sommario 1/2017
Editoriale
La Rivista inaugura il 2017 proponendo spunti di riflessione sui persistenti mutamenti critici degli scenari geopolitici che si traducono sempre più, a livello nazionale, in inedite forme di rischio.
Sergio Romano, con l’ormai tradizionale Punto di vista, evidenzia le strette correlazioni tra progresso scientifico e sicurezza che, in assenza di condivise strategie di contenimento e negoziazione, possono indurre le nuove minacce, più pervasive e asimmetriche, a spiralizzazioni esponenziali e distruttive.
Tra gli agenti di trasformazione della nostra epoca l’esempio più minaccioso è quello del terrorismo islamico, sia perché difficilmente inquadrabile in una chiara cornice definitoria per la forte valenza politica della sua connotazione religiosa (Manlio Graziano), sia per la tendenza a strutturarsi come nebula jihadista, rigenerandosi in modo fluido e aderente agli obiettivi di volta in volta più convenienti e sostenibili (Ranieri Razzante).....
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Sergio Romano
Punto di vista. Qualche nota sulla guerra cibernetica.
In alcune interviste, dopo la sua apparizione sulla scena politica russa, Vladimir Putin raccontò cosa gli era successo a Dresda, dove dirigeva l’ufficio del Kgb, quando la visita di Michail Gorbačëv per il 40° anniversario della Repubblica Democratica Tedesca, nell’ottobre del 1989, provocò numerose manifestazioni popolari. Non appena si accorse che la folla intorno al suo ufficio si stava ingrossando, Putin chiese istruzioni al comando delle forze sovietiche nella Germania orientale e apprese che a Mosca «tutti tacevano». Non gli restò che distruggere gli incartamenti del suo ufficio. Bruciò carte per un giorno e una notte sino a quando la stufa, ormai incandescente, scoppiò.
Oggi il direttore di un ufficio assediato si limiterebbe a cancellare i file dei suoi computer o, forse, disporrebbe di quei dispositivi elettronici che, a giudicare dai film di James Bond, possono autodistruggersi.
Anche l’intelligence, come tutte le attività umane, è obbligata dalle nuove tecnologie ad aggiornare il proprio modo di lavorare. La rivoluzione spaziale ha permesso di vedere e ascoltare da distanze letteralmente stratosferiche. La rivoluzione informatica ha straordinariamente accorcia-to le distanze, ridotto radicalmente i tempi di trasmissione e moltiplicato il numero delle comunicazioni possibili. I telefoni ‘intelligenti’ e la geo-localizzazione ci permettono di individuare con precisione la posizione della persona con cui abbiamo contatti telefonici. ....
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Araldica
Il pluralismo politico intrapreso in Albania dal 1990 ha favorito un processo di rimodulazione dei Servizi segreti per adeguarne compiti e finalità a nuovi requisiti giuridici e istituzionali. L’intervento riformatore si è concluso nel 1991 con la creazione dello Shish, National Intelligence Service, costituito come Organismo di sicurezza non politicizzato, specializzato nella ricerca informativa e nell’analisi operativa a supporto delle Forze armate, con compiti di prevenzione e repressione di attività anticostituzionali lesive della libertà e dell’indipendenza, di difesa dell’integrità territoriale e del benessere della repubblica di Albania. L’attuale architettura ordinativa si incardina nella legge n. 8391 del 20.10.1998 che, rimarcando il ruolo di Agenzia d’intelligence ‘civile’ dello Shish, ne definisce le responsabilità in tema di sicurezza nazionale e ne esclude la conduzione o la partecipazione ad attività militari o ad azioni di law enforcement. Il Servizio opera, secondo programmi autorizzati dal suo Direttore e approvati dal Procuratore generale della repubblica di Albania, con compiti di spionaggio e di controspionaggio finalizzati al mantenimento dell’integrità e dell’indipendenza dell’ordine costituzionale e di raccolta di informazioni sul terrorismo, in tema di produzione e traffico di droga, di proliferazione di armi di distruzione di massa e sui crimini contro l’inquinamento...
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Manlio Graziano
L’alibi religioso del terrorismo
La molteplicità di definizioni del termine terrorismo dipende dall’uso politico che ne viene fatto. L’apparizione recente di quello ‘religioso’ complica le cose, in ragione anche della sua natura sfuggente: nelle origini, nei metodi e nelle finalità, infatti, esso si distingue difficilmente dal moderno terrorismo nazionalista. L’uso strumentale della religione è reso possibile sia dalla sua accresciuta importanza politica a partire dagli anni Settanta sia dalla capacità o meno della leadership religiosa di controllare e indirizzare la lettura e l’interpretazione dei testi sacri. La crisi delle forme politiche moderne e l’assenza di gerarchia in alcune delle più grandi confessioni mondiali hanno permesso il diffondersi di quella forma politica ibrida che è il terrorismo religioso.
