sommario 3/2017
Editoriale
Anche in questo numero la Rivista offre uno spazio di riflessione sui temi più rilevanti dei nostri giorni, tra i quali si confermano, soprattutto dopo l’attentato del 17 agosto a Barcellona, il terrorismo islamico e le sue implicazioni.
Il Punto di vista di Sergio Romano mette in luce le radici storiche del ‘grande disordine mediorientale’, tra occasioni malamente eluse e miopie politiche delle Grandi Potenze, che si riverberano tutt’oggi sulla geopolitica internazionale.
Di tale complesso scenario, Pietrangelo Buttafuoco, con il suo tratto provocatoriamente raffinato ed evocativo, coglie l’intreccio ambiguo di una fitna ‘sussurrata’ e velenosa, di un apparato narrativo occidentale patologicamente controversistico e di un islam contraddittorio che viene considerato, tuttavia, unico antidoto alle sue derive radicali ‘assassine’, offrendoci, oltre a condensati spunti filosofici che stimolano approfondimenti, la bellezza tagliente della poesia della giovane pakistana Suhayman Manzoor......
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Sergio Romano
Punto di vista. Il disordine medio-orientale.
Uno sguardo al passato e qualche riflessione storica non bastano a sciogliere i molti nodi del grande disordine medio-orientale, ma possono servire a capire meglio ciò che sta accadendo nella regione.
Con qualche eccezione (fra cui l’Egitto, il Marocco e l’Iran), gli stati che occupano lo spazio geografico fra le coste meridionali del Mediterraneo, i confini della Turchia e il Golfo Persico sono creazioni relativamente recenti, nate dalla spartizione dell’Impero ottomano e dal declino degli imperi coloniali europei. Non hanno incontestabili confini naturali e non sono abitati da popolazioni omogenee. La Libia si compone di due vilayet turchi, Tripolitania e Cirenaica, che sono stati unificati dalla conquista italiana, ma hanno connotazioni civili e religiose alquanto diverse....
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Araldica
Il Serviciul Roman de Informatii (Sri) è la principale Agenzia di intelligence rumena, istituita con decreto n. 181/1990 e disciplinata, nei suoi profili organizzativi e funzionali, dalla legge n. 51/1991, in un contesto di rimodulazione dell’assetto politico secondo i principi di una moderna democrazia, pochi mesi dopo il crollo del vecchio regime comunista. La sua mission è compendiabile nella tutela della sicurezza nazionale attraverso il contrasto delle minacce economiche, sociali e politiche, nonché nella protezione dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Il Servizio è retto da un direttore con il rango di ministro, nominato dal Parlamento su proposta del Presidente della Repubblica e coadiuvato da un vice direttore vicario e da tre vice direttori. L’organo direttivo (Steering Council) è composto dalle figure indicate e dai responsabili di alcune unità centrali e periferiche.,...
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Pietrangelo Buttafuoco
«Niente di nuovo sul fronte occidentale»
Uno spettro si aggira per il mondo, l’islam. La Guerra al Terrore – il codice identificativo della società aperta d’Occidente – è destinata a non finire mai. La religione di Maometto è chiamata a dare prova della propria umanità. Secondo Peter Sloterdijk, noto al largo pubblico per il capolavoro filosofico Sfere, l’islam politico realizza il fronte mondiale della dissidenza quando nessuno – dopo la caduta del Muro di Berlino – «avrebbe mai pensato che si sarebbe formata un’alternativa orientale al comunismo». In Zorn und Zeit il filosofo individua la prosecuzione del comunismo nello stesso capitalismo «avversario di se stesso». Non può che essere l’islam, comunque, il contravveleno al fondamentalismo assassino. Suhayman Manzoor-Khan – 22 anni, pakistana naturalizzata inglese – al concorso letterario Poetry Slam di Londra, conquista l’intera platea internazionale con uno sfogo in forma di poesia: «Se avete bisogno che io vi provi la mia umanità / Non sono io quella non umana».
