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Forum |
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Siamo alla vigilia di una svolta epocale. L'urgenza di risolvere l'annosa questione del Kossovo è ormai tanto sentita che finalmente si parla di date precise, almeno per presentare un rapporto sulla questione, il prossimo 10 Dicembre e di numero di giorni di negoziazione a disposizione, ovvero centoventi. Questo dà il senso di una dimensione temporale anche qualora, ed è probabile, non si riuscisse a tenere il passo. Gli scenari che si prospettano sono diversi,dalla possibile dichiarazione d'indipendenza unilaterale alla conferma dello status quo, al raggiungimento di un compromesso tra le parti.La situazione è in continua evoluzione.....
.....La questione del Kossovo non deve essere vista come una spina nel fianco da estrarre al più presto e poi dimenticare, ma si deve invece comprendere che il futuro del Kossovo è il futuro dell'UE e degli altri attori, in una prospettiva geopolitica e geostrategica molto ampia.Il Forum è stato chiuso il 25 Settembre, alla vigilia della consultazione del 28 Settembre 2007 a New York, in cui Belgrado e Pristina si siederanno faccia a faccia, e il destino di una popolazione multietnica, ma anche le responsabilità della comunità internazionale e dell'UE in particolare, definiranno la distanza tra loro. ( foto Ansa)
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Saggi e articoli |
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| A chi ha parlato di inviare in Sicilia ancora una volta l'esercito, come ai tempi dell'operazione "Vespri Siciliani", il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso ha risposto di preferire "un esercito fatto di commercianti e imprenditori, di associazioni della società civile, impegnati contro la mafia...".
Così con poche parole, con la schiettezza di sempre, il Procuratore Grasso ha riassunto uno dei punti centrali di quella che definisce la necessaria "rivoluzione culturale contro la mafia".. ne parla anche in "Pizzini, veleni e cicoria", il libro edito da Feltrinelli, che raccoglie una conversazione del magistrato con l'inviato de La Stampa Francesco La Licata.Grasso e la Licata nel libro affrontano non solo i temi centrali della lotta a Cosa Nostra, ma anche - diffusamente - alcune questioni scomode legate ai rapporti tra lo Stato, la politica, il sistema economico e le mafie....
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| L’analisi economica del fenomeno del riciclaggio dei capitali illeciti è il tema affrontato dal Professor Masciandaro in una recente conferenza svolta presso la nostra Scuola di Addestramento. L’approfondimento, condotto con estrema puntigliosità e dovizia di dati, parte dalla configurazione del riciclaggio come ‘autonoma attività criminale’ e si sviluppa attraverso ‘una analisi microeconomica del comportamento dei soggetti criminali’ coinvolti. La definizione di ‘un modello macroeconomico del rapporto tra sviluppo dei mercati illegali e attività di ripulitura’ e la ‘stima del valore economico del riciclaggio’ rappresentano, poi, gli strumenti per una adeguata regolamentazione del fenomeno stesso.
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| La storia delle Brigate Rosse è stata da sempre contrassegnata da un difficile e contraddittorio rapporto con i cosidetti "movimenti di massa". Secondo l'autore, infatti, sia lo "spontaneismo" sessantottino che il movimento del '77 si sono mal adattati al rigido modello marxista-leninista dei fondatori delle B.R. che, come noto, postulavano la centralità della classe operaia e la subordinazione dei "movimenti" alla stessa. Questa complessa e paradossale contrapposizione tra modelli ideologici ha determinato, ad esempio, la scissione - dopo il sequestro Moro - all'interno della colonna romana, i cui militanti, in gran parte, provenivano dalle file dell'Autonomia. L'autore analizza, nel dettaglio, l'attuale fase 'movimentista' ponendone in luce l'estrema frammentazione e mancanza di prospettive strategiche. In questa 'galassia' individua tre specifici filoni: 'l'autonomia di classe', 'l'autonomia del possibile' e 'l'autonomia diffusa'. ( foto /www.luogocomune.net/site/)
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| A quanto ammonta il budget dell'internazionale del terrore? Da dove arrivano e come vengono spesi i fondi che i gruppi terroristici di qualsiasi matrice riescono a mettere insieme? Sono le domande alle quali cerca di rispondere un giornalista che di terrorismo internazionale se ne intende. L’analisi dell’autore contiene alcune deduzioni importanti: gli attentati costano sempre meno, mentre la gestione delle ‘reti’ assorbe la quasi totalità delle risorse. A parte i finanziamenti diretti, il denaro arriva attraverso mille altri rivoli: dai fondi raccolti da sedicenti opere di beneficenza al ricavato del mercato del falso. Una forbice così ricca di alternative che c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. E non mancano le sorprese. ( foto /worldsocialism.blog.excite.it/)
