L’emblema dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (Alkotmányvédelmi Hivatal, AH) della Repubblica d’Ungheria ha forma circolare e il suo perimetro è delimitato, in basso, dal nome dell’Organismo e, in alto, dall’anno della sua nascita. Le due scritte sono separate da otto stelle a cinque punte. All’interno, ad ali spiegate si staglia il Turul, uccello mitologico legato alle leggende sull’origine dei magiari. Il rapace regge col becco una spada dall’impugnatura in oro, simbolo di volontà guerriera; gli artigli poggiano su uno scudo di otto strisce alternate di colore rosso e argento che raffigurano lo stemma di Árpád, nome della prima dinastia che regnò in Ungheria. Sulla lista bifida, sopra allo scudo, campeggia il motto del Servizio, di colore verde su sfondo argento: «La Patria prima di ogni cosa!».
|
L’organizzazione e i compiti della Comunità d’intelligence ungherese sono disciplinati dalla legge CXXV del 1995, che ha sostituito il previgente assetto normativo delineato da regolamenti governativi del 1990, riconducendo entro un perimetro di principi costituzionali l’operatività dello specifico Comparto. Ne fanno parte quattro Agenzie, di cui: una con compiti tecnici di raccolta clandestina d’intelligence (Servizio speciale per la sicurezza nazionale); un’altra di connotazione militare (Servizio per la sicurezza nazionale militare); due di natura civile (Ufficio informazioni e Ufficio per la protezione della Costituzione). Il quadro degli organismi investiti di poteri di acquisizione informativa con finalità d’intelligence si completa con il Centro controterrorismo, corpo autonomo della polizia ungherese. L’Ufficio per la protezione della Costituzione (Alkotmányvédelmi Hivatal, AH) – al cui vertice siede un direttore generale, coadiuvato da due vicedirettori preposti ai settori “affari generali” e “operativo” – è responsabile, sotto la direzione del ministro dell’Interno, della salvaguardia dell’ordine costituzionale e della sicurezza interna della nazione e dei suoi cittadini da ogni potenziale minaccia. A tal fine, sua funzione primaria è la raccolta informativa utile per il processo decisionale dell’Esecutivo, avvalendosi di speciali strumenti e procedure. Il ricorso ad alcuni di essi è soggetto, in ragione della potenziale invasività di libertà fondamentali, a preventiva autorizzazione del ministro della Giustizia (in casi di necessità e urgenza, l’autorizzazione è rilasciata dallo stesso direttore generale ed è sottoposta a tempestiva ratifica da parte della menzionata autorità politica). Ciò in ossequio al principio di legittimità, che giustifica l’esercizio del pubblico potere di compressione dei diritti costituzionalmente tutelati solo se finalizzato – in termini di stretta indispensabilità e secondo parametri di proporzionalità rispetto all’obiettivo perseguito – alla salvaguardia della sicurezza dello Stato e alla protezione dei suoi interessi. Tra i settori in cui si dispiegano le attività di competenza dell’AH, assumono centralità: il controspionaggio all’interno del territorio nazionale; la difesa dell’integrità e dell’indipendenza del Paese da minacce di matrice ideologica, religiosa ed estremista; la tutela degli interessi politici, economici, militari e quelli afferenti al patrimonio tecnologico-scientifico dell’Ungheria; il contrasto alla proliferazione e al traffico illegale di materiale strategico-militare e di armi di distruzione di massa; il monitoraggio dei flussi migratori e lo screening dei richiedenti asilo o cittadinanza ungherese, i permessi di soggiorno e i visti. L’Organismo è inoltre chiamato a preservare la sicurezza di sedi, organi e rappresentanti istituzionali del Paese, anche mediante un’attenta opera di prevenzione attraverso briefing informativi a beneficio delle autorità di vertice. A garanzia della legittimità dell’operato del Servizio sono previsti, inoltre, poteri di supervisione parlamentare in capo alla Commissione di sicurezza nazionale (composta da sette membri e presieduta da un rappresentante dell’opposizione), che è destinataria di report, con cadenza almeno semestrale, del ministro dell’Interno sulle linee generali dell’attività svolta dal Servizio e può inoltre richiedere al medesimo ministro, ovvero al direttore generale, informazioni su specifiche operazioni dell’AH, senza che possa essere opposta alcuna eccezione di segretezza, salvo per quegli elementi cognitivi il cui disvelamento comporterebbe un rischio per interessi vitali per la sicurezza nazionale.
|
|