sommario 3/2021
Editoriale
Gnosis prosegue l’itinerario delineato dai curatori Edoardo Boria e Matteo Marconi tra le vene carsiche della Geopolitica, con la sicura vocazione a leggere i cambiamenti degli scenari mondiali e a intercettarne le sottese logiche e le possibili cifre interpretative. Anche il Punto di vista di Sergio Romano coglie del cambiamento in senso lato taluni aspetti, offrendo approfondimenti sullo scenario afgano, sulle motivazioni storiche e sull’evoluzione delle criticità ai cui esiti assistiamo ancora oggi. ...
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Sergio Romano
La crisi afgana
Sino dalle sue origini l’Afghanistan è un affollato crocevia della storia mondiale. Fu invaso da molti popoli eurasiatici e dai maggiori protagonisti dell’Alto Medioevo: i greci di Alessandro Magno, i mongoli di Gengis Khan, i turchi del sultano di Costantinopoli, i medi, i persiani e, in tempi più recenti, da inglesi, russi e americani. Nel corso della sua esistenza fu per qualche tempo un impero, ma anche un regno e una repubblica socialista. ...
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Araldica
L’organizzazione e i compiti della Comunità d’intelligence ungherese sono disciplinati dalla legge CXXV del 1995, che ha sostituito il previgente assetto normativo delineato da regolamenti governativi del 1990, riconducendo entro un perimetro di principi costituzionali l’operatività dello specifico Comparto. Ne fanno parte quattro Agenzie, di cui: una con compiti tecnici di raccolta clandestina d’intelligence (Servizio speciale per la sicurezza nazionale); un’altra di connotazione militare (Servizio per la sicurezza nazionale militare); ...
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Edoardo Boria
La cassetta degli attrezzi della Geopolitica.
Parte II: spazio, territorio
Prosegue, senza pretese definitorie o rigore semantico, l’individuazione e puntualizzazione dei concetti-chiave della Geopolitica che risultano spesso fonte di equivoci e incomprensioni. Dopo conflitto e scala, presentati nel precedente numero di Gnosis, tocca adesso a spazio e territorio. Elementi basilari di un quadro analitico minimo, essi comporranno, insieme a quelli trattati nel numero successivo, un’ipotetica eppure immediatamente operativa cassetta degli attrezzi dell’analista geopolitico.
Edoardo Boria
The Geopolitical Toolbox. Part II: Space, Territory
The recognition and explanation of the key concepts of Geopolitics – which are often a source of misunderstandings – continue, even if we do not aim for definitional and semantic rigor. After having dealt with the notions of Conflict and Scale in the previous issue of Gnosis, we deal now with Space and Territory. They are the basic elements of a minimal analytical framework and make up, along with those that we will describe in the next issue, a hypothetical and operational toolbox for the geopolitical analyst.
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Francesco Zampieri
Alfred Thayer Mahan.
Il “tessitore” dell’imperialismo statunitense
L’ammiraglio americano Alfred Thayer Mahan fu il principale teorico del seapower e dell’espansione imperialistica statunitense tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Convinto assertore della superiorità delle potenze marittime su quelle continentali, egli riuscì a convincere l’élite politica, economica e militare degli Stati Uniti a intraprendere una campagna di riarmo navale e di conquista di posizioni strategiche, elementi che diedero concretezza alla proiezione geopolitica statunitense nell’area caraibica e, soprattutto, nell’Oceano Pacifico.
Francesco Zampieri
Alfred Thayer Mahan. The Master Of U.S. Imperialism
American admiral Alfred Thayer Mahan was the leading theorist of the Seapower and U.S. imperial expansion in the late 19th and early 20th centuries. He was convinced of the superiority of the maritime powers over the continental ones and managed to persuade the U.S. political, economic, and military elite to undertake both a naval rearmament campaign and the conquest of strategic positions. These elements strengthen the U.S. geopolitical projection in the Caribbean area and, above all, in the Pacific Ocean.
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Patricia Chiantera-Stutte
La lotta per lo spazio.
Geografia e politica in Friedrich Ratzel
La fama e la ricezione delle opere del geografo Friedrich Ratzel (1844-1904) rimane molto controversa, sia nel suo ambito disciplinare sia negli studi politici a partire dalla Seconda guerra mondiale. A Ratzel è stata imputata l’elaborazione compiuta di uno dei concetti più tristemente noti nel nazionalsocialismo: il Lebensraum (spazio vitale). Per chiarire l’uso e la ricezione delle sue opere, in questo articolo si considera il nesso tra la scienza e la politica, il sapere teorico e la prassi di organizzazione dei processi sociali e politici.
