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Forum |
Media e sicurezza a cura di Emanuela C. DEL RE Rispondono: Lucio CARACCIOLO, Gianni CIPRIANI, Maurizio MASCIOPINTO, Mario MORCELLINI
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Le questioni della sicurezza, oggi, non possono essere affrontate se non tenendo conto della comunicazione. Comunicare nel campo della sicurezza è cruciale quanto elaborare strategie di contrasto. Anzi, la comunicazione stessa costituisce una strategia – eventualmente anche di contrasto – perché influenza la creazione del clima sociale in cui operano tutti gli attori nel campo della sicurezza.
Emergono allora questioni centrali, di cui paradossalmente si parla poco in modo ordinato, tanto che, come affermava Stefano Rolando già nel 2007 e viene confermato da chi scrive oggi, persino Internet delude quando sui “motori di ricerca” si cercano le parole “informazione, comunicazione, sicurezza, cittadini” collegate perché porta a risultati frammentati e dispersivi – la sicurezza alimentare, dispositivi di sicurezza e altro – lontani da quello che si cercava.....
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Saggi e articoli |
| | Il concetto di sicurezza presenta, oggi, sfumature complesse e viene accostato a concetti e temi prima considerati, da essa, lontani. Sicurezza sul piano politico (sicurezza umana, internazionale, nazionale, pubblica), della tecnologia dell’informazione (sicurezza dei dati, del computing, delle reti e altro), in senso fisico (delle infrastrutture, alimentare, della persona), in ambito economico e finanziario. L’accostare comunicazione e sicurezza può suggerire che si parli....(Foto Ansa)
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| | Negli ultimi decenni la TV (pubblica e privata) e il mercato televisivo sono stati teatro di forti conflitti politici. Due studiosi, in un’opera recente, hanno parlato di una lunga guerra che ha attraversato il Paese (F. Debenedetti, A. Pilati, La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia, Einaudi, 2009). Nel trentennio alle nostre spalle il problema principale era rappresentato dalla gestione della TV pubblica e dalle modalità con le quali far avanzare un processo di liberalizzazione dell’editoria radio-televisiva. La Corte Costituzionale, con una serie di sentenze, ha accompagnato l’allineamento del sistema radio-televisivo ai principi dell’economia di mercato, della circolazione delle idee, della libertà di manifestazione del pensiero. Nel corso di un lavoro di adeguamento del sistema ai principi costituzionali sono intervenuti nuove possibilità e problemi. La tecnologia (satellite, digitale) ha fatto venir meno l’ostacolo opposto ad una piena liberalizzazione delle emissioni...(Foto Ansa)
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| | Una Società dell’informazione (SI) è quella nella quale la creazione, la distribuzione, l’uso, l’integrazione e la manipolazione dell’informazione sono attività sentite come fortemente significative e di cui se ne è impadronita largamente la società. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ricoprono una posizione centrale sia per quanto riguarda la produzione, sia per l’economia in genere, e per tutti gli aspetti sociali nel loro complesso. L’Unione Europea ha cominciato da tempo, data l’importanza del settore, a promuovere lo sviluppo della Società dell’informazione in Europa attraverso politiche ed azioni rivolte a favorirne il consolidamento e la diffusione nel quadro del mercato unico. In questo articolo vengono esplorati diversi aspetti di questo tema sempre più avvertito come centrale, dalla definizione del concetto di Società dell’Informazione Europea (SIE) con la sua raison d’être, al quadro normativo in cui si inseriscono le reti ed i contenuti della SIE, ai possibili scenari futuri. (Foto Ansa)
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| | Fra le cause di emarginazione e impoverimento di alcuni Stati, vanno collocati i regimi fiscali privilegiati, talvolta facile e comodo rifugio di capitali della criminalità organizzata. Da tempo, e ancora più oggi, con la crisi economica a livello globale, gli Stati a fiscalità avanzata hanno messo in agenda il contrasto delle pratiche elusive, cioè il trasferimento verso Paesi con regime fiscale privilegiato, senza valide ragioni economiche, ma soltanto per conseguire benefici di tipo fiscale.
è Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, che, con estrema chiarezza e sinteticità, analizza in questo contributo il fenomeno nella sua complessità, anche alla luce dei recenti interventi comunitari di contrasto. (Foto Ansa)
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| | In un’economia fortemente globalizzata è l’interdipendenza la cifra del nuovo paradigma dello sviluppo, il moltiplicatore delle ricadute dei processi economici, politici, culturali.
