sommario 2/2014
Editoriale
Il perdurare della crisi economica e il cambiamento geopolitico che sempre più debilitano le strutture sociali dei paesi occidentali, mettendo in discussione gli assetti sino a qualche anno fa considerati profondamente radicati, impongono momenti di riflessione sulle nuove sfide analitiche, che GNOSIS è felice di raccogliere e condividere con i suoi lettori.
Se ne fa interprete il senatore Marco Minniti, Autorità Delegata per la sicurezza della Repubblica e mentore della Rivista, che alle considerazioni sull’apolarità delle minacce prossime venture fa seguire l’indicazione sulle possibili risposte del Comparto della sicurezza, a vantaggio del decisore politico: nella sua sintetica esposizione tratteggia il profilo nuovo e competitivo di un’intelligence ‘partecipata’ che vuole essere esperta, efficace, e riconosciuta dal consesso civile, che è tenuta a proteggere e che spesso è vittima di pregiudizi per passati difetti di comunicazione.. |
Sergio Romano
Punto di vista - La Russia e i suoi confini
Fra i rimproveri meno convincenti mossi a Vladimir Putin negli ultimi mesi vi è quello di aver detto che la dissoluzione dell’Unione Sovietica fu una catastrofe geopolitica. In realtà, questa era già l’implicita convinzione del presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush quando suggerì agli ucraini, nel discorso di Kiev del luglio 1991, di rinunciare a qualsiasi tentazione secessionista. Ne erano convinti Leonid Kravčuk, presidente dell’Ucraina, e Stanislas Suškevič, presidente della Bielorussia, quando firmarono con il presidente russo Boris El’cin a Belaveža, nei pressi di Brest, l’accordo per la creazione di una Comunità degli Stati indipendenti a cui avrebbero aderito tutti gli Stati dell’Urss con l’eccezione delle tre repubbliche del Baltico (Estonia, Lettonia e Lituania). Nelle intenzioni dei tre presidenti sovietici, la Comunità avrebbe evitato di rimettere in discussione non soltanto le frontiere create dalla Seconda guerra mondiale e riconosciute nell’Atto Unico di Helsinki dell’agosto 1975, ma anche le frontiere interne dell’Urss, più volte corrette e modificate da Stalin e dai suoi successori. I pericoli maggiori erano rappresentati dall’esistenza nel territorio russo di numerose comunità allogene e dalla presenza nelle repubbliche ‘minori’ di forti comunità russe....
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Araldica
La Direzione Generale della Sicurezza Esterna (Dgse) è stata istituita con decreto n. 82/306 del 2 aprile 1982, trasposto negli articoli compresi tra D 3126-1 e D 3126-4 del codice della Difesa. La sua organizzazione interna è stata definita, invece, dal decreto n. 285 del 7 dicembre 2002. La storia della Direzione Generale è la naturale prosecuzione, senza soluzione di continuità, di quella dei Servizi di intelligence che l’hanno preceduta. Fu il Generale de Gaulle nel 1940, durante l’esilio a Londra, a creare il Servizio di Intelligence della Francia Libera che, nel 1942, assumerà la denominazione di Bureau Central de Renseignement et d’Action (Bcra) e, successivamente, di Direction Générale des Services Speciaux (Dgss) e di Direction Générale des Études et Recherches (Dger)...
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Marco Minniti
Intelligence e democrazia
L’evoluzione dei rischi per la sicurezza nazionale ripropone l’esigenza di cogliere il giusto equilibrio tra diritto alla sicurezza e libertà individuali. L’assunta polarità tra i due elementi è infondata. E ciò perché non è configurabile un diritto pieno alla sicurezza che non sia al contempo sintesi e garanzia dei valori fondanti della Comunità. Si delinea così la nuova vera scommessa per l’intelligence che, dispiegando in maniera efficace ed equilibrata le potenzialità della propria delicata missione nell’interesse dei cittadini e del Sistema Paese, metta in pratica il principio forte sicurezza è libertà, ponendosi a baluardo dei confini della democrazia, per renderla più forte e credibile.