Patricia Chiantera-Stutte
The Struggle For Space: Geography and Politics In Friedrich Ratzel’s Works
Since the WW2 the fame and reception of the geographer Friedrich Ratzel’s (1844-1904) works have remained highly controversial, both in the disciplinary field and in political studies. Ratzel is accused of elaborating the notion of Lebensraum (living-space), i.e., one of the most infamous notions in National Socialism. Our aim is to clarify the use and reception of Ratzel’s works. For this reason, we will take into account the link between science and politics and the one between theoretical knowledge and the practice of organizing social and political processes.
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Nicola Bassoni
Pensare per “grandi spazi”.
Karl Haushofer e la catastrofe tedesca
Il general-maggiore bavarese Karl Haushofer (1869-1946) è stato uno dei pensatori geopolitici più controversi della prima metà del Novecento. Riprendendo le idee di Ratzel e capovolgendo quelle di Mackinder, ha fatto della Geopolitica un’“arma intellettuale” per restituire alla Germania il rango di grande potenza dopo la catastrofe della Prima guerra mondiale. Si mise al servizio del Terzo Reich promuovendo una politica delle alleanze che ponesse fine al predominio delle potenze marittime.
Nicola Bassoni
Thinking According To Wide Spaces. Karl Haushofer and the German Catastrophe
The Bavarian major general Karl Haushofer (1869-1946) was one of the most controversial geopolitical thinkers of the first half of the 20th century. He took up Ratzel’s ideas and overturned those of Mackinder, as he wanted to make Geopolitics an ‘intellectual weapon’ to restore Germany to the rank of a great power after the WW1 catastrophe. He supported the Third Reich by promoting a policy of alliances that were thought to be the key to overcome maritime powers.
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Carlo Galli
Carl Schmitt. La politica, lo spazio, la guerra
Attraverso il concetto di "spazio" Schmitt ricostruisce la genesi della modernità politica e la sua crisi finale. Lo spazio è per lui una sfida – come le rivoluzioni politiche – che si tratta di accettare e di mettere in forma. La modernità passa per Schmitt da una situazione di equilibrio spaziale – fra terra e mare, fra Europa e resto del mondo – a una situazione di squilibrio che si manifesta nel trionfo dell’universalismo internazionalistico (e, nel secondo dopoguerra, del dualismo Est-Ovest) sul concreto pluralismo degli spazi politici. A questo squilibrio Schmitt risponde col concetto di “grande spazio” e, in seguito, elabora e integra la concezione di “politico” in Teoria del partigiano.
Carlo Galli
Carl Schmitt. Politics, Space, War
Through the concept of space, Schmitt reconstructs the genesis of political modernity and its final crisis. According to him, space is a challenge – like political revolutions – that must be accepted and shaped. Schmitt’s idea is that the modern situation of spatial equilibrium – between land and sea, between Europe and the rest of the world – turns into a situation of imbalance as shown by the triumph of both internationalist universalism and the post-WW2 East-West dualism over the concrete pluralism of political spaces. Schmitt reacts to the imbalance with the concept of Great Space and later with the theory of the Partisan.
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Giorgio Scotoni
L’alternativa per la politica russa.
Semënov-Tjan-Shanskij e il paradigma eurasiatico
Dal 1934 fino alla sua dissoluzione l’Unione Sovietica ha messo all’indice la Geopolitica. Ma oggi gli studiosi russi parlano apertamente di “geopolitica sovietica”, assumendola quale determinante di politiche chiave – dal Patto Ribbentrop-Molotov alla Dottrina Breznev. Tratteggiando l’evoluzione della disciplina nel passaggio dall’Impero russo allo Stato sovietico, lo studio indaga l’opera di Semënov-Tjan-Shanskij per illustrare l’interpretazione russa dell’Eurasia, alternativa a quella mackinderiana.
Giorgio Scotoni
The Alternative For the Russian Policy. Semënov-Tjan-Shanskij and the Eurasian Paradigm
From 1934 until its dissolution, the Soviet Union banned Geopolitics. But today Russian scholars talk about a Soviet Geopolitics openly and suggest that it is a key factor in policies such as the Ribbentrop-Molotov Pact and the Brezhnev doctrine. The paper will discuss the evolution of the discipline in the transition from the Russian Empire to the Soviet State and take into account Semënov-Tjan-Shanskij’s works to illustrate the Russian interpretation of Eurasia, which is alternative to the Mackinderian one.