Pietrangelo Buttafuoco
«Nothing new on the Western front»
A spectre is at loose in the world, Islam. Free destiny coincides with the end of history but the War against Terror – the identity code of open Western Society – is made to never end. Mohamed’s Religion is called upon to prove its humanity. According to Peter Sloterdijk, well known for his masterpiece ‘Spheres’, political Islam created a dissident world front when no-one – after the fall of the Wall of Berlin – «would ever have thought that an Eastern alternative to Communism would have arisen». In Rage and Time, the philosopher identifies the continuation of Communism in Capitalism itself «its own enemy». However, only Islam can be the antidote to savage Fundamentalism. Suhayman Manzoor-Khan – a 22 year-old, British-born Pakistani – won the approval of the international audience at the literary festival, ‘Poetry Slam’, in London, with her passionate outburst in her poem: «If you need me to prove my humanity, I’m not the only one who’s not human».
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Claudio Lo Jacono
Il problema del Califfato
L’assoluta mancanza di un’adeguata normativa relativa al califfato ha rappresentato, fin dall’origine, un motivo dell’intrinseca fragilità istituzionale della umma (la comunità dei credenti), nonostante il periodo di governo dei primi quattro califfi ‘ortodossi’ seguiti a rappresentare nel sentimento diffuso dei musulmani, come pure dei jihadisti, un esempio di rara perfezione da rimpiangere e recuperare.
Claudio Lo Jacono
The problem of the Caliphate
The intention of this contribution is to give a concise explanation of how the total absence of adequate laws relating to the Caliphate represented, from the beginning, a reason for the intrinsic institutional fragility of the Umma (the community of believers) and despite the rule of the first four ‘orthodox’ caliphates continued to represent an example of rare perfection to be regretted and recovered, in the widespread sentiment of Muslims, as in that of the Jihadis.
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Massimo Papa
La šarīʿa e il potere politico
nel pensiero di Ibn Taymiyya
Ibn Taymiyya, giurista del XIV secolo, è da considerarsi l’esponente più significativo della scuola giuridica hanbalita al quale, in tempi recenti, è arrisa una notevole fortuna fra gli intellettuali e i movimenti delle varie correnti radicali islamiche. Da un lato, egli teorizzava l’obbligatorietà del jihād contro i conquistatori mongoli e sferrava critiche contro governanti solo formalmente musulmani; dall’altro, egli propugnava un «buon governo dell’islam» e la centralità della šari a ma considerava lo sforzo interpretativo della Legge, vincolato al Corano e alla Sunna, esercitabile non solo dai dotti e dagli esperti di diritto ma da ogni musulmano.
Massimo Papa
The Sharia and political power in the thinking of Ibn Taymiyya
Ibn Taymiyya, a XIC century jurist, is to be considered the most influential protagonist of the Hanbali School of Jurisprudence, who in recent times has been gaining great favour among intellectuals and various radical Islamic movements. On the one hand, he maintained that holy war should be waged against the Mongol victors and hurled criticism against rulers who were only formally Muslims; on the other he advocated the ‘good government of Islam’ and the centrality of the Sharia but considered the effort to interpret the Law, bound to the Koran and the Sunnah, could be made by every Muslim not just by the learned and legal experts.
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Massimo Campanini
Jihād e neo-ijtiihād
Il jihād è uno dei concetti della cultura islamica più fraintesi. All’origine significa sforzo sulla via di Dio e il risvolto bellico è successivo; inoltre ha ben poco a che fare con la «guerra santa». Il Corano, soprattutto, lo intende come «impegno totale» per compiacere Iddio. Sebbene parte della giurisprudenza classica ne abbia accentuato il carattere militare, il jihad è stato spesso rivendicato come lotta per la giustizia e l’affermazione del diritto, dunque nel senso positivo di liberazione. Ciò è accaduto tanto nel mondo sunnita quanto in quello sciita. L’ijtiihād attiene, invece, al ragionamento razionale sulle fonti, in specie giuridiche, ma anche alle Scritture rivelate. Il neo-ijtiihād contemporaneo sta aprendo nuove vie nell’interpretazione coranica e nella revisione della šari a in senso maggiormente storicistico e cercando di depotenziare le possibili implicazioni conservatrici di un approccio letterale ai testi. L’applicazione corretta dei maqasid o «fini» della šari a è forse l’obiettivo primario di questa riforma radicale.
