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GNOSIS 2/2005
Il tratto criminale:
indagini e grafologia


articolo redazionale

L’articolo, di carattere divulgativo, si propone di offrire una panoramica esplicativa sulla grafologia, con particolare riferimento all’apporto che essa può offrire alla lotta contro la criminalità. Non pretendiamo di esaurire una disciplina tanto vasta e complessa, intendiamo, più che altro, dare una “pennellata” sull’argomento, per avvicinare il lettore ad una materia affascinante ma ancora non ben conosciuta.
In appendice alcune schede delle grafie di noti personaggi criminali.



La grafologia:
un affascinante “arcano”


Additata in passato come qualcosa di ‘misterioso’ ed ‘indefinito’ - e persino inquadrata tra le ‘arti divinatorie’ - la grafologia, oggi riconosciuta come disciplina scientifica (1) , è così definita: “ un metodo di diagnosi scientifica ordinato alla conoscenza della personalità dello scrivente sulla base della scrittura individuale” (2) .
Nell’applicazione pratica, il grafologo anzitutto rileva i segni grafologici presenti in una scrittura - ognuno dei quali corrisponde ad un determinato significato psicologico -, successivamente li esamina nella loro reciproca interazione ed in rapporto all’aspetto generale della grafia, ed infine descrive la personalità dell’estensore.
Il risultato che ne consegue è un quadro psicologico dell’individuo, che viene ‘dipinto’ da diversi punti di vista - intellettivo, caratteriale, affettivo - così da poterne capire, ad esempio, il tipo di intelligenza, le attitudini e le capacità personali, le tendenze comportamentali in generale, l’estroversione/introversione e gli atteggiamenti adottati nei rapporti sociali, l’emotività (3) .


La “personalità grafica”
come specchio dell’anima


Nell’atto dello scrivere, ognuno di noi ‘proietta’ - sia pure a livello inconscio - se stesso sul foglio di carta, lasciando così l’impronta della propria personalità, definita appunto come “personalità grafica” (4) .
Si consideri infatti che la scrittura conserva tracce importanti sia del nostro temperamento innato, che degli effetti del ‘vissuto’ sullo sviluppo della personalità - ad esempio: traumi infantili, carenze affettive, esperienze personali di vario genere (5) .


Cenni storici

L’idea di una correlazione significativa tra la scrittura e la personalità è molto antica; infatti, in tutte le epoche storiche e presso tutte le civiltà si rilevano - negli scritti di filosofi, poeti, religiosi, letterati e medici - tentativi di approfondire, in vari modi, l’enigma del carattere umano, cercando di esplorare la vita interiore dell’individuo e di comprenderne i comportamenti attraverso lo studio della grafia.
Storicamente la grafologia nasce in Francia, nel 1830, grazie all’opera dell’abate Michon (1806-1881) e successivamente si perfeziona attraverso il lavoro di un suo allievo, J. Crépieux-Jamin (1858-1940), il quale elabora una rigorosa classificazione della scrittura e dei suoi segni grafici, richiamandosi allo spirito scientifico del tempo, ovvero al pensiero positivista.
In Germania, il chimico L. Klages (1873-1956) introduce nella grafologia concetti filosofici e metafisici.
Il caposcuola della grafologia svizzera è M. Pulver (1889-1953), autore di derivazione junghiana, che utilizza il criterio dell’approccio globale nell’esame della scrittura ed introduce per primo la psicanalisi nella grafologia.
In Italia, a parte i tentativi pionieristici di C. Lombroso, molto si deve all’opera di Padre G. Moretti (1879-1963) - autentico caposcuola della grafologia italiana - che ha dato al suo lavoro un’impostazione idiografica, centrata cioè sul concetto basilare dell’unicità ed irripetibilità dell’individuo, ed ha elaborato una personale interpretazione dei segni grafici.
Nel tempo, attraverso l’opera dei vari capiscuola e dei loro seguaci, la grafologia si è poi diffusa nel mondo ed ha ormai raggiunto la dignità di scienza.


