sommario 3/2018
Editoriale
Proseguendo nell’iniziativa di riservare numeri monografici su temi specifici, Gnosis propone in questo numero un approfondimento sul cambiamento climatico e i molteplici effetti sociali, economici e tecnologici. Argomento dibattuto nell’ultimo secolo, il tema assume oggi un’inedita centralità per lo stretto legame con il concetto di sviluppo sostenibile cui la società contemporanea sembra voler affidare il futuro del globo. Strategicamente al centro delle agende politiche nazionali e internazionali, il confronto sul clima non sembra aver superato la discordanza di vedute degli esperti di settore e dei leader statuali, taluni preoccupati per gli effetti a venire di forte impatto destabilizzante, altri vestiti di uno scetticismo attendista come nei confronti di una superstizione. ...
|
Sergio Romano
Punto di vista. La Russia e le democrazie.
Non sappiamo che cosa Donald Trump e Vladimir Putin si siano detti nel loro incontro a quattr’occhi durante il vertice di Helsinki. E sappiamo che le dichiarazioni di Trump durante la conferenza stampa, alla fine dell’incontro, hanno avuto l’effetto di renderlo ancora più inviso a quella parte della società politica americana che lo accusa di avere con il Presidente russo un rapporto servile. Molti osservatori, tuttavia, hanno riconosciuto che il vertice ha avuto un merito: quello di riprendere un dialogo che è stato per un lungo periodo pressoché inesistente. Possiamo certamente dissentire dalla politica russa, ma non possiamo ignorare che la Russia è diventata in molte aree del mondo un interlocutore indispensabile. E dovremmo cercare di capire perché le relazioni di alcuni paesi con Mosca siano state per tanto tempo così difficili....
|
Araldica
Il Centro de Investigación y Seguridad Nacional (Cisen) è l’organismo d’intelligence civile della Repubblica messicana, istituito il 13 febbraio 1989 per far fronte alle nuove sfide emerse dopo la fine della Guerra fredda. I suoi compiti istituzionali – nel quadro del più ampio Sistema di sicurezza nazionale, che annovera molteplici istanze dipendenti da autorità federali, statali e municipali, coinvolte a vario titolo nella specifica mission – sono compendiabili nella raccolta informativa finalizzata alla salvaguardia dell’integrità, dell’indipendenza e della stabilità del paese, nonché del regime democratico fondato sullo sviluppo politico, economico e sociale. ...
|
Marcello Di Paola
Dominio e governo del pianeta
L’Antropocene è questa nuova epoca in cui nessuna entità, processo o sistema naturale sfugge all’influenza dell’attività umana. Le forze che l’animano, in un mondo popolato da quasi otto miliardi di persone, sono i rapidi cambiamenti tecnologici, la globalizzazione d’investimenti e attività economiche, nonché le significative trasformazioni ecologiche e antropogeniche. È una strana era in cui a una dirompente pervasività dell’influenza umana sul pianeta non corrisponde una pari capacità di governarne dinamiche e conseguenze, né una chiara, e tantomeno condivisa, visione del futuro.
Marcello Di Paola
Planet dominance and governance
The Anthropocene is a new era where human activities influence every entity, process and natural system. The driving forces of this era, in a world populated by almost 8 billion people, are the rapid technological improvements, the globalisation of investments and economic activities as well as the significant ecologic and anthropogenic changes. This epoch is peculiar because the widespread disruptive human influence on the planet is not accompanied by neither a similar capacity to handle its dynamics and consequences nor a clear common vision of the future.
|
Emma Giovannelli
Cambiamento climatico. Un nuovo sguardo
per una storia vecchia come il mondo
Il clima – inteso come sistema complesso, frutto dell’interazione di un numero pressoché infinito di fattori e di variabili, e non come tempo meteorologico – è nato con il nostro pianeta e, insieme con esso, si è evoluto continuamente per miliardi di anni, incidendo in modo significativo anche sul percorso della civiltà umana. Ed è proprio l’uomo, indiscusso responsabile del cambiamento in atto, che deve porre in essere tutte le azioni necessarie per contenere il fenomeno e adattarvisi, pena la sua stessa sopravvivenza. A tal fine è essenziale un approccio ragionato tra storia e scienza, con uno sguardo di ampio respiro, in grado di rendere consapevoli istituzioni e opinioni pubbliche, motivandole all’adozione di scelte coraggiose e necessarie in campo politico, economico e sociale nonché di nuovi stili di vita.