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Ilkka Salmi
Cooperazione multilaterale nel settore intelligence
in ambito UE
Nel 1998 Alessandro Politi, sulle pagine di questa rivista, dava voce alla necessità di istituire una policy europea di intelligence. Oggi, a distanza di 15 anni, è giunto il momento di rievocare il suo pensiero e dare conto degli sviluppi. Il presente lavoro ripercorre brevemente la storia della cooperazione europea nel settore dell’intelligence, avviata nell’alveo della cooperazione politica europea sin dagli anni Settanta, e si concentra sugli effetti da questa prodotti sul Centro di analisi intelligence dell’Unione europea (Eu IntCen). Un paragrafo è dedicato all’attuale ruolo dell’IntCen. L’autore conclude con un parallelismo con il pensiero dello studioso italiano e lo sguardo prospettico al futuro dello scambio informativo di intelligence fra i paesi europei.
Ilkka Salmi
Multilateral intelligence cooperation in the Eu
In 1998 Alessandro Politi wrote an interesting article in Gnosis on the need to set up a European intelligence policy. Today, more than 15 years later, it is time to return to his ideas and have a look on the developments since. This paper will begin by briefly going through the history of European intelligence cooperation, driven by the European political cooperation since the 1970s, and concentrate on how this has been reflected in the development of Eu Intelligence Analysis Centre (Eu IntCen). After that, a chapter will be dedicated on the current role and functions of Eu IntCen in the wider Eu framework. Conclusion will be a short comparison with Politi's thinking 15 years ago and, respectively, a glance towards the future of European intelligence exchange.
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Marta Pallavidini
Un’intelligence istituzionalizzata. Gli Ittiti
Nella Tarda Età del Bronzo (XV e XIII secolo a.C.) la diplomazia raggiunge nel Vicino Oriente il suo apogeo. Tra gli stati, organizzati in un ‘sistema regionale’, intercorrono fitti scambi di beni, persone, ma anche di messaggi, in cui si trovano vere e proprie informazioni di intelligence. Per regolamentare le relazioni con gli altri stati gli Ittiti utilizzano lo strumento del trattato internazionale recante clausole che disciplinano l’intervento militare, l’estradizione dei fuggitivi, la protezione del Re e della sua famiglia nonché il passaggio di informazioni ‘sensibili’ relative ai complotti orditi contro lo stesso sovrano.
Marta Pallavidini
An Institutionalized Intelligence. The Hittites
In the late Bronze Age the diplomacy in the Near East reaches its apogee. Among the states, organized in a ‘regional system’, extensive exchange of goods and persons exists between them, but also messages are exchanged, in which real intelligence information is found. To regulate relations with the other states, the Hittites use the facility of the international treaty, laying down terms that govern military intervention, the extradition of fugitives, the protection of the King and his family, as well as the transfer of ‘sensitive’ information relative to plots conspired against the King.
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Filippo Aragona
I processi davanti all’International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia e all’International Criminal Tribunal for Rwanda.
Profili giuridici, storici e sociologici
Gli International Criminal Tribunals, istituiti ad hoc dall’Un Security Council per giudicare i crimini commessi nella ex Yugoslavia e nel Rwanda agli inizi degli anni Novanta sono stati determinanti per l’elaborazione dello Statuto dell’International Cri-minal Court. Il loro operato è stato agevolato dalla cooperazione di varie forze istituzionali, tra le quali i servizi di intelligence, che sono stati decisivi per la cattura dei ricercati internazionali. La pax sociale nei due paesi si deve oggi non solo ai due Tribunali internazionali, ma anche al mondo della letteratura che ha fornito un concreto impulso per la conoscenza critica dei fenomeni sociali e il superamento delle gabbie etniche.
Filippo Aragona
The trials before the International Criminal Court for the Former Yugoslavia and the International Criminal Court for Rwanda. Legal, historical and sociological aspects
The International Criminal Courts instituted ad hoc by the UN Security Council to judge the crimes committed in former Yugoslavia and Rwanda at the beginning of the 90’s were decisive for the elaboration of the Statute of the International Criminal Court. Their work was aided by the cooperation of various institutional forces, among which the Intelligence Services, who were crucial in the capture of the internationally wanted criminals. The social pax in the two Countries is owed today not only to the two international Courts, but also to the world of literature, which has given impetus to a critical understanding of the social phenomena and to the overcoming of the ethnic cages.
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Franco Gallo
Democrazia. La Costituzione, i cittadini
e le nuove forme di partecipazione
Il 3 marzo 2014, nell’Aula Magna dell’AISI si è svolta la cerimonia inaugurale dell’anno accademico della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza.