La grafologia oggi

La figura del grafologo, soprattutto nel mondo occidentale, trova ormai riconoscimento ed ampia possibilità di impiego anche in settori diversi da quelli prettamente criminologici e peritali.
Ad esempio, fra i vari campi di applicazione, la grafologia viene utilizzata da molte aziende per l’assunzione e l’avanzamento del personale, poiché consente di valutare l’idoneità del candidato non solo in merito ai requisiti intellettivo/caratteriali posseduti, ma anche riguardo alle aspirazioni individuali (6) . Sempre all’interno delle imprese, l’esame grafologico si rende utile anche per la formazione di ‘team’ armonici e funzionali, affiatati e collaborativi.
La grafologia viene impiegata anche in ambito scolastico, sia per l’orientamento dei ragazzi nella scelta mirata, e quindi più soddisfacente, del percorso di studi, sia per una migliore e tempestiva comprensione delle difficoltà vissute dall’adolescente che, qualora trascurate, potrebbero sfociare in problematiche più gravi.
Un altro campo di applicazione è quello di interesse psico-socio-medico, nella fattispecie, quello relativo al recupero delle persone affette da forme di dipendenza, sia da alcol che da sostanze stupefacenti. In questo caso, la grafia del paziente - se opportunamente ‘monitorata’ nel tempo - consente di ottenere importanti indicazioni in merito alla sua personalità, alle motivazioni della dipendenza, agli effettivi progressi clinici, alle modalità atte a favorire un migliore reinserimento sociale. Inoltre, non bisogna dimenticare l’ambito psichiatrico, dove la grafologia studia il rapporto tra patologia mentale e scrittura. Infine, l’esame della scrittura risulta utile anche ai fini della compatibilità di coppia.
Oggi la grafologia è in continua evoluzione e, come si addice ad ogni scienza che si rispetti, si perfeziona sempre più nei contenuti e nei linguaggi, nelle tecniche e nelle metodologie, nei vari ambiti di specializzazione.


Interdisciplinarietà
della grafologia


Pur nella giusta consapevolezza dei propri limiti, la grafologia - grazie all’intrinseca capacità di calarsi nel profondo della personalità umana, cogliendone sapientemente le molteplici sfaccettature, nonché grazie alla sua notevole versatilità di applicazione - è ampiamente correlabile a tutte quelle discipline che incentrano, a qualsiasi titolo, il loro interesse sull’uomo, come: la psicologia, la psicoanalisi, la sociologia, la criminologia, l’antropologia, la pedagogia, la psichiatria, la medicina (7) .
A tal proposito, è doveroso ricordare - fra i tanti - alcuni contributi interdisciplinari di notevole importanza, come quello offerto da A. Teillard (1889-1978), grafologa ed analista estone di formazione junghiana, che ha studiato - con proficui risultati - la correlazione tra la grafologia e le teorie psicoanalitiche di Freud e Jung, oppure come le interessanti ricerche condotte dalla grafologa e sociologa tedesca R. Wieser sui risvolti di natura criminologica riscontrati nelle grafie di numerosi adolescenti incorsi in varie tipologie di reato.
Rispetto alle altre discipline dello scibile umano, sussiste però un rapporto privilegiato - per così dire ‘principe’ - tra la grafologia e la psicologia (al di là delle diverse scuole e metodologie psicologiche) e non potrebbe essere altrimenti, considerato che la grafologia è, di fatto, una forma di psicologia applicata alla scrittura.
Peraltro, diversi studi hanno dimostrato, anche in tempi recenti, il buon grado di interazione e di complementarietà esistente tra l’analisi della scrittura ed alcuni test psicologici, quali: Rorschach, Szondi, MMPI, TAT, Rosenzweig P-F Study, il risultato scaturito da queste sperimentazioni ‘incrociate’ è stato proprio quello di giungere ad una più completa ed approfondita conoscenza della personalità umana (8) .
Pertanto questa interdisciplinarietà, da un lato, testimonia l’innegabile flessibilità propria dello strumento grafologico e, dall’altro lato, costituisce un punto di forza della grafologia ed una conferma della sua scientificità.


La grafologia al servizio
della sicurezza e della verità


La criminalità rappresenta da sempre, ed oggi ancora di più, un problema di primaria importanza ed una fonte di notevole preoccupazione per ogni tipo di società. E’ noto che, nel mondo contemporaneo, il crimine - considerato in generale - possiede infinite implicazioni, risulta destabilizzante per la civile convivenza, ha un forte impatto emotivo sull’opinione pubblica, comporta non pochi costi sociali per l’intera collettività. E’ quindi opportuno utilizzare ogni possibile mezzo di contrasto alla criminalità, compresa la grafologia, che costituisce un potente strumento di conoscenza del criminale, soggetto ‘principe’ di qualsivoglia fenomeno criminoso.