Emma Giovannelli
Climate change. A new approach
for a tale as old as time
The climate – considered not so much as weather but more as a complex system, made up of an infinite number of factors and variables – was created in parallel with our planet, having been undergoing continuous evolution for billions of years. It had a momentous impact even on human civilisation. Humans, who are undisputedly responsible for climate change, must take action to mitigate its impacts and adapt to it, otherwise our own survival is at risk. In order to achieve this, a rational and wide-ranging approach is needed that combines history and science to raise awareness and to motivate institutions and public opinion to take bold but necessary steps in the political, economic, social and private spheres as well.
|
Brian Fagan
Il cambiamento climatico nell’antichità e il passato dell’umanità
Buona parte dei drammatici cambiamenti ambientali verificatisi negli ultimi 15.000 anni sono perlopiù sconosciuti al grande pubblico, anche se hanno svolto un ruolo fondamentale per il destino d’intere civiltà. Gli archeologi e gli storici dell’ambiente, che ora si avvalgono di nuove e avanzate ricerche paleoclimatiche, sono propensi a ritenere che il loro continuo susseguirsi a breve termine, a causa di interazioni tra l’atmosfera e gli oceani, abbia contribuito a forgiare la storia in maniera significativa.
Brian Fagan
Climate change in ancient times and the past of humanity
Most of the tragic environmental changes of the past 15.000 years are almost unknown to the general public, even though they played an important role in the destiny of entire civilizations. Archaeologists and environmental historians, who now adopt new and advanced research, believe that the continuous environmental change, caused by the interaction between atmosphere and oceans, has left a deep imprint on history.
|
Mike Hulme
«Abbiamo sempre il clima che meritiamo».
La stretta tenace della responsabilità morale
Le varie cosmologie, i credi religiosi, le ideologie politiche, le pratiche sociali e i paradigmi scientifici di conoscenza contribuiscono alla ricca matrice culturale nella quale le teorie sul cambiamento climatico e sulle sue cause sono nate, si sono poi sviluppate e infine tramontate. Gli uomini non ritengono che il clima muti solo per ragioni naturali o soprannaturali. Infatti, sin dalla notte dei tempi, e forse ancora oggi, tendiamo a credere che esso sia legato al comportamento dell’uomo, il quale ha pertanto delle responsabilità di natura morale. Di conseguenza, siamo inclini a pensare che abbiamo il clima che ci meritiamo.
Mike Hulme
«We always have the climate we deserve».
The heavy burden of moral responsibility
Various cosmological theories, religious beliefs, political ideologies, social practices and scientific knowledge form a rich cultural matrix, under which theories on climate change and its causes were created, developed and discarded. Humans do not believe that the climate changes only for natural and supernatural reasons. In fact, since the beginning of time and maybe even now, we see that the climate is related to human behaviour. This implies a moral responsibility, which consequently leads us to believe that we have the climate we deserve.
|
John L. Brooke
Una nuova prospettiva. Il cambiamento climatico,
la steppa euroasiatica e la peste, a partire dal Neolitico
Un grande sconvolgimento nella storia dell’Eurasia segnò il passaggio dall’isolamento delle culture neolitiche locali a sistemi unificati di organizzazione sociale. Dati recenti confermano che ciò si è verificato per effetto del cambiamento climatico e del diffondersi dell’utilizzo dei cavalli, che costituirono altresì fattori scatenanti del propagarsi della peste originata in Asia centrale nel IV millennio, periodo d’intense precipitazioni dopo migliaia di anni di aridità. L’epidemia si diffuse a seguito di massicce ondate di migrazioni umane, colpendo così la Cina, l’India, il Medio Oriente, il Mediterraneo, l’Europa e l’Africa occidentale.
John L. Brooke
A new prospect. Climate change, Eurasian steppe and the plague, since the Neolithicby
A great upheaval in the Eurasian past marked the transition from the isolationist culture of the Neolithic to unified systems of social organisation. According to recent data, the cause of this transition was climate change paired with the spread of horse domestication, which also caused the dissemination of the plague that originated from Central Asia in the fourth millennium, a period characterised by severe rainfalls after thousands of dry years. The plague has spread following a massive wave of migrations, hitting China, India, Middle East, the Mediterranean, Europe and Western Africa.
|
Franz Mauelshagen
I cambiamenti climatici.
Il caso della piccola era glaciale
Nella seconda metà del XX secolo si è assistito a un’esplosione di nuove prove e dati sulla storia del clima che hanno rimodulato sensibilmente la nostra prospettiva sulle forze da cui ha avuto origine la «piccola era glaciale», caratterizzata da clima freddo, che durò dal 1300 al 1900, prima dell’inizio del riscaldamento globale nel XX secolo. Recenti simulazioni suggeriscono che le coltri glaciali avrebbero probabilmente cominciato a crescere migliaia di anni fa se non fosse stato per gli standard insolitamente alti di CO2 nell’atmosfera. Ciò avrebbe provocato un ritardo nell’avvio della glaciazione di 50.000 anni. Dall’alba dell’industrializzazione, i parametri di CO2 sono aumentati ulteriormente, prolungando quel ritardo di altri 50.000 anni.
Franz Mauelshagen
Climate change. The case of the Little Ice Age
In the second half of the 20th century new evidence and data on climate history has reshaped our view on the origins of the «Little Ice Age», which was a period between 1300-1900 characterised by cold climate, before the start of global warming in the 20th century. Recent simulations indicate that ice sheets probably would have started expanding thousands of years ago, had it not been for high CO2 levels in the atmosphere at that time. This could has likely delayed glaciation by 50.000 years. Since the dawn of industrialization, CO2 levels have further risen expanding that delay by another 50.000 years.
|
Federico Niglia
Clima e politica nel secolo di ferro.
