L’emblema del Servizio nazionale d’intelligence della Repubblica di Corea (National Intelligence Service Korea, Nis) è costituito da uno scudo circolare su cui, lungo la circonferenza, è riportato il nome in inglese e in coreano. All’interno, un dragone e una tigre circondano il Tae-Geuk, una sfera dai contorni bianchi attraversata da una linea sinuosa, simbolo del Paese, di cui rappresenta la centralità e la salvaguardia degli interessi. Al centro campeggia una fiamma stilizzata di colore rosso che illumina lo sfondo blu, creando un chiaroscuro che sfuma verso sinistra. L’immagine rievoca la mission del Nis, chiamato a garantire la sicurezza e la prosperità della Corea del Sud, illuminandone il cammino su vie inesplorate.
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Il Servizio nazionale d’intelligence della Repubblica di Corea (National Intelligence Service Korea, Nis) è stato istituito con legge del 10 giugno 1961, nel cui contesto era definito come Agenzia centrale coreana d’intelligence, assumendo successivamente, in sede di revisione legislativa attuata con provvedimento del 21 gennaio 1999, l’attuale denominazione. Il Nis, che gode di autonomia finanziaria, è deputato alla difesa della sicurezza nazionale sul territorio interno e all’estero, opera sotto la giurisdizione del presidente della Repubblica coreana – cui fa capo la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza – ed è soggetto alla sua direzione e supervisione.
Al vertice è un direttore generale, nominato dal presidente della Repubblica e coadiuvato, nell’espletamento delle sue funzioni, da un vicedirettore vicario e da un vicedirettore esecutivo, anch’essi di nomina presidenziale, su proposta del direttore generale. Compete a quest’ultimo la definizione dell’assetto organizzativo dell’Organismo, previa approvazione del presidente della Repubblica, nonché il controllo generale sulle sue attività, oltre alla direzione e supervisione del personale dipendente.
L’ambito delle competenze istituzionali annovera la raccolta, l’analisi e la distribuzione delle informazioni d’intelligence esterna e di sicurezza interna, in funzione di prevenzione e contrasto degli atti sovversivi in danno del governo, dello spionaggio di Paesi ostili, della minaccia cibernetica e di quella terroristica. Il recente intensificarsi di quest’ultima, specialmente di matrice islamica, ha ampliato il raggio d’azione del Servizio, estendendo i compiti di ricerca informativa e di elaborazione analitica ai rischi connessi all’estremismo e al radicalismo violento. In materia di sicurezza cibernetica, l’Agenzia è chiamata a formulare indicazioni utili ai vertici dello Stato per la definizione della politica nazionale in materia, nonché a supervisionarne l’applicazione e a coordinare gli attori coinvolti; si occupa, inoltre, di prevenzione, monitoraggio, individuazione e analisi del rischio per la rete nazionale e per le istituzioni, conducendo indagini nell’eventualità di attacchi cyber.
Nella proiezione estera, il Servizio collabora con gli omologhi Organismi collegati, impegnandosi in diversi settori, quali la controproliferazione di armi di distruzione di massa. Sempre in ambito estero, ma con uno sguardo rivolto alla sicurezza interna, è investito del contrasto alla criminalità internazionale e ai rischi di penetrazione all’interno del Paese, con particolare attenzione al traffico di droga, alla contraffazione di valuta e di documenti d’identità, alle frodi finanziarie e telefoniche. Ulteriore obiettivo prioritario del Nis sono la protezione del patrimonio scientifico, industriale e cognitivo nel campo dell’high-tech, perseguito anche mediante la promozione della cultura della sicurezza presso gli attori economici operanti nei settori strategici. Per la difesa del capitale tecnologico-militare si avvale della collaborazione di altre amministrazioni dello Stato, così come per il contrasto all’esportazione illegale di materiali dual-use e di prodotti destinati alle Forze armate.
In capo al Servizio sono attestati poteri investigativi – il cui esercizio è perimetrato dalle prescritte garanzie procedurali – in ordine ai reati di insurrezione e aggressione straniera previsti dalla legislazione penale, a quelli di ribellione e uso illegale di crittogrammi stabiliti previsti nella legge penale militare, nonché ad altre fattispecie criminose previste nella legge sulla protezione dei segreti militari e in quella sulla sicurezza nazionale. Analoghi poteri gli sono attribuiti per indagare su condotte penalmente rilevanti dei propri dipendenti, inerenti all’inosservanza dei doveri d’ufficio.
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