In questo primo scorcio di XXI secolo, assistiamo ad un rovesciamento delle categorie tradizionali dello sviluppo, accompagnato da un rivolgimento epocale negli assetti geopolitici e geoeconomici. Accanto a minacce più tradizionali, quali eredità della lunga transizione seguita alla caduta del Muro di Berlino e allo scongelamento dei blocchi ideologici contrapposti, si aggiungono oggi pericoli di altra natura, sostanzialmente caratterizzati dalla non prevedibilità, dalla pervasività e dalla difficoltà della dissuasione. In sostanza, mentre il lungo cinquantennio della Guerra Fredda era stato dominato dal paradigma della “reciproca distruzione” (MAD – Mutual Assured Destruction) e da una simmetria del terrore che ha garantito una stabilità relativa dello scenario geostrategico, oggi fenomeni quali il terrorismo di matrice integralista, la proliferazione della armi di distruzione di massa, ma anche i mutamenti climatici e le pandemie costituiscono minacce difficili da decodificare e da contenere in maniera tradizionale. (Foto Ansa)
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| | La gestione illecita dei rifiuti, caratterizzata da una complessa organizzazione e da ingenti ritorni economici, è un fenomeno non ancora perfettamente penetrato dagli organi di prevenzione e repressione delle attività criminali, nonostante i risultati investigativi abbiano delineato la sua appartenenza alle attività di criminalità organizzata.
Decisivo il contributo in tale direzione fornito dall’Interpol che, da tempo, ha promosso un’intensa attività di cooperazione fra gli Organismi di polizia, impegnati nel contrasto del fenomeno, a cominciare dal cosiddetto "eco-message", che mette in comunicazione tutte le Forze di polizia interessate. Di grande interesse, poi, l’illustrazione degli Organismi di coordinamento fra Forze di polizia e autorità giudiziarie, con particolare riguardo al Seaport-project che mette in collegamento gli organismi ispettivi e di polizia con competenze specifiche sulle aree portuali marittime, e l’Eurojust che prevede gruppi di lavoro dedicati alla materia ambientale ed esperienze di cooperazione giudiziaria. È ad un magistrato, profondo conoscitore di una realtà così delicata e complessa, che affidiamo questo contributo; un approccio alla materia nell’intento di offrire ai lettori, in successivi approfondimenti, una conoscenza più corretta ed esaustiva possibile. (Foto Ansa)
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| | Rilievo economico e rilievo strategico del fenomeno immigrazione. Un’analisi e, al contempo, un avvertimento da tenere presente nell’esaminare come i flussi di popolazione possano essere elementi essenziali di una strategia indiretta a carattere economico e geopolitico. È un’ottica, questa, sicuramente originale per guardare ad un tema sul quale è già stato detto di tutto e di più. (Foto Ansa)
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| | Da tempo i Governi e l’opinione pubblica hanno posto attenzione alla “questione messicana”: il dramma che il grande Paese centroamericano sta vivendo, attanagliato da crisi economica, guerra fra bande di narcotrafficanti e, ora, anche dall’epidemia di influenza suina. Un dramma che travalica il confine messicano e coinvolge in primo luogo i Paesi confinanti, a cominciare dagli Stati Uniti, ma può dilagare fino all’Europa.
Se la crisi economica e l’influenza preoccupano, è la guerra fra bande che devasta il paese, anche a causa della ricchezza prodotta dal fiume di droga che percorre il Messico e non soltanto in direzione degli Stati Uniti. Con puntualità e ricchezza di dati Guido Olimpio delinea lo scenario messicano, le implicazioni con i Paesi vicini, i tentativi di espansione del traffico verso l’Europa, tramite l’alleanza con la criminalità organizzata italiana. Passa poi all’analisi degli strumenti messi in campo per tentare di fermare la corsa verso il baratro e avverte che per risollevare il Messico non bastano i sempre più sofisticati sistemi di repressione. I programmi della presidenza Calderon hanno bisogno del supporto e della collaborazione internazionale che passa, prima di tutto, per la riduzione della domanda di droga, ma anche per il freno al traffico di armi. (Foto Ansa)
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| | Lo scontro russo-georgiano, che ha raggiunto la massima tensione nell'agosto del 2008 con l'ingresso in Ossetia delle Forze militari russe, ha definitivamente posto all'attenzione del mondo il problema caucasico. L'interesse internazionale per la situazione in tale area si è progressivamente intensificato in proporzione all'aumento del transito delle maggiori fonti energetiche; fonti di cui l'Europa, in particolare, non può fare a meno e che, per questo, ha inserito nazioni come Armenia, Azerbaijan e Georgia nella "Politica Europea di vicinato". Il problema del Caucaso, nonostante gli ultimi sviluppi, non è recente e non è, semplicisticamente, legato all'interesse energetico, bensì si sviluppa nel tempo a causa di un antico odio etnico. Per comprendere questo si devono ricordare l'oppressione e il genocidio Armeno, le deportazioni forzate d'intere popolazioni, gli scontri etnico-religiosi che hanno visto cristiani contro mussulmani e cristiani contro cristiani... (Foto Ansa)
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| | La fine della Guerra Fredda e la dissoluzione dell’Unione Sovietica con annesso Patto di Varsavia, sembravano aver decretato l’estinzione della North Atlantic Treaty Organization, comunemente conosciuta come alleanza della NATO. Gli avvenimenti successivi hanno dimostrato non soltanto che la NATO è un’organizzazione vitale, ma che svolge un ruolo di primo piano in un mondo globalizzato, nel quale cresce la richiesta di sicurezza in presenza di conflitti in aree difficilmente controllabili. Un banco di prova fondamentale per il futuro è rappresentato dalla presenza in Afghanistan, che segue l’intervento in Kosovo e altre operazioni di stabilizzazione. Come si evince dall’analisi della professoressa Pasqualini, le prospettive tendono ad allargarsi e il reingresso della Francia nell’Organizzazione ne è un segnale. (Foto Ansa)
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Rubriche |
LA STORIA
Dall'Archivio | | | La consacrazione del principio della libertà di stampa porta in Italia la data del 1848, anno in cui l’art. 1 dell’Editto Albertino sancì il passaggio dalla ‘censura preventiva’ ad un sistema di ‘libera stampa’, pur nel rispetto di ‘rigide’ regole previste nell’articolato dell’Editto stesso....... ......Il conseguente forte incremento che ebbe la diffusione della stampa, in particolare quella periodica, capace di raggiungere settori sociali sempre più vasti, portò le Autorità ad una maggiore vigilanza anche per motivi strettamente di ordine pubblico.