L’evento ha assunto particolare rilievo per l’inedita partecipazione del Presidente della Repubblica, oltre alle massime Autorità istituzionali. la cerimonia è stata aperta dall’intervento del Direttore generale del DIS, Ambasciatore Giampiero Massolo, che ha posto l’accento sul ‘new deal’ dell’intelligence italiana cogliendone, nella presenza del Capo dello Stato, la tangibile e gratificante testimonianza. Ha poi compendiato, in cinque parole chiave, l’attuale fisionomia del lavoro di intelligence, proiettato in uno scenario di crescente complessità: sfida (alle nuove minacce asimmetriche portate al sistema Paese); aggiornamento (avvertito come capacità di attrezzarsi in maniera adeguata per far fronte al panorama delle sfide radicalmente trasformato, ma anche come attitudine a innovare in termini di cultura aziendale, reclutamento e formazione); sintonia (con il decisore politico, di cui costituisce strumento efficace di supporto nel processo di decision making); apertura (promozione di un rapporto con la Comunità libero da pregiudizi e schiuso a consentite forme di trasparenza che favoriscano la conoscenza dell’intelligence come strumento al servizio del Paese e dei cittadini) e impegno (delle donne e degli uomini del Sistema di informazione a tutela dell’integrità della Repubblica).
Successivamente il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo aver rivolto espressioni di orgoglio e gratitudine nei confronti di quanti lavorano, lontano dalla notorietà, per garantire la sicurezza di tutti, ha passato in rapida rassegna l’ampio e articolato spettro delle minacce da prevenire e contrastare, e il fondamentale ruolo demandato all’intelligence italiana, in una logica di ‘lavoro di squadra’, di ‘capacità di fare sistema’, sia sul piano interno che internazionale, non mancando di evidenziare come sicurezza e libertà non siano da declinare su versanti antitetici, costituendo la garanzia della prima un prerequisito dell’esercizio dei diritti, soprattutto dei soggetti più deboli. In merito al tema dell’apertura verso la società civile, egli ha inoltre manifestato piena condivisione in ordine al percorso intrapreso dal Comparto di intelligence, in aderenza al comune sentire dei cittadini e alla pressante domanda sociale di trasparenza, invitando a proseguire in tale direzione con decisione e speditezza. A conclusione della rituale dichiarazione di apertura dell’anno accademico, è seguita la prolusione del Presidente Emerito della corte costituzionale, Franco Gallo che proponiamo in questo numero.
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Antonio Teti
Lo sviluppo delle strutture di cyber intelligence
Dal Pakistan all’Iran, passando per New Delhi
Ultimamente le comunità di intelligence di tutto il mondo hanno dovuto fronteggiare azioni di cyber intelligence e cyber espionage che hanno colpito le principali Infrastrutture Critiche. Molte azioni sono state condotte da sedicenti gruppi di hacker ma, per altre, si paventano collaborazioni con strutture governative e si ipotizzano azioni su commissione. I servizi segreti sono consapevoli che le principali minacce possono giungere anche dal cyber spazio e hanno avviato progetti, studi e incisive riorganizzazioni sul piano umano e tecnico. Gli organismi informativi del Pakistan, dell’India e dell’Iran hanno intrapreso percorsi diversi per conseguire il medesimo risultato, ovvero il controllo delle comunicazioni.
Antonio Teti
The development of cyber Intelligence structures. From Pakistan to Iran, passing through New Delhi
Recently, the world Intelligence Community has had to face actions of cyber intelligence and cyber espionage which have hit the principal Critical Infrastructures. Many actions have been carried out by self-styled groups of hackers, but for others, collaboration with government structures is feared and actions on commissions are suspected. The Secret Services well know that the principal threats could also come from the cyber space and, therefore, have launched projects, studies and extensive reorganizations at the human and technical level. The information bodies of Pakistan, India and Iran have embarked on different paths to achieve the same result, namely, the control of communication.