Il grafologo:
“investigatore della psiche”


Il grafologo si inserisce nell’ambito criminologico a pieno titolo ed offre un valido contributo ‘info-operativo’ alle indagini attraverso lo studio della psiche umana, sia analizzando i singoli tratti psicologici e le funzioni psichiche (9) del soggetto criminale, sia individuando le sue tendenze comportamentali.
Inoltre, occorre sottolineare che la sostanziale efficacia dello strumento grafologico è individuabile anche nella particolare malleabilità che lo caratterizza, rendendolo adattabile a molteplici circostanze.
La sua versatilità consente infatti di:
• finalizzare l’analisi sui tratti psicologici ed i comportamenti di interesse contingente e specifico, piuttosto che sugli aspetti più generali e manifesti della personalità;
• esaminare manoscritture vergate in tempi diversi, per capire meglio ‘le orme lasciate dal vissuto’ sulla personalità dell’individuo;
• operare ‘con discrezione’, ossia senza la necessità di un coinvolgimento diretto del soggetto interessato.
Per illustrare l’effettiva utilità della grafologia a livello investigativo, si propone una trattazione specifica delle principali tecniche investigative ad oggi utilizzabili dai grafologi - tecniche in continua evoluzione - e che permettono di valutare: la predisposizione a delinquere, la compatibilità tra indiziato e reato, la capacità di intendere e volere, la reiterazione del crimine, le dinamiche dei gruppi criminali, l’attendibilità dei collaboratori di giustizia e delle fonti (10) .

Predisposizione a delinquere
Lo studio approfondito della struttura di personalità, intesa come causa primaria della condotta umana, consente al grafologo di esprimere un parere in merito alla predisposizione a delinquere di un sospettato (11) , definita come: “una tendenza a portare pregiudizio agli interessi di un altro o a non rispettarli a vantaggio dei propri; ciò a un grado non tollerabile per la convivenza umana” (12) .
Nella pratica, si tratta di individuare quei segni che, se presenti nella scrittura in forma ‘estrema’ o patologica, costituiscono indici grafologici della “personalità criminale” e della conseguente predisposizione a delinquere.
Da questo punto di vista, assumono una particolare importanza elementi quali, ad esempio: l’aggressività/impulsività, l’instabilità emotiva (possibile causa di vulnerabilità interiore ed insicurezza), l’egocentrismo/narcisismo (l’eccessivo bisogno di soddisfare il proprio ego, anche a scapito degli altri), l’esaltazione fanatica, la spietatezza/freddezza del sentimento, il desiderio di vendetta/rancore, l’amoralità, la perversione sessuale.

Compatibilità tra indiziato e reato
E’ un tipo di valutazione grafologica simile alla predisposizione a delinquere ma meno generica; infatti l’esame è mirato, in maniera specifica, a comprendere se il profilo psicologico di un sospettato risulti compatibile - e magari anche in quale grado - con quello dell’autore di un reato.

Capacità di intendere e volere
La necessità di accertare se un individuo sia in possesso delle capacità di intendere e volere è di fondamentale importanza tanto nel diritto penale, quanto a livello procedurale ed investigativo. In tale ambito l’esame grafologico si rende utile in vari modi, sia per stabilire l’attendibilità di testimoni di reati, sia nel caso di persone sospettate di delitti.
L’accertamento del possesso di tali capacità, nei suoi vari gradi, è infatti determinante ai fini di una più completa e corretta valutazione dell’imputabilità dell’indagato e della eventuale determinazione della pena. A tal proposito, ove si disponga di idonee manoscritture, può risultare proficuo lo studio comparato di più grafie vergate dal sospettato in un arco temporale a cavallo dell’evento criminoso.
L’affiancamento del grafologo a specialisti medici del settore, quali psichiatri e neurologi, coniuga figure professionali con competenze distinte, ma con un unico obiettivo, ossia quello di stabilire non solo se un soggetto si trovi nelle condizioni di incapacità di intendere e volere, ma anche se si tratti di condizioni di tipo transitorio (per assunzione di alcool, farmaci, stupefacenti, oppure a seguito di patologie mentali di natura episodica) oppure permanente.
Inoltre, la medesima problematica investe anche il diritto civile, nei suoi vari ambiti, e ciò si dimostra palese nei casi di testamenti olografi, donazioni, contratti, matrimoni, ecc, per stabilire se un atto possa essere suscettibile di annullamento poiché vergato in condizioni di incapacità.

Reiterazione del crimine
Il grafologo può essere chiamato anche ad esprimere un parere in merito all’eventualità che una persona possa reiterare - ovvero torni a compiere - un determinato crimine. Quanto detto è rilevabile dalla grafia mediante l’individuazione di quei tratti psicologici che - qualora presenti in maniera molto intensa e frequente - sono indicativi di una certa forma mentis, che rende l’individuo incline a ripetere il reato già commesso o a compierne di simili. Tra i vari elementi considerati in sede di valutazione si citano, a titolo di esempio:
• la marcata rigidità mentale, fautrice di caparbia ostinazione e di notevole soggettività del giudizio;
• le condizioni di forte disagio psichico o di deficit affettivo/intellettivo (13) .