Fu così che, nel 1889, il codice Zanardelli abrogò alcune norme dell’Editto Albertino e, nel 1894, venne promulgata la Legge Crispi, con la quale si inasprirono le pene per l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato, perpetrati a mezzo stampa.
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Fatti,aneddoti e leggende | | | Sono numerose le leggende fiorite sugli agenti dei Servizi segreti e il Mossad israeliano, come il KGB sovietico. Le hanno alimentate con dovizia fra mezze ammissioni e silenzi, operazioni fallite e altre condotte a termine brillantemente. Alcune figure sono diventate il condensato stesso della mistica dello spionaggio: Richard Sorge prima, Eli Cohen dopo. Non si trattava di “agenti rivoltati”, di spie per denaro, ma di professionisti arrivati ai massimi livelli. Cohen era addirittura viceministro della Difesa della Siria, il Paese che era stato incaricato di spiare. Le sue informazioni, così approfondite, la sua capacità di manipolazione dei vertici siriani servirono a Tel Aviv per infliggere alla Siria la durissima lezione del 1967. Cohen era stato scoperto e impiccato due anni prima. Era giunto a livelli così alti all’interno della Nomenklatura siriana da considerarsi un intoccabile. Gli uomini del Mukhabarat lo sorpresero mentre ancora stava trasmettendo per radio informazioni al Mossad. (Foto da www.elicohen.org)
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LA CULTURA
'Studi di Intelligence' | | | La cultura dell’Intelligence è lo strumento attraverso il quale comprendere il ruolo e l’operato dei moderni Servizi di informazione e sicurezza. Strumento dato dall’approfondimento degli studi e delle analisi dei principali think tank, centri di ricerca, Università italiane e straniere. Questa Rubrica intende, quindi, selezionare e presentare periodicamente i più significativi studi sulle tematiche relative alle strutture di Intelligence, o a queste direttamente connesse, agevolando la comprensione della storia, delle metodologie e delle funzioni delle più moderne strutture di settore. Un contributo per sfatare i tanti miti e luoghi comuni che da sempre accompagnano l’immagine dei Servizi segreti di tutto il mondo e per acquisirne, al contrario, consapevolezza del ruolo e dell’operato.
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Recensioni | | | Cosa Nostra raccontata da chi la vive tutti i giorni in forma antagonista, il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, l’uomo che ha raccolto l’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e ne segna la continuità di entusiasmo e di impegno. Un libro-intervista, “Per non morire di mafia”, scritto con un grande giornalista, Alberto La Volpe, ex direttore del TG2, nel quale sono spiegati con chiarezza i meccanismi interni e i rapporti esterni dell’organizzazione mafiosa, per come li conosciamo. Grasso aiuta anche a capire la stagione dei “veleni” di Palermo, la “persecuzione” di Falcone, prodromica alle stragi di Capaci e di via D’Amelio e le loro valenze: vendetta, prevenzione, destabilizzazione. L’arco di tempo, che va dalla stagione delle stragi alla strategia della “sommersione”, viene delineato in questo libro in modo da far comprendere la capacità di infiltrazione e di corruzione di Cosa Nostra all’interno della società. Non moriremo di mafia, ma la lotta sarà ancora lunga e, probabilmente, questo libro offrirà un valido contributo a chi intende impegnarsi nel contrastare Cosa Nostra.
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Criminalità organizzata | | | (Foto Ansa)
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La cronologia del terrorismo | | | "Per atto di terrorismo si intende un’azione violenta, politicamente motivata, volta a colpire obiettivi di valore simbolico e destinata anche ad intimidire un ‘uditorio bersaglio’ riconducibile, socialmente o politicamente, all’obiettivo primario. L’atto di terrorismo, a differenza di quello di ‘violenza politica’ (ascrivibile ad individui o gruppi che tendono ad agire a ‘viso aperto’) e di quelli di ‘guerriglia’ (attuati con strumenti e logiche paramilitari) viene di solito compiuto da individui o gruppi operanti in clandestinità o sotto copertura o comunque in condizioni di mimetismo all’interno delle società colpite". (Foto Ansa)
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APPENDICE
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