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Per Aspera Ad Veritatem n.23
Unione Europea

Consiglio Europeo di Siviglia - 21 e 22 giugno 2002. Conclusioni della Presidenza



1. Il Consiglio europeo si è riunito a Siviglia il 21 e 22 giugno 2002. La riunione è stata preceduta da un intervento del Presidente del Parlamento europeo, Sig. Pat Cox, seguito da uno scambio di opinioni sui temi principali in discussione.
Il Consiglio europeo si compiace del notevole impulso impresso al dialogo tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione nell'ambito del nuovo partenariato cui fanno riferimento le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona e accoglie favorevolmente l'istituzione di un gruppo tecnico ad alto livello per la cooperazione interistituzionale.




Relazione del Presidente della Convenzione riguardo al futuro dell'Unione
2. Il Consiglio europeo ha preso atto di una relazione del Presidente Valéry Giscard d'Estaing sull'andamento dei lavori in sede di Convenzione e nei vari ambiti in cui la società civile è chiamata ad esprimersi. Sulla scorta di questo intervento il Consiglio europeo ha proceduto a uno scambio di vedute in merito all'evoluzione dei dibattiti che, dopo una fase di ascolto, entrano ora in una fase di discussioni dedicate all'esame approfondito delle questioni principali individuate finora. Il Consiglio europeo appoggia l'impostazione generale seguita dalla Convenzione. Auspica che quest'ultima prosegua in tale direzione e giunga a un risultato positivo, entro le scadenze previste, nella prospettiva della Conferenza intergovernativa per la revisione dei trattati, decisa a Laeken.

Riforma del Consiglio
3. Il Consiglio europeo ha avviato un processo di riforma a Helsinki, nel dicembre del 1999, allorché ha adottato una serie di raccomandazioni, e lo ha portato avanti a Göteborg e a Barcellona, allorché ha preso atto delle relazioni del Segretario Generale/Alto Rappresentante, imperniate su quattro temi principali: il Consiglio europeo, il Consiglio "Affari generali", la Presidenza del Consiglio nonché l'attività legislativa del Consiglio e la trasparenza.
4. Sulla scorta di una relazione di sintesi corredata di proposte particolareggiate presentata a Siviglia dalla Presidenza, il Consiglio europeo ha avuto una discussione approfondita sull'argomento e si è detto d'accordo su una serie di misure concrete applicabili, senza modifica dei trattati, all'organizzazione e al funzionamento del Consiglio europeo (cfr. allegato I) nonché del Consiglio (cfr. allegato II). La riforma rappresenta una modifica sostanziale delle attuali prassi nel senso di un rafforzamento dell'efficacia dell'istituzione alla vigilia di un aumento senza precedenti del numero degli Stati membri dell'Unione.
5. Il Consiglio europeo ha inoltre preso atto della relazione della Presidenza sul dibattito in corso a proposito della Presidenza dell'Unione. Ha constatato che esiste una disponibilità generale ad approfondire la questione, fermo restando che qualsiasi adeguamento del sistema attuale di rotazione semestrale dovrà, comunque, continuare a rispettare il principio dell'uguaglianza tra gli Stati membri. Il Consiglio europeo ha chiesto pertanto alla futura Presidenza danese di prendere le opportune disposizioni per proseguire la riflessione in vista di una prima relazione da presentare al Consiglio europeo del dicembre 2002.
6. Infine, il Consiglio europeo rammenta l'importanza che annette all'attuazione effettiva dell'insieme delle linee direttrici e delle raccomandazioni operative adottate dal Consiglio europeo a Helsinki il 10 e 11 dicembre 1999. In particolare, il Consiglio è invitato a esaminare la questione dell'uso delle lingue nella prospettiva di un'Unione allargata e i mezzi pratici per migliorare la situazione attuale senza porre in causa i principi fondamentali. In questo contesto, occorrerebbe presentare una proposta in tempo utile e, in ogni caso, sottoporre una prima relazione al Consiglio europeo del dicembre 2002.
7. Le nuove regole di cui al punto 3 entreranno in vigore, salvo se diversamente deciso, sotto la prossima presidenza. Pertanto, le modifiche formali da apportare a tal fine al regolamento interno del Consiglio saranno stabilite anteriormente al 31 luglio 2002. L'attuazione dell'insieme di tali disposizioni sarà valutata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003.