Manlio Graziano
The religious alibi of terrorism
The multiplicity of the definitions of ‘terrorism’ depends on the political usage that is made of it. The recent appearance of the ‘religious’ definition complicates things, also by reasons of its elusive nature: in the origins, methods and purposes, in fact, it is difficult to distinguish it from the modern nationalistic terrorism. The instrumental use of the religion is made possible both from its increased political importance which began in the 70’s and from the ability, or not, of the religious leaderships to control and direct the reading and interpretation of the sacred texts. The crisis of the modern political forms and the absence of hierarchy in some of the largest world faiths have enabled the spread of that hybrid political form which is the religious terrorism.
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Ranieri Razzante
L’evoluzione del terrorismo di matrice
politico-religiosa. Dall’11/9 agli attacchi in Europa
L’attacco portato al cuore degli Stati Uniti nel 2001 ha segnato l’avvio di un nuovo terrorismo internazionale. La minaccia rappresentata da Al Qaeda e poi dal sedicente Stato islamico ha indotto la piena consapevolezza dell’esistenza di un pericolo in continua evoluzione, capace di sfruttare le debolezze di paesi e organizzazioni sovranazionali determinanti per la stabilità di talune aree del pianeta. L’abile ricorso agli strumenti di comunicazione e l’evidente legame tra modalità criminali e finalità terroristiche impongono una riflessione sulle decisioni da assumere per arginare l’angoscioso fenomeno.
Ranieri Razzante
The evolution of terrorism
of the political-religious matrix
The attack at the heart of the United States in 2001 marked the start of a new international terrorism. The threat of Al Qaeda and then from the self-styled Islamic State has led to the full awareness of the existence of a danger in continual evolution, able to exploit the weaknesses of supranational Countries and organizations vital for the stability of certain areas of the planet. Furthermore, the adept recourse to instruments of communication and the conspicuous ties between criminal modalities and terrorist objectives impose serious thought on the decisions to be taken to curb this distressing phenomenon.
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Giancarlo Capaldo
La primavera araba, opportunità e debolezze
del vento della democrazia
Il significato della locuzione «primavera araba» e le vicende di trasformazione politica avvenute nei più significativi paesi coinvolti: questi i temi trattati. L’autore ritiene non trascurabili gli eventi, a prescindere dai risultati cui si è pervenuti, e ipotizza che l’esplosione del fenomeno nasca principalmente dalle insostenibili privazioni materiali che i popoli arabi subiscono e dallo scarso valore attribuito in quei paesi alla vita umana; il che rende per loro appetibile l’approccio integralista come scorciatoia per un paradiso altrimenti impossibile.
Giancarlo Capaldo
The ‘Arab spring’: opportunity and weaknesses of the ‘wind’ of democracy
The article refers to the meaning of the locution,‘Arab Spring’ and synthetically ilustrates the elements of political transformation that have come about in the most important Countries involved. The author believes that the events are not negligible, whatever the results that have been achieved, and conjectures that the explosion of the phenomenon originated, above all, from the unsustainable material privation that the Arab people endure and from the scarce value attributed to human life in those Countries, which makes the fundamentalist approach very attractive to them and is seen as a short-cut to a paradise which is otherwise impossible.
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Anna Maria Cossiga
L’interpretazione lineare dell’islam.
Un pericolo per la coesione della nostra società
La rappresentazione semplificata e incorretta del mondo islamico, veicolata da parte dell’opinione pubblica e dai media, sembra confermare l’esistenza del presunto scontro di civiltà. A ciò si affianca l’altra rappresentazione, parimenti negativa, che associa gli immigrati musulmani all’esigua minoranza, tra i seguaci dell’islam, di coloro che aderiscono all’ideologia jihadista. Una lettura che favorisce facili quanto pericolosi sillogismi tra la figura di immigrato e quella di terrorista. Ne potrebbero insorgere allarmanti polarizzazioni, foriere di criticità in tema di ordine pubblico e di sicurezza, e di effetti di radicalizzazione tra i musulmani e, soprattutto, tra i giovani. Un maggior equilibrio e l’esercizio responsabile dei rapporti con il mondo islamico, potrebbe certamente contribuire a evitare tali rischi.
Anna Maria Cossiga
The linear interpretation of Islam:
a danger for the cohesion of our society
The simplified and incorrect interpretation of the Islamic world, offered by a part of the public opinion and the media, seems to confirm the existence of the presumed ‘clash of civilizations’. To this we can align the other equally negative representation which associates the Moslem immigrants to the tiny minority among the Islam followers who adhere to the jihadist ideology. Such a misinterpretation leads to easy but dangerous syllogisms between the figure of the immigrant and the terrorist. The influence of such representations could give rise to alarming polarizations, harbingers of critical situations in public order and security, producing effects of radicalization between Moslems and, above all, between the young. A greater balance and the responsible exercise of relations with the Islamic world, could certainly contribute to avoid such risks.
