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GNOSIS 4/2010
LA STORIA

DALL'ARCHIVIO

Strategie comunicative anticrisi che sfidano il tempo


articolo redazionale


L’Agenzia Stefani, fondata il 26 gennaio 1853 a Torino da Guglielmo Stefani, è stata la prima Agenzia di stampa italiana. Deteneva l’esclusiva per la diffusione dei dispacci dello Stato Maggiore dell’Esercito e, nel 1920, stipulò l’accordo con il Governo per la distribuzione delle informazioni ufficiali alla stampa, ai Prefetti e agli uffici governativi. Era anche in possesso dell’accesso esclusivo alle informazioni provenienti da Stati Uniti e America Latina, grazie al collegamento via cavo realizzato tra New York e Parigi. (wikipedia) (Foto da www.radio.rai.it/storiadellaradio/)



L’attuale crisi economica, pur in un vorticoso alternarsi di contrastanti segnali, ancora oggi si impone in tutta la sua gravità costringendo i Paesi coinvolti ad adottare misure di contrasto sempre più dolorose ed impopolari. Si tratta di interventi a carattere economico-finanziario destinati ad incidere, spesso drasticamente, sulla vita dei cittadini richiedendo, pertanto, un’adeguata quanto efficace campagna di informazione e sensibilizzazione. Una strategia comunicativa, questa, che, già in un passato non certo recente, ha accompagnato le misure anticrisi adottate per fronteggiare altri momenti bui della nostra economia.
Ne è testimonianza la circolare divulgata nel 1919 dall’Agenzia Stefani - vero e proprio strumento ‘governativo per il controllo mediatico’- con la quale l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Francesco Saverio Nitti, richiamava l’attenzione di tutti i Prefetti del Regno sull’allarmante situazione economica dell’Italia post-bellica.
Il documento si apre proprio con un esplicito richiamo del Presidente affinchè:

'sia fatta in tutte le Province la propaganda più attiva per stimolare quanto è possibile la produzione, ..., per spingere il paese a un programma di economie e di lavoro...’
e ancora, rivolgendosi ai Prefetti:
'...io so bene che in questa materia l’azione delle autorità politiche e amministrative è limitata e so tutte le difficoltà che si oppongono ad essa. Ma so pure che vi sono molti modi di arrivare al pubblico e che ogni propaganda, quando è sorretta dal Governo trova più facile via di penetrazione’.
Forte è anche l’invito a far prendere coscienza della gravità della situazione perchè:
‘la più gran parte del pubblico continua a vivere come prima...pochissimi sono in Italia che si mettono queste domande: come vivono ora gli italiani? come vivranno domani?’
Appassionato, infine, il richiamo all’’amor patrio’, nella consapevolezza che nessuno potrà restare ad esso insensibile, tanto che:
'..ora una sola cura, una sola ansia deve essere in noi: provvedere alla nostra esistenza. Noi dobbiamo vincere le nostre difficoltà della pace, con più tenacia e con più sacrifizio delle difficoltà della guerra...’.


Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale di P.S., 1924.

 
 
 
 



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