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sommario 4/2010
Editoriale
   
Intervista
Situazione sociale ed economica dell'Italia in ambito europeo
Francesco D'ARRIGO
Direttore del Dipartimento di Studi d’Intelligence Strategica e Sicurezza della Link Campus of Malta
Un’analisi della situazione sociale ed economica italiana non può prescindere dall’inquadramento nel contesto europeo. Le sorti dell’Italia sono in questo momento, più che in passato, strettamente legate all’andamento della crisi anche negli altri paesi dell’Unione e alle decisioni che vengono prese in sede parlamentare a Bruxelles, nell’ambito delle scelte seguite all’ istituzione della valuta comune europea, che vede l’Inghilterra non vincolata all’Unione monetaria (pur partecipando al capitale della Banca Centrale Europea) e la Germania, in modo non palese, imporre la propria politica monetaria. La moneta europea, in questi giorni sotto pressione per l’acuirsi della crisi del debito sovrano dei Paesi membri dell’Eurozona, ha evidenziato la scarsa competitività delle economie deboli dei paesi europei di media dimensione sottolineando – al contrario - i settori produttivi più maturi. In questo quadro l’Italia, dopo una entusiasmante fase di crescita economica iniziata nel dopoguerra, si trova in una sostanziale situazione di stasi anche a causa di una classe dirigente che non ha saputo o voluto attuare nel tempo le riforme indispensabili a mantenere il Paese ai vertici della compagine europea adeguandolo alla nuova situazione post caduta del Muro.
   
Forum
Bioterrorismo e politiche di prevenzione

a cura di Emanuela C. DEL RE
Rispondono: Massimo AMOROSI, Giuliano D’AGNOLO, Raffaele D’AMELIO, Antonio FASANELLA, Giuliano GAROFOLO, Florigio LISTA.
Nell’ambito della sicurezza, di estrema rilevanza è la bio-sicurezza, con relative misure di bio-difesa. Un ambito complesso, a tratti controverso, poco conosciuto se non per gli episodi che colpiscono l’attenzione sulle pagine della cronaca, per lo più con accenti sensazionalistici. Pensiamo all’antrace, ai noti attacchi perpetrati da gruppi religiosi come la setta Rajneeshee in Oregon e Aum Shinrikyo in Giappone, a Unabomber... Una questione delicatissima, perché la minaccia è reale e l’allarme deve essere costante. Gli USA si sono nuovamente interessati al problema in particolare nel 2008 a seguito della pubblicazione di un rapporto citato ampiamente nel forum, che ha portato il senatore Bob Graham, presidente della Commissione per la prevenzione della proliferazione delle armi di distruzione di massa e del terrorismo, ad affermare che se un attacco bio-terroristico dovesse aver luogo, avrebbe un effetto dieci volte più letale dell’11 Settembre in quanto a numero di persone che resterebbero uccise. Negli USA si parlò allora di “bio-INsicurezza” con polemiche sul sistema di difesa, accusando gli USA di essere totalmente impreparati. Il senso di impotenza di fronte a minacce come quella del bio-terrorismo, e soprattutto la sensazione dell’impossibilità di controllare un rischio dai contorni apparentemente indefiniti, ha sollevato in qualche caso clamorose reazioni... (Foto ANSA)

Bioterrorismo: un rischio permanente
di Emanuela C. DEL RE
 
Saggi e articoli
I mercati finanziari scossi dalla crisi
di Carlo Domenico MOTTURA
La recente crisi dei mercati finanziari, ancora in evoluzione, è considerata da molti la peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione del 1929. Dopo aver raggiunto il suo culmine nel mese di ottobre 2008 – con il più pesante crollo dei prezzi che sia mai avvenuto nelle più importanti borse valori del mondo, peraltro a ridosso del più grande fallimento nella storia delle bancarotte mondiali (quello di Lehman Brothers, schiacciata dal peso di un debito di circa 613 miliardi di dollari) –, l’attuale crisi ha costretto il sistema, alla ricerca di nuovi modelli di equilibrio, a operare in un contesto nel quale il rischio ha assunto il ruolo di indiscusso protagonista. Proporrò alcune considerazioni, in chiave cronologica, sull’evoluzione e le caratteristiche principali di questo nuovo assetto.
(Foto da http://betrader.it/date/2010/10)