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Andrea Sperini
L’attrattiva del califfato sulle seconde generazioni. Identikit del terrorista europeo
Dal tentativo di esperienze di governo delle organizzazioni terroristiche alla loro capacità di attrazione nelle società occidentali, si assiste a nuove manifestazioni che evidenziano criticità e impongono nuovi orientamenti rispetto all’attività di contrasto, ma non senza aver prima adottato inediti schemi interpretativi. Tra questi, particolarmente preoccupante è la capacità di attrazione dell’Islamic State (Is) sui giovani, principalmente musulmani di seconda generazione, che sembrano interpretare il messaggio jihadista come l’opportunità per esternare dissenso e frustrazione per il modello socio-culturale europeo privo di capacità propositiva. Così, in una drammatica sintesi, la progettualità dell’Is diventa alternativa e il jihad un catalizzatore anti-sistema, all’interno del quale far confluire istinti di contrapposizione, anche laici, che pur di essere espressi assumono forme estreme.
Andrea Sperini
The attraction of the caliphate for the second generation: identikit of the European terrorist
From the attempt to govern by the terrorist organizations, to their ability to attract in the Western societies, we are looking at new manifestations which highlight critical issues and impose new approaches with regard to law enforcement purposes, but not before having adopted new interpretative schemes. Particularly disturbing is the power of attraction of the Islamic State (Is) on the young, especially on the second generation Moslems, who seem to interpret the Jihadist message as the opportunity to externalize dissention and frustration towards the European socio-cultural model, without the capacity of making proposals. Thus, in dramatic synthesis, the planning of the Is becomes an alternative and the Jihad an anti-system catalyst, within which contrasting instincts are brought together, also by laymen who, in order to be heard, take on extreme forms.
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Marco Ventura
La contronarrativa alla propaganda dell’Isis
La percezione è quella di doversi confrontare con un’organizzazione crudele ma talentuosa, seguita dalla consapevolezza che i jihadisti, oltre che brutali assassini, sono anche attenti comunicatori. Prima una sequenza ininterrotta di decapitazioni, poi una variegata rassegna di sbalorditiva ferocia per impedire l’assuefazione dell’opinione pubblica. Un’offensiva propria della ‘guerra ibrida’, carica di video orribili e di propaganda in rete. Come reagire, come contrattaccare, quali strategie adottare? Quale contro-narrazione? Politici, militari ed esperti s’interrogano sulle migliori modalità per contenere e quindi rendere inefficace l’ufficio stampa dell’Isis.
Marco Ventura
The Counter-narrative to the Isis propaganda
The perception is that of having to face a cruel but talented organization, followed by the awareness that the Jihadists, as well as being brutal assassins, are also able communicators. First, an uninterrupted sequence of beheadings, then a varied and terrifying exhibition of astonishing ferocity to prevent habituation on the part of public opinion. An offensive of its’ hybrid war, filled with horrible videos and network propaganda. How to react, how to counter-attack, what strategies to adopt? What kind of different narration or interpretation do we use against their propaganda? Political, military and other experts explore the best methods to contain and, therefore, to gainsay and spoil the propaganda of the Isis press office, thus rendering it ineffective.
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Stefano Dambruoso
Prevenzione e repressione. La via italiana
nel contrasto alla radicalizzazione jihadista
In una disamina della via italiana nel contrasto ai processi di radicalizzazione del terrorismo internazionale di matrice jihadista, l’idea di fondo – muovendo dalla considerazione della natura duale, cognitiva e comportamentale, delle dinamiche di radicalizzazione – è che, ai fini di un’efficace lotta al fenomeno e all’approccio prevalentemente repressivo, debba associarsi un’azione preventiva, potenziando i relativi strumenti. La proposta legislativa presentata, in linea con i più recenti orientamenti internazionali, mira a coniugare i due diversi ma inscindibili piani d’intervento.
Stefano Dambruoso
Prevention and repression: the Italian way to counteract the Jihadist radicalization
The basic idea – moving from the consideration of the dual nature, cognitive and behavioural, of the dynamics of radicalization – is that, so as to effectively counter the phenomenon, a preventive approach (endowed with the relevant, enhanced tools) should be paired with the repressive one, which has been up till now prevalently used, and has characterised the evolution of the legislation on the matter. This is the reasoning behind the bill proposed by one of the authors that, along the lines of the most recent international theories, aimed at bringing together the two different, although inseparable, intervention strategies.