Massimo Campanini
Jihād e neo-ijtiihād
Jihad is one of the most misunderstood concepts in Islamic culture. Originally it meant maximum effort to find the road of God and its warlike aspect came later. Furthermore, it has very little to do with ‘holy war’. The Koran interprets it above all as ‘total commitment’, to satisfy God. Even though part of traditional legal thought has accentuated its military character, it has often been claimed that Jihad is a fight for justice and the affirmation of law, therefore in the positive sense of liberation. This has happened in both the Sunni and Shiite communities. Instead, Ijtihad abides by rational reasoning on the sources, in this case legal, but which also follow the revealed Scriptures. Contemporary Neo-ijtihad is opening new roads to Koranic interpretation and to the revision of the Shari’a from a greater historical authenticity standpoint seeking to weaken the possible conservative implications of a literal approach to the texts. The application of the maqasids or «aims» of the Shari‘a is, perhaps, the primary objective of this radical reform.
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Roberto Tottoli
Il neo hanbalismo
Il neo-hanbalismo è la visione teologica e giuridica che accomuna wahhabismo, salafismo e altri fenomeni del mondo islamico contemporaneo. Prendendo come esempio il pensiero e l’opera di Ibn Taymiyya, il neo-hanbalismo sostiene il carattere fondamentale di Corano e Sunna del Profeta Maometto e propugna un superamento delle scuole giuridiche classiche al fine di garantire alla comunità islamica unità e capacità di agire nella realtà odierna. Il suo recente sviluppo si deve alla propaganda wahhabita saudita e alla diffusione delle varie forme di salafismo che, in molti casi, coincidono o si sovrappongono alle visioni neo-hanbalite.
Roberto Tottoli
Neo-Hanbalism
Neo-Hanbalism is the theological and legal vision common to Wahhabism, Salafism and other phenomena in the contemporary Islamic world. Taking the thought and works of Ibn Taymiyya as an example, Neo-Hanbalism sustains the fundamental character of the Koran and the Sunnah of the Prophet Mohamed and advocates a rejection of some aspects of classical Islamic legal teaching in order to guarantee the Islamic community unity and ability to act in contemporary times. Its recent considerable development is due to the Saudi Arabian Wahhabi propaganda and to the spread of various forms of Salafism which, in many cases, coincide with or supersede Neo-Hanbali visions.
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Deborah Scolart
Le donne e la guerra nella prospettiva islamica
La partecipazione delle donne ai conflitti armati è risolta, dal diritto musulmano classico, a partire dalla vicenda che vede come protagonista la vedova del Profeta, ʿĀʾiša. Combinando esempi storici dei primi decenni dell’islam con le regole giuridiche relative ai rapporti tra i generi, i giuristi giungono a escludere che le donne musulmane possano prendere parte attiva alla guerra; allo stesso modo s’interrogano sulla sorte da riservare alle donne, musulmane e miscredenti, non combattenti. Le regole in esame si combinano con il tema del jihād e del dovere – individuale o collettivo, a seconda dei casi – di combatterlo.
Deborah Scolart
Women and war from the Islamic perspective
The participation of women in armed conflicts was settled in classical Muslim law by the event involving the Prophet’s widow, Aisha, as a protagonist. By combining historical examples from the first decades of Islam with the legal rules concerning relationships between men and women, the jurists reached the conclusion that Muslim woman cannot take an active part in wars; at the same time they discuss the question of what to do with women, Muslims and unbelievers, who are non-fighters. The rules in question are combined with the theme of the Jihad and the duty – individual or collective, depending on the case – to fight it.
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Cristina Giannetti
Il fattore W e il fondamentalismo islamico
I diritti delle donne nei paesi musulmani, calpestati o negati, seppure con diverse gradazioni, sono il vero terreno su cui sconfiggere, dall’interno, il fondamentalismo. Dalla libertà di movimento all’accesso al mondo del lavoro, dall’eredità alla poligamia, alla custodia dei figli: l’Occidente (non senza peccato), inteso nella sua accezione più ampia di cultura e di opinione pubblica, deve sostenere le battaglie per l’eguaglianza di genere nel mondo islamico perché le basi culturali e religiose che legittimano l’inferiorità della donna sono le stesse che sostengono il fondamentalismo.