Dinamiche dei gruppi criminali
Nell’ambito di indagini relative a particolari fenomeni sovversivi - come il terrorismo e la criminalità organizzata, dove la ‘dimensione individuale’ del crimine si sposa con quella ‘collettiva’ - può risultare utile cercare di delineare i ruoli assunti da ciascun membro del gruppo criminale e le specifiche dinamiche interpersonali che ne conseguono.
A tal proposito, lo strumento grafologico - tramite l’analisi di personalità - è in grado di intervenire a più livelli:
individuale, tentando di capire - in linea di massima - quale ruolo potrebbe rivestire il sospettato all’interno del gruppo di appartenenza, unicamente sulla base delle attitudini che lo qualificano;
collettivo, qualificando in maniera più specifica le posizioni (ad esempio leader piuttosto che gregario) e le mansioni (in generale, di tipo ‘teorico/organizzative’ oppure ‘pratico/esecutive’) eventualmente attribuibili agli esaminati in seno al gruppo.
Inoltre, la comparazione tra scritture di più individui consente di evidenziare la maggiore o minore compatibilità caratteriale - vista in termini di affinità interpersonale - tra i diversi appartenenti alla medesima organizzazione criminale, ciò al fine di comprenderne meglio le dinamiche relazionali interne (14) .

“Una mente da leader”
(Un profilo ‘virtuale’ del capo di un gruppo terroristico)
Chi risulti possedere una buona dose di ferocia ed astuzia, una certa aridità emotiva, una spiccata energia vitale, una grande determinazione e tenacia, una lucida freddezza nel prevedere ed organizzare eventi, può assumere il ruolo di leader all’interno di un qualsiasi gruppo terroristico, sia a livello teorico come ideologo e pianificatore strategico, sia a livello operativo indossando i panni del ‘generale’ che dirige le truppe ‘sul campo’ e le guida in azioni cruente ed articolate.

Attendibilità dei collaboratori di giustizia e delle fonti
E’ un esame che può avere delle interessanti applicazioni di carattere sia investigativo che info-operativo (15) , e consente al grafologo di esprimere un parere ‘di massima’ sull’affidabilità dei ‘collaboratori di giustizia’ e degli ‘informatori’.
Per fare ciò si valutano i segni grafologici che indicano l’inclinazione all’inganno, ovvero quella tendenza comportamentale che porta l’individuo a:
dissimulare: nascondere alcune informazioni senza però dire nulla di falso;
falsificare: dire cose false spacciandole per vere.


La perizia grafica su base
grafologica


Nella storia, l’esigenza di accertare l’autenticità o la falsificazione di grafie ha radici antiche (16) . Nel tempo, tale esigenza ha portato alla nascita del perito calligrafo, la prima figura nota di ‘esperto’ in manoscritture e - fino ad un passato molto recente - l’unico ‘titolato’ ad espletare perizie in materia (17) .
In sede di accertamenti, il calligrafo applica il cosiddetto metodo calligrafico, basato sull’esame della morfologia delle lettere, ovvero sullo studio della loro forma e dimensione. Quindi, per esprimere un giudizio di autenticità in merito ad una scrittura, si limita all’esclusivo confronto tra le semplici caratteristiche ‘esteriori’ riscontrabili tra la grafia in verifica e quelle comparative.
Tuttavia, negli anni, le lacune di tale metodo sono emerse in maniera sempre più evidente (18) , aprendo così la strada, in campo peritale, ad una nuova e più completa figura professionale: il perito grafico su base grafologica (19) . Infatti, tale figura adotta il metodo grafologico e pertanto, nel confrontare le manoscritture, non si ferma alla mera osservazione morfologica delle singole lettere - come nel caso del calligrafo - ma procede ad una valutazione ‘a tutto campo’ del tracciato di scrittura, utilizzando così al meglio l’intero patrimonio tecnico offerto dalla grafologia (20) .
Il risultato pratico è quello di identificare in modo più compiuto e certo l’estensore della scrittura in verifica - nonostante l’abilità personale del falsario - cogliendo appieno tutti gli elementi grafici che caratterizzano, in maniera univoca, la manoscrittura di una persona (in quanto propri di quel solo individuo e di nessun altro).
L’attività del perito grafico trova applicazione in molteplici campi, in particolare nelle aule di Tribunale, sia in sede civile che penale, nonché nell’ambito delle indagini criminali (21) . Inoltre, può operare anche all’interno di un collegio peritale, ossia insieme ad altre figure professionali, qualora la perizia da espletare debba soddisfare più quesiti e quindi richieda il possesso di competenze specialistiche extragrafologiche (22) .


