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Intervento del Direttore del SISDe
Conferenza del Professor Michele Bagella: "Terrorismo e Mercati Finanziari ..."
Intervento del Ministro dell'Interno
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Forum |
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Nell'era della globalizzazione lo spazio si restringe, il tempo si contrae, i confini e le barriere doganali appaiono sempre più dei simboli di un passato di contrapposizione territoriale fuori dal tempo. Con una rapidità e libertà non immaginabili sino a qualche decennio fa, si trasferiscono da una parte all'altra del globo merci, informazioni, capitali e conoscenze. Per il bene uomo-lavoro tutto ciò sembra non valere. L'uomo, se tenta di spostarsi per raggiungere un nuovo posto di lavoro o residenza, deve tener conto dei filtri/barriere che vengono frapposti sia dal paese di origine che dallo stato dove intende emigrare. Nonostante ciò decine di milioni di persone, provenienti dalle zone più degradate, ogni anno cercano di trasferirsi, in modo sia legale che illegale, verso paesi dove il bene lavoro e le condizioni di vita sono maggiormente garantite.
(Foto ANSA)
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Saggi e articoli |
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| Nell’immaginario collettivo, specie dopo tangentopoli, lobby è sinonimo di gruppo di pressione che opera nell’ombra, in un’area grigia tra il lecito e l’illecito, per favorire ‘oscuri interessi, talvolta ‘ungendo le ruote’, di aziende, gruppi finanziari, banche.
In questo intervento l’attività di lobbying viene presentata in una prospettiva del tutto nuova.
Non ‘pressione dietro le quinte’ ma contributo al processo decisionale politico, attraverso informazioni ed analisi, fornito da specialisti di settore che possono – in tal modo – rendere le scelte finali più mirate ed adeguate.
E’ una tesi che parte dall’esperienza americana – dove le lobby sono regolarmente accreditate nei due rami del Congresso – e che vuole dimostrare che rendere trasparente, attraverso una moderna regolamentazione, un meccanismo, non di pressione ma di corretta informazione, può contribuire a migliorare – con scelte di politica industriale fondate su dati certi – nel suo complesso la sicurezza del ‘Sistema Paese’.
(Foto ANSA)
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| Consideriamo la Sardegna come una sorta di moderno laboratorio politico, perché essa ci appare come una terra in cui si dibatte e si discute, un luogo in cui l'alto tasso di cultura politica fa sì che fenomeni, spesso considerati dai 'continentali' come semplici espressioni del malcontento popolare o fattispecie di reati perseguibili dalla legge, vengano valutati ed analizzati in una prospettiva più ampia, che tiene conto anche delle radici storiche e culturali dell'isola. E' una terra in cui l'estremismo tenta l'esperimento, sinora fallito 'in continente', di convogliare in un unico alveo le più diverse istanze 'anti-sistema', in nome di un obiettivo comune che, in questo caso, si identifica con 'la liberazione dallo Stato colonizzatore italiano'. (Foto www.indipendetzia.net)
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| Parlare di Balcani in tempo di pace, al di fuori delle emergenze e dei conflitti: questo è l’obiettivo indicato da Emmanuela Del Re, che illustra in questo articolo cosa è cambiato, cosa sta cambiando, e cosa deve ancora cambiare nella penisola balcanica. Tutto ciò senza dimenticare che il nostro contributo – da italiani e da europei – è uno degli ingredienti fondamentali della ‘ricetta’ per la stabilità e l’equilibrio della regione. (Foto ANSA)
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| Attraverso la propaganda mediatica, Bin Laden si mostra perfetto conoscitore dei sistemi della ‘guerra psicologica’ e della manipolazione delle masse ed inaugura il ‘terrorismo in franchising’, un sistema nel quale le cellule operative hanno vita propria, entro le linee guida emanate dalla leadership. Essenziale a questa strategia, rivolta, per fini differenti, tanto all’uditorio occidentale, quanto al mondo arabo, si rivela l’opera di mitizzazione che lo sceicco saudita fa di se stesso, trasformando l’uomo in leggenda, la carne in simboli. Questo articolo ne documenta i momenti più salienti, facendo scorrere i fotogrammi delle metamorfosi di Osama, da capo militare dei moujiaheddin a consigliere strategico dell’’esercito di Allah’, a leader politico di un ‘Califfato’ universale, sino a quella, più recente, di ideologo della guerra civile in Iraq tra sunniti e sciiti. (Foto www.jsonline.com)
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| Per raccogliere e contrastare la sfida lanciata dal terrorismo fondamentalista servono anche, e soprattutto, strumenti giuridici adeguati, efficaci e coordinati. L’articolata disamina delle innovazioni normative introdotte in Italia nel post-11 settembre, il confronto con le altre legislazioni europee, l’esame delle problematiche emerse a livello di cooperazione internazionale e l’individuazione di specifici ‘nodi’ (quali, ad esempio, le attività sotto copertura e l’utilizzo dei collaboratori) mostrano che molto è stato fatto, ma evidenziano anche alcune - seppur circoscritte - ‘debolezze’ di sistema, che l’autore auspica possano essere tempestivamente superate attraverso una più funzionale armonizzazione della legislazione anti-terrorismo in ambito comunitario. (Foto ANSA)
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| Abituati ad esportare la mafia nazionale all’estero, forse con compiaciuta vergogna (si scusi l’ossimoro), si è pervenuti in ritardo alla percezione del rischio criminale straniero in Italia. Si sono sottostimati, se non la pericolosità di alcune manifestazioni - quali traffico di droga, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero - almeno il disegno transnazionale più generale e composito. Il presente elaborato propone alcune osservazioni sulla minaccia integrata nigeriana. Sebbene molti analisti ritengano che il collante ‘strutturale’ di tale matrice criminale sia l’omertoso ossequio ad un fideismo superstizioso, sintetizzato dalle pratiche del voodoo o del ju-ju, tuttavia, ad una esplorazione successiva sono emersi caratteri fondanti ancor più complessi e pericolosi.