Cristina Giannetti
The W factor and Islamic fundamentalism
The rights of women in Muslim countries, trampled on or denied, although on different scales, from Morocco to Indonesia, are the real grounds on which to conquer fundamentalism from within. From freedom of movement to access to employment, from the heredity of polygamy to custody of their children: the West (not without sin), to be understood in the broadest meaning of culture and public opinion, must sustain the battles for gender equality in the Islamic world because the cultural and religious grounds which legitimize the inferiority of women are the same as those sustaining fundamentalism.
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Umberto Broccoli
«Deus lo Volt, Dio lo vuole». Tabula rasa. L’idea forte crea l’arte, l’idea debole la distrugge (III parte)
«Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo», parola di George Santayana. La nostra società vive nel presente e dimentica il passato. Tuttalpiù, quando riemerge, lo si archivia fra i cattivi pensieri, stupiti per le analogie. A Saxa Rubra, sulla via Flaminia a Roma, Costantino vede la Croce in cielo: immagina sia un simbolo vincente e lo usa contro il suo rivale Massenzio. Vince grazie anche a questa televisione, letteralmente una visione da lontano. Dopo la morte di Maometto, un suo successore distrugge Palmira, in nome di dio. E così l’uomo crea il dio a propria immagine e somiglianza: un dio-uomo per giustificare le proprie atrocità. Naturalmente, quell’uomo-dio vorrà dei simboli per combattere e distruggere i simboli del nemico.
Umberto Broccoli
«Deus lo volt». Tabula rasa. A strong idea creates art, a weak one destroys it – (Part III)
«Those who cannot remember the past are condemned to repeat it», said George Santayana. Our society is living in the present and forgetting the past. At best, when it reemerges, we store it among our bad memories, astounded by the analogies. At Saxa Rubra, on the Via Flaminia going towards Rome, Constantine saw the Cross in heaven: he thought it was a sign of victory and used it against his rival, Maxentius. He won thanks also to this ‘television’, literally a vision from afar. After the death of Mohamed, one of his successors destroyed Palmira, in the name of God. Thus man creates a god in his own image: a god-man to justify his atrocities. Naturally, that man-god will need symbols to fight and destroy his enemy’s symbols.
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Enrico Silverio
I Servizi informativi di Cicerone
durante la congiura di Catilina. «Senza che te ne accorga gli occhi e le orecchie di molti ti spieranno e ti controlleranno come hanno fatto finora»
L’articolo enuclea e analizza alcuni aspetti della congiura di Catilina (63 a.C.) per meglio delineare le modalità di gestione delle informazioni e della sicurezza interna nell’età della crisi della repubblica romana, ma anche per conoscere come e da chi sia stata resa nota al console M. Tullio Cicerone la cospirazione; come questi abbia mobilitato le sue risorse per fronteggiare la minaccia; a quali espedienti abbia fatto ricorso Catilina per eludere le attività di ricerca degli organi di sicurezza e tentare di far assassinare Cicerone.
Enrico Silverio
Cicero's information services during the Catiline conspiracy. «Many ears and eyes shall still observe and watch you, as they have hitherto done, though you shall not perceive them»
The intention of this article is to throw some light on certain aspects of the Catiline Conspiracy (63 B.C.) in order to understand how the management of information and internal security was handled during the Crisis of the Roman Republic. How and by whom M. Tullius Cicerone was informed about the conspiracy. How the latter mobilized his resources to deal with the threat. Which tactics were used by Catiline to avoid the intelligence activities of the security forces and attempt to assassinate Cicero.
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Federico Moro
Osare l’impossibile.
Quando le informazioni spingono all’errore
Nell’era di satelliti, supercomputer e risorse dedicati alla ricerca delle informazioni si rischia una vecchia trappola: credere di sapere tutto. La migliore intelligence libera dall’errore? No, e la convinzione di conoscere abbinata a un eccesso di autostima può trasformarsi in un limite. Peggio ancora, in un labirinto strategico. Per questo bisogna sempre conservare lucidità e freddezza. Si scoprirà che, talvolta, è meglio non essere certi di sapere. In proposito, le vicende della Guerra della Lega di Cambrai offrono molti spunti di riflessione.