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Edoardo Boria
America liberatrice vs Europa unita
L’accezione negativa che accompagna il termine ‘propaganda’ la associa, nell’immaginario collettivo, ai regimi autoritari. In realtà, pratiche tese a influenzare l’opinione pubblica e orientarne i comportamenti sono ben presenti anche nei paesi democratici e forse in forme ancora più sofisticate rispetto a quanto accade nei regimi dispotici. L’articolo presenta, anche grazie a un cospicuo apparato iconografico, il confronto tra due casi di marketing politico finalizzati alla promozione di due tra i progetti geopolitici più ambiziosi del Novecento: l’egemonia statunitense e l’integrazione europea.
Edoardo Boria
Irreconcilable geopolitical concepts. America, the liberator vs a United Europe
The negative sense that accompanies the term ‘propaganda’ is associated, in the collective imagination, with authoritarian regimes. In reality, practices intended to influence public opinion and guide its behaviour are also present in the democratic countries and, perhaps, in more sophisticated forms than in the despotic regimes. The article presents – also thanks to a rich collection of iconographic material – a comparison between two cases of political marketing aimed to promote two geopolitical projects among the most ambitious of the 20th Century: the American hegemony and European integration.
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Corrado Maria Daclon
Geopolitica dell’acqua ed equilibri internazionali
I problemi che sorgono oggi in una regione possono colpire paesi dall’altra parte del pianeta. Molti sono gli effetti in grado di destabilizzare le popolazioni e contribuire a migrazioni di massa e, tra questi, si debbono includere la carenza di acqua e le sue conseguenze. Il futuro della gestione delle risorse idriche si presenta quanto mai complesso e delicato e, allo stesso tempo, sottovalutato dai governi e, talvolta, anche dalle organizzazioni sovranazionali che non comprendono pienamente il potenziale rischio socio-politico connesso alla indisponibilità di questa importante risorsa.
Corrado Maria Daclon
The geopolitics of water and international balances
Today, the problems that arise in a region can hit countries on the other side of the planet. Many are the effects that can destabilize populations and contribute to mass emigrations. Among these must be included the scarcity of water and its consequences. The future of the management of water resources, therefore, appears to be extremely complex and delicate although it is greatly underestimated by governments and, at times, even by the supranational organizations, which do not realize the potential socio-political risk related to the availability of this important environmental resource.
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Matteo Pizzigallo
L'acqua 'elettrica'
In un passato non molto lontano, fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo, l’acqua, risorsa di fondamentale importanza, trasformata in energia elettrica, contribuì in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo della grande industria italiana. Per più di mezzo secolo le centrali idroelettriche, poi gradualmente sostituite da quelle termoelettriche che consentivano maggiori economie di scala, fornirono una quota significativa di energia al Paese. L’articolo ripercorre la suggestiva storia dell’industria idroelettrica italiana, dalle origini sino alla sua nazionalizzazione.
Matteo Pizzigallo
'Electric' water
In the fairly recent past, between the end of the 19th Century and the beginning of the 20th, water – primary resource of fundamental importance – transformed into electrical energy contributed significantly to the birth and development of the great Italian industry. In fact, for more than half a century, the hydroelectric plants – gradually substituted by the thermoelectric ones which permitted greater scale economies – supplied a substantial quota of energy to the Country. The article follows the fascinating story of the Italian hydroelectric industry from its origins to its nationalization.
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Camillo Sperzagni
PNL-Programmazione Neurolinguistica per l’attività HUMINT. Vincoli e opportunità
Il linguaggio umano non è stato concepito per l’attività Humint né per le attività organizzative in genere. Ne nascono inesattezze, fraintendimenti, chiusure e perdite di informazione. Si pone, perciò, l’esigenza di metodologie operative che, da un lato, possano consentire strategie di recupero, verifica, decodifica e condivisione del materiale verbale raccolto sul campo e, dall’altro, essere la base per un efficace knowledge management delle competenze acquisite. In questo articolo si presenta, con un breve excursus storico e alcune utili cornici teoriche, il modello Pnl-programmazione neurolinguistica come possibile metalinguaggio a uso tecnico, in grado di migliorare tanto la raccolta delle informazioni sul campo quanto la loro decodifica in fase di debriefing. E – non ultimo – di rendere facilmente condivisibili le competenze acquisite dagli operatori e potenziarne l’efficacia durante l’addestramento.