L’asimmetricità della crisi economica e il suo effetto sull’Italia

di Nicola PEDDE

Riforma infrastrutturale: gli strumenti non mancano

di Francesco MENGOZZI e Andrea SALVATI

I minori immigrati fra rifiuto e assimilazione

di Maurizio IMPROTA
Non sono di poco conto le difficoltà di integrazione dei minori stranieri. Nell’età adolescenziale può verificarsi a volte un fenomeno di esclusione che conduce verso percorsi di emarginazione quando non sfocia nell’ambito criminale. Una questione che l’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma affronta quotidianamente con un settore dedicato esclusivamente ai minori stranieri. Del resto la stabilizzazione degli immigrati sul territorio nazionale, titolari di un lavoro permanente, quando addirittura non si trasformano in commercianti e imprenditori, comporta quasi sempre il ricongiungimento familiare. Legittima aspirazione che pone però questioni di non facile soluzione, sia per i familiari in età adulta, sia, e soprattutto, per i figli minori rispetto ai processi d’integrazione che molte famiglie immigrate non vivono come opportunità, ma come minaccia alla propria identità culturale, al punto che spesso preferiscono rimpatriare i minori, affinché frequentino le scuole nel Paese d’origine. (Foto ANSA)
Sequestro di corrispondenza inviata per via telematica
di Pierpaolo RIVELLO
Scopo del presente scritto è quello di esaminare come il legislatore, in virtù della l. 3 agosto 2007, n. 124, e della successiva l. 18 marzo 2008 n. 48, abbia inteso modificare la disciplina processuale in tema di sequestri, tenendo conto da un lato della mutata realtà derivante dagli imponenti progressi tecnologici in campo informatico e dall’altro delle esigenze assolutamente peculiari ricollegabili alla necessità di fornire un’adeguata protezione dei dati coperti dal segreto. Trattasi ovviamente di due aspetti nettamente distinti fra loro, ma che comunque impongono una rivisitazione dell’istituto del sequestro probatorio, alla luce delle modifiche che hanno interessato gli artt. 254, 254-bis, 256, 256-bis e 256-ter del codice di procedura penale. (Foto da http://poliziadistato.it)
Il network di Al Qaeda ha un volto occidentale
di Guido OLIMPIO
La realtà proteiforme del terrorismo di matrice islamista ha richiamato l'attenzione degli apparati di scurezza occidentali, soprattutto dopo l'allarme seguito alla scoperta dei pacchi bomba spediti dallo Yemen. Suscita forti preoccupazioni il fenomeno dei volontari "stranieri", meglio forse dire "occidentali", all'interno della galassia del terrore che fa capo alla sigla Al Qaeda, senza che necessariamente ogni struttura che opera dipenda direttamente dalla "casa madre". Inoltre il sequestro di persone per autofinanziamento, con riscatti milionari, rende finanziariamente forti anche piccoli gruppi e li affranca da collaborazioni più rischiose (trafficanti di droga). L'analisi puntuale di Guido Olimpio porta alla conclusione che è vitale la collaborazione fra governi e apparati di sicurezza per prevenire gli attentati, come è stato già sperimentato.
La NATO dopo Lisbona
di Alessandro BARCA
L'aggettivo che ricorre più frequentemente in ogni evento internazionale di qualche spessore è "storico". Non c'è incontro i cui risultati non vengano presentati come degni di essere scolpiti a futura memoria nei libri di testo. Naturalmente, se all'evento si guarda dall'interno, qualunque decisione è destinata a incidere sulla storia - con la "s" minuscola - dell'Organizzazione a cui si riferisce, fosse solo per certificare che le cose vanno per il meglio e che occorre procedere sul cammino già tracciato (dopo tutto, "no news, good news"). Se invece l'osservatore è all'esterno, sono ben pochi gli avvenimenti ufficiali in grado di influire sulla Storia (con la "S" maiuscola) modificandone il corso. Il Summit della NATO che si è svolto a Lisbona lo scorso novembre merita la "S" maiuscola o minuscola?
 
Rubriche

L'ATTUALITA'

Incontri su temi contemporaneiarticolo redazionale
Quattro chiacchere con.... Annamaria Bernardini de Pace
Scattiamo una fotografia all’Italia…
Non vedo quello che vorrei. Vedo un’Italia un po’ confusa, con i segni di un individualismo esasperato, per cui prevale spesso l’interesse dei singoli e si affievolisce l’orgoglio per lo Stato, la devozione verso la famiglia, il rispetto del lavoro. Per esempio: molti credono di avere “diritto” al lavoro e poi magari rischiano di svalutarlo non impegnandosi, non migliorando, trascurandolo, sfruttandone solo i “benefits”. Tendono a tramontare sia il senso del merito che quello della lealtà. Non parliamo poi del valore “massacrato” della giustizia, interpretata da alcuni come sinonimo di vendetta, da altri come espressione di potere personale, da altri ancora come lavoro ben retribuito privo di responsabilità. Mi piacerebbe che nella “hit parade” dei valori l’onestà, la fatica, la giustizia, la responsabilità e la solidarietà soppiantassero l’interesse, la furbizia, la slealtà, il disimpegno, la faziosità, che oggi raccolgono il massimo del consenso generale...


