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sommario 1/2005
Editoriale
   
   
Forum
Terrorismo islamico: il nemico di tutti
che fare?

Rispondono Magdi ALLAM, Lucio CARACCIOLO, Padre Giuseppe DE ROSA, Maurizio MOLINARI
Il primo titolo al quale avevamo pensato per questo Forum era “Islam radicale contro occidente. Che fare?”. Una veloce riflessione critica ci ha suggerito il cambiamento, perché ormai l’asse di conflitto con l’Islam radicale attraversa frontiere ben più ampie di quelle dell’Occidente geografico e politico. Il conflitto col radicalismo vede infatti in prima linea, oltre alle democrazie laiche e liberali, molti stati a maggioranza islamica, l’est Europa, i Balcani, Israele. (Foto ANSA)
 
Saggi e articoli
Il ’68: miti, realtà, eredità di quegli “anni formidabili”
di Pio MARCONI
Sul ’68 sono stati versati fiumi d’inchiostro. Ne sono state offerte, spesso, letture “politiciste” tutte sottese dall’accusa che la data simbolo della prima rivolta giovanile globale dell’età contemporanea sia da considerare anche l’inizio dei terrorismi europei degli anni 70-80. Mario Capanna ha definito quel periodo addirittura “anni formidabili”. Pio Marconi ci offre un’analisi del “fenomeno 68”, profonda quanto sintetica, dalla quale emergono le vere matrici di una rivolta giovanile, spontanea e irridente (almeno agli inizi), che ha inciso profondamente su tutti i modelli di (ri)costruzione delle società occidentali dopo il secondo conflitto mondiale. Un fenomeno che è stato studiato e approfondito in tutte le sue mille sfaccettature ma che ha visto come uno dei suoi più perspicaci e profondi analisti non un politologo, non un filosofo, non un accademico ma un Pontefice: Paolo VI. (Foto ANSA)
La nuova sintassi del terrore e la crisi dello Stato nazionale
di Ciro SBAILÒ
Gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno determinato un cambiamento epocale nella storia dell’umanità che ha totalmente sconvolto i tradizionali concetti di sicurezza, di guerra e terrorismo. Le analisi politiche e strategiche degli attacchi alle Twin Towers e al Pentagono hanno trovato la massima espressione nel rapporto della “Commissione d’Indagine sull’11 settembre” e nella relazione della “Commissione del Senato americano sull’intelligence”. Dalla loro lettura emerge la necessità di una riforma del modello di intelligence statunitense, che si caratterizzava per l’assenza di coordinamento, la scarsa considerazione delle informazioni e la limitata collaborazione tra le agenzie. Di errori la Intelligence Community ne ha compiuti parecchi (soprattutto nei confronti della minaccia proveniente dai terroristi islamici) anche perchè vittima di inefficienze che, solo attraverso un radicale mutamento del sistema (che parta dalla nascita di una struttura di “supervisione” dei programmi d’intelligence) potranno, in futuro, essere evitati. (Foto ANSA)
I percorsi dell’ideologia B.R.
1^ e 2^ posizione

articolo redazionale
Fin dal loro esordio le Brigate Rosse sono state segnate da polemiche e divisioni interne. L’analisi si propone di ripercorrere i termini di un dibattito, prima interno e poi reso pubblico, che maturò nel corso della prima metà degli anni ’80 e le cui posizioni sopravvivono nel panorama eversivo attuale. (Foto ANSA)
Con i Patriot Acts verso un nuovo modello di sicurezza
di Giorgio REBUFFA
L’analisi dell’evoluzione subita dal sistema giuridico-legale americano, dopo i tragici avvenimenti dell’11 Settembre, induce a ritenere che la violata “insularità” americana e l’accresciuta emotività di quel popolo impongano l’adozione di ulteriori misure atte ad arginare la “guerra senza fronte”. (Foto ANSA)
L’emancipazione femminile secondo Bin Laden:
la chiamata delle donne al Jihad

articolo redazionale
Il trattamento riservato alle donne è la cartina al tornasole del conservatorismo dell’Arabia Saudita, dominata dal rigore morale dell’ortodosssia wahabita. Eppure, in questo scenario fitto di contraddizioni politiche e sociali interne, i seguaci di Al Qaeda compiono un’operazione mediatica innovativa, lanciando in rete AL KHANSA, un mensile destinato all’addestramento ideologico e militare delle “mujahidat” (le combattenti), che ricalca analoghe recenti pubblicazioni jihadiste tradizionalmente “al maschile”. Si tratta di una svolta nelle progettualità della rete terroristica internazionale sinora limitata all’esclusivo impiego di uomini nelle “operazioni” militari, a differenza dell’intifada palestinese o dell’estremismo nazionalista ceceno. In questo articolo, ci si chiede quali siano i fattori strategici, mediatici, sociali in gioco e se la chiamata delle donne ad un ruolo attivo nella guerra santa, in caso di necessità, possa essere effettivamente considerata un segnale di emancipazione femminile o piuttosto uno stratagemma tattico per coinvolgere tutte le componenti della Umma nel jihad globale contro gli “invasori” ed i miscredenti. (Foto ANSA)
Il fenomeno skin tra rock, calcio e politica
articolo redazionale
Uno degli aspetti più originali all’interno dello schieramento estremista di destra, ma anche anarchico, è la trasposizione in chiave musicale delle tematiche ideologiche e politiche. A destra, in particolare, questo canale viene utilizzato per dar vita a momenti di incontro tra le varie componenti, anche a livello internazionale, che assurgono in determinate occasioni a veri e propri summit organizzativi che precedono iniziative propagandistiche e militanti sulle campagne politiche di maggiore contingenza. (Foto ANSA)
Spagna islamica? Concorrenza e rivalità etica tra culture
di Diego MEDINA MORALES
L’autore, sulla scorta dell’esperienza storica dell’invasione araba in Spagna, non sembra convinto che siano possibili forme di convivenza / conciliazione tra Islam e Cristianesimo. (Foto ANSA)

