sommario 4/2016
Editoriale
Gnosis, seguendo la consolidata tradizione di concentrare lo sguardo analitico su un tema ritenuto di volta in volta più interessante sotto l’aspetto della sicurezza, propone in questo numero una riflessione sulla ‘geopolitica delle religioni’, area di studio e di ricerca che promuove la lettura integrata delle interdipendenze tra le diverse epifanie della dimensione religiosa e la fitta rete delle relazioni internazionali che sono alla base dei cambiamenti strategici degli scenari globali. In tale contesto, i nostri autori, attraverso la lettura critica di eventi e situazioni, testimoniano tutte le potenzialità interpretative della nuova disciplina....
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Sergio Romano
Punto di vista. La Russia e la fede
Boris El’cin morì dopo uno dei suoi numerosi infarti, il 23 aprile 2007. Gorbačëv rese visita alla salma, Putin presenziò alle esequie, la bara fu accompagnata da un drappello militare in alta uniforme al cimitero di Novodevičij dov’era, da molti anni, la tomba di Nikita Chruščëv. El’cin era stato il primo Presidente della II Repubblica russa e i nuovi dirigenti del Paese capirono che valeva la pena, nell’interesse comune, di dimenticare le molte pecche del defunto e di rendergli onori solenni.
Quando si parlava di religione in sua presenza, El’cin amava definirsi un «ateo ortodosso». La Chiesa moscovita dimenticò la prima metà della sua autodefinizione e non esitò a impadronirsi della seconda....
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Araldica
Il Säkerhetspolisen (Säpo) è il Servizio di sicurezza interno del Regno di Svezia. Istituito il 1° ottobre 1989 come branca del Dipartimento Nazionale di Polizia Svedese, dal 1° gennaio 2015 ha acquisito maggiore autonomia, configurandosi come agenzia governativa. Esso è posto alle dipendenze del ministro della Giustizia che, con Regolamento del 2014, ne ha definito la struttura e la mission, compendiabile nella tutela del sistema democratico, dei diritti e delle libertà dei cittadini, nonché della sicurezza nazionale....
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Manlio Graziano
L’Occidente non esiste
L’Occidente, com’è oggi comunemente definito, è nato nel secondo dopoguerra per cementare ideologicamente l’alleanza attorno agli Stati Uniti. Prima della guerra le sue frontiere variavano a seconda degli interessi geopolitici, tendenzialmente separando i destini europei da quelli americani. Al concetto, divenuto quasi un luogo comune a partire dalla caduta dell’Urss, è stata attribuita una presunta radice ‘giudaico-cristiana’ che contraddice tutta la storia dell’Europa fino alla fine del XX secolo. Oggi, il concetto di Occidente, oltre alle sue immediate motivazioni geopolitiche, offre un punto di riferimento in una fase di rapido slittamento identitario a livello globale.
Manlio Graziano
The West does not exist
The West, as it is commonly defined today, originated in the 2nd World War to ideologically cement the alliance around the United States. Before the war, its frontiers varied according to geopolitical interests, basically separating European destinies from American ones. To the concept, which has become almost a cliché since the fall of the Urss, has been attributed an alleged Judaic-Christian root which contradicts the entire history of Europe up to the end of the 20th Century. Today, the concept of West, apart from its immediate geopolitical motivations, offers a point of reference in a phase of rapid identity slippage at a global level.
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Dario Fabbri
La religione civile americana.
Tra spiritualità e strategia
Oltreoceano alla Nazione è riconosciuta dignità spirituale, suggellata da liturgia, simboli e riti. Nel corso della storia, la religione civile statunitense è servita per realizzare l’assimilazione di milioni d’immigrati e perseguire una politica estera espansionistica. Ma, spesso, ha indotto la superpotenza a sbandare.
Dario Fabbri
The American civil religion.
Between spirituality and strategy
Overseas, the Nation is recognised as bearing spiritual dignity, sealed by liturgy, symbols and rituals. Throughout history the American civil religion served to achieve the assimilation of millions of immigrants and pursue an expansionist foreign policy. Often though it induced the Super power to swerve.
