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sommario 3/2005
Editoriale
   
   
Forum
Un fenomeno di nome mafia - Cosa Nostra
Rispondono Roberto CENTARO, Emanuele MACALUSO, Lino JANNUZZI, Alfio CARUSO, Francesco LA LICATA e Fabrizio FEO.
Cosa Nostra rappresenta lo strumento utilizzato per identificare e comprendere anche altre tipologie mafiose. Il suo modello organizzativo è la cartina di tornasole per connotare come mafioso un comportamento illecito. La sensibilità acquisita nel tempo ne ha segnato la comprensione sul piano sociale e legislativo. La ormai consolidata e diffusa conoscenza del fenomeno consente, grazie al contributo di qualificati esperti di settore, di esplorarne, con interrogativi mirati, alcuni possibili scenari evolutivi di una realtà tuttora di estrema attualità. Non vogliamo proporre una “storia” di Cosa Nostra, ma tentiamo di esplorarne il presente e il futuro. (Photo www.esercito.difesa.it)
 
Saggi e articoli
Il sequestro Moro - Una strategia allo specchio
di Pio MARCONI
Negli anni ’70, quando si affacciarono sul panorama politico italiano, le Brigate Rosse tentarono di spiegare il loro progetto rivoluzionario con documenti che la quasi totalità dei mass-media definiva “deliranti”.Questo approccio di giornalisti e politologi è stato non soltanto sbagliato ma anche foriero di una pericolosa sottovalutazione del fenomeno B.R. e delle sue capacità di far presa su alcune fasce della nostra società, pronte ad assecondare le scorciatoie ribellistiche proposte dal terrorismo. L’analisi che il Prof. Marconi ci propone dei testi B.R. di quegli anni, dimostra che il pensiero politico brigatista non era affatto distaccato dalla realtà. La decisione di attaccare, con strumenti criminali come il rapimento e l’omicidio, il cuore dello Stato aveva una sua coerenza progettuale tutt’altro che folle. La stessa analisi dei caratteri dello “Stato Imperialista delle Multinazionali” può ritenersi per nulla superficiale se è vero che anticipa alcune visioni successive dei problemi derivanti dalla globalizzazione. Colpendo Aldo Moro le B.R. non compiono soltanto un delitto, ma arrivano a mettere pericolosamente in crisi (ed è proprio questo che volevano) gli equilibri fondamentali dei complessi rapporti politici, sociali ed economici che tentavano di pilotare il nostro paese al di fuori delle tensioni interne ed internazionali di quegli anni. Se le B.R. sono state sconfitte lo si deve anche a chi evitò letture superficiali del loro messaggio e predispose serie e coerenti risposte politiche, sociali ed operative. (foto ansa)
La rete internazionale del terrorismo italiano
articolo redazionale
Sui collegamenti internazionali del terrorismo italiano, e delle Brigate Rosse in particolare, è stato detto e scritto molto. Qui vogliamo proporre i contenuti di una analisi elaborata dal nostro Servizio all’inizio degli anni ’80, già declassificata nella seconda metà degli anni ’90 su richiesta della Magistratura. Il quadro, tracciato attraverso informazioni provenienti da tre diversi canali (fonti informative, organismi di intelligence stranieri e dichiarazioni dei primi “pentiti”), ha trovato significativi riscontri nelle testimonianze fornite da alcuni leader dell’organizzazione brigatista in sede processuale.
La donna e L'Islam

"Memorie di donne in terre d'Islam"
"La donna musulmana tra Europa e paesi musulmani"