Lezioni dal passato
La crisi del Seicento, che ha accomunato realtà diverse come l’Italia, la Spagna, la Germania e l’Impero ottomano, ha sempre trovato spiegazione nelle variabili politiche o economiche, ma tra i fattori rilevanti cui ricondurne la genesi rientra sicuramente anche il clima. Alla sfida posta in quel secolo dalla cosiddetta «piccola glaciazione», l’Europa rispose contraendosi in termini umani e materiali, a fronte, però, di un’accresciuta capacità di proiettarsi verso il mondo e di piegarlo alle sue necessità. Oggi questa possibilità non esiste più perché le altre aree globali hanno perso quella natura di soggetti ancillari ai bisogni europei.
Federico Niglia
Climate and politics in the iron century. Lessons from the past
The 17th century crisis, affecting different realities in Italy, Spain, Germany and the Ottoman Empire, was triggered by economic and political variables, but one of the main causes was certainly the climate. The «Little Ice Age» generated a reduction in human and material resources in Europe which, however, improved its capacity by looking towards the world and bringing it under its rule and needs. Nowadays Europe no longer has this possibility because the rest of the world is no more ancillary to the European necessities.
|
Gianfranco Pellegrino
Cambiamento climatico e migrazioni. Determinismo climatico e storia del clima
La discussione contemporanea sulla variazione del clima è venata a tratti da una visione deterministica del rapporto clima-sviluppo e caratteristiche delle civilizzazioni. Ma la variante climatica non è la sola a influenzare l’andamento di queste ultime. Anche i flussi migratori sono spesso frutto di fattori storici e culturali oltre che di valutazioni e scelte autonome dei migranti, svincolate dalle caratteristiche climatiche. Il determinismo climatico, insomma, è una semplificazione. Tale consapevolezza suggerisce di andare oltre il nesso causale fra clima e spostamenti di popolazione, per addivenire a una comprensione autentica del fenomeno.
Gianfranco Pellegrino
Climate change and migration. Climate determinism and climate history
The contemporary debate on climate change is marked in part by a deterministic view of the relation between climate and development and characteristics of civilisations. However, climate is not the sole factor that impacts the evolution of civilisations. Migration is often the result of historical and cultural factors as well as migrants’ autonomous choices, that are not tied to climate. Therefore, climate determinism is a simplistic view and it would be advisable to go beyond the causal relation between climate and migration to fully understand the phenomenon.
|
Piero Di Carlo
Eventi atmosferici estremi
Eventi meteo severi sono comuni in tutto il globo e sono osservati anche nel Mediterraneo, area tra le più soggette agli effetti dei cambiamenti climatici. L’impatto di fenomeni estremi – che riguardano territorio, ecosistemi, economia, infrastrutture e sistema sociale – colpisce maggiormente le zone più deboli e meno sviluppate, ma può interessare anche paesi avanzati. Accadimenti catastrofici sempre più frequenti e potenti colgono gran parte delle comunità impreparate, e le migrazioni indotte verso territori più sicuri si ripercuotono sulla sicurezza di paesi limitrofi e di quella globale. Per affrontare queste situazioni è innanzitutto necessario valutare il grado di vulnerabilità di ogni luogo, ovvero la capacità di far fronte e resistere alle calamità nonché di rispondere adeguatamente alle conseguenze funeste che esse comportano.
Piero Di Carlo
Extreme weather events
Extreme weather events occur all over the world and even in the Mediterranean, which is one of the most susceptible areas to the impacts of climate change. These severe weather events can alter territories, ecosystems, the economy, infrastructure and social systems and usually the weakest and least developed areas are hit the hardest, but sometimes also the most advanced countries are impacted. Most communities are not prepared to tackle the knock-on effects of catastrophic events, which are becoming more frequent and disruptive, such as mass migrations towards safer areas. These impacts can pose a security threat in neighbouring countries and on a global scale too. Consequently, it is of utmost importance to assess the levels of vulnerability in each area, i.e. the capacity to withstand disasters and respond to their tragic consequences.
|
Christian Rohr
Comportamento in caso di valanghe dal Medioevo
al XVIII secolo. Viaggiatori su percorsi di valico alpino
Le valanghe hanno avuto da sempre grande incidenza sulla mortalità delle persone nelle regioni alpine. Non solo i residenti ma anche viaggiatori in transito e minatori sono stati coinvolti in complesse interazioni con tali eventi. Questo testo vuole di offrire una visione accorta delle culture alpine e, in particolare, delle loro modalità di percezione e interpretazione del fenomeno, del ricordo degli accadimenti e delle più efficaci strategie di adattamento e di sopravvivenza perseguite.
