sommario 4/2021
Editoriale
Con questo numero Gnosis conclude il percorso critico sulla Geopolitica, così come organizzato da Edoardo Boria e Matteo Marconi, completando il mosaico di conoscenze e di riflessioni iniziato sui temi conflitto e scala, proseguito con spazio e territorio per approdare a immaginario e attore geopolitico, l’Itaca di un viaggio odisseo tra mille avventure intellettuali che sigilla la mappa dell’analista che geopolitico voglia sentirsi.. ...
|
Sergio Romano
Germania ed Europa da Adenauer a Merkel
Mi è stato chiesto perché nella Repubblica Federale Tedesca e in Austria il capo dell’Esecutivo, abitualmente chiamato quasi ovunque presidente del Consiglio dei ministri, Primo ministro o Capo del governo, sia il Cancelliere. La parola risale all’Alto Medioevo e distingue la persona che deve custodire il Cancellus, vale a dire la barriera che separa il pubblico da un personaggio autorevole o dal simbolo del suo potere. Nel Sacro Romano Impero alcuni si chiamavano addirittura “arcicancellieri” ed erano tre: uno per i territori germanici (istituito nel 962), uno per il Regnum Italicum (1032) e il terzo per il Regno dei Burgundi (una tribù germanica proveniente dalla Scandinavia). ...
|
Araldica
Il Servizio nazionale d’intelligence della Repubblica di Corea (National Intelligence Service Korea, Nis) è stato istituito con legge del 10 giugno 1961, nel cui contesto era definito come Agenzia centrale coreana d’intelligence, assumendo successivamente, in sede di revisione legislativa attuata con provvedimento del 21 gennaio 1999, l’attuale denominazione. Il Nis, che gode di autonomia finanziaria, è deputato alla difesa della sicurezza nazionale sul territorio interno e all’estero, opera sotto la giurisdizione del presidente della Repubblica coreana – cui fa capo la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza – ed è soggetto alla sua direzione e supervisione. ...
|
Edoardo Boria
La cassetta degli attrezzi della Geopolitica.
Parte III: immaginario, attore
Con questo terzo articolo si chiude la rassegna dei concetti-chiave della Geopolitica. Dopo conflitto e scala presentati nel primo articolo e poi spazio e territorio nel secondo, è ora la volta di immaginario e attore geopolitico. Senza la pretesa di fondare un modello formalizzato e rigidi procedimenti predittivi, propri di una scienza positiva quale la Geopolitica non può assolutamente essere, quanto per la necessità sentita di fornire una sistematizzazione dei suoi fondamenti concettuali e metodologici, un aggiornamento del suo vocabolario.
Edoardo Boria
The Geopolitical Toolbox. Part III: Imaginary, Actors
This third paper closes the series of articles devoted to the key concepts in Geopolitics. After having discussed the notions of Conflict and Scale in the first article and then Space and Territory in the second one, this time we will deal with geopolitical Imaginary and Actor. Without claiming to build a formalised model and formal prediction procedures – which are strongly required by positive sciences but not applicable to Geopolitics – it is, however, needed to provide a systematisation of its conceptual and methodological assumptions and to update its terminology.
|
Marcello Tanca
Paul Vidal de la Blache e il nazionalismo imperialista francese
La questione dell’interesse per la geopolitica in Paul Vidal de la Blache, padre della scuola geografica francese, è molto controversa e ha dato adito ad almeno tre differenti interpretazioni: una nega un suo reale interesse per le relazioni tra spazio, potere e sapere; un’altra lo circoscrive a La France de l’Est (1917), opera caduta nell’oblio dopo la sua morte; la terza sostiene che la geografia ne rappresenta costantemente il terreno di elaborazione, definizione e condivisione di particolari progetti e strategie di potere.
Marcello Tanca
Vidal de la Blache and the French Imperialist Nationalism
Paul Vidal de la Blache (1845-1918) is the founding father of the French geographic school. The question of his interest in Geopolitics is controversial and has given rise to at least three different interpretations: i) some scholars do not acknowledge Paul Vidal de la Blache’s interest in the relationship between space, power, and knowledge; ii) other researchers reduce his thought to La France de l’Est (1917), a work that fell into oblivion after his death; iii) the third group argues that Geography was for Vidal a constant field of elaboration, definition, and sharing of projects and strategies of power.
|
Alessandro Colombo
Spazio e ordine politico in Otto Hintze
Nell’opera di Otto Hintze la dimensione spaziale occupa un posto di primo piano. Sebbene sia prima di tutto uno storico delle istituzioni, Hintze non ritiene possibile comprendere lo sviluppo politico interno dei singoli Stati senza tener conto della loro collocazione (anche geografica) nel contesto internazionale. A questo lo spinge, tra le altre cose, la consapevolezza del passaggio dal sistema europeo alla Weltpolitik, un mutamento di scala della politica internazionale destinato a esasperare il senso di vulnerabilità geopolitica della Germania.