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Matteo Bressan
I nuovi equilibri in Medio Oriente
La progressiva erosione e decomposizione delle frontiere tracciate con gli accordi di Sykes-Picot da Francia e Gran Bretagna nel 1916 stanno rapidamente trasformando la mappa del Medio Oriente. A fronte del caos in Siria e in Iraq e del confronto regionale tra Iran da una parte, e Arabia Saudita e Monarchie del Golfo dall’altra, si assiste all’ascesa di non state actors e di gruppi terroristici, le cui capacità militari hanno reso possibile il controllo e l’amministrazione di interi territori. A questi elementi si sovrappongono un progressivo disimpegno degli Stati Uniti dal quadrante mediorientale e un attivismo militare e diplomatico della Russia di Putin.
Matteo Bressan
The new balances in the Middle East
The progressive erosion and decomposition of the frontiers laid down with the Sykes-Picot Agreements between Britain and France in 1916 are rapidly transforming the map of the Middle East. In the face of the chaos in Syria and Iraq and of the regional confrontation between Iran, on the one side, and Saudi Arabia the Gulf Monarchies on the other, we are seeing the rise of non-state protagonists and terrorist groups, the military capabilities of which have made possible the control and administration of entire territories. Overlapping these elements is a progressive disengagement of the United States from the Middle East picture and a military and diplomatic activism of Putin’s Russia.
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Germana Tappero Merlo
Se il radicalismo islamico cavalca l’Africa Nera
Il radicalismo islamico è da tempo presente nell’Africa Nera sub-sahariana per via di conflitti locali o per proselitismo imposto dall’esterno a quel continente. Il fattore religioso, cui fanno riferimento, fra gli altri, Al-Shabaab e Boko Haram, è solo strumentale alla destabilizzazione africana per interessi di carattere geoeconomico, in un confronto che vede la partecipazione, a differenti livelli, anche di potenze extra-continentali. Il faticoso e lungo processo di messa in sicurezza di quella regione rischia di passare attraverso conflitti intrastatali, in cui il fenomeno terroristico è destinato a prosperare e far proseliti.
Germana Tappero Merlo
If Islamic radicalism spreads through Black Africa
For some time Islamic radicalism has been present in sub-Saharan Black Africa because of local conflicts or by proselytism imposed on this continent from the outside. The religious factor, however, to which they refer, among others, Al-Shabaab and Boko Haram, is only instrumental in the African destabilization for mere interests of a geo-economic nature, in a confrontation which sees the participation also, at different levels, of powers outside the Continent. The long and tiring process of securing that region risks passing through intra-state conflicts where the terrorist phenomenon is destined to proselytize and prosper.
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Arianna Pacioni
Il radicalismo nell’Estremo Oriente
Le probabilità di accrescimento della minaccia terroristica nel sud-est asiatico appaiono legate non tanto alla progressione del terrorismo domestico, sviluppato in seno ai paesi e con obiettivi strategici locali, quanto e soprattutto alla propensione di quest’ultimo a legarsi alla fenomenologia dell’estremismo globale. Indagare la portata di tale tendenza, già in atto, implica a sua volta valutare le capacità intrusive di sigle globali (quali soprattutto il Daesh) a seconda delle caratteristiche del tessuto eversivo già presente nelle singole aree che esse intendono infiltrare, ove i moventi potenzialmente agenti come propulsori (rientro dei foreign fighters, azione di propaganda e di reclutamento, sodalizi con gruppi criminali finalizzati all’autofinanziamento ecc.) agiranno diversamente – anche in relazione alla varietà e al peso delle confessioni religiose presenti – e altrettanto diversamente necessiterebbero di essere contrastati.
Arianna Pacioni
Radicalism in the Far East
The probabilities of growth of the terrorist threat in Southeast Asia appears to be not so much tied to the progression of the domestic terrorism – developed within the heart of the Countries with local strategic objectives – as and, above all, to the extent to which the domestic terrorism ties-in with the phenomenology of the global extremism. To investigate the importance of such tendency, already underway, implies in turn, assessing the intrusive capacity of global acronyms (such as, and above all, Daesh) according to the characteristics of the subversive fabric already present in the single areas which they intend to infiltrate, where the reasons that might provide an impulse (return of the foreign fighters, propaganda and recruiting actions, partnerships with criminal groups for the purpose of self-funding etc) will have a different impact – also depending on the number of religious communities and the weight they locally carry – and they should, therefore, be countered in a different manner.
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Eliana Pezzuto
Cyber sorveglianza e diritto alla privacy.
Dove si può arrivare in nome della lotta al terrore
Con la nascita e l’affermarsi dello Stato islamico, la minaccia terroristica ha portato a un innalzamento del livello di guardia da parte dell’Occidente e le misure legislative adottate dopo gli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa producono effetti nella sfera giuridica di ciascuno: il valore prevalente della sicurezza pubblica ha per alcuni aspetti ridefinito i confini del diritto alla privacy e imposto nuovi obiettivi nel campo della cyber-sorveglianza. La prevenzione e il contrasto del terrorismo di matrice jihadista procedono di pari passo con le nuove sfide tecnologiche e, talvolta, nel far prevalere l’interesse all’acquisizione delle informazioni, incidono su una delle maggiori conquiste di civiltà dell’ultimo secolo: il diritto alla riservatezza e alla protezione della sfera personale dell’individuo.