Christian Rohr
Behaviour during avalanches from the middle ages to the 18th century. Travellers crossing the Alps
Avalanches have always caused many deaths in the Alpine regions, impacting not only residents but also travellers and miners. This article aims to provide an accurate overview of the Alpine culture, in particular relevant ways to perceive and interpret avalanches, the remembrance of the related events as well as the most effective adaptation and survival strategies.
|
Giovanni Brizzi
… vereor… ne Alpes vicisse Hannibalem videantur
Le Alpi: sole vincitrici di Annibale prima di Zama? Considerazioni sui costi umani di un’impresa leggendaria in cui la natura dei luoghi e l’inclemenza del clima ebbero la meglio decimando l’esercito del Cartaginese. E alla fine del tragitto ombre di uomini sfiniti dalla marcia, piegati dalla fame, dalla neve e dal gelo, con armi spezzate e cavalli prostrati. Non più un nemico da combattere ma resti di un nemico. Un prezzo altissimo. Fu giusta la scelta di passare a ogni costo? Fu giusta la scelta del cammino?
Giovanni Brizzi
... vereor… ne Alpes vicisse Hannibalem videantur
Did the Alpes defeat Hannibal even before the battle of Zama? Thoughts on the human costs of a legendary challenge during which the Carthaginian army was decimated by forces of nature and the severe climate. By the end of the crossing, men were worn out by marching, hunger, snow and cold weather, the weapons were broken and the horses exhausted. There was no enemy left to fight, only the remains of it. The cost was too high. Was it the right choice to cross the Alps at any cost? Was it the right choice to follow that path?
|
Carlo Jean
Meteorologia, cambiamenti climatici e conflitti
Il clima e i suoi cambiamenti hanno sempre avuto importanti impatti sulla geopolitica, sulla probabilità di deflagrazione dei conflitti interni e internazionali, sull’equipaggiamento e addestramento delle forze nonché sulle strategie e tattiche adottate.
Carlo Jean
Metereology, climate changes and conflicts
Climate and its change have always been largely influencing geopolitics, domestic and international conflicts, the procurement and training of armed forces as well as the strategies and tactics adopted.
|
Pietrangelo Buttafuoco
C’è uno spettro che si aggira… È il caldo
L’influenza del clima sulla vita sociale e sulla determinazione della polis ci porta a innestare la meteoropatia nella politica. Tanto più sono inclementi le condizioni atmosferiche quanto più ne beneficia il Pil. Per un meridionale che emigra – come in Italia, nelle città operaie – la nebbia del Nord, avvolta nello smog, rappresenta l’agognata emancipazione da quella minorità economica e sociale tutta di bel tempo. L’unica dialettica fenomenologica è comunque atmosferica e lo Zeitgeist oggi, a giudicare i flussi migratori, al cospetto dell’attualità convoca una sola lotta di classe: quella degli accaldati verso gli incappottati; i provenienti dai palmizi versus gli uomini delle foreste.
Pietrangelo Buttafuoco
A ghost wandering… Heat
The impacts of the climate on social life and shaping of polis leads to meteoropathy in politics. The chillier the weather conditions are, the more GDP benefits from it. For an emigrating southerner – for example the working-class in Italy – the smog-wreathed northern fog is the path to emancipation, from being an economic and social minority in a place that is characterised by good weather. Climate is today’s Zeitgeist which, based on migration flows, seems to evoke only a class struggle: flushed people vs. wrapped up people, people from palm trees vs. people from forests.
|
Gianluca Iezzi
Vulcani, eruzioni, supereruzioni e loro effetti
I vulcani e la tettonica a placche hanno creato l’idrosfera, l’atmosfera e la biosfera. Tuttavia i vulcani sono stati anche famigerati distruttori. L’eruzione più voluminosa osservata dall’uomo moderno è quella del Tambora – nell’sola di Sumbawa, in Indonesia – nel 1815. Essa ha emesso oltre 100 km3 di piroclastiti, ucciso 100.000 persone e sconvolto il clima dell’emisfero nord, determinando l’anno senza estate, caratterizzato da freddo e fame. Ciò nonostante, quella eruzione non rappresenta un massimo, come documenta la geologia. Le supereruzioni, avvenute decine di volte in preistoria, emettono oltre 1.000 km3 di piroclastiti e possono sconvolgere il clima globale per anni. Fortunatamente ricorrono mediamente una volta per centinaia di migliaia di anni, anche se le ultime due sono avvenute 26.000 e 74.000 anni fa. Le conoscenze scientifiche permettono di monitorarle, ma occorrono pianificazioni intergovernative per affrontarle.
Gianluca Iezzi
Vulcans, eruptions, supereruptions and their effects
Vulcans and plate tectonics created hydrosphere, atmosphere and biosphere. However, vulcans were, in the historic past, notorious destroyers. The most destructive eruption recorded in modern times was in 1815 in Tambora, in the island of Sumbawa, Indonesia. It emitted more than 100 cubic kilometres of pyroclasts, killing 100.000 people. It also upset the climate of the Northern hemisphere, with no summer that year, carrying cold and hunger. Nevertheless, geologists believe that this was not the largest eruption ever. Super-eruptions, which occurred dozens of times in prehistory, emitted other than 1000 cubic kilometres of pyroclasts and could upset global climate for years. Fortunately, they occur, on average, once every hundreds of thousands of years, although the two latest super-eruptions happened 26.000 and 74.000 years ago. Scientific methods make it possible to monitor for future super-eruptions, but intergovernmental planning will be necessary to face them.
|
Bruno Pace
Il fenomeno terremoto nel mondo.