Federico Moro
To dare the impossible. When information drives us to make mistakes
In the era of satellites, supercomputers and resources dedicated to the search for information, we risk falling into an old trap: thinking we know everything. Does better intelligence free us from error? No and the conviction that we do combined with an excess of self-respect can turn into a limit. Worse still, into a strategic labyrinth. This is why we must maintain our clarity and keep cool. Sometimes, we will discover that it is better not to be sure that we know. In this regard, the events of the War of the League of Cambrai offers food for thought.
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Luca Di Mauro
Le influenze dei Servizi segreti europei
sulla Carboneria delle origini
Pur situato ai margini dello scacchiere strategico dell’Europa napoleonica, il Regno di Napoli – ponte naturale verso l’Egitto e il Medio Oriente – conserva un’importanza di rilievo per le potenze che si contendono il continente. Nel 1812, dopo la fallimentare campagna di Russia, Napoleone è indebolito e Murat pensa sia giunta l’occasione di guadagnare, di fatto, la propria indipendenza dall’ingombrante cognato. La prospettiva del distacco di Napoli dal sistema imperiale francese – se non addirittura quella di un cambio di alleanze – non lascia indifferenti le varie cancellerie. La possibile liberazione dall’influenza transalpina è causa di effervescenza anche nel mondo della Carboneria: un arcipelago di gruppi e posizioni diverse, unificate essenzialmente dalle idee di Costituzione e indipendenza nazionale. Gli agenti di Londra, Napoli e Palermo prendono contatti con gli affiliati delle società segrete per servirsi di loro come arma di pressione o destabilizzazione dell’avversario.
Luca Di Mauro
The influence of the European secret services on the Carbonari movement
Although the Kingdom of Naples – a natural bridge towards Egypt and the Middle East – was placed on the edge of the strategic chessboard of Napoleonic Europe, its tactical importance for the powers contending the Continent was certainly not negligible. In 1812, after the failure of the Russian campaign, Napoleon was in a much weaker position and Murat felt it was time to effectively gain his own independence from his burdensome brother-in-law. The prospect of detaching Naples from the French imperial system – if not that of a change of alliances – could not fail to rouse the interest of the chancelleries (and the information services) of the powers involved. Moreover, potential liberation from such a strong transalpine influence caused a revival of activity in the Carbonari movement: a network of different groups and positions essentially unified by the idea of a Constitution and national independence.
Agents from London, Naples and Palermo made contact with the affiliates of these secret societies to use them as a means of pressure or to destabilize their adversaries.
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Gianluca Falanga
L’esperienza di Interdoc fra ambizioni europee
e interessi americani. «Political Warfare is Warfare – not public relations»
Oggetto dell’articolato apparato occulto occidentale per la guerra psicologica, l’agenzia Interdoc fu uno dei primi timidi tentativi dei principali Servizi di sicurezza europei tesi a superare l’impostazione ‘americo-centrica’ della contrapposizione ideologica col mondo sovietico, elaborando e proponendo concezioni e sensibilità più aperte e dialoganti nel settore operativo delicatissimo e cruciale della Guerra fredda, dell’immunizzazione psicologica/ideologica delle società occidentali dalla ‘tentazione’ del marxismo-leninismo e del maoismo. Defezioni dovute a rivalità e interessi nazionali, ma anche divergenze di vedute, frenarono l’aspirazione innovativa del progetto, consegnandolo, infine, all’influenza statunitense e facendo di Interdoc un ibrido, specchio della complessa realtà delle relazioni transatlantiche.
Gianluca Falanga
«Political warfare is warfare – Not public relations» The experience of Interdoc between European ambitions and American interests
The product of organized secret Western apparatus for psychological warfare, the Interdoc Agency was one of the first timid attempts of the major European Secret Services to overcome the America-centric outlook of counteracting Soviet ideology, by developing and proposing concepts and sensitivities more open to dialogue in the extremely delicate and crucial operating area of the Cold War, of the psychological/ideological immunization of Western Society against the ‘temptation’ of Marxism-Leninism and Maoism. Defections due to rivalries and national interests as well as diverging views put a brake on the innovative aspirations of the project, and ending up by putting it under US influence and turning Interdoc into a hybrid mirroring the complex reality of transatlantic relations.