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Alessio Stilo
Gaston Bouthoul, la polemologia e il "pacifismo scientifico"
Fondatore di una nuova disciplina (la “polemologia”) e pioniere dello studio della guerra attraverso un approccio interdisciplinare volto a scandagliare le cause cicliche e ripetitive dei conflitti, Gaston Bouthoul ha incarnato quella tipologia di pensatore che tenta di analizzare la guerra come un fatto sociale tra gli altri, facendosi assertore di un “pacifismo funzionale” o “scientifico” – contrapposto a quello ideologico e moralista – basato sulla conoscenza dei fattori strutturali (concausali) dei conflitti.
Alessio Stilo
Gaston Bouthoul. Polemology and the ‘Scientific Pacifism’
Gaston Bouthoul was the founder of a new discipline (the Polemology) and the pioneer in the study of war through an interdisciplinary approach which aimed at describing the cyclical and repetitive causes of conflicts. He tried to analyse war as a social fact among others and supported a ‘functional’ or ‘scientific’ pacifism – against the ideological and moralistic pacifism. His theory is based on the knowledge of the structural (concausal) factors of conflicts.
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Matteo Bolocan Goldstein
Antonio Gramsci. Un pensiero critico sul mondo
e la politica come lotta per l’egemonia
Il pensiero di Gramsci è tra i più originali ed eterodossi nella cultura marxista del Novecento. Il suo interrogarsi sul mondo e la politica mondiale assume una valenza peculiare: un mondo non più eurocentrico, con l’emergere degli Stati Uniti del fordismo come nuovo centro motore. Con rara sensibilità geostorica intuisce il possibile passaggio di testimone dall’Atlantico al Pacifico. Il contributo argomenta un’ipotesi di fondo: che lo sforzo gramsciano di comprensione della morfologia del mondo presenti un particolare intreccio spazio-temporale, connettendo tempi e fatti storici con specifici contesti attraverso il riferimento a una pluralità di scale e condizioni geografiche, oltre alla combinazione di differenti logiche d’azione.
Matteo Bolocan Goldstein
Antonio Gramsci. A Critical Thinking On World and Politics As Struggle For Hegemony
Gramsci’s thought is one of the most original and heterodox contributions in the Marxist culture in the 20th century. His questioning about the world and world politics is of a peculiar value: A world that is no longer Eurocentric and the emergence of the Fordism in the U.S. were regarded as a new driving force. His uncommon geo-historical sensitivity understood the potential passing of the baton from the Atlantic Ocean to the Pacific Ocean. Our paper will introduce the following assumption: The Gramscian effort to understand the morphology of the world presents a particular space-time interconnection which connects past times and facts with specific contexts through reference to a plurality of geographical scales and conditions, in addition to the combination of different logics of the action.
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John Agnew
La nascita della “geopolitica critica”
L’articolo affronta le origini, lo sviluppo e le tendenze teoriche della “geopolitica critica” dal punto di vista di uno dei suoi protagonisti. Questa corrente di pensiero è un cantiere ancora aperto marcato da una costante opera di revisione delle proprie radici concettuali e terminologiche. Contraddistinta da una significativa attitudine etica, la geopolitica critica è chiamata a dover bilanciare, sul piano dottrinale, l’importanza delle risorse socio-economiche e il ruolo delle ideologie, delle rappresentazioni geografico-politiche e delle narrazioni che di sé stessi promuovono, anche grazie all’ausilio di élite di esperti, i protagonisti della politica internazionale.
John Agnew
The Origins Of Critical Geopolitics
The article addresses the origins, development, and theoretical trends of Critical Geopolitics from the point of view of one of its key contributors. This trend in research is a work in progress and scholars pay constant attention to the re-examination of its conceptual and terminological roots. Critical Geopolitics has a substantial ethical attitude and wants to balance, on a doctrinal level, the importance of socio-economic resources and the role of ideologies and geographical-political representations and narratives that the actors of international politics promote about themselves, with the help of experts as well.
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Davide Papotti
Geopolitica critica e movimenti antiglobalizzazione
Il saggio muove dall’ipotesi che l’elaborazione critica portata avanti in sede accademica dalla Geopolitica critica e la diffusione dei movimenti di contestazione ai processi di globalizzazione affondino in un medesimo retroterra culturale, e abbiano vissuto fruttuosi incontri e reciproci scambi. Per sostenere questa ipotesi, si offrono dapprima uno schema cronologico e un quadro geografico di riferimento, si indicano poi alcune possibili linee di convergenza e affinità fra le due componenti.