Conoscenza scientifica e percezione
Il terremoto è un evento naturale che affascina e preoccupa nel contempo. Ogni anno, nel mondo, ne avvengono diversi milioni, ma solo alcuni sono percepiti dall’uomo e pochi provocano danni e/o vittime. La sismologia è la scienza che se ne occupa, una disciplina relativamente moderna che negli ultimi anni sta incrementando la ricerca per la comprensione del problema, il cui livello di rischio dipende molto dalla gestione del territorio. Per tale ragione, la scienza deve continuare a studiare il fenomeno nei dettagli ma imparare anche a comunicare i risultati per farlo conoscere in modo appropriato, attraverso progetti nazionali e internazionali di educazione al rischio. La promozione della conoscenza è il primo passo verso la consapevolezza e una reale mitigazione del rischio sismico.
Bruno Pace
Earthquake as a global phenomenon.
Scientific knowledge and perception
Earthquake is a natural phenomenon that attracts and worries at the same time. Several millions of earthquakes occur every year in the world, but only some of them are noticed by people and a few of them cause any damage and/or fatalities. Seismology is a relatively modern science that deals with earthquakes. Research has been more intensive in recent years in order to better understand this physical phenomenon, whose risk level depends on land management. For this reason, seismology should keep on studying in depth this phenomenon and also communicate the results to raise awareness, through national and international risk educational projects.
|
Francesco Visini
Il costo dei terremoti in Italia
Negli ultimi cinquant’anni, otto terremoti di magnitudo superiore a 6.0 sono costati allo stato italiano più di 120 miliardi di euro e hanno provocato circa 4000 morti. È un prezzo non più sostenibile, in termini economici e di vite umane. Oggi gli sviluppi scientifici e ingegneristici forniscono tutti gli strumenti necessari per una corretta prevenzione. In «tempo di pace» – così gli addetti ai lavori si riferiscono al periodo inter-sismico – dovremmo provvedere a investire in sicurezza e nella crescita culturale verso la consapevolezza del fenomeno, invece tendiamo a dimenticare, come se il terremoto fosse estraneo alla nostra vita. Le cause sono in parte legate alle dinamiche proprie dell’evento, in parte alla nostra storia e alla crescita sociale ed edilizia dal primo dopoguerra a oggi. Le soluzioni ci sono: dovremmo però iniziare a ragionare come se il prossimo terremoto fosse domani e a investire correttamente.
Francesco Visini
The cost of earthquakes in Italy
8 earthquakes of the past fifty years with a magnitude 6 cost more than EUR 120 million for the Italian state and with a death toll of almost 4000. This price is no longer sustainable, considering the economic aspects and the loss of lives. Nowadays scientific and engineering development provides all the necessary instruments to prevent these damages. Investments into security and earthquake research should be made in ‘peacetime’, which is how experts refer to the period between two earthquakes. However, in reality we tend to forget, as if the phenomenon were irrelevant to our lives. The causes are partly linked to the specific characteristics of the event and partly to our social and building growth since the first post-war period to nowadays. The solution is to keep in mind that the next earthquake could be tomorrow and make the right investments.
|
Alessandro Di Menno di Bucchianico
I cambiamenti climatici. Una questione globale
Secondo i dati della Nasa e della National Oceanic and Atmospheric Administration il 2016 è stato l’anno più caldo a livello mondiale dal 1880 (anno d’inizio delle moderne misurazioni di temperatura della superficiale terrestre), mentre il 2017 si è attestato al terzo posto nella particolare classifica. I valori di temperatura media registrati negli ultimi tempi non sono eccezionali ma s’inseriscono in una tendenza al riscaldamento globale di lungo periodo, all’interno della quale il 2016 era stato il terzo anno record consecutivo dopo il 2014 e il 2015.
Alessandro Di Menno di Bucchianico
Climate change: a global issue
2016 has been the hottest year in the world since 1880 (the starting year for modern temperature measurements), and 2017 the third hottest year, according to data from NASA and National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). Recently the average temperature hasn’t been exceptional, but records since 2014 (2016 was the third consecutive year) show a clear tendency to a long-term global warming.
|
Guido Ventura
I disastri naturali in una prospettiva globale
Negli ultimi anni l’aumento dei disastri naturali appare strettamente correlato alla crescita della popolazione mondiale e alla conseguente maggiore vulnerabilità delle infrastrutture. I danni economici sono più alti nei paesi industrializzati mentre la perdita di vite umane colpisce prevalentemente quelli in via di sviluppo. Gli effetti dei disastri possono generare un incremento della conflittualità interna e internazionale. Una visione scientifica e una gestione multidisciplinare dei rischi, uno sviluppo socio-economico sostenibile e una politica di prevenzione scongiurerebbero il collasso strutturale di intere nazioni.