Alessandro Colombo
Space and Political Order In Otto Hintze’s Works
The spatial dimension played a relevant role in Otto Hintze’s work. Although he was first of all a historian of institutions, Hintze did not believe it was possible to understand the internal political development of States without taking into account their (even geographical) place in the international context. He was in fact aware of the transition from the European system to the Weltpolitik, a change of scale in international politics destined to exacerbate Germany’s perception of its geopolitical vulnerability.
|
Dario Citati
Le due sponde del Giordano.
Vladimir Ze’ev Jabotinsky e la Terra d’Israele tra poesia e combattimento
L’articolo si sofferma su alcuni aspetti essenziali del pensiero di Vladimir Ze’ev Jabotinsky, massimo esponente del sionismo revisionista. In primo luogo il militarismo, frutto di un’antropologia dell’ebreo combattente che avrebbe dovuto rovesciare gli stereotipi antisemiti e legittimare la creazione di Israele in virtù della partecipazione degli ebrei al conflitto mondiale. Secondo, la concezione del Muro di Ferro quale tappa necessaria all’edificazione di uno Stato ebraico che nel futuro, tuttavia, avrebbe incluso altre nazionalità. Terzo, la centralità del fiume Giordano, «spina dorsale» della Terra d’Israele (Eretz Yisrael), che implicava una geografia dei confini più ampia dell’attuale Israele e comprendente Palestina-Cisgiordania e Transgiordania.
Dario Citati
The Two Banks Of the Jordan. Vladimir Ze’ev Jabotinsky and the Land of Israel Between Poetry and Fight
The paper will focus on some essential aspects of Vladimir Ze’ev Jabotinsky’s thought. He was the most relevant representative of revisionist Zionism. First of all, we will deal with his militarism, which is the result of a more general anthropology of the Jewish combatant and was introduced to overturn anti-Semitic stereotypes. Militarism was also thought to support the creation of the State of Israel, whose existence depends on the participation of Jews in a world conflict. Then we will take into account Vladimir Ze’ev Jabotinsky’s idea of the Iron Wall as a necessary step in the construction of a Jewish State which in the future, however, would include other nationalities. Finally, we will focus the centrality of the Jordan River, the ‘backbone’ of the Land of Israel (Eretz Yisrael), including Palestine-West Bank and Transjordan area. This perspective implies a geography of borders that are wider than the ones current Israel have.
|
Andrea Perrone
La centralità geopolitica del Mediterraneo nel pensiero di Ernesto Massi.
Il paradigma italiano tra coscienza geografica e volontarismo
Il personaggio più rappresentativo della geopolitica italiana fu Ernesto Massi che, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso e nel quadro delle iniziative avviate con Giorgio Roletto all’Ateneo triestino per la nascita della nuova disciplina, rispose – in una prospettiva di largo respiro – alle istanze culturali e scientifiche della geografia italiana, che si prefiggeva di sviluppare una coscienza geografica di matrice autoctona. Al centro delle speculazioni di Massi e della scuola italiana troviamo il Mediterraneo e l’Europa, con un approccio nei confronti del potere assimilabile alla figura dell’intellettuale organico, ovvero di collaborazione critica.
Andrea Perrone
Geopolitical Centrality Of Mediterranean In Ernesto Massi’s Thought.
The Italian Paradigm Between Geographical Consciousness and Voluntarism
Ernesto Massi was the most representative figure in Italian Geopolitics. Starting from the 1930s, he launched initiatives at the University of Trieste for the establishment of the new discipline. He did it with Giorgio Roletto. In this way, Massi reacted to cultural and scientific needs of Italian geography in a far-reaching perspective. In that time, Italian geography aimed to develop an autonomous geographic consciousness. Mediterranean and Europe were at the centre of the speculations of both Massi and the Italian school. Their approach to studying power was similar to that of the organic intellectual, i.e., a critical collaborator.
|
Aldo Ferrari
Lev Gumilëv e l’Eurasia.