Eliana Pezzuto
Cyber-surveillance and the right to privacy
With the birth and establishment of the Islamic State, the terrorist threat has led to a raising of the alert level by the West and the legislative measures adopted after the attacks which struck at the heart of Europe have produced, for everyone, effects in the juridical sphere: the prevalent value of public security has, in fact, in certain ways, redefined the limits of the right to privacy and has imposed new goals in the field of cyber-surveillance. The prevention and countering of terrorism of a jihadist matrix proceeds, therefore, hand in hand with the new technological challenges and, at times, in letting the acquisition of information prevail, it influences one of the greatest civilizational achievements of the last century: the right to privacy and protection of the personal sphere of the individual.
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Claudio Bertolotti
- Francesco Lombardi
Il ruolo delle Forze armate
nel contrasto al terrorismo
Le Forze armate si sono di recente evolute, anche in risposta alla crescente sfida terroristica, nel quadro di una trasformazione di strutture, dottrine, procedure e norme di riferimento che ha interessato tutte le Istituzioni impegnate nella tutela della sicurezza del Paese. Il loro ruolo oggi, sia quando sussidiario e complementare (entro i confini nazionali) sia quando preminente (nelle missioni internazionali), assume maggiore valenza, sviluppandosi in attività di presidio, deterrenza e contrasto alla genesi degli atti criminali, e incrementando la ‘percezione della sicurezza’ grazie alla presenza di prossimità degli uomini in uniforme.
Claudio Bertolotti – Francesco Lombardi
The role of the armed Forces in the fight against terrorism
The armed Forces have recently developed, also in response to the growing terrorist challenge, in the framework of a transformation of structure, doctrine, procedure and standards of reference which interests all the Institutions involved in the security of the Country. Their role, both when subsidiary and complementary (within the national boundaries) and when preeminent (in the international missions) assumes ever increasing importance, by patrolling activities, deterring and countering criminal activity in its early stages and therefore increasing the ‘feeling of security’ due to the proximity of men in uniform.
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Francesco Antinucci
Informazioni e potere.
Fbi (2016) e Sant’Uffizio (1549)
L’articolo pone in luce il problema dell’impatto politico delle informazioni concernenti la sicurezza interna in determinate circostanze, ripercorrendo due casi che si collocano alle estremità dell’arco storico moderno: uno, contemporaneo, relativo all’elezione del presidente americano Donald Trump, l’altro, alla metà del Cinquecento, riguardante l’ascesa al soglio pontificio di Giulio III e Paolo IV.
Francesco Antinucci
Information and political power.
Fbi (2016) and Sant’Uffizio (1549)
The article looks at the problem of the political impact of the information concerning domestic security in specific circumstances, examining two cases which lie at the extreme ends of modern history: one, contemporary, regarding the election of the American President, Donald Trump, the other, the mid-sixteenth Century, regarding the election of the Popes, Julius III and Paul IV.
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Umberto Broccoli
Tabula rasa. L’idea forte crea l’arte,
l’idea debole la distrugge (I parte). Damnatio Memoriae
Damnatio memoriae: consuetudine, largamente esportata nei secoli dei secoli, di eliminare ogni ricordo di un uomo di potere caduto in disgrazia. Il governato si accanisce e cancella le tracce: decapita le statue, cancella il suo nome, distrugge le sue opere illudendosi di farne dimenticare l’esistenza. Il condannato della memoria, al contrario, sopravvive con accresciuto vigore, perché ogni simbolo contro il quale ci si è accaniti fa sorgere la curiosità. Tentando di cancellarne i resti, lo si consegna all’immortalità. La damnatio memoriae comprova la meschinità del carattere umano, incapace di contestare il potere quando si manifesta ma pronto a scagliarsi contro i suoi simboli quando questo non c’è più.
Umberto Broccoli
Tabula rasa – The strong idea creates art,
the weak idea destroys it (Part I). Damnatio memoriae
Damnatio memoriae; condemnation of the memory. It is customary to eliminate all remembrance of a powerful man who has fallen into disgrace and to banish him into the past for ever and ever. The governed strive to cancel all traces of the disgraced governor; decapitating statues, cancelling the name and destroying works, deluding themselves that his existence will be forgotten. The condemnation of the memory, on the contrary, survives with greater vigor, because the erased names, the destroyed statues, every symbol which has been furiously eradicated awakens curiosity to go and see who this gentleman was. Attempting to cancel what remains has, in fact, the opposite effect by consigning the individual to immortality. Furthermore, the damnatio memoriae evidences the meanness of the human character, incapable of opposing the manifested power, but ready to lash out against its symbols when it is no longer present.
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Filippo Aragona
La corruzione nella storia (I parte).