Trattato di Nizza
8. Il Primo Ministro dell'Irlanda ha annunciato che il suo governo intende indire un referendum nell'autunno 2002 per permettere all'Irlanda di ratificare il trattato di Nizza. Il Primo Ministro ha presentato la "Dichiarazione nazionale dell'Irlanda", in cui si conferma che le disposizioni del trattato sull'Unione europea relative alla politica estera e di sicurezza non pregiudicano la politica tradizionale di neutralità militare di questo paese e che tale situazione resterà immutata dopo la ratifica del trattato di Nizza (cfr. allegato III). Il Consiglio europeo ha adottato una dichiarazione in cui prende atto della Dichiarazione nazionale dell'Irlanda (cfr. allegato IV). Il Consiglio europeo si è compiaciuto del fatto che il Governo irlandese sia determinato a far approvare il trattato di Nizza, presupposto necessario per la realizzazione dell'allargamento entro i termini previsti.

Legiferare meglio
9. Il Consiglio europeo ha preso atto con soddisfazione delle comunicazioni della Commissione su come legiferare meglio e in particolare del piano d'azione volto a semplificare e a migliorare la qualità del contesto normativo. Invita le tre istituzioni interessate (Parlamento, Consiglio e Commissione) a adottare, sulla base dei lavori del gruppo tecnico ad alto livello, un accordo interistituzionale entro il 2002 onde migliorare la qualità della legislazione comunitaria e le condizioni del suo recepimento, compresi i termini, nelle legislazioni nazionali.

PESD
10. Il Consiglio europeo ha approvato la relazione della Presidenza sulla politica di sicurezza e di difesa.
11. Il Consiglio europeo, determinato a rafforzare il ruolo dell'Unione europea nella lotta al terrorismo e riconoscendo l'importanza a tal fine del contributo della PESC, inclusa la PESD, ha adottato una dichiarazione (cfr. allegato V) volta a meglio inquadrare le capacità necessarie per lottare contro il terrorismo.
12. Dopo la dichiarazione di operatività della PESD adottata a Laeken, sono stati compiuti progressi sostanziali per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità civili e militari, l'attuazione del piano d'azione destinato a colmare le lacune esistenti e le prospettive della cooperazione in materia di armamenti. Il Consiglio europeo chiede ai Ministri della difesa, in sede di Consiglio "Affari generali", di continuare a fornire orientamenti per il proseguimento dei lavori riguardo alle capacità.
13. L'Unione europea ha confermato di essere in grado di svolgere operazioni di gestione delle crisi, decidendo segnatamente di condurre la missione di polizia in Bosnia-Erzegovina (EUPM) che subentrerà, a decorrere dal 1° gennaio 2003, all'attuale operazione dell'ONU.
14. Il Consiglio europeo ha espresso la volontà dell'Unione europea di subentrare alla NATO nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Ha incaricato il Segretario Generale/Alto Rappresentante e gli organi competenti dell'Unione europea di prendere i contatti necessari con le autorità dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e con i responsabili della NATO e di portare avanti e intensificare le misure di pianificazione avviate, per essere in grado di subentrare all'operazione della NATO al termine dell'attuale mandato di quest'ultima, con l'intesa che gli accordi permanenti tra l'Unione europea e la NATO ("Berlin plus") siano operativi a tale data.
15. Nell'accogliere con favore i progressi finora compiuti dalla Presidenza spagnola in merito all'attuazione delle disposizioni di Nizza relative alla partecipazione degli alleati europei non appartenenti all'Unione europea, il Consiglio europeo incarica la prossima Presidenza, unitamente al Segretario Generale/Alto Rappresentante, di proseguire i lavori al riguardo.
16. Nel settore civile, sono stati portati avanti i lavori sui quattro temi prioritari (polizia, Stato di diritto, amministrazione civile e protezione civile), sotto il profilo sia qualitativo che quantitativo delle capacità. Le strutture e le procedure decisionali della PESD hanno dimostrato la loro validità in occasione del primo esercizio di gestione delle crisi condotto dall'Unione.
17. Una relazione sull'insieme di questi temi sarà presentata al Consiglio europeo di Copenaghen.