Guido Ventura
Natural disasters in a global prospect
The rise in natural disasters in recent years seems to be linked to global population growth and the subsequent increased vulnerability of infrastructure. Economic damages are usually worse in industrialised countries, whereas a death toll hits developing countries more often. The consequences of disasters can result in domestic and international conflicts. Adopting scientific views and multidisciplinary handling of risks, a sustainable socio-economic development and a prevention policy could help avoiding the structural collapse of entire nations.
|
Giorgio Cattani
Inquinamento atmosferico. Determinanti antropici, evoluzione, impatti e risposte
Inquinamento atmosferico. Determinanti antropici, evoluzione, impatti e risposte
L’inquinamento atmosferico è riconosciuto come un grave rischio per la salute umana e gli ecosistemi; esso aumenta l’incidenza di una vasta gamma di malattie e contribuisce a limitare l’attesa di vita delle popolazioni esposte. A tutt’oggi, in diverse parti d’Europa, vengono superati i valori limite imposti dalla legislazione, nonostante la riduzione delle emissioni registrata negli ultimi 25 anni. La Commissione europea ha individuato una strategia per ridurre l’inquinamento atmosferico con due orizzonti temporali a breve (2020) e medio termine (2030).
Giorgio Cattani
Air pollution. Anthropogenic determinants, evolution, impacts and answers
Air pollution poses a significant risk to human health and the ecosystem. It increases the occurence of a wide variety of diseases and limits life expectancy in populations exposed to it. Despite a reduction in harmful emissions in the past 25 years, the limit values conferred by national law are still exceeded in various parts of Europe. The European Commission devised a strategy to further reduce air pollution, setting short and long-term objectives for 2020 and 2030.
|
Cristina Giannetti
Migrazioni. Il cambiamento climatico presenta il conto
Uno degli aspetti più insidiosi – perché meno considerati – del cambiamento climatico è il suo impatto sulle dinamiche migratorie. Perversamente confusa tra le difficoltà dell’economia globale, i sussulti della geopolitica internazionale e la violenza dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, la matrice climatico-ambientale gioca un ruolo crescente nelle scelte di milioni di persone, costrette a lasciare la propria terra per cercare altrove opportunità di vita. Ed è una realtà destinata ad aumentare in modo esponenziale, soprattutto se non si riuscirà a contenere il riscaldamento del pianeta. Si tratta di un fenomeno di lungo periodo, in grado di cambiare le carte geografiche e che esige nuovi strumenti giuridici nonché interventi complessi e articolati.
Cristina Giannetti
Migration. Climate change takes its toll
One of the most insidious, but often overlooked aspect of climate change is its impact on migration. The climate-environment matrix, perversely paired with global economic challenges, upheavals in international geopolitics and violence from ever more frequent extreme weather events, plays an ever increasing role in forming the choices of millions of people, forcing them to leave their own land looking for opportunities elsewhere. If the impacts of global warming are not mitigated, this situation will get worse exponentially. Unfortunately, this is a long term phenomenon, changing maps and requiring new legal means as well as complex and well-structured actions.
|
Massimo Livi Bacci
Popolazione e cambiamento climatico
La causa principale del riscaldamento globale è di natura antropogenica, legata all’aumento delle attività umane. Popolazione più numerosa e più ricca significa maggiori quantità di prodotto e di consumo, aumentate emissioni, amplificato effetto serra e clima più caldo. È plausibile che nel corso del secolo la popolazione del mondo si accresca ancora di tre o quattro miliardi. Si tratta di un fenomeno compatibile con lo sviluppo economico e sociale, ma che pone rischi ambientali connessi con le modificazioni climatiche, quali l’intrusione umana nelle foreste pluviali, l’accentramento delle popolazioni nelle fragili aree costiere, la progressiva antropizzazione del pianeta. Rischi che vanno previsti e governati, e che possono essere attenuati se alcune regioni del mondo, quali l’Africa subsahariana, controlleranno la loro crescita demografica.
Massimo Livi Bacci
Population and climate change
The main cause of global warming is anthropogenic, therefore related to human activities. A larger and richer population means more products and consumption, higher harmful emissions, increased greenhouse effect and a hotter climate. Global population is expected to grow further by 3-4 billion by the end of this century. This growth is compatible with our economic and social development, but it does pose some environmental risks related to climate change, such as the deforestation of rainforests, increasing population density in the vulnerable coastal areas and the continuous damages inflicted on the planet by humans. These risks should be foreseen and managed and could be mitigated by limiting population in some regions of the world, such as sub-Saharan Africa.
|
Margherita Ciervo
Innovating for Sustainable Growth. A Bioeconomy for Europe. Un punto di vista geografico-economico critico
La cosiddetta «bioeconomia» promossa dalla Commissione europea corrisponde davvero alla rivoluzione economica propagandata? Produce benefici per l’ambiente e la società? È un’opportunità per gli stati membri e per l’industria? A quale paradigma e a che tipo di modello produttivo fa riferimento? Presenta potenziali rischi? Per chi? In definitiva, la bioeconomia è realmente la ‘panacea’, così come sostenuto da alcune istituzioni e divulgato dai media?