LA STORIA

Dall'Archivioarticolo redazionale
Strategie comunicative anticrisi che sfidano il tempo
L’attuale crisi economica, pur in un vorticoso alternarsi di contrastanti segnali, ancora oggi si impone in tutta la sua gravità costringendo i Paesi coinvolti ad adottare misure di contrasto sempre più dolorose ed impopolari. Si tratta di interventi a carattere economico-finanziario destinati ad incidere, spesso drasticamente, sulla vita dei cittadini richiedendo, pertanto, un’adeguata quanto efficace campagna di informazione e sensibilizzazione. Una strategia comunicativa, questa, che, già in un passato non certo recente, ha accompagnato le misure anticrisi adottate per fronteggiare altri momenti bui della nostra economia. Ne è testimonianza la circolare divulgata nel 1919 dall’Agenzia Stefani - vero e proprio strumento ‘governativo per il controllo mediatico’- con la quale l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Francesco Saverio Nitti, richiamava l’attenzione di tutti i Prefetti del Regno sull’allarmante situazione economica dell’Italia post-bellica.... (Foto da www.radio.rai.it)

Fatti, Aneddoti e Leggende
Papini: ladro per la Patria
di Alain CHARBONNIER
Nei momenti cruciali si fa di necessità virtù. Nel pieno della guerra 1915-18 l’Italia era assillata dall’azione dell’Evidenzbureau austriaco che aveva messo a segno sabotaggi gravissimi, affondando addirittura due corazzate. Il servizio informazione aveva individuato la base delle operazioni in Svizzera ed era indispensabile mettere le mani sui loro documenti. C’era una cassaforte da scassinare a Zurigo. Chi meglio di un professionista del settore? Fu così che un ladro fu arruolato al servizio dell’Italia. Riuscì nell’impresa, fu pagato poco e morì povero.

LA CULTURA

'Studi' di Intelligence
La strategia interna di sicurezza dell'UE
di Nicola PEDDE
La cultura dell’Intelligence è lo strumento attraverso il quale comprendere il ruolo e l’operato dei moderni Servizi di informazione e sicurezza. Strumento dato dall’approfondimento degli studi e delle analisi dei principali ‘think tank’, centri di ricerca, Università italiane e straniere. Questa Rubrica intende, quindi, selezionare e presentare periodicamente i più significativi studi sulle tematiche relative alle strutture di Intelligence o a queste direttamente connesse, agevolando la comprensione della storia, delle metodologie e delle funzioni delle più moderne strutture di settore. Un contributo per sfatare i tanti miti e luoghi comuni che da sempre accompagnano l’immagine dei Servizi segreti di tutto il mondo e per acquisirne, al contrario, consapevolezza del ruolo e dell’operato.

Recensioni
Un testo per l'analisi dell'Intelligence
di Gianluigi CESTA
Psychology of Intelligence Analysis è ritenuto da molti la Bibbia dell’analisi di intelligence. Composto da una serie di saggi scritti da Heuer Jr. tra gli anni ’70 e ’80 a uso interno della Divisione Analisi della C.I.A., è stato pubblicato nel 1999; e poiché oggi è fuori catalogo, è possibile scaricarlo dal web, gratuitamente, in formato pdf dall’url https://www.cia.gov/library/ center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/books-and-monographs/psychology-of-intelligence-analysis/PsychofIntelNew.pdf. Nonostante non sia un libro recente, non ha avuto ancora oggi – almeno in Italia – la larga diffusione che si converrebbe per un testo di tale rilievo. Il volume affronta l’analisi dell’intelligence partendo dal primo fattore necessario per svolgerla: l’analista. Per far questo l’Autore parte dall’analisi del modo di pensare dell’Uomo...