Campi di applicazione
della grafologia peritale


Le modalità con le quali è possibile falsificare una grafia sono riconducibili a due categorie principali: l’imitazione e la dissimulazione.
L’imitazione costituisce il tentativo di riprodurre l’altrui grafia nella maniera più precisa ed accurata possibile. E’ un’attività che richiede una notevole abilità - paragonabile al talento di un grande falsario di opere d’arte - che permette al contraffattore di ‘plasmare’ il proprio modus scrivendi allo specifico modello da imitare.
Al contrario, la dissimulazione - a rigor di logica più facilmente praticabile - non rappresenta altro che l’atto dello scrivere ‘mascherando’ la propria grafia allo scopo di non farsi riconoscere; tutto questo si realizza mediante alterazioni che privano la scrittura delle caratteristiche peculiari e quindi identificative dell’autore.
Dunque, per smascherare una falsificazione, il perito cerca di individuare nello scritto incriminato i punti in cui riaffiora quella spontaneità grafica del falsario che lo porta a tradirsi; ciò può avvenire sia a causa dell’inevitabile caduta di attenzione che un tale sforzo psicofisico comporta, che per superficialità o eccessiva presunzione (23) .
A fronte di tali presupposti teorici - in apparenza piuttosto semplici - all’atto pratico il perito grafico si trova ad affrontare una casistica alquanto articolata e complessa, spesso caratterizzata da una serie di implicazioni sia grafiche che extragrafiche. Infatti, affinché possa espletare una perizia qualitativamente valida, è necessario che il perito abbia competenze specialistiche di buon livello, un certo ‘fiuto’ che gli consenta di reperire le grafie di comparazione più idonee, nonché lo scrupolo di informarsi con precisione su fatti e situazioni determinanti ai fini della perizia (come particolari condizioni di salute, stati di incapacità di intendere e di volere e quant’altro di interesse).
Ciò detto, si citano alcuni tra i più frequenti casi pratici in cui l’applicazione della grafologia peritale assume una particolare rilevanza:
• la contestazione di firme apposte su titoli di credito, contratti, fideiussioni et similia. Si tratta delle classiche situazioni in cui un assegno viene firmato da persona diversa dall’intestatario del conto (ad esempio, allo scopo di perfezionare una truffa o un raggiro), oppure una cambiale viene sottoscritta dissimulando la propria firma (per poi eventualmente disconoscerla ed evitare così il dovuto pagamento);
• l’impugnazione di testamenti, in relazione ai quali la dichiarazione di autenticità della firma o del testo manoscritto può essere determinante ai fini della validità dell’atto;
• le indagini relative ai casi di presunto suicidio. Si pensi all’importanza di stabilire se un caso di apparente suicidio non si riveli invece una simulazione per nascondere un omicidio, accertando l’autenticità della grafia con cui il suicida scrive il solito ‘messaggio di addio’;
• le investigazioni in merito alle manoscritture anonime. Questo tipo di missiva è riconducibile a quattro categorie principali: diffamatoria, minatoria, ricattatoria e rivendicativa. Compito del perito è quello di identificare l’anonimista tramite il confronto con la grafia di un sospettato.


Conclusioni

A fronte del crescente interesse, consenso e curiosità che, in seno a molteplici ambienti, si manifesta da tempo nei riguardi della grafologia, l’articolo ha cercato di sottolineare l’importanza del contributo pratico che questa disciplina può offrire all’impegno nella lotta contro il crimine.
Infatti, superando i pregiudizi spesso dettati solo da una scarsa conoscenza della materia, questa scienza si dimostra sempre più valida ed attuale proprio alla luce dei risultati conseguiti in più settori.
Quindi la grafologia - che potrebbe apparire ‘obsoleta’ in quanto rivaluta il ‘primitivo’ concetto di manualità proprio nell’era di internet e dell’high tech - conferma invece la sua modernità grazie al rigore scientifico ed all’efficacia tecnica che caratterizzano il metodo grafologico.
Pertanto, anche alla luce di quanto esposto in questa sede, si auspica una maggiore valorizzazione ed utilizzo della grafologia ad ampio raggio, tanto per l’analisi di personalità quanto a fini peritali.


Jack lo squartatore


Foto di grafia tratta dal Corso di Grafologia Medica, tenuto dal Prof. V. Tarantino presso la Scuola Medica Ospedaliera di Roma nell’anno 2004.