La nostra analisi, quindi, mira ad individuare e qualificare i fattori di rischio avvalendosi della conoscenza degli elementi costitutivi sociali, politici, economici, religiosi e culturali della Repubblica nigeriana.
Essi si ripetono all’interno del fitto contesto reticolare ordito nel tempo dalla locale criminalità a livello internazionale. Rete che si estende anche in Italia, attraverso una complessa filiera impermeabile e indefinita che ha le potenzialità di veicolare istanze integraliste, interessi illegali lobbisti ed attività delittuose. (Foto ANSA)
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| Una inedita chiave di lettura del fenomeno globalizzazione ci viene fornita dal dibattito sviluppatosi su questo tema tra le élite intellettuali cinesi. Si tratta di uno sguardo 'dall'interno' che consente, per la prima volta, di esaminare la questione dal punto di vista di un Paese impegnato ad individuare una via originale ed alternativa, in grado di contemperare esigenze di modernizzazione e rispetto della tradizione.
Gli esiti di questo dibattito, del resto, non saranno solo 'interni': i modelli di globalizzazione e di sviluppo economico adottati dalla Cina non possono, infatti, non avere ripercussioni sulle economie di altri Paesi, Italia compresa.(Foto ANSA)
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| L’articolo, di carattere divulgativo, si propone di offrire una panoramica esplicativa sulla grafologia, con particolare riferimento all’apporto che essa può offrire alla lotta contro la criminalità. Non pretendiamo di esaurire una disciplina tanto vasta e complessa, intendiamo, più che altro, dare una “pennellata” sull’argomento, per avvicinare il lettore ad una materia affascinante ma ancora non ben conosciuta.
In appendice alcune schede delle grafie di noti personaggi criminali.
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Rubriche |
STORIE DI CASA NOSTRA |
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| Il breve racconto, che non ha alcuna velleità letteraria o lessicale, raccoglie, in un impianto di pura fantasia, alcuni segni distintivi della Camorra, recuperati dalla memoria anticrimine ed integrati con le emergenti manifestazioni del complesso scenario criminale campano.
Si propone la danza di voci e ombre di una Napoli camorrista che non rappresenta tout court la società partenopea. Tuttavia fa parte della sua storia, mutuandone aspetti agiografici e derive anomiche. Dietro il sipario di ciascun attore si riconoscono le mille possibilità dell’essere camorrista, l’evoluzione del crimine e la progressiva divaricazione tra i modelli, tradizionale - legato al ‘territorio socio-economico’ in chiave strategica - e moderno - votato all’eccesso ed all’ipertrofia della violenza banditesca e della competitività. Sullo sfondo si staglia una Napoli poliedrica, evocazione delle sceneggiate e dei drammi intimi, ricca di suggestioni e di emozioni. Una città che custodisce segrete ansie, malesseri e desideri di riscossa. (Foto www.sibcol.com/images/cardneap)
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DALL’ARCHIVIO ALLA STORIA |
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| Se è noto che l’Italia è stata per lungo tempo un paese di forte emigrazione verso l’estero (e spesso questo dato viene citato negli attuali dibattiti sul fenomeno immigrazione), meno conosciuta è, forse, l’esistenza, sin dagli inizi del ‘900, di un ‘problema’ immigrazione che era all’attenzione delle autorità politiche e di pubblica sicurezza.
I due documenti qui presentati – che vogliono essere una sorta di contrappunto al forum di questo numero – contengono, infatti, alcune curiosità storiche sul fenomeno immigrati ai primi del Novecento e sulle strategie, all’epoca, adottate per contrastarne la diffusione.
Un’eloquente testimonianza dell’attenzione riservata al problema ci viene da una circolare emanata il 10 luglio 1901 da Giovanni Giolitti insediatosi da pochi mesi al Dicastero dell’Interno. (Foto www.filef.info)
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RECENSIONI |
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CRONOLOGIA DEL TERRORISMO |
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RELAZIONE SEMESTRALE
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redatta a cura della Segreteria Generale del CESIS
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