Fondamenti teorici e destini politici
Lev Gumilëv è una figura fondamentale dell’eurasismo, la corrente ideologica che ha sviluppato una concezione della Russia come sistema storico, culturale e geopolitico basato su propri specifici principi, distinto sia dall’Europa sia dall’Asia. Questa concezione ha un ruolo molto importante nella vita culturale e politica della Russia contemporanea, sino al progetto di Grande Eurasia, che costituisce oggi la linea principale della geopolitica di Mosca in aperta opposizione all’Occidente.
Aldo Ferrari
Lev Gumilëv and Eurasia. Theoretical Foundations and Political Destinies
Lev Gumilëv (1912-1992) was a relevant representative of Eurasianism, i.e., the ideological perspective that developed a representation of Russia as an autonomous historical, cultural, and geopolitical system which is distinct from both Europe and Asia. This idea played a significant role in the cultural and political life of contemporary Russia before the Great Eurasia project, which today constitutes the main trend of Russian Geopolitics in open opposition to the West.
|
Emidio Diodato
Gli spazi dell’economia-mondo e la geopolitica di Immanuel Wallerstein
La teoria dei sistemi-mondo di Wallerstein riflette una visione della politica mondiale fondata su divisioni spaziali e geografiche in uno schema globale di sfruttamento economico. Distanziandosi dalla geopolitica tradizionale, centrata sul ruolo dello Stato, Wallerstein mette a fuoco il sistema internazionale e le aree dell’economia-mondo capitalista: il centro, la periferia e la semi-periferia. L’obiettivo è individuare le opportunità di trasformazione sociale in senso più democratico ed egualitario.
Emidio Diodato
Spaces Of World-Economy and Immanuel Wallerstein’s Geopolitics
Wallerstein’s world-systems theory provided a perspective on world politics based on spatial and geographical divisions against the background of global economic exploitation. Unlike traditional geopoliticians, whose works were centered on the role of the State, Wallerstein focused on the international system and the areas of the capitalist world-economy: the center, the periphery, and the semi-periphery. His goal was to identify opportunities for social transformation in a more democratic and egalitarian way.
|
Antonino Pellitteri
L’unità araba tra missione e necessità storica.
Note sull’attualità del pensiero di Michel ‘Aflaq
La questione dell'unità araba torna al centro del dibattito intellettuale e politico arabo, dopo avere considerato la tensione unitaria dissolta con la morte di Nasser. La “primavera araba” ha favorito forze islamiste violente per le quali la soluzione della crisi è l’islam politico. Intellettuali e movimenti arabi e islamici progressisti, soprattutto nell’area Libano-Palestina, Siria e Iraq, guardano all’unità araba come strumento di ricomposizione dell’arabismo in termini di resistenza, attraverso l’azione che mira a coniugare l’idea nazionale con l’islam. La rilettura critica del pensiero del siriano Michel ‘Aflaq offre importanti chiavi di comprensione in questa direzione.
Antonino Pellitteri
Arab Unity Between Mission and Historical Necessity. Notes On the Relevance Of Michel ‘Aflaq’s Thought
The question of Arab unity has raised again and stands at the center of Arab intellectual and political debate, after having lost relevance after Nasser’s death. The ‘Arab Spring’ paved the way for violent Islamist forces. According to them, the solution to the crisis is political Islam. Intellectuals and progressive Arab and Islamic movements, especially in Lebanon, Palestine, Syria, and Iraq regard Arab unity as a means for revivifying Arabism in terms of resistance, through an action that aims to combine the national idea with Islam. The critical re-reading of the Syrian Michel ‘Aflaq’s thought provides keys to understanding the new trends in Panarabism.
|
Rodolfo Ragionieri
Yusuf al-Qaradawi. Geopolitica della umma
Yusuf al-Qaradawi, nato in Egitto nel 1926 e da decenni vivente nel Qatar, è uno dei più influenti ideologi islamisti contemporanei. La sua concezione dell’islam si pone come una via mediana tra l’occidentalizzazione e le correnti islamiste più estreme. La sua visione geopolitica si costruisce intorno al ruolo della umma, la sua storia, i suoi problemi, le sue determinazioni territoriali e la teoria dell’azione per la sua difesa e per la sua espansione. In questa ottica è centrale il rapporto-scontro con l’Occidente.
