Il 15 dicembre 1964, nell’ambito di un programma scientifico guidato dal professor Luigi Broglio – ufficiale dell’Aeronautica Militare e preside della Scuola di Ingegneria aerospaziale dell’Università “La Sapienza” dal 1952 al 1987 – veniva lanciato il primo satellite artificiale italiano, il San Marco 1. L’operazione avvenne dalla base di Wallops Island, in Virginia, con un razzo Scout della NASA, e oltre ad aprire la strada alla collaborazione spaziale tra Italia e Stati Uniti fece del nostro Paese il terzo al mondo, dopo URSS e USA, a disporre di una propria capacità di accesso allo spazio. Da allora, complice un’innata attitudine alla scoperta e all’innovazione, l’esplorazione della volta celeste non si è più fermata e oggi l’Italia vanta una catena del valore aerospaziale tra le più complete a livello globale, comprendente servizi di progettazione, sistemi aeronautici, produzione di motori, fabbricazione di componenti, assemblaggio, manutenzione e servizi di supporto, che la posizionano al terzo posto nell’UE per numero di imprese (circa 200, tra grandi gruppi industriali come Leonardo e un tessuto di piccole e medie realtà) e addetti.
In occasione del 60° anniversario dal primo viaggio italiano in orbita, Gnosis dedica il terzo numero del 2024 allo “spazio”, settore d’eccellenza del sistema industriale nazionale e paradigma di confronto internazionale sempre più decisivo sul piano geopolitico, economico, tecnologico, militare e della sicurezza.
Aprono la riflessione un Punto di vista istituzionale sul tema, affidato ad Antonio Bartoloni, responsabile dell’Ufficio per le Politiche spaziali e aerospaziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, testimonianza della rinnovata attenzione dello Stato in materia, e un contributo introduttivo a firma di Giovanni Caprara, curatore del volume di cui è stato il diapason delle collaborazioni scientifiche, che, nel porre l’accento sulla posizione di assoluta preminenza finora occupata dall’Italia nel dominio spaziale, s’interroga sul ruolo che il paese sarà chiamato a interpretare nel prossimo futuro. Tale ambizione si declina in uno scenario che non consente di mantenere rendite di posizione stante l’incredibile accelerazione tecnologica degli ultimi anni, l’apertura del settore ai privati e la forte competizione interna dovuta all’abbassamento dei costi di accesso al mercato (Luigi Riggio). Una sfida non di poco conto se si considera l’incredibile strategicità dello spazio per gli interessi di ogni Stato moderno. Telecomunicazioni, transazioni finanziarie, sistemi di navigazione e di gestione dei trasporti, servizi meteo e delle condizioni climatiche ecc.: lo spazio è parte integrante delle nostre azioni quotidiane e, con i suoi servizi, influenza e integra i comportamenti dell’essere umano. Fondamentale la sua importanza anche per il mondo militare e della difesa che, contando su una vasta gamma d’infrastrutture satellitari a supporto delle operazioni, è in grado di garantire un monitoraggio costante delle attività terrestri e una migliore capacità di risposta rapida a emergenze globali (Dario Tarantino; Roberto Vittori).
Il settore ha goduto per lungo tempo del sostegno economico pubblico, che ha spianato la strada al suo sviluppo. Almeno quattro i soggetti istituzionali chiave. A livello internazionale:
- l’European Space Agency (ESA), organizzazione intergovernativa attiva nell’esplorazione e utilizzo dello spazio a scopi pacifici per il bene comune (Simonetta Cheli), in partnership con la quale, peraltro, l’Italia sta attualmente portando avanti il progetto Iride, uno dei più importanti programmi spaziali satellitari europei (Guido Levrini);
- l’EU Agency for the Space Programme (EUSPA), che guida l’attuazione del programma spaziale dell’UE promuove il progresso scientifico e tecnico basato sullo spazio e sostiene la competitività e la capacità innovativa delle industrie del settore spaziale all’interno dell’unione, con particolare attenzione alle PMI e alle start-up (Fiammetta Diani).
A livello nazionale:
- l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il cui straordinario dinamismo ha portato il nostro Paese a imporsi quale leader mondiale nell’osservazione della Terra con sistemi radar satellitari del calibro di Cosmo-Skymed, Copernicus e PRISMA, che hanno cambiato il modo di studiare il Pianeta (Teodoro Valente);
- l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), principale ente di ricerca pubblico italiano per l’astronomia e l’astrofisica che, nel 2024, festeggia un quarto di secolo dalla sua istituzione (Roberto Ragazzoni) e opera in stretta collaborazione con le università (Marco Lovera) e altri soggetti pubblici e privati.
Degna di nota al riguardo anche la partnership con la NASA, per gli studi nel campo dell’esplorazione degli asteroidi tra Marte e Giove (Simone Marchi).
Oggi, tuttavia, come in precedenza accennato, si assiste a un progressivo ingresso di attori privati – Space X, Starlink, Blue Origin, Virgin Galactic, solo per citare i più famosi – che sta portando all’affermazione di un comparto tra i più dinamici e promettenti, quello della space economy, e all’emergere di una nuova dimensione commerciale in campi finora appannaggio esclusivo delle entità pubbliche, come quello del volo umano e dell’esplorazione lunare (Franco Ongaro; Simonetta Di Pippo; Massimo Claudio Comparini; Paola Verde). Affinché tale mercato possa operare sono necessarie, oltre che una legge spaziale nazionale (e in questo l’Italia si conferma all’avanguardia essendo già in itinere un Disegno di Legge sullo spazio e la space economy), una regolamentazione europea comune che disciplini e verifichi in modo unitario il comportamento degli operatori e le capacità spaziali sovrane (Maria Elena De Maestri). Una governance globale è altresì auspicabile per promuovere un uso responsabile dello spazio, farne un ambiente stabile, sicuro e sostenibile per le generazioni future e garantire benessere e pace all’umanità (Steven Freeland).
Terminata l’ampia trattazione specialistica, il numero prosegue con una seconda parte di articoli che, allontanandosi dalla prospettiva prettamente scientifica, analizzano il tema “spazio” nelle sue declinazioni socio-culturali, storiche, artistiche e letterarie. Giulio Goria raccoglie le voci più qualificate della storia della filosofia, dalla caverna platonica a Vico, Arendt, Husserl e altri, indagando le sempre nuove frontiere del pensiero sullo spazio. Francesca Sensini tratteggia la sceneggiatura del mito di Dedalo e di Icaro nei secoli, hybris del volo umano alla conquista del cielo e ondeggiante confronto tra l’ineludibile tensione alla conoscenza e il rischio insito nel superamento del limite e nel “rovescio del sogno”. Paolo Bertinetti e Carlo Pagetti in ambito letterario, Gian Piero Brunetta in quello cinematografico e Giovanni Nahmias in quelli dell’arte del fumetto e della musica offrono ampi e approfonditi repertori di autori e opere che hanno saputo sublimare utopie e distopie, paure e attese, sentimenti e naufragi onirici dell’uomo, tra le volte di uno spazio ignoto e ambìto.
Il senso ultimo del numero di Gnosis riposa nella riflessione su come tecnica e arte siano indissolubilmente legate in una visione olistica di umanesimo integrale: ricerca e responsabilità, innovazione e solidarietà, tecnologia e sicurezza, Sole e Luna…
Con lo sguardo della mente e dell’anima rivolto all’infinito spazio vi auguriamo buona lettura…