Camillo Sperzagni
PNL. Neurolinguistic Programming for the Humint activity. Limits and opportunities
The human language was not conceived for the Humint activity, nor for the organizational activities in general. Inaccuracies and misunderstandings arise, resulting in closure and loss of information. There is, therefore, the need for operative methodologies which, on the one side, allow for strategies of recovery, verification, decoding and the sharing of verbal material collected in the field and, on the other side, to be the basis for effective knowledge management of the acquired skills. This article presents, with a brief historical overview and some useful theoretical frameworks, the PNL-Neurolinguistic programming model as a possible metalanguage for technical use, able to improve both the collection of the information in the field and their decoding in the debriefing stage. And – last, but not least – to make the skills acquired by the operators easily shareable and to enhance their effectiveness during the training.
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Nicola Pedde
La crisi libica e il difficile percorso
della ricostruzione istituzionale
La controversa dinamica degli eventi che hanno portato alla caduta del regime di Gheddafi ancor oggi influisce fortemente sulla difficoltà di avviare un processo di coesione nazionale e di stabilità politica. Elementi squisitamente autoctoni, come il tribalismo e l’assenza di un vero e proprio sentimento di coesione nazionale dovuto all’azione disgregante della quarantennale dittatura, si sommano oggi alla presenza di interessi estranei al tessuto politico, sociale e religioso del Paese.Il compito del nuovo Primo Ministro è quello, quindi, di ristabilire l’ordine e la sicurezza nel paese, favorire la transizione istituzionale e cercare di ricucire i lacerati rapporti tra le comunità della Tripolitania, della Cirenaica e del Fezzan.
Nicola Pedde
The Libyan crisis and the difficult process of institutional reconstruction
The controversial evolution of the events that led to the fall of the Gaddafi’s regime, even today have strong influence on the difficulty of initiating the process of national cohesion and political stability. Typically indigenous elements, such as tribalism and absence of a real sentiment of national cohesion, due to the disruptive forty year dictatorship result, today, in the presence of foreign interests in the political, social and religious fabric of the Country. The task of the new Prime Minister is therefore that of restoring order and security in the country, promoting institutional transition and mending the torn relationships among the communities of Tripolitania, Cyrenaica and Fezzan.
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Gianandrea Gaiani
Le incognite del ritiro afghano
Nei prossimi mesi verrà chiarito se la presenza militare degli Usa e della Nato in Afghanistan è destinata a concludersi o se verrà prolungata nei prossimi anni con contingenti e compiti limitati. Molto dipenderà dalla disponibilità del nuovo presidente afghano, che uscirà dal voto di ballottaggio tra Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani, a firmare l’accordo di cooperazione sulla sicurezza con Washington che Hamid Karzai si è rifiutato di siglare. Esperti militari e d’intelligence hanno esaminato la situazione delle forze di Kabul. Stime e valutazioni che evidenziano i rischi che si celano dietro un’eventuale ‘opzione zero’.
Gianandrea Gaiani
The uncertainties of Afghanistan
It will be clarified within the next few months whether the military presence of the United States and Nato in Afghanistan is destined to finish or whether it will be prolonged over the next few years with contingents and limited tasks. Much will depend on the new Afghan President – the winner in the election between Abdullah Abdullah and Ashraf Ghani – who will sign the cooperation agreement on security with Washington that Hamid Karzai refused to sign. Military and intelligence experts have examined the situation of the forces of Kabul; estimates and evaluations which point out the risks which are hidden behind an eventual ‘zero option’.
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Stefano Dambruoso
La crisi siriana e il fenomeno del reducismo
Nel numero precedente di Gnosis abbiamo già pubblicato un articolo, a firma di Carlo Jean, dedicato ai combattenti stranieri in Siria e al rischio che essi possono costituire per l’Occidente. Mentre quella guerra civile prosegue proponiamo un’ulteriore riflessione sul fenomeno del reducismo, ovvero dell’incognita rappresentata da quei militanti che, una volta rientrati dal teatro bellico nei rispettivi paesi d’origine o di residenza, possono sfruttare le competenze e il carisma acquisiti sul campo al fine di compiere attentati o svolgere una funzione catalizzatrice della propensione jihadista delle nuove generazioni di fondamentalisti islamici. Si tratta di un evento già visto nel passato, in Bosnia come in Iraq – che mentre scriviamo va assumendo la foggia di una polveriera capace di rimescolare le carte dell’intero Medio Oriente – e che la crisi siriana rischia di acuire mettendo a repentaglio, in particolare, la sicurezza europea.