?España islámica?Concurrencia y rivalidad ética entre culturas (Versione in spagnolo - spanish version)

C'è un intruso per ogni computer
articolo redazionale
Nell'era della comunicazione i computer rivestono un ruolo chiave. I dati che essi elaborano e la traccia dell'uso che ne viene fatto possono rappresentare una risorsa di estrema importanza per microspie specializzate, sia "reali" che "virtuali". (Foto ANSA)
 
Rubriche

STORIE DI CASA NOSTRAarticolo redazionale
“Sotto a cui cammini”. Una storia di ’ndrangheta
Prosegue l’originale esplorazione delle organizzazioni mafiose italiane attraverso un racconto di pura fantasia che, assolutamente estraneo a velleità letterarie, cerca di tratteggiare e sintetizzare gli stereotipi criminali, frutto dell’esperienza di specifiche analisi sul tema. In questo numero si propone una riflessione sul fenomeno criminale calabrese, la ‘ndrangheta. Essa non a caso è ormai unanimamente considerata tra le minacce più agguerrite, a livello sia nazionale sia transnazionale. I due protagonisti ed i rispettivi figli incarnano ed integrano diversi modelli organizzativi ed operativi dell’”onorata società”. Interpretano assonanze di esperienze concrete, riscontrate in atti giudiziari, e situazioni verosimili, in una sorta di “simulazione analitica” di tradizione anglossassone. Nella storia della ‘ndrangheta San Luca costituisce la culla del fenomeno ed il suo epicentro. Le cosche africote, poi, rappresentano nell’immaginario collettivo l’espressione della diade criminale calabrese: da una parte essa è ancorata all’area di origine, attraverso il tradizionale e pervasivo controllo del territorio; dall’altra ha un profilo modernamente transnazionale, proteso in modo competitivo verso il traffico di droga. I personaggi, a capo rispettivamente delle ‘ndrine dei suddetti Paesi, racchiudono i segreti di una “società” criminale abituata a conflitti sanguinosi, a faide decennali, a scontri generazionali. Eppure, essi testimoniano anche la volontà di superare differenze e contrasti in nome degli affari. Quegli affari che, però, avvelenano le organizzazioni meno stabili e fomentano rivendicazioni e competizioni aggressive. Sullo sfondo si staglia il paesaggio aspromontano, con le sue contraddizioni, con le sue pietre arse dal sole o travolte dalla furia di cicliche alluvioni, che ripetono il quotidiano segreto del vivere calabrese. La Madonna di Polsi s’offre quale sipario della storia, su cui s’ordiscono sentimenti e vicende dei personaggi. Il santuario della Madonna della Montagna, che lo scrittore Alvaro ha saputo disegnare nei suoi libri con rari bozzetti, trasferisce agli attori - e la redazione si augura ai lettori - i suoi significati religiosi e mistici, la forza policroma del folklore e la carsica valenza criminale. Proprio Polsi fu eletta come sede e occasione di riunioni annuali dei capibastone, che sopravvivono fervidamente nella leggenda mafiosa come negli atti giudiziari. Il racconto, infine, raccoglie e sedimenta i topoi della ‘ndrangheta e del contesto calabrese. Essi s’intersecano e si confrontano. L’intelligence moderna deve coglierne le sottili epifanie, sgombrandole dalle ambiguità, come si raccoglie la messe, “spigolando” ed ammassando sino a che traspare la forma del raccolto all’orizzonte. Sutta cu camminate? (Foto ANSA)

DALL’ARCHIVIO ALLA STORIAarticolo redazionale
L’orecchio dell’Ovra sui binari
Qui di seguito pubblichiamo il dettagliato resoconto (rintracciato nell’Archivio Centrale dello Stato) redatto, nel gennaio 1939, da un “anonimo informatore” della “1° Zona dell’OVRA”, con sede a Milano. Questo tipo di informatori, secondo l’ex-prefetto di Brescia Arturo Bocchini (capo indiscusso sia dell’OVRA che della Polizia sino al 1940, anno della sua morte) dovevano fornire elementi per “…sondare con ogni mezzo e continuamente la pubblica opinione”, in modo che Mussolini potesse “…rendersi conto della temperatura del paese”. Era un’epoca ove non esistevano indagini demoscopiche e istituti in grado di svolgere sondaggi d’opinone. I mezzi di comunicazione di massa erano agli albori e gli organi di stampa (esclusi quelli clandestini), si limitavano a comunicare alla gente “le ragioni” del Governo. Di fatto non esisteva un sistema affidabile per sapere cosa pensassero veramente i cittadini del potere. Tuttavia anche la dittatura aveva bisogno di sondare “il polso” dell’opinione pubblica per conoscere il reale sostegno dei cittadini a decisioni complesse, delicate e a volte impopolari. L’unico sistema efficace disponibile rimaneva lo spionaggio attraverso "anonimi informatori". (Foto www.interno.it)

RECENSIONI
Spie oltre l’inganno
di Alain CHARBONNIER

CRONOLOGIA DEL TERRORISMOarticolo redazionale
III trimestre 2004

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