di Anna BARDUCCI e Farian SABAHI
Due giornaliste esperte di questioni islamiche si confrontano e interrogano sulla condizione della donna musulmana. Anna BARDUCCI affronta il tema in chiave di lettura storica e propone le mogli di Maometto come esempi di donne autonome e intraprendenti, in ‘controtendenza’ rispetto agli stereotipi accreditati nell’immaginario collettivo. Farian SABAHI, invece, si concentra sull’attualità e individua nel femminismo islamico, con le sue peculiarità, non solo uno strumento per conciliare Corano e usi patriarcali ma anche un mezzo per accelerare il processo di integrazione sociale e culturale con l’Occidente. Due analisi diverse, quindi, in bilico tra passato e presente, accomunate però dalla consapevolezza della centralità della figura femminile anche per il futuro del mondo islamico. (foto ansa)
...E il centro sociale incontrò la 'rete'
articolo redazionale
La diffusione dei sistemi multimediali informatici ed in particolare di Internet ha prodotto una vera e propria rivoluzione nei tradizionali ‘schemi’ della comunicazione sociale, ampliandone in misura esponenziale le potenzialità.La rete, per le sue caratteristiche di apertura, libertà ed extraterritorialità, consente l’accesso a costi irrisori ad un uditorio praticamente illimitato, garantendo ampi margini di anonimato e rischi di esposizione personale praticamente nulli. Si tratta di uno scenario in continua e rapida evoluzione che ha aperto importanti prospettive ed opportunità di sviluppo ma che si presta, come tutti gli strumenti improntati ad ampliare e garantire la massima libertà di espressione e di movimento, ad utilizzazioni ‘illecite’ o ‘controindicate’. La Rete è divenuta il principale strumento di diffusione e propagazione del ‘messaggio antagonista’ quando non propriamente ‘eversivo’.Al posto della vecchia sezione o del collettivo politico dove si decidevano le azioni, oggi è nel web che girano gli slogan di battaglia, si pianificano le campagne di lotta, si forniscono consigli su come difendersi legalmente in caso di arresto o istruzioni per confezionare ordigni. (Photo www.inventati.org)
Espansione del potere giudiziario e risposta della politica
di Ciro SBAILO'
In tema di lotta al terrorismo internazionale continua l’approfondimento già avviato su privacy e sicurezza, sulle strategie legislative adottate negli Stati Uniti nonché, da ultimo, con il contributo di Stefano Dambruoso, sugli strumenti giudiziari ritenuti più idonei per una adeguata risposta alla minaccia. Questo articolo affronta il problema con un approccio prevalentemente filosofico-politologico constatando il superamento del concetto di Stato nazione e quindi la non circoscrivibilità territoriale del problema sicurezza. Si auspica così una soluzione centrata sulla globalizzazione delle politiche di contrasto e della attività di intelligence
Eticità e giuridicità nell'incontro-scontro di civiltà
La 'Reconquista' della Spagna

di Diego MEDINA MORALES
Che cosa è stata la Reconquista? Qual è il significato da attribuire al termine nel contesto storico spagnolo? La questione è assai controversa. La Reconquista è stata vista e descritta con toni da vero poema epico, come se si trattasse di una grande impresa nazionale diretta alla cacciata degli invasori maomettani. In questa guerra lunga e senza quartiere, il popolo cristiano si è occupato dei suoi diversi aspetti fino alla cacciata del nemico della cristianità, come si trattasse di una crociata nei territori spagnoli. Si è anche sostenuto che nel corso di questo periodo si è registrata una vera e propria convivenza fra le tre culture, cosa che non ha impedito tuttavia il diffondersi di tensioni religiose, odi e diffidenza tra diversi gruppi. Non deve sembrare strano che questo genere di manifestazioni (romanzate) si basino su un fatto storico, soprattutto per la precarietà dei mezzi e per la mancanza di rigore scientifico, che fino quasi alla metà del XX secolo ha caratterizzato la storiografia; e ancora meno ci possiamo sorprendere di siffatta versione romanzata se consideriamo quanto il romanticismo fosse imperante nel lavoro di costruzione storica in Spagna nel XVIII e XIX secolo ad opera di gente come, per esempio, Washington Irving, fenomeno che tanto ha contribuito a creare un’immagine romantica della storia della Spagna. (Photo www.educared.net)
L'Islam 'porta a porta'- la rete missionaria del Tabligh Eddawa
articolo redazionale
Il Tabligh Eddawa è una rete mondiale di missionari itineranti, impegnata nella diffusione “porta a porta” della fede islamica ritenuta più autentica, per convertire i non credenti o “riconvertire” i cattivi musulmani, soprattutto tra la popolazione emigrata in Occidente. Ostile a qualunque prospettiva politica di tipo rivoluzionario, il movimento assume piuttosto i caratteri della setta per il continuo lavaggio del cervello dei suoi affiliati sulla necessità di adottare un rigido codice di autodisciplina e di preghiere utili a preservare l’identità islamica dalle tentazioni del non-Islam. Questo estremo rigore potrebbe però determinare nei soggetti più deboli un atteggiamento di chiusura verso l’Occidente ed offrire il fianco a speculazioni da parte di formazioni estremiste islamiche, interessate a reclutare “carne da cannone” per il fronte qaedista, come dimostrano, fra le altre, la storia di Johnny “il Talebano” o quella di Richard Reid. Questo articolo, senza voler incorrere in alcun pregiudizio, si interroga sul problema.(Foto www.altmuslim.com)
Da Lenin a Bin Laden
di Franz GUSTINCICH
Come si finanzia un’operazione terroristica come quella dell’11 settembre? Quali sono i canali utilizzati dalla ‘multinazionale’ del terrore di Bin Laden per sovvenzionare gli uffici periferici (le cellule), garantire gli approvvigionamenti (armi, esplosivi, documenti falsi) e mantenere alto il livello di specializzazione dei dipendenti (addestramento dei terroristi)? Le risposte fornite in questo articolo possono riservare anche qualche sorpresa. (Photo www.shearman.com/enterprise/bcci)
 