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Claudio Cerreti
Dio da che parte sta?
Il testo propone alcune delle molte evidenze che portano a credere che l’adesione a una confessione religiosa rispecchi e rappresenti forme di (auto)identificazione collettiva che non hanno molto a che fare con le credenze religiose in sé, piuttosto con prospettive e interessi ‘politici’, fino al punto di diventare talvolta fondamenti irrinunciabili delle retoriche identitarie, proprio come la storia, la lingua, gli usi: una scelta magari inconsapevole, ma del tutto coerente.
Claudio Cerreti
On whose side is God?
The text proposes certain of the many findings which lead to the belief that adhesion to a religious denomination reflects and represents forms of collective self-identification which have little to do with the religious beliefs in themselves, but rather with ‘political’ prospects and interests, to the point of becoming, at times, indispensable foundations of the rhetorical identities, just like history, language and customs: perhaps and unconscious choice, but entirely consistent.
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Alessandro Guerra
L’Ordine globale.
La Compagnia di Gesù in una prospettiva geopolitica
In tempi di storia globale, la vicenda umana e politica della Compagnia di Gesù ci ricorda come la Chiesa romana abbia segnato la modernità occidentale. Ordine per eccellenza del cattolicesimo, i gesuiti rappresentano lo strumento più duttile di Roma per governare la transizione da un mondo considerato finito, all’universalismo inaugurato con le scoperte geografiche. La volontà gesuitica di andare oltre gli equilibri geopolitici, di attraversare le frontiere per riorientarle ad maiorem Dei gloriam incarna fulgidamente la propensione mili-tante che ancora oggi, con mutati scenari e nuove categorie, fa della Compagnia lo strumento più efficace per essere schierata in quelle aree dove maggiore è la richiesta di uomini duttili e fedeli capaci di adattarsi alle condizioni esterne e, progressivamente, di piegare ogni resistenza.
Alessandro Guerra
The global order.
The Society of Jesus in a geopolitical prospective
In times of global history, the human and political events of the Society of Jesus remind us how the Church of Rome has marked western modernity. Order par excellence of catholicism, the jesuits represent the most flexible instrument of Rome to govern the transition of a world considered finished, to the universalism inaugurated with the geographical discoveries. The jesuit will to go beyond the geopolitical balances, to cross frontiers to reorient them ad maiorem Dei gloriam very clearly epitomizes the militant propensity which, still today, with changed scenarios and new categories, makes the Society the most effective instrument to be aligned in those areas of the world where demand is greatest for pliable and faithful men able to adapt to external conditions and, progressively, to bend any resistance.
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Dario Citati
I tentacoli della Terza Roma. Storia e strategie dell’influenza russa nella cristianità ortodossa
Il Concilio pan-ortodosso svoltosi a Creta nel giugno 2016 ambiva a rifondare l’unità dell’Oriente cristiano, ma ha deluso le aspettative per la decisione del Patriarcato di Mosca e di altre tre Chiese di non partecipare all’assise. Nell’articolo viene proposta una lettura geopolitica di questo evento e dei rapporti di forza interni all’Ortodossia, a partire dalla ricostruzione storica dei legami tra i Servizi segreti russi e le Chiese di Antiochia, Georgia e Bulgaria che hanno affiancato Mosca sabotando il Concilio di Creta. La Russia, presentandosi come l’unica potenza in difesa dei cristiani, fa oggi della propaganda religiosa un elemento chiave del proprio soft power e, orientando in proprio favore le scelte delle Chiese non russe, punta a un ruolo di leadership nel mondo ortodosso, che ha importanti risvolti nella gestione delle crisi in Siria e Ucraina.
Dario Citati
The tentacles of the Third Rome.