18. Nel corso del primo semestre dell'anno sono stati realizzati progressi decisivi nei negoziati di adesione, che ora entrano quindi nella fase conclusiva.
19. La tabella di marcia stabilita a Nizza è stata rispettata con l'adozione di posizioni comuni sui capitoli "Agricoltura", "Politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali", "Disposizioni finanziarie e di bilancio" e "Istituzioni". Le questioni finanziarie e le questioni di altro tipo che non sono state trattate in occasione della messa a punto di posizioni comuni su tali capitoli dovranno essere definite al più presto sulla scorta delle conclusioni del Consiglio "Affari generali" del 17 giugno.
20. Quanto al rispetto dei criteri di adesione, il Consiglio europeo sottolinea che è importante che i paesi candidati continuino a progredire nell'attuazione e nell'applicazione effettiva dell'acquis. I paesi candidati devono adottare tutte le misure necessarie per portare le loro capacità in campo amministrativo e giudiziario al livello richiesto. A questo proposito il Consiglio europeo si compiace della relazione della Commissione sui piani d'azione specifici in materia e sul seguito dato agli impegni assunti nel quadro dei negoziati, ricordando in particolare le conclusioni del Consiglio del 10 giugno per quanto riguarda il settore della giustizia e degli affari interni e l'acquis veterinario e fitosanitario.
21. Tenendo conto di tutti questi elementi, e al fine di consentire al Consiglio europeo che si terrà nell'autunno prossimo di decidere con quali paesi candidati i negoziati potranno essere conclusi alla fine del 2002,
a) il Consiglio dovrà prendere le opportune decisioni per trasmettere ai paesi candidati all'inizio del mese di novembre tutti gli elementi ancora mancanti riguardo al pacchetto finanziario, e
b) la Commissione dovrà formulare le raccomandazioni pertinenti sulla scorta delle relazioni periodiche.
22. Il Consiglio europeo conferma che, se il ritmo attuale dei negoziati e delle riforme sarà mantenuto, l'Unione europea è determinata a concludere i negoziati con Cipro, Malta, Ungheria, Polonia, Repubblica slovacca, Lituania, Lettonia, Estonia, Repubblica ceca e Slovenia entro la fine del 2002, se tali paesi sono pronti. Il principio di differenziazione deve essere pienamente rispettato fino al termine dei negoziati. La stesura del trattato di adesione dovrebbe proseguire per essere ultimata non appena possibile dopo la conclusione dei negoziati di adesione. Si può ragionevolmente prevedere che il trattato di adesione possa essere firmato nella primavera del 2003. L'obiettivo resta quello di fare in modo che nel 2004 tali paesi partecipino alle elezioni del Parlamento europeo in quanto membri a pieno titolo. Tuttavia, questo obiettivo comune potrà essere raggiunto entro i termini previsti solo se ciascun paese candidato adotterà un approccio realistico e costruttivo.
23. La Bulgaria e la Romania hanno compiuto notevoli progressi nel corso degli ultimi mesi. Il Consiglio europeo incoraggia questi paesi a proseguire gli sforzi e riafferma il suo impegno a sostenerli pienamente nella preparazione all'adesione. A Copenaghen dovrebbe essere adottata una tabella di marcia aggiornata e una strategia di preadesione riveduta e rafforzata per i paesi candidati ancora in fase di negoziato. Si potrebbe anche prevedere un aumento dell'assistenza finanziaria di preadesione. Inoltre, se il ritmo attuale sarà mantenuto, potrebbe essere fissato un calendario più preciso per il processo di adesione di questi paesi entro l'anno.
24. Per quanto concerne l'adesione di Cipro, le conclusioni di Helsinki sono alla base della posizione dell'Unione europea. L'Unione europea continua a dare la preferenza all'adesione di un'isola riunificata. Il Consiglio europeo sostiene incondizionatamente gli sforzi compiuti dal Segretario generale delle Nazioni Unite ed esorta i responsabili delle comunità cipriote, greca e turca, a intensificare e accelerare i contatti per cogliere questa occasione unica che si presenta di giungere a una soluzione globale, conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella speranza che si concretizzi prima della fine dei negoziati. L'Unione europea prenderebbe in considerazione i termini di una siffatta soluzione globale nel trattato di adesione, conformemente ai principi che sottendono all'Unione europea: in qualità di Stato membro, Cipro dovrà esprimersi con una sola voce e vigilare affinché il diritto dell'Unione europea sia applicato in modo corretto. L'Unione europea apporterebbe un contributo finanziario sostanziale per sostenere lo sviluppo della parte settentrionale dell'isola riunificata.
25. Il Consiglio europeo si compiace delle riforme recentemente approvate in Turchia. Incoraggia e sostiene pienamente gli sforzi compiuti da tale paese per rispettare le priorità definite nel suo partenariato per l'adesione. L'attuazione delle riforme politiche ed economiche necessarie migliorerà le prospettive di adesione della Turchia, secondo gli stessi principi e criteri applicati agli altri paesi candidati. Quanto alla fase successiva della candidatura della Turchia, potrebbero essere prese nuove decisioni a Copenaghen tenendo conto dell'evolversi della situazione nell'intervallo tra i Consigli europei di Siviglia e di Copenaghen e sulla scorta della relazione periodica che la Commissione presenterà in ottobre nonché in conformità delle conclusioni di Helsinki e di Laeken.