Elementi storici: fra i numerosi casi di omicidi seriali, la storia di Jack lo squartatore è forse quella che, più di tutte, ha suscitato un interesse mondiale. Dietro questo pseudonimo si nasconde, nella Londra vittoriana del 1888, un crudele omicida che sgozza, sventra e massacra cinque prostitute senza lasciare tracce.La sua reale identità rimane tuttora un mistero.
Elementi psicologici: l’assenza di calore umano, la marcata tendenza all’aggressività, la ferocia e l’irrefrenabilità degli impulsi alimentano la ricerca del piacere sadico. L’autore soddisfa il proprio istinto sessuale deviato, perverso e maniacale compiendo omicidi violenti e sanguinari.
Elementi grafologici: contesto grafico in generale disomogeneo e squilibrato, pressione scrittoria marcata in modo non uniforme, inchiostrazione spesso “impastata”, strettezze negli ovali, tra lettere e parole, grafia angolosa ed acuminata, aste inferiori “conficcate” nel rigo sottostante.



Charles Manson


Foto di grafia tratta dal sito internet: www.handwriting.org/main/samples/cmanson2.html.

Elementi storici: Charles Manson, uno tra i più famosi assassini della storia recente, nasce in America nel 1934 da una prostituta alcolizzata ed all’età di trent’anni vanta già un vasto ‘curriculum’ criminale. Convinto satanista e forte consumatore di sostanze allucinogene, fonda e diventa leader della comune ‘Famiglia Manson’, dedita a furti, scassi ed omicidi. È soprattutto ricordato per aver massacrato, con numerose coltellate, nel 1969, nove persone, fra cui l’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski. E’ tuttora detenuto.
Elementi psicologici: soggetto psicopatico, non esente da follia visionaria e da confusione mentale. Violento e perverso, la sua instabilità emotiva lo predispone a compiere atti di particolare crudeltà in maniera frenetica ed incontrollata. Il carisma e la determinazione gli permettono di influenzare - esaltandole - le personalità più deboli e labili. Nell’immaginario collettivo è diventato la rappresentazione stessa del male
Elementi grafologici: tutti gli elementi della scrittura variano in maniera disarmonica e confusa, rendendo il contesto grafico disomogeneo: disordine nella distribuzione degli spazi grafici, ridotta scioltezza del gesto scrittorio, alternanza di strettezze e larghezze negli ovali, nonché tra lettere e parole, dimensioni letterali variabili, grafia nel complesso angolosa, trattini delle "t" slanciati, firma parzialmente cancellata da un agesto scrittorio superfluo.



Adolf Hitler


Foto di grafia tratta da M. Moracchini, Il manuale della grafologia, Ed. Hobby & Work, Bresso (MI), 1996.

Elementi storici: Hitler non ha certo bisogno di ‘presentazioni’. Tra gli episodi marginali, alcuni sono particolarmente indicativi della sua ‘mente malata’. E’ nota la sua convinzione di essere la reincarnazione di Federico II di Prussia e gli storici ricordano come il successo dello sbarco alleato in Normandia possa essere considerato anche frutto del fortissimo timore dei generali tedeschi di contravvenire agli ordini impartiti, per le reazioni violente di Hitler (infatti, poiché il dittatore aveva chiesto di non essere svegliato, le due divisioni corazzate di stanza a Calais, rimasero inopportunamente bloccate).
Elementi psicologici: personalità di tipo isteroide, con sintomi di nevrosi ossessiva. Carattere facilmente irritabile, urtante e scontroso, spesso contraddittorio, perennemente in preda ad intense fasi di eccitazione - che producono un notevole dispendio di energie - alternate a fasi di scoraggiamento e di prostrazione. Natura collerica, violenta, aggressiva e rivendicatrice, in reazione ad un forte complesso d’inferiorità ed al profondo senso di frustrazione. Spiccato acume intellettivo, completa indifferenza nei confronti dello sterminio e della devastazione, smisurato desiderio di conquista alimentato da mitomania, costante ossessione di essere tradito.
Elementi grafologici: grafia rigida, angolosa ed acuminata. Dimensioni letterali talmente ridotte da renderla prtaicamente illeggibile. Strettezza negli ovali, tra lettere e parole; forte aderenza al rigo di base 'immaginario' con vistose cadute in fine di rigo.