History and strategies of the Russian influence in Orthodox christianity
The pan-orthodox Council held in Crete in June 2016 aspired to re-establish East Christian unity, but has fallen short of expectation due to the decision of the Moscow Patriarchate and other three Churches to not participate in the Assizes. Proposed in this article is a geopolitical reading of this event and the relations of internal strength of the Orthodoxy, starting from the historical reconstruction of the ties between the Russian Secret Services and the Churches of Antioch, Georgia and Bulgaria, which sided with Moscow sabotaging the Council of Crete. Russia, presenting itself as the only power in defense of Christians, today, makes religious propaganda a key element of their soft power, and steering in their own favour the choices of the non-Russian churches, aim at a role of leadership in the orthodox world, which has important implications in the management of the Syrian and Ukrainian crises.
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Margherita Roiatti
- Paolo Sellari
Cina. Centralismo e minoranze etnico-religiose
Sin dai tempi di Gengis Khan tutte le religioni sono state tollerate e messe sullo stesso piano. Per il governo di Pechino il problema si è posto nel momento in cui l’identità religiosa di un gruppo etnico comincia a chiedere spazio anche sul piano politico con intenti nazionalisti, cioè quando il confine tra le sfere di competenza del Partito e delle autorità locali si confondono.
Margherita Roiatti – Paolo Sellari
China. Centralism and ethnic-religious minority
Since the times of Genghis Khan all religions have been tolerated and put on the same level. The problem for the governor of Peking presented itself the moment when the religious identity of an ethnic group began to request its space also on a political level with nationalistic intentions, that is, when the border between the spheres of competence of the Party and of the local authorities became unclear and no longer well defined.
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Giuseppe Casale
- Matteo Marconi
Eretz Yisrael vs Medinat Yisrael.
La sfida del neo-sionismo religioso alla sovranità territoriale dello Stato israeliano
Il mainstream delle analisi odierne valorizza il movente religioso dei fenomeni politici solo al di fuori delle società liberaldemocratiche, come se queste ultime fossero definitivamente consegnate al secolarismo. L’incidenza del neo-sionismo religioso nella realtà israeliana dimostra il contrario. Il caso studiato evidenzia come la nazionalizzazione dell’istanza religiosa possa giungere a contrastare un caposaldo della statualità moderna codificato dal sistema westfaliano: la sovranità territoriale.
Giuseppe Casale – Matteo Marconi
Eretz Yisrael vs Medinat Yisrael. The challenge of the religious neo-zionism towards the territorial sovereignty of the State of Israel
The mainstream of todays political analyses valorizes the religious motive of the political phenomena outside of the liberaldemocratic societies, as if these last were definitively consigned to secularism. The incidence of the religious neo-zionism in the Israeli reality demonstrates the contrary. The case studied here in this article shows how the nationalization of the religious instance could counter a cornerstone of the modern statehood encoded by the westphalian system: the territorial sovereignty.
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Stefano Valente
Potere religioso e potere politico. I Fratelli Musulmani in Egitto
L’Egitto rappresenta un riferimento per gli equilibri mediorientali e un ottimo veicolo di comprensione di alcune dinamiche dell’universo musulmano sunnita. Se tra il XX e il XXI secolo il potere politico, pur con le sue varianti, si è distinto per la repressione delle voci di dissenso interne, assai rilevanti sono state quelle alternative connesse all’ambito religioso che hanno cercato d’influenzare la sfera politica. È in questi complessi scenari che si sono inseriti i Fratelli Musulmani.
Stefano Valente
Religious power and political power. The Muslim Brotherhood in Egypt
Egypt represents a reference for the Middle East balances and an excellent vehicle for the comprehension of certain dynamics of the Muslim Sunnite universe. If between the 20th and 21st Centuries the political power, despite its variants, distinguished itself for the repression of the internal voices of dissent, very significant were those alternative ones connected to the religious sphere, which tried to influence the political ambit. It is in these complex scenarios that the Muslim Brothers incorporated themselves.
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Raffaele Mauriello
Geopolitica dello shî’ismo.