26. Il Consiglio europeo è deciso ad accelerare l'attuazione, in tutti i suoi aspetti, del programma adottato a Tampere ai fini della creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell'Unione europea. A questo proposito esso fa presente la necessità di sviluppare una politica comune dell'Unione europea sulle questioni, distinte ma strettamente legate, dell'asilo e dell'immigrazione.
27. È di capitale importanza per l'Unione europea e i suoi Stati membri che la gestione dei flussi migratori avvenga nel rispetto del diritto, in cooperazione con i paesi di origine e di transito di detti flussi. Il Consiglio europeo esprime perciò soddisfazione per i risultati ottenuti nello scorso semestre, in particolare il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina, il piano per la gestione delle frontiere esterne e la direttiva che adotta norme minime relative all'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, e invita le prossime Presidenze a continuare a considerare prioritarie le questioni della migrazione nella programmazione dei lavori.
28. Le misure adottate a breve e medio termine per la gestione comune dei flussi migratori devono rispettare un giusto equilibrio tra, da un lato, una politica d'integrazione degli immigranti che soggiornano legalmente e una politica di asilo che rispetti le convenzioni internazionali, in particolare la convenzione di Ginevra del 1951, e, dall'altro, una lotta risoluta contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani.
29. L'azione dell'Unione in questo settore deve basarsi sui seguenti principi:
§ la legittima aspirazione a una vita migliore deve essere conciliabile con la capacità d'accoglienza dell'Unione e dei suoi Stati membri e l'immigrazione deve essere incanalata entro le forme legali previste a tal fine; l'integrazione degli immigranti legali nell'Unione comporta al tempo stesso diritti ed obblighi rispetto ai diritti fondamentali riconosciuti nell'Unione; a tale riguardo la lotta contro il razzismo e la xenofobia assume un'importanza fondamentale;
§ conformemente alla convenzione di Ginevra del 1951, occorre garantire ai rifugiati una protezione rapida ed efficace facendo intervenire meccanismi atti ad impedire gli abusi e facendo in modo che il rimpatrio nel paese d'origine delle persone la cui domanda d'asilo è stata respinta avvenga più rapidamente.

