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GNOSIS 3/2005
L'editoriale



C’era un famoso investigatore degli anni ’70 che sosteneva che la mafia si poteva battere con i mezzi della ‘squadra mobile’: contrastando, cioè, capillarmente sul territorio i mafiosi, reato per reato. L’esperienza degli ultimi venti anni ci ha insegnato che il profilo criminale e criminogeno delle mafie italiane ha assunto, invece, carattere di stampo decisamente eversivo.

‘Cosa Nostra’, in particolare, nella sua variante corleonese non si è ‘accontentata’ di fare i suoi sporchi affari nella sua ‘zona di operazioni’ ma ha tentato di contrapporsi frontalmente allo Stato sperando di ottenere - con il ricatto delle stragi e degli omicidi di rappresentanti delle istituzioni - un improbabile ‘riconoscimento’ della sua presa sul territorio.La mafia è un soggetto eversivo e per questo riflettiamo sui suoi caratteri, in questo numero, proponendo tre interventi: il forum, il racconto ‘storico’ ed il risultato di una ricerca del FBI sulla nascita di ‘Cosa Nostra’ negli Stati Uniti. Tre interventi che cercano di inquadrare il fenomeno mafioso nei suoi contorni storici, di attualità ed evolutivi (o involutivi).

Sul fronte dei problemi internazionali proseguiamo, invece, la nostra riflessione sul terrorismo islamista (e sulle fonti di finanziamento), sulle varie anime dell’Islam e sui suoi rapporti, spesso conflittuali, con la cultura occidentale, insieme ad un esame – anche filosofico – della ricerca di risposte politiche ai problemi posti dal terrorismo jihadista. Ci aiutano, nella ricerca, le riflessioni di un filosofo italiano, di uno storico spagnolo sulla ‘cacciata’ degli arabi dalla Spagna medievale (la ‘Reconquista’) e di due studiose italiane, accomunate oltreché dalla passione scientifica, anche dalla provenienza da famiglie in cui un genitore è di origine, rispettivamente, araba e iraniana. La condizione femminile nell’Islam, sciita o sunnita, è uno dei nodi da sciogliere nel percorso di integrazione delle comunità musulmane in occidente e, come tale, è un fattore di (potenziale) stabilità o instabilità.

Per quanto concerne i problemi interni vi presentiamo tre temi di interesse: il primo è sulla scoperta della ‘rete’ – come strumento dialettico e di comunicazione – da parte dell’antagonimso italiano, mentre gli altri due sono riflessioni storiche sulle BR, il loro pensiero politico e i loro rapporti internazionali; si tratta di contributi che mirano a definire i caratteri ideologici ed operativi di quella che è stata la più aggressiva formazione terrorista operante nel nostro Paese. I cinque ergastoli, inflitti a Nadia Lioce e compagni, che hanno segnato la sconfitta definitiva delle ‘nuove’ BR non debbono farci dimenticare che un tempo i terroristi italiani hanno elaborato teorie e prassi molto più pericolose di quanto facessero supporre le superficiali analisi di chi li definiva ‘deliranti’. Oggi il brigatismo è sconfitto. Continuare a studiarlo, analizzandone gli aspetti teorici ed operativi, può essere utile non soltanto sotto il profilo della ricerca storica, ma anche per creare una base di conoscenze utili e frustrarne i tentativi di rinascita.

 
articolo redazionale Il Direttore Responsabile



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