Davide Papotti
Critical Geopolitics and Anti Globalisation Movement
The paper starts from the hypothesis that the critical elaboration carried out in academia by Critical Geopolitics and the spread of movements that criticise globalisation processes rooted into the same cultural background, and have experienced fruitful encounters and reciprocal exchanges. To support this hypothesis, we first take into account the chronological scheme and the geographical framework, and then we focus on some possible lines of convergence and affinity between these two elements.
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Claudio Minca
Giorgio Agamben e la “geopolitica dell’eccezione”
Il particolare punto di vista che Giorgio Agamben ha offerto sulla “geopolitica dell’eccezione” ha posto in primo piano assoluto la sua intera opera. Nel presente saggio si discutono, in particolare, due aspetti del lavoro del filosofo che sono stati particolarmente rilevanti per il pensiero geopolitico: la nozione di spazio di eccezione e la lettura biopolitica del campo, inteso come uno dei quattro elementi fondamentali nella costituzione del potere sovrano dello Stato-nazione territoriale.
Claudio Minca
Giorgio Agamben and the Geopolitics of Exception
Giorgio Agamben’s work has become extraordinarily influential for the last twenty years now thanks to the interpretations he suggested of the post-9/11 ‘geopolitics of the exception’. We do not aim to focus on the spatial architecture of the Agamben’s thought but rather want to show to what extent Agamben’s theory of the sovereign exception could unveil: i) the arcane of the empty center around which rotates the biopolitical machine that arms the contemporary global political space; ii) how the bourgeois project of the territorial national State regarded the care and management of the biological body of both the nation and its members as its fundamental task.
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Ugo Gaudino
Terrore e territorio nel jihadismo del XXI secolo
L’articolo approfondisce l’ideologia e la strategia del jihadismo contemporaneo da un punto di vista geopolitico, attraverso l’analisi dei discorsi dei maggiori teorici dell’IS: Al-Zarqawi, Al-Baghdadi e Al-Adnani. Si focalizza in particolare sulle logiche territoriali post-statali del jihadismo, ispirato a narrazioni religiose e legami etnici e tribali. Si interroga inoltre sulla Teoria del partigiano di Carl Schmitt come chiave di lettura per interpretare i progetti geopolitici locali o globali del jihadismo.
Ugo Gaudino
Terror and Territory in 21st-Century Jihadism
Our paper will describe the ideology and strategy of contemporary jihadism from a geopolitical point of view, through the analysis of the speeches of the major Islamic States theorists (Zarqawi, Baghdadi, and Adnani). We will focus in particular on the post-State territorial logic of jihadism, inspired by religious narratives and ethnic and tribal ties. We will also analyse Schmitt’s Partisan Theory as a key to interpreting the jihadist local and global geopolitical projects.
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Giorgio Cuscito
Wang Huning, l’ideologo del “sogno cinese”
L’accademico asceso ai vertici del potere cinese ha avuto un ruolo determinante nel modellare l’approccio della Repubblica Popolare al resto del mondo. L’integrità territoriale e l’armonia sono il presupposto della stabilità in politica interna; all’esterno, il soft power è la chiave di volta dell’influenza dell’Impero del Centro lungo le nuove vie della seta.
Giorgio Cuscito
Wang Huning. The Ideologist of the ‘Chinese Dream’
The academic scholar Wang Huning rose to the top of Chinese power and played a significant role in shaping Chinese approach to the rest of the world. According to him, the prerequisites for stability in domestic politics are territorial integrity and harmony. In foreign policy China can influence the new silk roads by the soft power.
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Alessandro Leto
Il ritorno alla centralità geopolitica del Corno d’Africa
Il Corno d’Africa torna a rivestire un ruolo di fondamentale importanza nello scenario politico ed economico, sia regionale che internazionale. Etiopia, Eritrea, Somalia e Gibuti, pur con modalità differenti, stimolano un interesse crescente da parte di molti governi, che intensificano la loro presenza in quel quadrante geografico. Lì si manifestano le prime avvisaglie di un’espansione wahabita che, come sempre nella storia, trova una forte resistenza in corrispondenza dell’Acrocoro Etiopico, barriera al contempo religiosa, culturale e naturale all’espansionismo musulmano.