Misure di lotta all'immigrazione clandestina
30. - Con il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina l'Unione europea si è dotata di uno strumento efficace per realizzare una gestione adeguata dei flussi migratori e lottare contro l'immigrazione clandestina. Il Consiglio europeo sollecita il Consiglio e la Commissione ad accordare, nell'ambito delle rispettive competenze, priorità assoluta alle seguenti misure previste dal piano:
§ riesaminare entro l'anno l'elenco degli Stati terzi i cui cittadini sono soggetti all'obbligo del visto o ne sono esonerati;
§ istituire al più presto un sistema comune d'identificazione dei dati dei visti, sulla scorta di uno studio di fattibilità che sarà presentato nel marzo 2003 e sulla base degli orientamenti del Consiglio; una relazione preliminare sarà presentata entro il 2002;
§ accelerare la conclusione degli accordi di riammissione in fase di negoziazione ed approvare nuovi mandati per negoziare accordi di riammissione con i paesi già indicati dal Consiglio;
§ per quanto riguarda le politiche in materia di allontanamento e rimpatrio, adottare al più tardi entro la fine dell'anno gli elementi su cui poggerà un programma di rimpatri sulla scorta del Libro verde della Commissione, tra cui le condizioni migliori per un rimpatrio rapido in Afghanistan;
§ approvare formalmente, in occasione del prossimo Consiglio "Giustizia e affari interni", la decisione quadro sulla lotta contro la tratta degli esseri umani, la decisione quadro intesa a rafforzare il quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell'ingresso e del soggiorno illegali nonché la direttiva volta a definire il favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali.

Attuazione progressiva di una gestione coordinata e integrata delle frontiere esterne
31. Il Consiglio europeo si compiace delle varie iniziative recentemente intraprese in questo settore, in particolare della comunicazione della Commissione intitolata "Verso una gestione integrata delle frontiere esterne degli Stati membri", dello studio di fattibilità eseguito sotto la direzione dell'Italia concernente la creazione di una polizia europea delle frontiere, tenendo conto della volontà manifestata dalla Commissione di proseguire l'esame dell'opportunità e della fattibilità di tale polizia europea, nonché dello studio su "Polizia e sicurezza delle frontiere" realizzato da tre Stati membri nel quadro del programma di cooperazione OISIN.
32. Il Consiglio europeo si compiace della recente approvazione di un piano per la gestione delle frontiere esterne degli Stati membri elaborato sulla base delle tre iniziative citate, che dovrà contribuire tra l'altro a un migliore controllo dei flussi migratori. Chiede che sia istituito al più presto, nell'ambito del Consiglio, un organo comune di esperti delle frontiere esterne, composto dai capi dei servizi di controllo alle frontiere degli Stati membri e incaricato di coordinare le misure previste dal piano.
Chiede inoltre al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri, ciascuno per quanto di propria competenza, di attuare le misure seguenti:
§ entro il 2002
§ attuazione di operazioni comuni alle frontiere esterne;
§ avvio immediato di progetti pilota aperti a tutti gli Stati membri interessati;
§ creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione degli Stati membri;
§ entro giugno 2003
§ elaborazione di un modello comune di analisi dei rischi per giungere ad una valutazione comune e integrata dei rischi;
§ definizione di una base comune per la formazione delle guardie di frontiera nonché consolidamento della normativa europea in materia di frontiere;
§ attuazione di uno studio ad opera della Commissione sulla suddivisione degli incarichi fra gli Stati membri e l'Unione circa la gestione delle frontiere esterne.