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Filippo Aragona
Il contrasto alla corruzione
quale fenomeno giuridico e culturale (III parte)
L’attuazione dell’utopia di Platone gioverebbe molto all’Italia dei nostri giorni. Il nostro Paese, infatti, è frammentato in una miriade di particolarismi, localismi, lobby, centri di potere, al cui interno prolifera la corruzione, tramite la quale vengono prosciugate risorse pubbliche per soddisfare gli appetiti di pochi: un’utopia che gioverebbe in generale a tutti i paesi moderni. Anche la realizzazione del sogno di Campanella potrebbe contribuire a contrastare il fenomeno, perché ornando i muri delle nostre città con versi di poesie, brani letterari e spartiti musicali, si potrebbero erigere una barriera e una resistenza culturale contro la barbarie della criminalità e di ogni forma d’ingiustizia, violenza e discriminazione che destabilizzano il sistema democratico.
Filippo Aragona
Fighting corruption
as a juridical and cultural phenomenon
Making Plato’s Utopia a reality in today’s Italy would be of great benefit. In fact, our Country is split up into a myriad of particularisms, localisms, lobbies and power centres amidst which corruption proliferates, contributing to the drain of public resources to satisfy the appetites of just a few. In general, such a Utopia would benefit all modern countries. The realization of Tommaso Campanella’s dream could also contribute to combatting the phenomenon because by decorating the city walls with verses of poetry, literary excerpts and sheet music, we can erect a barrier of cultural resistance against criminal barbarism and every form of injustice, violence and discrimination which destabilize the democratic system.
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Alessandro Goldoni
Archeologi dell’aria
Nel vasto mondo dell’archeologia ha fatto il suo ingresso una nuova categoria di ricercatori: gli Archeologi dell’aria. Si tratta di un gruppo di appassionati che vanno a caccia di un particolare tipo di reperti: rottami di velivoli precipitati sul suolo italiano nella Seconda guerra mondiale. Attraverso un lavoro d’indagine fatto di testimonianze, consultazione di archivi bellici e meticolosa perlustrazione di terreni, la loro attività ha permesso di riportare alla luce resti di aeroplani inglesi e statunitensi che dai rapporti di guerra risultavano scomparsi con i loro equipaggi. Un impegno di ricerca che ha consentito a tante famiglie di ritrovare, dopo oltre 70 anni, i propri cari dispersi in azione e di dare loro una decorosa sepoltura.
Alessandro Goldoni
Air crash archaeology
A new category of researchers has made an entry into the vast field of archaeology: air crash archaeologists. This is a group of enthusiasts searching for a particular kind of archaeological remains: wreckage of aircrafts which crashed in Italian territory during the Second World War. Careful investigation activities consisting of testimonies, consultation of war archives and thorough inspection of the territory have led to the discovery of English and US planes which war reports gave as missing with their crews. A research undertaking which, after 70 years, has enabled many families to find their loved ones missing in action and to be able to bury them at last.
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Manlio Graziano
Medio Oriente
Il groviglio d’interessi e di rivalità in Medio Oriente sembra inestricabile. Qualcuno ha cercato di venirne a capo ricorrendo alla contrapposizione tra sunniti e sciiti ma questa spiegazione ha il fiato corto e, per di più, può condurre a rischiosissimi errori di valutazione. Se si vuole veramente capire qualcosa occorre allargare il campo di osservazione ad altri fattori: per esempio alle continuità storiche, culturali ed economiche che hanno dietro di sé secoli e secoli di storia e contro le quali si sono accanite, prima, le potenze coloniali e, a seguire, i vari purificatori etnici e religiosi. Questi elementi di conoscenza non sono ancora sufficienti a delineare il quadro generale – che è fatto di relazioni multiple, complesse e di pesanti interventi dall’esterno – ma permettono di averne una visione più prossima alla realtà.