Alessandro Leto
The Return Of the Geopolitical Centrality
Of the Horn Of Africa
The Horn of Africa returns to play an important role in the political and economic scenario, both regional and international. Ethiopia, Eritrea, Somalia, and Djibouti stimulate in different ways a growing interest on the part of many foreign governments, which intensify their presence in that geographical area. We can observe the first signs of the expansion of Wahhabism which finds strong resistance in the Ethiopian Highlands, as already happened in the past. The Ethiopian Highlands could be seen as a barrier to Muslim expansionism from a religious, cultural, and geographical point of view.
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Antonio Teti
Facial Recognition Technology.
Un nuovo strumento per l’intelligence?
La comprensione dell’orientamento del pensiero e delle tendenze dell’individuo mediante l’analisi delle caratteristiche del suo volto è oggi realtà. La tecnica, nota con il termine di Facial Recognition Technology, si basa sull’utilizzo di un algoritmo di riconoscimento in grado di esaminare ogni piccolo elemento che contraddistingue un viso e di confrontarlo con altri, cercando di individuare le analogie, i tratti distintivi del carattere e del pensiero del soggetto esaminato. Affidabile fino al 72%, può aprire nuove e impensabili opportunità.
Antonio Teti
Facial Recognition Technology.
A New Tool For Intelligence?
Today, the analysis of facial features enables the understanding of the orientation of individual’s thought and trends. Facial Recognition Technology is based on the use of a recognition algorithm that can examine every little facial feature and compare it with others. Its aim is the identification of i) similarities among features, ii) distinctive traits of the subject, and iii) its character and thought. Facial Recognition Technology is reliable up to 72% and could pave the way for new and extraordinary opportunities.
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Marco Erriquez -Vittorio Marchis
L’esploratore turco. Un caso letterario. “Turcherie”, fake news e racconti di spie alla fine del Seicento
L’articolo sviluppa il tema della disinformazione basandosi sull’opera di un controverso personaggio genovese del XVII secolo, Gian Paolo Marana, che con il romanzo L’esploratore turco godrà di grande reputazione. La finzione a volte assume forme verosimili e la verità che ne discende appare così distorta. I conflitti politici, nel Settecento come oggi, sono sempre poliedrici e, a volte, anche chi gioca all’insegna della pura fantasia può azzardare qualche brandello di verità.
Marco Erriquez - Vittorio Marchis
Letters Writ by a Turkish Spy, a Literary Case. ‘Turquerie’, Fake News,and Spy Novels At the End
Of the 17th Century
The article deals with disinformation and it is based on the work of a controversial 17th-century Genoese writer, Gian Paolo Marana. His most successful novel is Letters Writ by a Turkish Spy. Fiction sometimes takes realistic forms and so the truth they involve is misrepresented. Political conflicts are always multifaceted in the 18th century as well as today. And, sometimes, even those who play under the banner of pure fantasy can uncover some truths.
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Melanton
(llustrazione di Roberto Mangosi
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Il lato sorridente dell’intelligence
Se l’autunno bussa di nuovo, ditegli di ripassare fra un paio di giorni o tre, magari per ricrearci ancora un pochino al mare e completare la tintarella che quest’anno – per molte ragioni – è ancora sbiadita e quasi nulla. D’accordo che ci rifaremo l’anno venturo, ma per l’anno venturo ci vorrà un altr’anno. O no?...
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Recensioni e segnalazioni
Ioanna Iordanou. I Servizi segreti di Venezia. Organizzazione dei Servizi d’informazione nel Rinascimento, Leg 2021.
Reinhard Gehlen. Memorie di una spia, Odoya 2018.
Oleg Pencovskij, Memorie di una spia, Odoya 2018.
Vittorio Di Cesare, Shakespeare e la Scuola della Notte. Giochi di spie e sette segrete nel cuore della Londra elisabettiana, Edizioni Press & Archeos 2020.
Veronica Arpaia, Tempo di muri. Un mondo diviso: da Berlino a Trump, Luni 2019 .
Claudio Ciani, Un nuovo Medio Oriente? Dall’accordo segreto Sykes-Picot al progetto per un “Nuovo Secolo Americano”, Mimesis 2019.
Giacomo Maria Arrigo, Gnostic Jihadism.A Philosophical Inquiry into Radical Politics, Mimesis International 2021.
Chris Kraus, Figli della furia, Società Editrice Milanese 2021.
Mattias Berg, L’uomo con la valigia, Marsilio 2021.
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