Integrazione della politica di immigrazione nelle relazioni dell'Unione con i paesi terzi
33. Il Consiglio europeo ritiene che la lotta contro l'immigrazione illegale richieda uno sforzo maggiore da parte dell'Unione europea e un approccio mirato al fenomeno, con la messa in campo di tutti gli strumenti adeguati nel quadro delle relazioni esterne dell'Unione europea. A tale scopo, in ottemperanza alle conclusioni del Consiglio di Tampere, un approccio integrato, globale ed equilibrato, inteso ad affrontare le cause profonde dell'immigrazione clandestina deve restare l'obiettivo costante dell'Unione europea a lungo termine. In tale ottica il Consiglio europeo ricorda che l'intensificazione della cooperazione economica, lo sviluppo degli scambi commerciali, l'aiuto allo sviluppo, nonché la prevenzione dei conflitti sono altrettanti strumenti per promuovere la prosperità economica dei paesi interessati e per ridurre così le cause all'origine dei movimenti migratori. Il Consiglio europeo insiste affinché in qualsiasi futuro accordo di cooperazione, accordo di associazione o accordo equivalente che l'Unione europea o la Comunità europea concluderà con qualsiasi paese sia inserita una clausola sulla gestione comune dei flussi migratori, nonché sulla riammissione obbligatoria in caso di immigrazione clandestina.
34. Il Consiglio europeo sottolinea che è importante assicurare la cooperazione dei paesi d'origine e di transito in materia di gestione comune e di controllo delle frontiere nonché di riammissione. La riammissione da parte dei paesi terzi comprenderà quella dei loro cittadini presenti illegalmente in uno Stato membro nonché, nelle stesse condizioni, la riammissione dei cittadini di paesi terzi di cui possa essere verificato il transito nel paese in questione. La cooperazione mira a ottenere risultati a breve e a medio termine. L'Unione è disposta a fornire l'aiuto tecnico e finanziario necessario allo scopo, nel qual caso la Comunità europea dovrà disporre di risorse adeguate nel quadro delle prospettive finanziarie.
35. Il Consiglio europeo reputa necessario procedere a una valutazione sistematica delle relazioni con i paesi terzi che non cooperano nella lotta contro l'immigrazione illegale. Di questa valutazione si terrà conto nelle relazioni fra l'Unione europea e gli Stati membri e i paesi interessati, in tutti i settori pertinenti. Una cooperazione insufficiente da parte di un paese potrebbe rendere più difficile l'approfondimento delle relazioni tra il paese in questione e l'Unione.
36. Se non si sarà ottenuto alcun risultato ricorrendo ai meccanismi comunitari esistenti, il Consiglio potrà prendere atto, all'unanimità, della mancanza ingiustificata di cooperazione da parte di un paese terzo nella gestione comune dei flussi migratori. In tal caso il Consiglio, conformemente alle norme dei trattati, potrà adottare misure o assumere posizioni nel quadro della politica estera e di sicurezza comune e delle altre politiche dell'Unione europea, nel rispetto degli impegni assunti dall'Unione e senza mettere in discussione gli obiettivi della cooperazione allo sviluppo.

Accelerazione dei lavori legislativi in corso sulla definizione di una politica comune in materia di asilo e immigrazione
37. Parallelamente alla cooperazione rafforzata per lottare contro l'immigrazione clandestina, occorre accelerare l'esame delle proposte in corso. Il Consiglio europeo chiede senza indugio al Consiglio di approvare:
§ entro dicembre 2002 il regolamento Dublino II;
§ entro giugno 2003 le norme relative alle condizioni richieste per beneficiare dello status di rifugiato e al contenuto di tale status; le disposizioni sul ricongiungimento familiare e lo status dei residenti permanenti di lunga durata;
§ entro il 2003 le norme comuni in materia di procedure d'asilo.
38. La Commissione presenterà a fine ottobre al Consiglio una relazione sull'efficacia delle risorse finanziarie disponibili a livello comunitario in materia di rimpatrio degli immigranti e dei richiedenti asilo respinti, di gestione delle frontiere esterne e di progetti di asilo e migrazione nei paesi terzi.
39. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio di presentargli, in collaborazione con la Commissione, per la sua riunione del giugno 2003, una relazione sull'attuazione pratica degli orientamenti contenuti nel presente capitolo.