Margherita Ciervo
Innovating for Sustainable Growth:
A Bioeconomy for Europe. A critic geographical and economic point of view
Is the so-called «bioeconomy» really an economic revolution, as promoted by the European Commission? Do the environment and society benefit from it? Is it an opportunity for the EU member states and their industries? What production model does it refer to? Does it present any risks? If yes, to whom? In the end, is bioeconomy really a ‘silver bullet’, as claimed by some institutions and media?
|
Ranieri Razzante
L’economia ‘circolare’. Criticità e prospettive
Questo saggio avrebbe potuto intitolarsi ‘tanto tuonò che piovve!’, perché da tempo si erano manifestati i prodromi di ciò che sarebbe stato, è e sarà il rapporto con il clima. Clima e geopolitica, clima ed economia, clima e finanza, clima e sicurezza. E poi il diritto, la legislazione, le corti di giustizia, gli organismi internazionali. Interconnessioni non sempre percepite. Anche se gli studi relativi a clima e finanza sono ormai datati, non appaiono invece esaurienti quelli riguardanti i rapporti tra evoluzioni climatico-energetiche e leggi (diritto dell’economia). Si è tentato allora di sistematizzare tali relazioni, fino ad arrivare ai rischi che, a causa di scelte ed equilibri geopolitici precari, incombono sia sull’ambiente sia, soprattutto, sui sistemi economici e finanziari mondiali. Con attori sempre più spregiudicati e meno lungimiranti che, malgrado tutto, accettano l’azzardo.
Ranieri Razzante
‘Circular’ economy. Critical issues and future prospects
The title of this essay could have been ‘After thunder comes rain’ as for some time warning signs of what the relation with the climate would be, is and will be have long been visible. Climate and geopolitics, climate and economics, climate and finance, climate and security. And then law, legislation, courts of justice, international organisations. These interconnections are not always detected. Although the relation between climate and finance has been analysed for a long time, the one between climate-energy evolution and law (in particular economic law) has not been examined in depth. A systematisation of these relations has been attempted, tapping into risks, which due to the precarious geopolitical choices and balance, are a significant threat for the global economic and financial system. And the key players, who have become more unscrupulous and less far-sighted, accept these risks.
|
Carlo Terranova
Il telerilevamento satellitare. Una risorsa per la sicurezza del territorio
Il telerilevamento satellitare. Una risorsa per la sicurezza del territorio
A partire dagli anni Sessanta il telerilevamento satellitare ha rappresentato un insostituibile strumento di osservazione e diagnosi dei principali fenomeni naturali sulla Terra e sulla sua atmosfera, fornendo informazioni originali, affidabili e ripetute nel tempo per attività di studio e analisi delle dinamiche naturali e per le necessarie azioni di prevenzione e gestione delle discendenti catastrofi. Il suo impiego rappresenta una componente indispensabile per la previsione precoce e la gestione delle situazioni di emergenza sui territori colpiti da fenomeni naturali di tipo catastrofico, alcuni particolarmente accentuati negli ultimi decenni nella frequenza e intensità a seguito dell’accelerazione del cambiamento climatico in atto sul pianeta.
Carlo Terranova
Satellite remote sensing.
A resource for the security of territories
Satellite remote sensing has been an irreplaceable tool since the ’60s for monitoring and analysing the main natural phenomena of the Earth and its atmosphere. It acquires original, reliable and recurring information in order to study and analyse nature’s dynamics as well as to prevent and handle relevant disasters. Its use is indispensable for the early prevention and handling of emergency situations in countries hit by natural disasters, that have become more frequent and disruptive in the last decades, due to the fast climate change.
|
Paolo Bertinetti
Compton Mackenzie. Lo scrittore che si prese gioco della burocrazia dei Servizi
Scrittore inglese di origini scozzesi, Edward Montague Compton Mackenzie raggiunge il successo nella prima metà del XX secolo. Inizialmente apprezzato, poi deluso da recensioni poco lusinghiere perché i testi sono ritenuti frutto di fantasia, decide di ricorrere alla narrazione autobiografica e ricostruire la propria esperienza di agente segreto. Se l’intento in Greek Memories è di ricostruire fedelmente le vicende vissute, il tono è quello di un thriller ma con digressioni ironiche sul funzionamento della burocrazia dei Servizi segreti, che gli costano persino la condanna per aver violato l’Official Secret Act. La narrazione si fa ancora più pungente in Water in the Brain, dove evidenzia l’ossessione dei Servizi segreti britannici per i regolamenti in materia di segretezza.