Il periodo greco e romano
La corruzione appartiene alla categoria dei delitti mala in se, oppure dei delitti mala quia prohibita? Dal differente approccio concettuale alla questione deriva che, se la corruzione presenta un disvalore sostanziale e pregiuridico che ne giustifica l’incriminazione (malum in se), l’astensione dei cittadini dal praticarla sarà sempre spontanea, mentre se il divieto di corruzione viene visto dalla comunità come un’imposizione determinata da fattori contingenti e politicamente opportunistici (malum quia prohibitum) allora sarà sempre difficile contrastare tale fenomeno. La corruzione nei periodi della storia deve essere quindi esaminata anche quale fenomeno sociale e culturale prima ancora che giuridico, essendo tanto antica da essere stata presente anche ai tempi dei greci e dei romani.
Filippo Aragona
Corruption throughout history (Part I).
The Greek and Roman periods
Does corruption belongs to the category of crimes ‘mala in se’, or to the category ‘mala quia prohibita’? According to the different conceptual approaches to the question, it either means that if the corruption is a bad cultural concept, for instance, in the case of murder – which justifies incrimination due to the ‘malum in se’ – then everyone will naturally refrain from its practice. If, on the other hand, the ban on corruption is seen by the community as an imposition deriving from opportunistic and political reasons ‘mala quia prohibitum’, then it will always be very difficult to counter the phenomenon. Corruption throughout history, therefore, must also be looked at as a social and/or cultural phenomenon, not only as a legal issue. Corruption, in fact, being timeless, naturally includes the Greek and Roman periods.
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Enrico Silverio
La sicurezza interna in Roma arcaica
Prendendo spunto dalla narrazione di Tito Livio e di Dionigi di Alicarnasso a proposito del complotto ordito nel primo anno della repubblica, vòlto a reintrodurre la monarchia a Roma, sono narrate le caratteristiche del sistema romano d’informazione e di sicurezza, in particolare quella interna, in età arcaica. Inoltre, si focalizza il ruolo del rapporto tra pubblico e privato e la rilevanza della religione, le procedure attraverso le quali venivano acquisite le notizie, come e da chi erano valutate e le modalità in cui si articolava la reazione a una minaccia rilevata.
Enrico Silverio
Domestic security in Ancient Rome
Taking inspiration from the narration of Tito Livio and Dionigi of Alicarnasso concerning the conspiracy hatched in the first year of the republic, by tradition 509 BC, intended to re-introduce the monarchy in Rome, the article illustrates the characteristics of the Roman system of information and security in ancient times and, in particular, the domestic one. Furthermore, it shows the role of relations between public and private and the importance of religion, the procedures through which information was acquired, how and by whom it was assessed and, finally, the ways in which reaction to a detected threat was structured.
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Mario Caligiuri
L’insostenibile leggerezza delle élite democratiche
Il mondo sta diventando sempre più complesso e le istituzioni democratiche si trovano in affanno a fronteggiare le sfide del terrorismo e della criminalità. Le ragioni possono essere diverse. Tra queste, la principale potrebbe essere rappresentata dalla differente formazione e selezione delle rispettive classi dirigenti. In democrazia, le élite sono individuate su base burocratica o mediatica, attraverso concorsi o campagne elettorali sempre più costose, pagate dalle imprese private, per convincere i cittadini a recarsi alle urne. All’opposto, le élite criminali e terroristiche si selezionano attraverso l’efficienza delle organizzazioni: in questa evidente asimmetria nello scontro, le democrazie corrono un rischio mortale.
Mario Caligiuri
The untenable superficiality of the democratic élite
The world is becoming increasingly more complex and the democratic institutions find themselves in trouble trying to keep abreast of the challenges of terrorism and criminality. The reasons could be many. Among these the probable and principal one could be represented by the different training and selection of the respective executive classes. In democracy, the elite are identified on a bureaucratic or mediatic basis, through competitive exams, electoral campaigns, always more costly, paid by private enterprise to convince the citizens to go to the polls. On the contrary, the criminal and terrorist elite are selected through the efficiency of the organizations. In this further evident asymmetry in the conflict, the democracies run a mortal risk.
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Antonio Teti
Intelligence analisys on social profiles
L’analisi dei dati personali nel cyberspazio può rappresentare uno strumento in grado di produrre frutti apprezzabili per le attività d’intelligence di tipo proattivo. Sui social network, nel web, nei forum, nelle chat online e sulle applicazioni di instant messaging viaggiano informazioni personali che possono essere analizzate, filtrate e assemblate per individuare possibili ‘profili sospetti’. Internet rappresenta l’ecosistema digitale perfetto per la comunicazione e la trasmissione di messaggi anonimi, e di ciò è perfettamente consapevole anche il mondo del terrorismo.