40. Il Consiglio europeo ricorda le conclusioni del Consiglio in merito al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD), in particolare quelle del 4 marzo, del 30 maggio e del 4 e 17 giugno 2002 e si dichiara d'accordo con le posizioni generali definite dall'Unione europea in tale contesto. Sottolinea l'impegno dell'Unione europea al fine di assicurare il successo del WSSD e la sua volontà di continuare a svolgere un ruolo rilevante nella preparazione del vertice, allo scopo di giungere ad un accordo globale sulla base dei successi di Monterrey e di Doha.
41. L'Unione europea è determinata ad assicurare la realizzazione completa, entro i termini previsti, dell'agenda di Doha per lo sviluppo per incrementare i benefici della liberalizzazione commerciale in quanto motore dello sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo e incoraggia gli sforzi volti a creare tra detti paesi spazi regionali di libertà commerciale.
42. Il Consiglio europeo accoglie favorevolmente l'impegno di aumentare il volume di APS assunto dagli Stati membri e da altri donatori a Monterrey, che contribuirà in maniera significativa a ridurre la povertà e a centrare gli obiettivi di sviluppo del millennio. Sottolinea che occorre concretizzare tali impegni. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre l'esigenza di assicurare il potenziamento del Fondo mondiale per l'ambiente, onde metterlo in condizione di soddisfare il fabbisogno di finanziamento nei settori d'intervento attuali e futuri.
43. L'Unione europea chiederà ad altri paesi sviluppati di partecipare al suo programma sulla globalizzazione, il commercio e le finanze per aiutare i paesi in via di sviluppo a beneficiare dell'accesso ai mercati dei paesi sviluppati, affinché tutti traggano vantaggio dalla globalizzazione. L'Unione europea si impegna a potenziare concretamente la sua azione in tutti questi settori.
44. L'Unione europea sottolinea che la buona governance a livello nazionale resta essenziale per lo sviluppo sostenibile e che tutti gli Stati debbono rafforzare le loro istituzioni di governo privilegiando la supremazia della legge, il miglioramento delle strutture giuridiche e l'accesso all'informazione.
45. In uno spirito di partenariato e di responsabilità, l'Unione europea incoraggerà iniziative, in particolare nei settori dell'acqua potabile e dell'igiene, dell'energia, comprese le energie rinnovabili, e della salute. Nell'attuare tali iniziative l'Unione europea presterà particolare attenzione all'Africa, cooperando strettamente con i propri partner per dare impulso all'iniziativa NEPAD. Il Consiglio europeo sottolinea la volontà dell'Unione europea di assumere a Johannesburg impegni politici chiari e concreti con precise scadenze, la cui realizzazione dovrà basarsi su un partenariato effettivo.
46. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza, nel contesto dello sviluppo sostenibile, di mantenere l'obiettivo della sicurezza alimentare quale elemento fondamentale della lotta contro la povertà, come recentemente ricordato dal vertice mondiale sull'alimentazione di Roma.