Dal Vicino Oriente all’Asia e oltre
A dieci anni dall’uscita di The Shia Revival e dalla formulazione dell’ipotesi che l’intensificarsi del conflitto fra shî‘iti e sunniti scaturito dalla ‘rinascita’ dello shî‘ismo, frutto dell’invasione anglo-americana dell’Iraq, sarebbe stato motore di una riforma profonda del Vicino Oriente, il momento è favorevole per fare il punto sullo shî‘ismo come fattore geopolitico. Nel presente lavoro se ne valutano la portata e i teatri di maggiore crisi, tenendo conto che ciò è anche funzionale a mostrare − come implicito nella narrativa dello studioso Vali Nasr − che non vi è nessun arco/crescente shî‘ita nel Vicino Oriente arabo che rappresenti il centro o l’essenza della geopolitica shî‘ita.
Raffaele Mauriello
Geopolitics of Shì’ism. From the Near East to Asia and beyond
Ten years since the Shia Revival and from the formulation of the hypothesis that the intensifying of the conflict between the Shi’ites and the Sunnite, resulting from the ‘rebirth’ of Shi’ism, fruit of the anglo-america invasion of Iraq, would have been the engine of a profound reform of the Near East, the moment is particularly opportune to take stock of Shi’ism as a geopolitical factor. In the present work the scope and theatres of the major crises are evaluated – taking into account that this is also functional to show – as implied in the Nasr narrative – that there is no Shi’ite crescent in the Arab Near East that represent the center or the essence of the Shi’ite geopolitics.
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Fabio Amato
La territorializzazione dell’Islam in Italia.
Rischi, sospetti e paure infondate
Il binomio migrazioni-religione ha risvegliato l’interesse per i differenti credo nella prospettiva geografica, ma nel caso italiano l’attenzione è concentrata sul mondo musulmano e sui rischi del terrorismo internazionale. Oltre le emergenze e i drammatici eventi, esiste un fluido svilupparsi della quotidianità che potrebbe favorire un reale dialogo: le comunità di fede sono attori importanti della trasformazione della società e il loro riconoscimento pieno da parte delle Istituzioni può avere una ricaduta positiva.
Fabio Amato
The territorialization of Islam in Italy. Risks, suspects and unfounded fear
The binomial migration-religion has revived interests for the different beliefs in the geographic perspectives, but in the Italian case the attention is concentrated on the Muslim world and on the risks of international terrorism. Apart from the emergencies and dramatic events, there exists a fluid everyday development which could favour a real dialogue: the religious communities are important protagonists of the transformation of the Society and full recognition of them on the part of the Institutions could have very positive repercussions.
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Umberto Broccoli
«Non dicere ille secrita a bboce». Simboli, notizie, informazioni nate segrete e finite in mostra
Simon Denny partecipa con Secret Power alla 56^ Esposizione di Arte Internazionale della Biennale di Venezia. È il 2015 e tra la Biblioteca Marciana e l’Aeroporto Marco Polo sono stati esposti i disegni realizzati da David Darchicourt, ex direttore creativo della National Security Agency. Probabilmente Darchiocourt tutto avrebbe immaginato fuorché vedere i suoi lavori, tendenzialmente riservati, diventare Quadri da un’esposizione. Oggi il concetto di riservatezza ha registrato qualche cambiamento essenziale, dopo essere passato attraverso il tunnel degli anni Ottanta, quelli della prevalenza dell’immagine e dell’effimero. Successivamente, il mondo ha virato verso la comunicazione di tutto con tutti. Non stupisce, allora, il fenomeno Snowden, piovuto con l’arrivo del terzo millennio assieme alle carte di Darchicourt, né vedere a Venezia schemi, diagrammi, disegni, locandine e simboli di un’Agenzia di intelligence e, come tali, inizialmente non destinati all’esibizione in una mostra.
Umberto Broccoli
«Non dicere ille secrita a bboce». Symbols, news and information which began as secret and ended on display
Simon Denny participates with Secret Power in the 56° International Art Exhibition of the Venice Biennale. It is 2015 and between the Marciana Library and the Marco Polo Airport, the designs by David Darchincourt, the former creative director of the National Security Agency, are displayed. Probably, of all things, Dachincourt would never have imagined to see his work, basically of a private nature, become Pictures of an Exhibition. But, nowadays, the concept of privacy has undergone an essential change, after having passed through the tunnel of the 80’s – the years of the prevalence of images and the ephemeral. After, the world turned towards the communication of all to everyone. Hence, the Snowden phenomenon is not at all surprising, coming with the arrival of the third millennium along with the designs of Dachincourt, nor to see in Venice, schemes, designs, diagrams, posters and symbols of an Intelligence Agency and, as such, not intended for the installation of an exhibition.