Rubriche

STORIE DI CASA NOSTRAarticolo redazionale
A' taliata: una storia di mafia
Questo racconto offre una lettura del contesto mafioso siciliano attraverso un racconto di fantasia in cui si confrontano le esperienze personali da una parte di un pentito, che attraversa la storia di Cosa Nostra con tutte le sue speranze e contraddizioni)e quelle dell’ufficiale che lo ha arrestato(che interpreta un modello di investigazione speciale sperimentato nella lotta al terrorismo e convertito poi al contrasto alla mafia). E’ un incontro muto, il loro, è la “taliata”, vero soggetto del testo, che non è solo reciproco osservarsi. E’, infatti, un “riconoscersi” sull’orizzonte comune di una Sicilia intima, ramo storto che fiorisce nelle profondità dello spirito e insegue con muta bellezza la voglia di superare il cielo in un Eden siculo senza tempo. Il silenzio è pregnante di significato.
“Taliando”, i protagonisti si denudano e si universalizzano, ben oltre le loro esperienze e il formicante scenario di una Palermo “suddiata” ma vigile. Il pentito è l’occhio nel suo mondo di ieri, osservato con dolorante disincanto. Eppure il pragmatismo dello sguardo s’annoda con le complesse emozioni di un’antimafia stretta da lutti, spinte ideali e ossimori inquinanti. Un filo invisibile, come rete di ragno, tesse un ordito sulla storia, speranza di una resistenza antimafia più coerente, memoria di uomini che si sono dedicati ad un sogno. Una Sicilia libera. (Photo digilander.libero.it//immagini)


DALL'ARCHIVIO ALLA STORIAarticolo redazionale
Quando l'Italia esportò la mafia: un rapporto del F.B.I.
La storia di “cosa nostra” negli Stati Uniti è stata romanzata e immortalata al cinema in capolavori come la saga del “Padrino” di Francis Ford Coppola o “Gli Intoccabili” di Brian De Palma. In questi giorni, le tv italiane trasmettono lo spot di una famosa marca di autovetture che fa la parodia ad una delle serie televisive americane di maggior successo di tutti i tempi: quella dedicata alla nuova mafia italo-americana dei “Soprano”. Il documento che proponiamo in questo numero, tuttavia, non è opera di un abile sceneggiatore di Hollywood, ma degli analisti dell’FBI, che nel 1958 hanno dedicato una voluminosa monografia alla storia della mafia in Italia e negli Stati Uniti. Di questa documentazione abbiamo scelto di pubblicare un estratto, che è la parte relativa al “trasferimento” della mafia in America alla fine dell’Ottocento e alle sue attività criminali nel primo quarto del Novecento. I delitti della “Mano Nera”, l’omicidio di Joe Petrosino, l’ascesa di Al Capone e la strage del giorno di San Valentino sono alcuni degli argomenti affrontati dagli analisti americani nel ripercorrere le principali tappe evolutive dei clan d’oltreoceano. Si tratta di storie violente, crudeli e sanguinarie, raccontate però con lo stile asciutto e pragmatico di chi è abituato a vedere di tutto, persino i panettieri che usano il forno del negozio per “far sparire” i cadaveri delle loro vittime. Il documento degli analisti americani riporta anche curiosità storiche, come l’episodio del linciaggio di undici italiani, imputati dell’omicidio del capo della polizia di New Orleans nel 1891, che portò ad una breve interruzione dei rapporti diplomatici tra Italia e Stati Uniti. Dall’analisi emerge come nei primi anni di attività a Kansas City, New York e Chicago, i clan mafiosi agissero prevalentemente all’interno delle comunità italiane, dove i loro metodi intimidatori erano conosciuti e temuti. Con grande onestà intellettuale, i “federali” riconoscono che è stato proprio il proibizionismo a fornire alla mafia uno straordinario trampolino di lancio per l’espansione in altre aree, creando le premesse per la sua “modernizzazione”.

RECENSIONI
L'OSS nella Campagna d'Italia: 'Operazione Sunrise'
Alain CHARBONNIER

CRONOLOGIA DEL TERRORISMOarticolo redazionale
I trimestre 2005

Scheda Autori

RELAZIONE SEMESTRALE
55° Relazione sulla politica informativa e della sicurezza
redatta a cura della Segreteria Generale del CESIS

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