Rodolfo Ragionieri
Yusuf al-Qaradawi: Geopolitics Of the Ummah
Yusuf al-Qaradawi was born in Egypt in 1926 and has lived in Qatar for decades now. He is one of the most influential contemporary Islamist ideologues. His vision of Islam balances Westernisation with the most extreme Islamist currents. Yusuf al-Qaradawi’s geopolitical view focuses on the role, history, problems, and territorial determinations of the Ummah. And he takes into account the theory of action for the defence and expansion of the Ummah. The relationship with the West is the core of his interests.
|
Raffaele Mauriello
Musa al-Sadr e il risveglio sciita
Il saggio analizza il posizionamento geopolitico di un gruppo minoritario che deve fare i conti con l’imprevedibile storia del Vicino Oriente e con la sua frammentata geografia. Protagonisti sono gli sciiti del Libano, minoranza in un mondo musulmano a maggioranza sunnita e al margine della geografia sciita del Vicino Oriente, che ha in Iran e Iraq i principali centri. A renderli “centro” sono il pensiero e l’azione di Musa al-Sadr, personaggio chiave della rinascita sciita nella regione.
Raffaele Mauriello
Musa al-Sadr and the Shia Awakening
The paper adresses the geopolitical positioning of a minority group: the Shi’ites of Lebanon. They have to deal with the unpredictable history and the fragmented geography of the Near East. In addition, they are a minority within a Sunni majority Muslim world. Lebanese Shia Muslims also live on the fringes of Shi’ite geography, as its center is in Iraq and Iran. Musa al-Sadr was a key figure in the Shi’ite awakening in the region and his thought and action made Iran and Iraq the ‘center’.
|
Gabriele Natalizia
Samuel Huntington e la visione strategica degli Stati Uniti post 11/9
L’analisi comparata in Lo scontro delle civiltà con i documenti strategici e le politiche dell’amministrazione Bush falsifica la convinzione diffusa secondo cui il pensiero di Samuel Huntington abbia influenzato le scelte cruciali compiute dalla Casa Bianca dopo l’11/9. I principali elementi di distanza sono riscontrabili nella declinazione del concetto di civiltà, nell’interpretazione del contesto politico-strategico circostante, nella linea di demarcazione amico / nemico e nei tipi di conflittualità presi in considerazione.
Gabriele Natalizia
Samuel Huntington and U.S. Strategic Vision After 9/11
The comparative analysis between The Clash of Civilizations and Bush administration strategic documents and policies falsifies the widespread belief that Samuel Huntington’s thought influenced the crucial choices made by the White House after 9/11. The most salient elements of difference can be found in: i) the way of understanding the concept of civilisation; ii) the analysis of the surrounding political-strategic context; iii) the friend / enemy demarcation; and iv) the kinds of conflict taken into consideration.
|
Francesco Brunello Zanitti
La “Dottrina Gujral”.
Un progetto di politica estera per la gestione dello spazio dell’Asia meridionale
La “Dottrina Gujral” rappresenta un modello teorico predisposto in India per la gestione dello spazio politico dell’Asia meridionale. Il saggio intende analizzare questa proposta politica, spiegando i motivi per cui nel Paese esistesse la necessità di un cambio di paradigma nei confronti dei vicini. Per l’analisi sono considerati la soluzione di un contenzioso con il Bangladesh e le difficoltà nei rapporti con il Pakistan.
Francesco Brunello Zanitti
The ‘Gujral Doctrine’.
A Foreign Policy Project For the Management Of Southern Asia Space
The ‘Gujral doctrine’ is a theoretical model shaped in India for the management of the Southern Asia political space. The paper intends to analyse that political proposal, explaining the reasons why a paradigm shift in the Country towards neighboring Countries was needed. We will take into account both the resolution of a dispute with Bangladesh and the controversial relations with Pakistan.
|
Isabella Consolati
Geografia del movimento storico.
Spazio e politica in Carl Ritter
Carl Ritter, considerato l’“inventore” della geografia “moderna”, formula un’innovativa concezione dello spazio in cui la descrizione dei continenti e delle regioni si combina con la rappresentazione delle attività umane che lo trasformano. Lo spazio, cioè, non può essere considerato prescindendo dal tempo e dal processo di crescente interconnessione di ogni punto della Terra. Ritter indica quindi la legittimità tanto del nuovo ordinamento europeo postrivoluzionario, dove gli Stati diventano espressione di una comunità nazionale consolidata su un territorio, quanto della supremazia europea sulla base della presunta capacità di promuovere un’ordinata unificazione del pianeta attraverso la guerra, il commercio e la tecnica.