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Marco Ventura
Dalla pietra filosofale alla porcellana.
Una storia di spionaggio
Imprigionato dal Re di Sassonia affinché scoprisse la pietra filosofale capace di trasmutare i metalli vili in oro, l’alchimista Johann Frederick Böttger è il prota-gonista di un’epopea che a cavallo fra 600 e 700 porta – fra intrighi di corte, fughe rocambolesche, acrobazie diplomatiche e scontri fra Servizi segreti – a una scoperta diversa ma non meno preziosa: la formula della porcellana bianca di Meissen. Le traversie degli alchimisti vasai attraversano le pagine, in particolare, di un romanzo storico e di due saggi che ripercorrono una storia europea di genio e di avidità. In palio, la bellezza perfetta di un servizio da tè.
Marco Ventura
From the philosopher’s stone to porcelain. An espionage history
Imprisoned by the King of Saxony until he discovers the Philosopher’s Stone that can change base metals into gold, the alchemist, Johann Frederick Böttger is the protagonist of an epic which between 600 and 700 leads – among court intrigues, daring escapes, diplomatic acrobatics and clashes between Secret Services – to a different, but not less precious discovery: the formula of the white porcelain of Meissen. The vicissitudes of the alchemist potters fill the pages, in particular, of an historical novel and of two essays which trace a European history of genius and greed. The prize? The perfect beauty of a tea service.
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Gianluca Falanga
Terra incognita.
Il polo segreto di Berlino-Hohenschönhausen (oggi Memoriale del carcere della Stasi)
Una cittadella segreta, cinta da alte mura di protezione e sottoposta a una stretta sorveglianza militare, priva di alcuna segnalazione sulle carte della città e senza indirizzo ufficiale, per la popolazione un misterioso e inquietante non-luogo: il polo segreto di Hohenschönhausen, alla periferia di Berlino est, era il secondo più grande complesso operativo della Stasi, la polizia segreta della Germania orientale. Svariate migliaia di dipendenti della ‘Sicurezza di Stato’ vi si recavano quotidianamente al lavoro per garantire, operando in condizioni di estrema riservatezza, il funzionamento della piovra spionistica al servizio della dittatura. Oggi, di quel complesso restano solo ruderi abbandonati ma anche una delle più popolari istituzioni museali della capitale, gestito da un pool di storici ed ex prigionieri politici: il Memoriale del Carcere della Stasi.
Gianluca Falanga
Unknown ground.
The secret center of Berlin-Hohenschönhausen (today, Memorial of the Stasi prison)
A small secret city, surrounded by a high wall of protection and subject to strict military surveillance, without indications on the city maps and without civic address, a mysterious and disquieting non-place: the secret center of Hohenschönhausen, on the outskirts of East Berlin, was the second largest operative complex of the Stasi, the Secret Police of East Germany. Several thousand employees of the ‘State Security’ arrived there every day for work to guarantee, operating in extremely secret and confidential conditions, the espionage network in the service of the dictatorship. Of that place today remain only abandoned ruins, but also one of the most popular.
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Antonio Teti
Cyber Counterintelligence.
Il controspionaggio nel Cyberspazio
In tutto il mondo sta crescendo la consapevolezza del livello d’instabilità e insicurezza dei sistemi informativi. Il contro-spionaggio informatico, se opportunamente implementato, può rappresentare lo strumento più efficace per garantire azioni proattive miranti all’annientamento delle minacce informatiche, ma può essere sfruttato anche come mezzo capace di trasformare le malicious cyber actions in un vantaggio a discapito degli aggressori.
Antonio Teti
Cyber counterintelligence.
The counter-espionage in cyberspace
All over the world there is a growing knowledge of the level of instability and insecurity of the information systems. The counter-intelligence It, if opportunely implemented, could represent the most effective instrument to guarantee proactive actions aimed at the annihilation of the It threats, but could also be used as a means able to transform the malicious cyber actions into an advantage to the detriment of the aggressors.
