubo degli incubi per il popolo greco: il rischio di perdere la libertà.
Francesca Sensini, La lingua degli dèi, 2021

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