Isabella Consolati
Geography Of the Historical Movement. Space and Politics In Carl Ritter
Carl Ritter is regarded as the ‘inventor’ of ‘modern’ geography. He introduced an innovative idea of space in which the description of both continents and regions is linked with the representation of the human activities that transform them. Space is considered in relation to both the time and the process of increasing interconnection of each point on the Earth. Ritter then indicated the legitimacy both of the new post-revolutionary European order – i.e., States become the expression of a national community settled in a territory – and of European supremacy on the basis of the alleged ability to promote an orderly unification of the planet through war, trade, and the technique.
|
Marcello Tanca
Yves Lacoste, «Hérodote» e la riabilitazione della Geopolitica in Francia
È a Yves Lacoste che si deve il rilancio della Geopolitica in Francia dopo l’oblio che l’aveva accompagnata nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale a causa dell’identificazione con l’ideologia nazista. Grazie soprattutto alla rivista «Hérodote» da lui fondata nel 1976 e tuttora attiva, Lacoste riesce a imporre sulla scena intellettuale degli anni Ottanta e Novanta la Geopolitica come metodo di analisi dei rapporti tra decisioni politiche e configurazioni geografiche.
Marcello Tanca
Yves Lacoste, Hérodote and the Reassessment Of Geopolitics in France
Yves Lacoste founded in 1976 the revue Hérodote – which is still active today – and succeeded in imposing on the intellectual scene of the 1980s and 1990s Geopolitics as a method of analysing the relationships between political and geographical decisions. His reassessment of Geopolitics in France inspired the rediscovery of a discipline that was consigned to oblivion after the Second World War when it was identified with the Nazi ideology.
|
Lorenzo Mesini
Geopolitica e realismo in Henry Kissinger. Dalla Guerra fredda all’età globale
Henry Kissinger combina realismo e geopolitica per interpretare la storia internazionale in età moderna e contemporanea. Al tempo stesso definisce un paradigma strategico per orientare la politica estera degli Stati Uniti durante la Guerra fredda. La fine del confronto bipolare pone per la prima volta il problema della costruzione di un sistema unificato su scala mondiale che assicuri stabilità e pace tra una pluralità di soggetti dotati di identità e valori diversi. In questa ottica Kissinger sostiene la necessaria collaborazione tra grandi potenze – Stati Uniti e Cina – per evitare i rischi catastrofici connessi a una seconda Guerra fredda.
Lorenzo Mesini
Geopolitics and Realism In Henry Kissinger’s Thought. From the Cold War To the Global Age
Henry Kissinger combined realism and geopolitics to read international history in the modern and contemporary age. At the same time, he defined a strategic paradigm to guide U.S. foreign policy during the Cold War. The end of the bipolar confrontation poses for the first time the problem of building a unified system on a world scale that ensures stability and peace between a plurality of actors with different identities and values. In this perspective, Kissinger supported the necessary collaboration between great powers – the United States and China – to avoid the catastrophic risks related with a second Cold War.
|
Leonardo Parisi
La distribuzione dei vaccini in Medio Oriente. Un’arma economica a lungo termine
La fornitura dei vaccini è divenuta il perno attorno al quale sta ruotando il riassetto geopolitico internazionale, soprattutto per quei Paesi che ne hanno nazionalizzato il percorso di ricerca, la produzione e la distribuzione. Uno strumento geopolitico dai caratteri estremamente flessibili, un’arma di soft power che consente agli Stati donatori di tessere nuovi e inaspettati rapporti diplomatici o di rafforzare quelli esistenti. La longa manus di Cina e Russia ha dato il via a una corsa alle forniture dei sieri che non ha lasciato tasselli vuoti nello scacchiere mondiale, in particolare nella regione del Middle East and North Africa. L’articolo, chiuso lo scorso mese di settembre, propone un punto di situazione su una materia in costante e fluido mutamento.
Leonardo Parisi
Vaccine Distribution In the Middle East. A Long-Term Economic Weapon
The vaccine supply has become the pivot around which the international geopolitical reorganisation revolves, especially for those Countries that nationalised vaccine research, production, and distribution. Vaccine distribution is a extremely flexible geopolitical tool and a soft power weapon because, in this way, vaccine supplying Countries could establish new and unexpected diplomatic relations or strengthen existing ones (for instance, China’s and Russia’s rush for vaccine supply all over the world, particularly in the Middle East and North Africa). Our paper will analysis that evolving phenomenon by September 2021.
|
Recensioni e segnalazioni
Clare Mulley. La spia che amava, 21lettere 2021.
Roberto Costantini. Una donna in guerra, Longanesi 2021.
Ulla Lenze. Le tre vite di Josef Klein, Marsilio 2021.
Valentine Williams. L’uomo dal piè storto, Quodlibet 2021.
Hugh Wilford. America’s Great Game. The CIA’s Secret Arabists and the Shaping of the Modern Middle East, Basic Books 2013.
|