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Luigi Carrozzi
Piani di prevenzione della corruzione.
L’approccio dei sistemi di gestione e i fattori critici di successo
La prevenzione costituisce un’attività fondamentale per il contrasto della corruzione e comporta la revisione del modus operandi delle pubbliche amministrazioni. La specifica normativa, non a caso, sollecita in maniera sostanziale l’utilizzo da parte delle amministrazioni di competenze gestionali per operare il necessario cambiamento: è quanto mai opportuno riuscire a combinare il criterio prescrittivo con quello gestionale. L’utilizzo dell’approccio metodologico dei ‘sistemi di gestione’ può costituire una valida guida nel focalizzare l’attenzione delle amministrazioni sul vero obiettivo di migliorare se stesse nel prevenire la corruzione, piuttosto che sulla mera attività di stesura di un ‘piano’.
Luigi Carrozzi
Plans for prevention of corruption.
The approach of the management systems and the critical factors of success
The prevention constitutes fundamental activity for the counteraction of corruption and entails a revision of the modus operandi of the public administrations. The specific legislation, not by chance, urges in a substantial manner its use on the part of the appropriate management administrations to carry out the necessary change: it is, therefore, particularly opportune, to be able to combine the prescriptive criterion with the management one. The use of the methodological approach of the ‘systems of management’ could constitute a valid guide in focusing the attention of the administrations on the real objective of improving oneself in preventing corruption, rather than on the mere activity of drawing up a ‘plan’.
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Marco Baldi
- Michele Elia
- Massimiliano Sala
Il futuro della crittografia teorica e pragmatica
e il post quantum
In questo articolo si tenta di tratteggiare i futuri sviluppi teorici e pratici della crittografia anche in conseguenza dell’incremento delle tecnologie microelettroniche volte alla realizzazione di microprocessori sempre più veloci e del recente potenziamento degli elaboratori basati sulla meccanica quantistica.
Marco Baldi – Michele Elia – Massimiliano Sala
The future of theoretic and pragmatic cryptography
and the post quantum
In this brief article an attempt will be made to trace the future theoretic and practical developments of cryptography also in consequence of the increase of the microelectronic technologies involved in the realization of increasingly fast microprocessors and of the recent enhancement of the processors based on the quantum mechanics.
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Roberto Ganganelli
Quattro icone in moneta per il giubileo della Rivoluzione d’Ottobre
Nel 1967 l’Unione Sovietica celebra il mezzo secolo dalla fine del potere zarista e lo fa, oltre che con solenni cerimonie e una formidabile campagna di propaganda, attraverso l’emissione di una serie di monete commemorative che esaltano la figura di Lenin e il ruolo delle masse proletarie. Senza dimenticare il fatidico, primo colpo di cannone e la conquista del cosmo.
Roberto Ganganelli
Four icons in coins
for the jubilee of the October Revolution
In 1967, the Soviet Union celebrates the half century since the end of the tsarist rule and it is done with solemn ceremonies and formidable propaganda campaign, together with a series of commemorative coins that exalt the figure of Lenin and the role of the proletarian masses. Without forgetting the fateful first cannon shot and the conquest of the cosmos.
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Giampaolo Rugarli
Storie di chi si è dato coraggio
Pietro Ferraro
Continuiamo nella presentazione dei decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferita ad appartenenti del mondo dell’intelligence per la straordinarietà del loro comportamento nell’assolvimento della missione affidata. Lo scopo è ricordare quanti ci hanno lasciato in eredità lezioni di rettitudine e orgoglio di appartenenza, con racconti di fantasia che pur attingono a eventi che hanno realmente coinvolto i protagonisti.
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Giancarlo Zappoli
Our Kind of Traitor – Il traditore tipo
Una regista, Susanna White, affronta un romanzo di John le Carré sulla mafia nella Russia odierna e sul potere pervasivo nell’ambito del mondo finanziario. Lo fa dando spazio non solo agli intrecci classici delle spy story ma anche ai tratti psicologici di ogni personaggio grazie anche alle puntuali interpretazioni degli attori chiamati a interpretarli in un film in cui l’osservazione prevale sull’azione.