Stefano Dambruoso
The Syrian crisis and the phenomenon of ‘home-coming’ veterans
The civil war in Syria represents again the phenomenon of the ‘home-coming’ veterans, i.e. of the risk posed by these foreign militants who, on return from the war theatre and on re-entrance to their respective Countries of origin, can exploit the skills and charisma acquired in the field for the purpose of carrying out terrorist attacks, and act as a catalyst function of the jihadi propensity of the new generations of Islamic fundamentalists. A phenomenon which has already been seen in the past, in Bosnia as in Iraq, and which the Syrian crisis could exacerbate, putting at risk, in particular, the security of Europe.
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Vladimiro Giacché
La Germania in Europa.
Maestra di virtù o fattore di squilibrio?
La Germania è portata ad esempio per i paesi in crisi dell’Europa quale modello di austerity e di competitività. Un esame delle vicende dell’economia tedesca negli ultimi 15 anni dimostra invece che la Germania è uscita dalla crisi del 2008-2009 anche grazie all’impegno di ingenti risorse pubbliche in funzione anticiclica, e che il mercantilismo tedesco, che oggi sacrifica la domanda interna alle esportazioni, è un importante fattore di squilibrio dell’eurozona, con conseguenze che possono mettere a rischio la stessa moneta unica.
Vladimiro Giacché
Germany in Europe. A master of virtue or a factor of imbalance?
For the Countries in crisis in Europe, Germany is seen as a model of competitiveness and austerity. An examination, however, of the affairs of the German economy over the last fifteen years demonstrates that Germany got out of the 2008-2009 crisis also thanks to the commitment of huge public resources in counter-cyclical function, and that today the Germany mercantilism, which sacrifices the domestic exports demand, is an important factor of imbalance of the Eurozone, with consequences which could endanger the single currency itself.
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Giampaolo Rugarli
Storie di chi si è dato coraggio
Manfredi Talamo e Renato Villoresi
Continuiamo nella presentazione dei decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferita ad appartenenti del mondo dell’intelligence per la straordinarietà del loro comportamento nell’assolvimento della missione affidata. Lo scopo è ricordare quanti ci hanno lasciato in eredità lezioni di rettitudine e orgoglio di appartenenza, con racconti di fantasia che pur attingono a eventi che hanno realmente coinvolto i protagonisti.
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Umberto D’Arrò
L’incredibile doppio gioco di ‘Kim’ Philby
Nel 1990 il Governo di Mosca onorò con l’emissione di un francobollo, come ‘eroe dell’Urss’, un inglese – Kim Philby – che sin dalla metà degli anni Trenta aveva operato come spia sovietica e che, grazie all’educazione ricevuta in un tempio dello ‘english establishment’ qual è l’Università di Cambridge, fu poi reclutato dai servizi segreti di Londra, giungendo perfino, durante la Guerra fredda, a dirigere la sezione deputata a monitorare l’Unione sovietica. In tale veste venne inviato a Washington anche per supportare la costituzione della Cia voluta da Truman nel 1947. Solo all’inizio degli anni Sessanta il governo di Londra cominciò a sospettare della ‘doppia vita’ di Philby. Fuggito a Mosca nel 1963, vi morì nel 1988.
Umberto D’Arrò
The incredible double game of Kim Philby
In 1990, the Government of Moscow issued a postage stamp honouring a ‘hero of the Soviet Union’, the British citizen – Kim Philby – who, since the middle of the 30’s, had been a spy for the KGB and who, thanks to his education received at the University of Cambridge, temple of the ‘English Establishment’, persuaded the London Secret Services to employ him. During the Cold War, he directed the section responsible for monitoring the Russian Government. In this capacity, he was sent to Washington to support the establishment of the CIA wanted by President Truman in 1947. Only at the beginning of the 60’s did the British Government begin to suspect the ‘double life’ of Philby. He fled to Moscow, where he died in 1988.
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Giancarlo Zappoli
La spia che venne dal freddo
Alec Leamas è un agente dello spionaggio britannico nella Berlino in cui si erge il Muro. Solitario e semialcolizzato, viene invitato a partecipare a una missione speciale: deve screditare il più importante agente della Ddr provocando una resa dei conti all’interno dei servizi segreti comunisti. Scoprirà di essere una pedina di un gioco più complesso.Con questo film Martin Ritt, coadiuvato da un intenso Richard Burton, propone una visione del mondo dello spionaggio decisamente antitetica a quella brillante dei film di 007. Un bianco e nero dalle tonalità livide contribuisce a creare il clima giusto.