Alì Agca



Corso di Grafologia Medica, tenuto dal Prof. V. Tarantino presso la Scuola Medica Ospedaliera di Roma nell’anno 2004

Elementi storici: Roma, Piazza San Pietro, 13 maggio 1981. Il turco Mehmet Alì Agca - militante nell’organizzazione terroristica di estrema destra denominata ‘Lupi grigi’, guidata da Oral Celik - assurge improvvisamente alle cronache mondiali per l’attentato al Pontefice Giovanni Paolo II. Dietro l’attentato, l’ombra del KGB e dei servizi segreti bulgari che, tramite i loro colleghi turchi, arruolano il killer Agcà. Condannato all’ergastolo, dopo 19 anni di reclusione in Italia, viene estradato in Turchia - a seguito della grazia concessa dal Presidente Ciampi nel 2000 - per scontare la pena relativa all’omicidio del giornalista Abdu Ipekci, avvenuto nel 1979. Attualmente è detenuto nelle carceri turche.
Elementi psicologici: individuo disadattato ed asociale che, dietro la maschera di una personalità ‘forte’, cela l’insicurezza ed il bisogno di modelli da emulare. La forma mentis rigida e schematica, la freddezza del sentimento ed il notevole controllo emotivo, lo rendono certamente un buon esecutore ma non un leader. Infatti, per poter rivestire un tale ruolo, ad Agcà mancano - fra l’altro - il dovuto carisma, lo spirito di iniziativa e le capacità di pianificazione a lungo termine.
Elementi grafologici: contesto grafico nel complesso rigido, accurato e monotono; scarso spazio tra le parole, lettere componenti le parole non legate fra loro, eccessiva irregolarità del margine destro.



Tommaso Buscetta


Foto di grafia tratta dal Corso di Grafologia Medica, tenuto dal Prof. V. Tarantino presso la Scuola Medica Ospedaliera di Roma nell’anno 2004.

Elementi storici: Tommaso Buscetta, personaggio di spicco della mafia siciliana, noto anche come ‘Don Masino’. E’ il primo pentito della storia; ha pagato, con l’uccisione dei suoi familiari più cari, il suo contributo alla giustizia. Muore nel 2000 a New York dopo aver collaborato per anni anche con la magistratura statunitense.
Elementi psicologici: Buscetta ha un carattere volitivo, autoritario, puntiglioso, determinato ed inflessibile; complessivamente possiede il carisma e la tempra del leader. Nella sua personalità, dai tratti isterici, si riscontra un’impulsività intensa e spesso incontrollata che, in caso di contraddizione, può esplodere in repentine e plateali manifestazioni d’ira. E’ un individuo facile a simpatie ed antipatie istintive, capace di forte amore come di forte odio: può nutrire stima anche nei confronti di un ‘nemico’- come avvenuto nei riguardi del giudice Falcone - se viene considerato valente e degno di rispetto.
Elementi grafologici: aste delle lettere inclinate verso destra, presenza di alcuni segni dell’inganno, alternanza disarmonica di forme curve ed angolose, talvolta tracciate con stentatezza, disomogeneità nella dimensione delle lettere, grafia che procede verso l’alto, eccessivo volume degli ovali, trattini delle ‘t’ uncinati, interruzioni improvvise nel collegamento tra le lettere della parola, forme letterali talora illeggibili, irregolarità nella distanza tra le lettere e tra le parole, firma vistosa con 'paraffo' sottostante.