Antonio Teti
Intelligence analysis on social profiles
The analysis of personal data present in the Cyberspace could represent an instrument able to produce particularly valuable material for intelligence activity of the proactive type. Personal information that travels on the social networks, the web, the forums, chat lines and on the applications of instant messaging could be analyzed, filtered and assembled for the purpose of identifying possible ‘suspect profiles’. The Internet represents the perfect digital ecosystem for the communication and transmission of anonymous messages, and, the world of terrorism is also perfectly aware of this.
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E. Bompard
- A. Carpignano
- M. Erriquez
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D. Grosso - F. Profumo Scenari geopolitici e sicurezza energetica
La sicurezza energetica è un tema chiave nell’agenda dei decisori politici e il suo legame con la geopolitica non può essere trascurato. La possibilità di disporre di strumenti scientifici per quantificarla, come la metodologia proposta in questo articolo, diventa una necessità per pianificare scelte e strategie. Diversi scenari geopolitici potrebbero avere un impatto notevole sulla disponibilità di energia, nonché sulle capacità delle imprese energetiche di soddisfare le richieste e competere sul mercato globale.
E. Bompard – A. Carpignano – M. Erriquez – D. Grosso – F. Profumo
The geopolitical scenarios and energy security
The energy security is a key topic on the agendas of the political decision makers and its connection with geopolitics cannot be neglected. The possibility of having scientific instruments to quantify the risk mentioned, such as the methodology proposed in this article, becomes, therefore, a necessity to plan choices and strategies. In fact, different geopolitical scenarios could have considerable impact on the availability of energy (a basic aspect for the development of a Country), as well as on the ability of the energy enterprises to satisfy the request and to compete on the global market.
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Giovanni Conzo
- Franco Roberti
- Roberto Vona
Ablazione e gestione delle società criminali. Criticità tecniche e indirizzi di cambiamento
Le aziende gestite da prestanomi che rispondono ad associazioni criminali di stampo mafioso costituiscono un dissimulato strumento per il reimpiego nell’economia legale di capitali illeciti. Tali imprese risultano solide poiché dotate di fonti di finanziamento illimitate e non sono soggette alle complessità di accesso al credito che oggi caratterizzano il mercato. La gestione di attività imprenditoriali confiscate alle mafie ha incontrato significative limitazioni nella prosecuzione delle iniziative allorquando, a seguito di provvedimenti ablatori, siano sopraggiunte esigenze di ricorso al sistema finanziario. L’effetto, talvolta letale, di questa vulnerabilità non è sfuggito al legislatore che, con specifici provvedimenti normativi, ha introdotto il rating di legalità delle imprese operanti in territorio nazionale, quale strumento da considerare in sede di finanziamento da parte delle PP. AA. e per l’accesso al credito bancario.
Giovanni Conzo – Franco Roberti – Roberto Vona
Ablation (confiscation) and management
of criminal companies
Companies managed by ‘figureheads’ of mafia-type criminal associations, constitute disguised instruments for the re-use in the legal economy of illegally obtained capital. Such companies are structurally solid, since they are advantaged by unlimited financial sources and are not subject to the problems of access to credit which today characterizes the market. The management of entrepreneurial activities confiscated from the mafia has met with significant limitations in the prosecution of the initiatives when, following the ablator measures, needs for appeal to the financial system arise. The effect of this vulnerability, sometimes fatal has, however, not escaped the legislature which, with specific legal provisions, has introduced the legality rating of the firms operating on the national territory, such instrument to be considered when financing by the PP.AA., and for access to bank credit.
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Luigi Ciampoli
Il Pubblico ministero nelle indagini antiriciclaggio
Le caratteristiche del reato di riciclaggio sono particolari rispetto a ogni altro tipo di illecito: non solo in funzione della sua estrema pericolosità sociale ma anche, e in senso più tecnico, con riferimento alla sua stessa struttura. Prima del 1978 la sostituzione del denaro o di altri valori, pur essendo prevista come illecito, richiamava solo gli estremi del tentativo nei reati di ricettazione o di favoreggiamento.
Luigi Ciampoli
The Public Prosecutor in the anti-recycling investigations
The characteristics of the crime of recycling are particular with respect to any other kind of criminal act. This is not solely in function of its extreme social danger, but also, in a more technical sense, with reference to its own structure. Before 1978, the replacement of money or other valuables, although being provided for as illegal, gave grounds only for an indictment for tentative crimes of receiving stolen property or of aiding and abetting.
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Roberto Ganganelli
‘Marco Polo files’.
Monete e prezzi in Asia nel Duecento (I parte)
Marco Polo ha aperto a Venezia e all’Europa le porte dell’Oriente. Viaggiatore e mercante, acuto osservatore e fine diplomatico, con Il Milione ha lasciato un dossier informativo ricco di dati economici, citazioni monetarie, prezzi e tariffe che, per secoli, ha rappresentato uno strumento strategico per la penetrazione occidentale in terre remote.