Giancarlo Zappoli
Our Kind of Traitor
A director, Susanna White, tackles a John le Carré novel on the Russian mafia of today and on the pervasive power in the area of the financial world. She does this giving space not only to the classical interweaving of the spy story, but also to the psychological traits of each character, thanks also to the accurate interpretations by the actors in the film, in which observation takes precedence over the action.
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Giuseppe Pollicelli
Zagor e lo spionaggio.
Basi segrete e agenti tutti da ridere
La Sergio Bonelli editore di Milano è la principale casa editrice di fumetti italiana, una leadership che dura da diversi decenni e che si deve all’altissima qualità media delle collane e dei personaggi proposti, tra i quali Tex Willer, Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never e Zagor. La ditta porta il nome di Sergio Bonelli, figlio dello sceneggiatore Gian Luigi, il creatore di Tex. Sergio non è stato solo un abile e illuminato imprenditore culturale ma pure uno straordinario creatore di storie, capace di ideare due tra i più importanti fumetti seriali nati nel nostro Paese: nel 1961 Zagor, ancora oggi realizzato con successo, e nel 1975 Mister No. Essendo in grado di contenere qualunque tipo di suggestione e di assorbire le influenze dei generi più disparati, la serie di Zagor si è spinta anche nei territori dello spionaggio. Nel farlo, però, si è servita soprattutto della chiave dell’umorismo, in particolare attraverso il personaggio di Cico, il buffo compagno d’avventure di Zagor specializzato nel procurare guai: tanto a se stesso quanto agli altri.
Giuseppe Pollicelli
Zagor and espionage. Funny secret bases and agents
The Sergio Bonelli Publishers of Milan is the main publishing house of Italian comics. It is a leader in its field that has lasted several decades and must be credited for its very high quality of both series and creation of characters, among whom are heroes of the caliber of Tex Willer, Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never and Zagor. Sergio was not only an able and enlightened cultural entrepreneur, but also an extraordinary storyteller, able to create two among the most important comic series originated in our Country: in 1961, the already mentioned Zagor which, also today, is realized with success, and in 1975, Mister No. Being able to contain any kind of storyline in the most varied of genres, the Zagor series has embraced also the territories of espionage. In doing this, however, it utilizes above all the element of humour, in particular, through the character of Cico, the droll sidekick who is specialized in getting into trouble, not only for himself, but also for the others.
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Melanton
Il lato sorridente dell'intelligence
Un saluto particolarmente cordiale, gentili Lettori, in vista di un anno nuovo che sta per cominciare. Altrettanto nuove, e spero sempre gradite, siano le seguenti affabulazioni sul variegato universo dell’intelligence, pronte a disvelare quel lato sorridente che sempre, nelle umane vicende, aggiunge una nota di rigenerante simpatia. Fu Giacomo Leopardi, com’è noto, a sentenziare: «Chi sa sorridere è padrone del mondo». E di fronte a cotanta poetica saggezza non possiamo che inchinarci, immergendoci subito in una lettura desiderabilmente prodiga di positive riflessioni.
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Recensioni
Giuseppe Scaraffia, Gli ultimi giorni di Mata Hari, Utet, 2015.
I Colori dell’intelligence, Nuova Argos, 2016.
Christian Rossé, Guerre secrète en Suisse 1939-1945, Nouveau Monde, 2015.
Giulio Massobrio, Autobus Bianchi, Bompiani, 2016.
Marta Pallavidini, L'intelligence nel Vicino Oriente nella Tarda Età del Bronzo. Uno strumento di diplomazia, Nuova Argos, 2016.
Roberto Gervaso, Aforismi sull’intelligence e 3 racconti brevi, Nuova Argos, 2016.
Adam Sisman, John le Carré. The Biography, Bloomsbury, 2015.
John le Carré, Tiro Al Piccione. Storie della mia vita , Mondadori, 2016.
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