(1) Essa risponde infatti ai “Postulati epistemologici delle scienze umane” di K. Popper: oggettività della grafia in esame (in quanto lo scritto esiste realmente), intersoggettività del metodo (che, se applicato correttamente, porta al medesimo esito a prescindere da chi lo applica), verificabilità dei risultati ottenuti.
(2) AA. VV., Dizionario di psicologia, Edizioni Paoline, Torino, 1986, pag.475.
(3) Affinché lo strumento grafologico produca risultati ottimali, è necessario che il campione di scrittura sia: disponibile in originale, non troppo esiguo, vergato in carattere corsivo ed in modo spontaneo, accompagnato dalla firma e dai dati anagrafici dell’estensore (allo stato attuale delle conoscenze grafologiche, determinare il sesso e l’età dell’autore di un manoscritto anonimo è possibile solo in termini di presumibilità). Qualora il campione non risponda a detti requisiti, l’analisi grafologica fornirà indicazioni parziali o comunque limitate.
(4) La grafologia si fonda proprio su questo ‘principio cardine’ che la sperimentazione sul campo, condotta nel tempo, ha ormai ampiamente convalidato.
(5) Inoltre, sulla grafia influiscono sia gli stati d’animo contingenti, sia i cambiamenti umorali, che i fattori anagrafici e patologici.
(6) Infatti,nell'ottica 'dell'uomo giusto al posto giusto', le informazioni fornite dalla grafologia possono risultare preziose per massimizzare il rendimento personale.
(7) Per quanto riguarda l'interazione tra medicina e grafologia, si ritiene interessante citare la rivista trimestrale: Grafologia Medica - organo ufficiale del Centro Internazionale di Grafologia Medica - diretta dal Prof.Vincenzo Tarantino e pubblicata in Italia ed all'estero dal 1992.
(8) Al riguardo, si veda: Anna Maria Pietropaoli, Test di Rorschach e grafologia nell’analisi di un caso, su Grafologia Medica n. 2/96, pagg. 14-21, Edizioni Cigme, Roma, giugno 1996.
(9) Si fa riferimento alle funzioni psichiche - percezione, attenzione, memoria, ideazione, affettività, volontà e coscienza - citate nel Manuale per operatori criminologici e psicopatologi forensi di Vincenzo Mastronardi, ed. Giuffrè, Milano, 2001.
(10) L’insieme di queste tecniche investigative consente di riversare sul piano pratico la globalità delle teorie proprie della criminologia grafologica.
(11) La stessa metodologia analitica può essere utilizzata anche nel caso di manoscritture anonime di carattere minatorio, per valutare l’effettiva pericolosità sociale dell’anonimista.
(12) R. Trevisani, Roda Wieser: il “Grundrhythmus” e la disposizione alla criminalità nella scrittura, in Criminologia grafologica - Atti del 2° convegno nazionale, Scuola superiore di perizie, Prato, 1998, p.175.
(13) Nei casi in cui si riscontri grafologicamente un particolare malessere interiore, si demanda l’approfondimento diagnostico agli specialisti deputati, nel rispetto deontologico delle specifiche competenze (“Il grafologo si deve astenere dal fare diagnosi in settori riservati al campo della medicina”. Art. 6 del Codice Deontologico Europeo di Grafologia, 1° gennaio 1992).
(14) Nel corso degli anni, ci sono state organizzazioni che hanno subito cambiamenti dovuti a divergenze personali proprio di natura caratteriale, oltre che ideologiche o strategico/operative.
(15) In questa sede, per quanto concerne la tematica dell’inganno, si fa riferimento ad illustri autori della letteratura grafologica: come G. Moretti (segni della menzogna) e M. Pulver (segni dell’insincerità) nonché all’intervento di A. Magni, I segni dell’inganno, in Criminologia Grafologica, op. cit.
(16) Infatti, già nel 539 d.C. l’imperatore Giustiniano affermava: “La somiglianza delle scritture ci è molto sospetta: è un argomento che ci ha più volte ingannati; non saremmo a considerarlo finché non avremo prove migliori.”.
(17) La figura del perito calligrafo, letteralmente ‘esperto in bella scrittura’, trae origine dalla convinzione che i calligrafi - in quanto ‘maestri del bello scrivere’ - e gli scrivani - in quanto ‘abili nell’arte dello scrivere’ - fossero necessariamente le figure più idonee ad espletare perizie su manoscritture.
(18) Infatti, già dagli anni ’50, la Magistratura aveva compreso che: “Una perizia grafica prevalentemente basata sul metodo dell’interpretazione calligrafica è generalmente insufficiente, senza il contributo di una attenta interpretazione grafologica, a dirimere il pericolo di errori nel responso offerto al Magistrato” - Sentenza della Corte di Cassazione penale, sez. II, del 23.12.1959.
(19) Il perito grafico è entrato a pieno titolo nelle aule di Tribunale in base al Decreto legislativo n. 271 del 28.7.1989, art. 67.
(20) La versatilità e la completezza proprie del metodo grafologico consentono al perito l’utilizzo dei segni grafologici tanto ai fini strettamente tecnici - in sede di confronto fra scritture - quanto ai fini analitici per stilare, ove richiesto, un profilo di personalità dalla grafia; ciò non è invece possibile al perito calligrafo che non conosce la grafologia.
(21) Il perito può ricevere l’incarico peritale dal Giudice (in tal caso, nel civile, prende il nome di Consulente Tecnico d’Ufficio o C.T.U. mentre, nel penale, viene definito semplicemente “perito”) oppure da una delle parti in causa (in questo secondo caso, sia nel civile che nel penale, assume la denominazione di Consulente Tecnico di Parte o C.T.P.).
(22) In sede peritale, è infatti possibile che si debbano espletare accertamenti extragrafologici di vario tipo, ad esempio: merceologici (relativi alla qualità del supporto cartaceo ed al suo invecchiamento naturale o ‘artificialmente indotto’), chimici (sulla natura, la datazione, l’alterazione, la sovrapposizione degli inchiostri), medico-psichiatrici (ove siano ravvisabili patologie organiche o mentali).
(23) Al riguardo si veda l’intervento del Prof. Franco Torbidoni, “La presunzione: uno dei difetti dei falsari e dei dissimulatori”, tenuto presso il Convegno organizzato dall’Associazione Grafologi Giudiziari a Napoli il 30.11.2002.

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