Paolo Bertinetti
Compton Mackenzie. The writer who made fun
of intelligence bureaucracy
Compton Mackenzie was an English writer of Scottish origin, who achieved public acclaim in the first half of the 20th century. Initially he was recognised, but then he received unflattering reviews as his works were considered figments of his imagination. Disappointed by negative reviews, he decided to opt for autobiographical narratives, building on his background as a secret agent. In Greek Memories, Mackenzie aimed to recount accurately his experience with intelligence bureaucracy in the style of a thriller along with ironic digressions. This lead to his conviction for breaching the Official Secrets Act. His narration became even more stinging in Water in the Brain, that highlighted the British secret services’ obsession with secrecy regulations.
|
Roberto Ganganelli
Terezin e le banconote dell’Olocausto
Quando Reinhard Heydrich pianifica la Soluzione finale, per ingannare Alleati e Croce Rossa trasforma una città della Cecoslovacchia in un lager modello a scopo di propaganda e disinformazione. Con tanto di denaro destinato ai prigionieri ebrei…
Roberto Ganganelli
Terezin and the Holocaust banknotes
While Reinhard Heydrich was planning the Final Solution, in order to deceive the Allies and the Red Cross, he turned a town in Czechoslovakia into a model lager for the purpose of propaganda and disinformation. With so much money intended for Jewish prisoners…
|
Giancarlo Zappoli
Red Sparrow
Da un romanzo di successo un film che ne acquisisce le linee narrative di base ma non è in grado di svilupparne le qualità più evidenti accogliendone, invece, gli stereotipi più sfruttati dal cinema di serie B.
Giancarlo Zappoli
Red Sparrow
A film adaptation of the successful novel, Red Sparrow tells the basic narrative but fails to develop the more evident qualities of the book. Instead, it exhibits the most common stereotypes of a B movie.
|
Giuseppe Pollicelli
Qu-Qu 7, DoubleDuck e le altre spie disneyane
L’Italia è la nazione che, a oggi, ha prodotto il maggior numero di storie a fumetti con protagonisti personaggi della Disney. Non solo: è opinione unanime che quelle realizzate in Italia dagli anni Cinquanta del XX secolo siano le avventure più avvincenti del repertorio Disney. Si tratta di episodi tradotti in tutto il mondo e ristampati più volte, in grado di appassionare giovani e adulti. Uno dei pregi principali dei cosiddetti «Disney italiani» è la capacità di rinnovarsi, consolidando il proprio primato rispetto ad altre e pur importanti scuole, riuscendo a introdurre nelle tavole a fumetti riferimenti alla contemporaneità. Un rilevante esempio dell’abilità degli autori italiani nell’intercettare le tendenze è rappresentato dallo spionaggio. Dagli anni Sessanta, in coincidenza con il successo cinematografico di James Bond, l’intelligence è divenuta per i Disney italiani fonte costante d’ispirazione. E così sono nati la P.I.A. (Paperon Intelligence Agency) e agenti segreti come Qu-Qu 7 e DoubleDuck..
Giuseppe Pollicelli
Qu-Qu 7, DoubleDuck and other Disney spies
Italy is, to date, the nation that has produced the largest number of comic strips, with Disney characters as protagonists. Moreover, these Italian comics that started in the 1950s are undoubtedly among the most gripping Disney adventures, just as the classic works of a few select American masters, such as Floyd Gottfredson and Carl Barks. The Italian comics have been translated all over the world and reprinted many times, engaging young people and adults alike. One of the main values of the ‘Italian Disney comics’ that has placed them ahead of other major schools is the capacity for renewal by introducing references to contemporary events. Creating stories of espionage is a remarkable example of the Italian authors’ aptitude to identify trends. Since the 1960s, the time of James Bond blockbuster movies, espionage has been a constant source of inspiration for the Italian Disney comics. This is how P.I.A. (Paperon Intelligence Agency) and very particular secret agents like Qu-Qu 7 and DoubleDuck were born…
|
Melanton
Humour Top Secret. Il lato sorridente dell'intelligence
«Settembre, andiamo...». Versi sempre mirabili, quelli di D’Annunzio, che richiamano altri tempi e costumanze perdute. Risalgono così, attraverso parole mosse dal sentimento, immagini di vita e di lavoro, qual esso sia. Lavoro che comunque affatica e pure appaga gli uomini, rendendoli consapevoli attori di una ‘missione’ (anch’essa parola mirabile, più concreta che poetica), in grado di conferire il giusto valore al nostro essere. Il dovere, infine, è un recondito piacere per chiunque sappia accordare gli oneri e gli onori che ne derivano. Perdonate l’estemporanea digressione poetico-filosofica. Buon proseguimento di lettura.
|
Recensioni e segnalazioni
Massimo Livi Bacci, Il pianeta stretto, il Mulino, 2015.
Andrea Wulf, L’invenzione della natura. Le avventure di Alexander von Humboldt, l’eroe perduto della scienza, LUISS University Press, 2017.
Gustav Theodor Fechner, Nanna o L’anima delle piante, Adelphi, 2008
Grammenos Mastrojeni - Antonello Pasini, Effetto serra, effetto guerra. Clima, conflitti, migrazioni: l’Italia in prima linea, Chiarelettere, 2017.
Philipp Blom, Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea (1570-1700), Marsilio Nodi, 2018.
|