Manlio Graziano
The Middle East
The intricate interests and fierce rivalries in the Middle East appear to be impossible to disentangle. Some have tried to get to grips with the situation by referring to the conflict between Sunnis and Shiites but this explanation is shaky and, on the contrary, could lead to risky errors in evaluation. If we really want to understand anything, we must broaden our observation field to other factors: for example, historical, cultural and economic continuity, which have centuries and centuries of history behind them and against which, first the colonial powers and then the various perpetrators of ethnic and religious cleansing raged. Introducing these elements of knowledge is still not sufficient to give us a general overview which is made up of a myriad of complex relations and continual intervention and interference from abroad. However it does allow us to take a closer look at reality.
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Virgilio Ilari
Una prospettiva geo-storica
La commemorazione degli anniversari è espressione tipica di quella che Nietzsche definiva, nella Seconda inattuale (1874), «storia monumentale»: una storia «identitaria» con finalità di «pedagogia politica», che codifica e perpetua interpretazioni soggettive e valori relativi. La storia della memoria pubblica è per questo una delle chiavi ottimali per leggere criticamente la contemporaneità e mettere a fuoco i suoi abbagli storici. Tra questi, è la visione eurocentrica della Grande Guerra 1914-1918, che in una prospettiva ‘geo-storica’ appare piuttosto una fase acuta, benché interlocutoria e periferica, di una tuttora perdurante collisione globale d’imperi iniziata oltre due secoli fa.
Virgilio Ilari
A geo-historical perspective
The commemoration of anniversaries is a typical expression of what Nietzsche defined, in his second Untimely Meditations (1874), as «monumental history»: a history of «identity» with objectives of «political pedagogy», that codifies and perpetuates subjective interpretations and relative values. The history of public memory is for this reason one of the best keys to critically interpret contemporaneity and focus on its historical blunders. One of these concerns the Eurocentric vision of the 1914 – 1918 Great War which, in a geo-historical perspective appears to a rather acute, but interlocutory and peripheral phase of a still persistent global conflict of empires which began over two centuries ago.
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Andrea Carobene
La sociofisica
La sociofisica è la scienza che studia i fenomeni sociali applicando le metodologie utilizzate in fisica, a partire da quella statistica. Questa disciplina ha oggi trovato uno slancio rinnovato grazie alle tecnologie informatiche e alla pervasività di internet. La potenza computazionale oggi disponibile permette di modellizzare efficacemente i fenomeni, mentre la rete web rappresenta un laboratorio sperimentale ideale. Lo studio dei social network, realizzato con strumenti come la teoria dei grafi e l’analisi dei sistemi complessi, permette di seguire l’evoluzione delle relazioni personali predicendo anche alcuni comportamenti delle folle. Tra gli obiettivi dei ricercatori vi è quello di determinare il flusso delle informazioni governando i network, con implicazioni sociali particolarmente significative.
Andrea Carobene
Social physics
Social Physics is the science which studies social phenomena by applying the methodologies used in physics, starting from statistical physics. This scientific field has found renewed momentum today thanks to information technologies and the pervasiveness of internet. The computational power available today enables us to model events efficiently, while the web represents an ideal experimental laboratory. Study of the social networks by using instruments such as the Graph Theory and analysis of complex systems enables us to closely follow the evolution of personal relationships and also predict some mass behaviour. Researchers’ objectives include that of determining the flow of information by governing the networks, with particularly significant social implications.
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Domitilla D’Angelo
La posta delle V1
A bordo delle bombe volanti lanciate sull’Inghilterra fra il 1944 e il 1945 non vi era solo esplosivo. All’interno erano inseriti anche messaggi di prigionieri di guerra alle famiglie, che venivano disseminati sui territori colpiti. Il recapito di quella corrispondenza ai destinatari avrebbe potuto fornire ai tedeschi informazioni determinanti per il perfezionamento delle loro armi di rappresaglia. Ma il controspionaggio britannico fiutò il vero intento dell’operazione e lo contrastò fino a renderlo inefficace.
Domitilla D’Angelo
The V1 Correspondence
There was not only explosive on board the doodlebugs launched against England between 1944 and 1945. Inside there were also messages from prisoners of war to their families which were disseminated over the bombed areas. Sending these letters to their addressees could have supplied the Germans with essential information for perfecting their reprisal weapons. But British Counterintelligence understood the real purpose of the operation and succeeded in rendering it inefficient.