Giancarlo Zappoli
The Spy Who Came in from the Cold
Alec Leamas is an agent of the British Espionage in the Berlin of the Wall. Solitary and a semi-alcoholic, he is invited to take part in a special mission: he must discredit the most important agent of the DDR, provoking a showdown within the Communist Secret Services. He is find that he is a pawn in a much larger game. With this film Martin Ritt, assisted by an intense Richard Burton, offers a vision of the world of espionage decidedly antithetical to that of the brilliant 007 films. A black and white of a leaden hue contributes to create the right atmosphere.
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Giuseppe Pollicelli
Il James Bond di Ian Fleming
Creato nel 1952 da Ian Fleming, il personaggio di James Bond si afferma in pochi anni come uno dei più importanti fenomeni della cultura di massa e una delle più rilevanti figure dell’immaginario occidentale (e non solo). Destinato a divenire la spia per antonomasia, Bond debutta in un romanzo apparso nel 1953, Casinò Royale, destando in breve tempo le attenzioni del mondo del cinema, che contribuirà in modo decisivo a consolidarne la fama. Prima del grande schermo, a rendersi conto delle enormi potenzialità dell’eroe di Fleming era stato però il fumetto che, a partire dal 1958 (il primo film della saga, Agente 007 licenza di uccidere, arriverà solo quattro anni dopo), dedica a James Bond un gran numero di opere.
Giuseppe Pollicelli
The James Bond of Ian Fleming, star of literature, cinema and comics
Created in 1952 by Ian Fleming, the character of James Bond became, within a few years, one of the most important phenomena of the mass culture and one of the most relevant figures of the Western collective imagination (and not only in the West). Destined to become the ‘Spy’ par excellence, Bond made his debut in a novel of 1953, entitled Casino Royal and very soon was drawing the attention of the cinema world which, in subsequent years, would contribute in a most decisive way to consolidate the Bond fame. Before arriving on the Screen, however, the first medium to realize the enormous potential of Fleming’s hero was the comic strip which, starting from 1958, dedicated an enormous number of comic strip versions to James Bond (while the first film of the 007 Saga, Licence to Kill arrived four years later).
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Melanton
Strettamente confidenziale
Divagazioni sull’intelligence tra umorismo e ironia
Per quanto s’interessi esclusivamente di intelligence, questa non vuole essere una rubrica intelligente. Non è, tuttavia, e non potrebbe esserlo, neanche il contrario. Forse, questa non è neppure una rubrica. Credo, anzi, che sia proprio così. Mi piace pensare che sia un incontro speciale tra intelligenza e ironia. Un intermezzo frizzante tra severità e humour, tra riservatezza e sorriso. Nel nome – per una volta – della sostenibile leggerezza dell'essere. Buona lettura, quindi. E attenzione: tutto ciò che leggerete potrebbe essere scritto con inchiostro simpatico.
Melanton
The light-hearted side of the Intelligence
Although this interests exclusively Intelligence, this is not intended to be an intelligent column. It is not, however, and neither could it be, the opposite. Perhaps this is not even a column. In fact, I believe this is so. I like to think that there is a special meeting between intelligence and irony. A sparkling intermezzo between severity and humour, between restraint and a smile. In the name – for once – of the sustainable light-heartedness of being. Therefore, happy reading. And remember: all you read is written in good heart.
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Recensioni
Dario Antiseri – Adriano Soi, Intelligence e metodo scientifico, Rubbettino, 2014.
Sergio Romano, Il declino dell’impero americano, Longanesi, 2014.
Frederick Forsyth, La lista nera, Mondadori, 2013 - collana Omnibus.
Wolfgang Krieger, Storia dei servizi segreti. Dai Faraoni alla CIA, Mimesis, 2013 - Passato prossimo.
Gianluca Barneschi, L’inglese che viaggiò con il Re e Badoglio. Speciale Dick Mallaby, LEG Edizioni, 2013.
Neal Bascomb, Nazi Hunters, Giunti, 2014.
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