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| Come individuare i terroristi prima che essi perpetrino attacchi distruttivi? Dagli USA all'Unione Europea, ci si chiede come affinare le tecniche per l'archiviazione e l'analisi dei dati a scopo preventivo e come strategia anti-terrrorismo. Eppure il terrorista può sfuggire ai controlli. Il panorama è infatti tanto vasto e sfaccettato che è difficile riuscire a comprenderlo e conoscerlo nella sua complessità. Intervenire a scopo "preventivo" come sostiene la filosofia antiterrorista USA, però, solleva questioni in Europa. Bisogna riflettere sugli errori commessi, migliorare le metodologie di utilizzo dei dati, soprattutto conoscere meglio il terrorista potenziale, prima che lo diventi del tutto, quando è ancora il "nostro" normalissimo vicino di casa. (foto Ansa)
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| I paesi maggiormente industrializzati sono dotati di sempre più estesi e sofisticati sistemi infrastrutturali, le cosiddette Infrastrutture Critiche Nazionali (CNI - Critical National Infrastructures). Appartengono a tali sistemi infrastrutture pubbliche o private il cui corretto funzionamento è essenziale per l'operatività e la sicurezza dell'intera nazione. La loro presenza consente di garantire l'efficacia operativa di molti servizi vitali per la società: la distribuzione dell'energia, i trasporti, le telecomunicazioni, la tutela della salute dei cittadini, la difesa nazionale e, in generale, tutta la pubblica amministrazione. Le CNI possono essere soggette a vari tipi di malfunzionamento, legati a problemi tecnologici, a disastri naturali, ad attacchi intenzionali... Una caratteristica tipica delle moderne CNI è quella di utilizzare in modo sempre più massiccio servizi vitali forniti dalle infrastrutture che gestiscono il trasferimento delle informazioni e la comunicazione. Si tratta delle cosiddette Infrastrutture Informatiche Critiche (CII - Critical Information Infrastructures). Da questo punto di vista, le CII debbono garantire, nel loro funzionamento, la regolare operatività delle CNI, sia in condizioni di funzionamento normale, sia in condizioni di emergenza, allorchè eventi critici mettono in repentaglio la fornitura dei servizi fondamentali di una nazione.(foto redazionale)
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Rubriche |
STORIE DI CASA NOSTRA |
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| Il racconto trae spunto da alcune note biografiche del Prefetto Cesare Mori che consentono di immaginare ed esplorare, in trasparenza, da una parte l'evoluzione e il radicamento della presenza mafiosa in Sicilia e dall'altra le aspettative, i disagi e le contraddizioni degli attori delle prime esperienze antimafia sia a livello di polizia che a livello politico strategico. Sono suggestioni di fantasia che recuperano testimonianze dirette del Prefetto* e mimano pensieri che avrebbero agitato gli operatori anticrimine del tempo, anche rispetto all'esperienza del “Prefetto di ferro” negli anni '20. Non casuale è, pertanto, la scelta di chiudere il racconto con la pubblicazione del telegramma con il quale Benito Mussolini “liquida” il suo rapporto con Mori.( foto /mnemonia .altervisat.org/)
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STORIE VERE, ANEDDOTI E LEGGENDE |
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| L'intento di questa nuova Rubrica è rileggere alcune vicende di spionaggio del passato, riportandone, seppur brevemente, “storie vere" per delinearne "aneddoti" e "leggende metropolitane", per ricondurre alla realtà credenze consolidate ma non vere. Quella che vi proponiamo è una “storia vera”: l'anno è il 1957, il luogo è l'Algeria, durante la guerra di liberazione. ( foto www.lettera22.it/gif/articoli/)
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DALL'ARCHIVIO ALLA STORIA |
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| Nell’aula di Montecitorio, gremita all’inverosimile, Benito Mussolini dedica parte del suo discorso del 26 maggio 1927, giorno dell’Ascensione, al problema della mafia. Con la frase: “Signori, è tempo ormai ch’io vi riveli la mafia” testimonia la consapevolezza acquisita sulla vastità e il carattere eversivo del crimine siciliano. Nei vari passaggi del suo discorso sottolinea, infatti, l’evoluzione subita dal fenomeno che, dalle originarie forme di brigantaggio, si è via via imposto come una sorta di ‘contropotere’. La lotta al crimine organizzato diventa, quindi, per Mussolini, strumento prioritario di garanzia per la sicurezza interna.
Suggeriamo di affiancare la lettura di questo documento con quella del racconto dedicato al Prefetto Cesare Mori nella rubrica “Storie di casa nostra”. Ne emergono, con sufficente chiarezza, “luci ed ombre” della attività di contrasto alla mafia attuata durante il ventennio.( foto d'archivio)
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RECENSIONI |
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CRONOLOGIA DEL TERRORISMO |
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