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Giampaolo Rugarli
Storie di chi si è dato coraggio
Costanzo Ebat
Continuiamo nella presentazione dei decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferita ad appartenenti del mondo dell’intelligence per la straordinarietà del loro comportamento nell’assolvimento della missione affidata. Lo scopo è ricordare quanti ci hanno lasciato in eredità lezioni di rettitudine e orgoglio di appartenenza, con racconti di fantasia che pur attingono a eventi che hanno realmente coinvolto i protagonisti.
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Giancarlo Zappoli
Storie di Spie (Les patriotes)
Nel 1994 Eric Rochant dirige un film che rivela un meticoloso lavoro di ricerca nella stesura della sceneggiatura, finalizzato allo studio della quotidianità di vita degli agenti di uno dei Servizi d’intelligence più famosi, ma meno conosciuti: il Mossad.
Giancarlo Zappoli
Spy stories (Les patriotes)
In 1994 Eric Richant directed a film showing excellent preparatory work on the screenplay format, with the aim of studying the daily life of the agents in one of the most famous but little known Intelligence Services in the world: the Mossad.
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Giuseppe Pollicelli
Spionaggio e graphic novel
Un graphic novel è un fumetto abbastanza lungo nello sviluppo narrativo, tale da poter essere accostato a un romanzo. Qualunque altra definizione va respinta poiché inesatta e, spesso, ingiustamente penalizzante nei confronti del linguaggio fumettistico. Un romanzo grafico, non diversamente da uno in prosa, può frequentare qualsiasi segmento dell’immaginario e, dunque, non mancano quelli di genere spionistico. L’autore di fumetti che si è maggiormente distinto nell’abbinare la formula del romanzo grafico allo spionaggio è l’americano Matt Kindt che, tra il 2004 e il 2010, ha sfornato ben tre opere (tutte gratificate da una lusinghiera accoglienza sia da parte della critica che del pubblico) dedicate al mondo dell’intelligence. La seconda di queste, Super Spy, uscita negli Stati Uniti nel 2007 e ambientata durante la Seconda guerra mondiale, è stata tradotta anche nel nostro Paese, offrendo al pubblico italiano la possibilità di far la conoscenza del raffinato stile grafico di Kindt e della sua visione, decisamente cupa, del mondo delle spie.
Giuseppe Pollicelli
Espionage and graphic novels
A graphic novel is a somewhat long comic as regards narrative development and can be likened to a prose novel. Any other definition is to be rejected because it is incorrect and often unjustly critical of the language of comics. A graphic novel, not unlike a prose novel can cover any segment of the imaginary and therefore those dealing with espionage are not uncommon. A comic book writer who has excelled in combining the formula of the graphic novel to espionage is the American, Matt Kindt who, between 2004 and 2010, produced three novels (all acclaimed by a part of the critics and public) dedicated to the world of intelligence. The second one, Super Spy, published in the United States in 2007 is set during the Second World War and has been translated into Italian thus providing an opportunity for the Italian public to get to know Kindt’s refined graphic style and his vision, decidedly dark, of the world of spies.
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Melanton
Il lato sorridente dell'intelligence
Grande piacere che si rinnova, gentili Lettori, questo corroborante incontro sull’intelligence, svolto con schietta erudizione e con quel filo di umorismo – anche un po’ disincantato – che sempre insaporisce l’essenza stessa del sapere. Grazie per la vostra cortese partecipazione. E auguri cordiali di ottima lettura.
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Recensioni
Robert Payne, Zero. The Story of Terrorism, Converpage, 2011.
Noel Malcolm, Agenti dell’impero. Cavalieri, corsari, gesuiti e spie nel Mediterraneo del Cinquecento, Hoepli, 2016.
Mark Riebling, Le spie del Vaticano, La guerra segreta di Pio XII contro Hitler, Mondadori, 2016.
Sergio Valzania, Guerra sotto il mare. Il fronte subacqueo nella Guerra Fredda. 1945-1991, Mondadori, 2016.
Frank Close, Vita divisa. Storia di Bruno Pontecorvo, fisico o spia, Einaudi 2016.
G.C. Blangiardo - G. Gaiani - G. Valditara, Immigrazione. Tutto quello che dovremmo sapere, Aracne, 2016.
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