PsychoTech
L'integrazione tra psicologia e tecnologie digitali nel cyberspazio

di Antonio TETI
È sempre particolarmente complesso parlare di tecnologie, soprattutto quando si tenta di illustrare i contenuti di studi e sperimentazioni riconducibili alle possibili integrazioni tra le scienze tecnologiche e l’essere umano. In questo libro l’autore, è riuscito a superare questo problematico ostacolo, utilizzando un linguaggio chiaro e comprensibile anche al lettore più inesperto e poco acculturato nel settore delle tecnologie digitali. I molteplici argomenti trattati, che spaziano dalla cibernetica, all’intelligenza artificiale fino al funzionamento della mente e della psicologia dell’uomo, possono sembrare particolarmente distanti tra loro, ed anche la possibile integrazione tra settori così diversi, almeno inizialmente, può risultare al lettore di non facile comprensione...

Secret Intelligence Service al servizio di sua Maestà

di Alain CHARBONNIER
Un altro archivio si apre, con cautela e soltanto per tempi lontani. L'intelligence inglese, questa volta il MI6, il servizio di spionaggio estero, racconta i suoi primi 40 anni di vita, dal 1909 al 1949. Si è affidato a uno storico, il professore Keith Jeffery, dell'Università di Belfast, che ha avuto a disposizione i documenti segreti del Secret Intelligence Service. Una lettura interessante, per molti versi avvincente, per chi si occupa di intelligence. Per ora si può trovare soltanto nell'edizione inglese. E per una storia vera un romanzo verosimile, scritto da un maestro come Frederick Forsyth. Questa volta si occupa della guerra alla droga, anzi ai cartelli della droga. Un libro che sembra quasi un suggerimento verso drastiche scorciaoie, ma con un avvertimento finale.

La cronologia del terrorismoarticolo redazionale
Ottobre - Dicembre 2010
“Per atto di terrorismo si intende un’azione violenta, politicamente motivata, volta a colpire obiettivi di valore simbolico e destinata anche ad intimidire un ‘uditorio bersaglio' riconducibile, socialmente o politicamente, all'obiettivo primario. L’atto di terrorismo, a differenza di quello di ‘violenza politica' (ascrivibile ad individui o gruppi che tendono ad agire a ‘viso aperto') e di quelli di ‘guerriglia' (attuati con strumenti e logiche paramilitari) viene di solito compiuto da individui o gruppi operanti in clandestinità o sotto copertura o comunque in condizioni di mimetismo all’interno delle società colpite". (Foto Ansa)

Un Raccontoarticolo redazionale
All'ombra dei Palici e delle zagare
Scilla e Cariddi sono fauci assetate di naufragi e di incubi che sembrano custodire della Sicilia l’antica sicumera… la magia unica di un irripetibile Eden.Sono il simbolo dell’isolanità della Trinacria…Più a sud, all’ombra dell’Etna, altra mitologia assiste un quotidiano umido di scirocco: nella vallata distesa verso la costa meridionale – nota come “la Piana”- tra le zolle arse s’aprono occhi lacustri che specchiano le profondità del cielo in quelle degli Inferi.I Palici, per i sicilioti pre greci, erano figli del dio Adrano e della ninfa Etna. Dalle acque sulfuree di quelle gemelle sorgenti che si perdevano nel lago Naftia emergevano verità inconfessate, arcaiche, sacre… nel vicino santuario le genti dedicavano agli dei il loro giuramento e si affidavano, in caso di spergiuro, alla divina furia vindice che dei traditori strappava gli occhi o ne riduceva i corpi in cenere.Da quelle terre trae origine Palagonia, polveroso paese ai margini della strada che scorre veloce come una ferita tra Catania, Caltagirone e Gela.Gente operosa, aranceti preziosi di zagara e fiori colorati…

Scheda Autori


APPENDICE
Le modifiche di 'rigore' al codice della strada
di Giuseppe AMATO
Si vuole prendere spunto da un interessante contributo pubblicato sul n. 2/2010 di questa Rivista, nella rubrica dedicata a “La Storia”, avente ad oggetto la vendita e alla somministrazione di alcolici negli esercizi pubblici, per alcune riflessioni su un recentissimo intervento normativo (legge 29 luglio 2010 n. 120) che, non incontrastatamente, ha voluto innovare la disciplina sanzionatoria degli abusi di alcool e di droga nello specifico settore della circolazione stradale. È una disciplina che presenta alcuni aspetti fortemente innovativi (basti pensare, alla confisca del veicolo), che va letta con attenzione per coglierne gli aspetti di maggiore impatto pratico. L’intervento che segue mira ad esaminare le modifiche che hanno interessato la disciplina sanzionatoria penale.

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