Roberto Ganganelli
‘Marco Polo files’:
money and prices in Asia in the 13th century (Part I)
He opened the Doors of the East to Venice and Europe; traveler and merchant, a keen observer and a fine diplomat, Marco Polo has left us with The Million (Il Milione), a rich informative dossier of economic data, monetary citations, prices and rates which, for centuries, has been a strategic instrument for penetration into remote territories of the East.
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Giampaolo Rugarli
Storie di chi si è dato coraggio
Fabrizio Vassalli
Continuiamo nella presentazione dei decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferita ad appartenenti del mondo dell’intelligence per la straordinarietà del loro comportamento nell’assolvimento della missione affidata. Lo scopo è ricordare quanti ci hanno lasciato in eredità lezioni di rettitudine e orgoglio di appartenenza, con racconti di fantasia che pur attingono a eventi che hanno realmente coinvolto i protagonisti.
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Giancarlo Zappoli
Snowden
Oliver Stone torna a raccontare una storia che rappresenta la sua personale lettura attuale della società statunitense: la fine dell’American Dream e il bisogno di ritornare ai valori fondativi. E nella vicenda di Edward Snowden trova un soggetto adeguato.
Giancarlo Zappoli
Snowden
Oliver Stone returns to tell us a story which represents his current interpretation of the United States society: the end of the American Dream and the need to return to fundamental values. An adequate subject is found in the affair of Edward Snowden.
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Giuseppe Pollicelli
Alberto Fremura e Carlos Trillo.
Due modi diversi di ridere dell’intelligence
Nella vita si può ridere di tutto, anche dell’intelligence. Un’esperienza che gli appassionati di fumetti hanno modo di vivere più facilmente rispetto a chi i comics non li legge. Per esempio grazie a due autori come l’italiano Alberto Fremura e l’argentino Carlos Trillo. Il primo ha creato una spia a dir poco imbranata il cui nome in codice è Agente Segretissimo 001, protagonista di strisce che negli anni Sessanta apparivano all’interno dei «Gialli Mondadori». Il secondo, insieme al disegnatore spagnolo Jordi Bernet, ha dato vita nel 1987 a un’improbabile coppia di agenti al soldo di un’organizzazione segreta più che losca: un enorme individuo dalle fattezze scimmiesche, incapace di compiere gesti che siano meno che violenti, e una donna bionda e bellissima insensibile tanto alle emozioni quanto al dolore fisico. Tra i due, evidentemente complementari, scoppia un amore irrefrenabile, destinato a provocare sconquassi. Beninteso, molto divertenti.
Giuseppe Pollicelli
Alberto Fremura and Carlos Trillo,
two different sources for a laugh at Intelligence
In life one can laugh at everything, even at the Intelligence: an experience, however, more readily available to those who love comics. For example, thanks to two authors like the Italian, Alberto Fremura and the Argentinian, Carlos Trillo. The first created a spy, to say the very least, somewhat clumsy, whose code name is Very Secret Agent 001, protagonist of comic strips which, in the 70’s, appeared inside of the «Gialli Mondadori». The second, together with the Spanish sketcher/designer, Jordi Bernet, created, in 1967, a most improbable couple of agents in the pay of a rather shady secret organization. The couple in question is composed of an enormous individual with monkey-like features, unable to make gestures which are not clumsy or violent, and by a beautiful blonde lady who, due to a specific training, has become insensible to emotions and physical pain. Between the two a passionate irrepressible romance begins, which is destined to create chaos. Extremely amusing, of course.
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Melanton
Il lato sorridente dell'intelligence
È di nuovo primavera, cari Lettori. Occasione propizia a entusiasmanti imprese. Sorridere ai primi soli della fiorente stagione è già una piccola conquista. Forse neanche tanto piccola, per chi voglia adeguare il proprio spirito alla rinascenza e alla bellezza della vita, e a quel granello di buon umore che ci rende più completi e sicuri. Vi auguro una lieta e rilassante lettura.
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Recensioni
Simon Singh, Codici & segreti. La storia affascinante dei messaggi segreti dall’antico Egitto a Internet, Rcs Bur, 2015.
Frank McDonough, Gestapo. La Storia Segreta. Protagonisti, delitti e vittime. La verità sulla polizia di Hitler, Newton Compton, 2016.
Olivier Lahaie, Guerre des Services spéciaux en Afrique du Nord. Histoire & Collections,
Ranieri Razzante (a cura di), Corruzione, riciclaggio e mafia. La prevenzione e la repressione nel nostro ordinamento giuridico, Aracne, 2015.
Robert Harling, Ian Fleming. A personal memoir, The Robson Press, 2015.
Massimo Campanini, Il Corano e la sua interpretazione, Laterza, 2013.
Olen Steinhauer, La cena delle spie, Piemme, 2016.
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