Le prospettive economiche e gli indirizzi di massima per le politiche economiche
47. Il recente rallentamento congiunturale dell'attività economica è cessato. L'economia europea potrà raccogliere i frutti di politiche macroeconomiche sane e di riforme economiche ambiziose che sosterranno la ripresa della crescita già iniziata e la creazione di posti di lavoro e permetteranno di meglio affrontare le incertezze economiche.
48. Il Consiglio europeo approva gli indirizzi di massima per le politiche economiche, incentrati sulla stabilità macroeconomica e sulla crescita nonché sulla riforma dei mercati del lavoro, dei beni e dei servizi e raccomanda al Consiglio di adottarli. Conferma il proprio impegno nei confronti del patto di stabilità e di crescita e del risanamento delle finanze pubbliche e chiede agli Stati membri di seguire politiche di bilancio conformi alle raccomandazioni contenute negli indirizzi di massima per le politiche economiche. Gli Stati membri sono invitati ad avvalersi di tutte le conseguenze della crescita connesse alla ripresa economica per proseguire il risanamento delle finanze pubbliche.

Servizi finanziari
49. Il Consiglio europeo si compiace dell'adozione del regolamento relativo all'applicazione di principi contabili internazionali e degli accordi politici raggiunti recentemente sulle direttive relative ai conglomerati finanziari, agli abusi di mercato e ai fondi pensione aziendali e ribadisce il suo fermo impegno ad attuare rapidamente e integralmente il piano d'azione per i servizi finanziari.

Imposizione dei prodotti energetici
50. Il Consiglio europeo prende atto della relazione della Presidenza sullo stato dei lavori della direttiva relativa all'imposizione dei prodotti energetici e riafferma il calendario adottato a Barcellona per la sua adozione, parallelamente all'accordo sull'apertura dei mercati dell'energia.

Pacchetto fiscale
51. Il Consiglio europeo:
- prende atto con soddisfazione della relazione interinale del Consiglio sul pacchetto fiscale nonché della sua determinazione a fare in modo che questo sia definitivamente adottato entro la fine dell'anno;
- si aspetta che i negoziati con la Svizzera sulla fiscalità del risparmio, benché iniziati solo recentemente, possano svolgersi a un ritmo accelerato e concludersi quanto prima nel secondo semestre 2002.

Cooperazione amministrativa nel settore dell'imposizione fiscale
52. Il Consiglio europeo si rallegra della relazione interinale del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore dell'imposizione fiscale e approva le iniziative ivi presentate ai fini della prosecuzione dei lavori nel settore.

"Corporate governance"
53. I recenti avvenimenti hanno evidenziato l'importanza di una sana gestione delle imprese, in particolare per le imprese che operano sui mercati dei capitali. In ottemperanza alla decisione del Consiglio europeo di Barcellona, nell'aprile 2002, il mandato del Gruppo ad alto livello di esperti di diritto societario è stato esteso alle questioni relative alle migliori pratiche in materia di gestione e audit delle imprese, con particolare riguardo al ruolo dei membri del consiglio d'amministrazione privi di responsabilità esecutive e degli organi di vigilanza, la retribuzione dei dirigenti, la responsabilità della direzione aziendale in materia di informazioni finanziarie e le pratiche di revisione. Nel giugno 2002 il Consiglio ECOFIN ha preso atto di una relazione orale preliminare della Presidenza del Gruppo ad alto livello. Il Consiglio europeo invita il Consiglio ECOFIN e il Consiglio "Mercato interno" a tenere un dibattito politico sulla relazione finale del Gruppo ad alto livello, affinché la Commissione
presenti quanto prima proposte specifiche. Riforme economiche, innovazione e competitività
54. Il Consiglio europeo di Barcellona ha sottolineato la necessità di imboccare risolutamente la strada delle riforme, mettendo in evidenza vari settori prioritari. Come risulta dalla relazione della presidenza, sono già stati compiuti importanti progressi. Il programma di riforme economiche avviato dal vertice di Lisbona deve essere proseguito con determinazione onde conseguire gli obiettivi strategici che l'Unione si è prefissa. In questo contesto il Consiglio europeo:
- chiede che siano adottate al più presto le decisioni d'applicazione del sesto programma quadro di ricerca (norme sulla partecipazione e programmi specifici);
- conferma il calendario concordato a Barcellona sull'apertura dei mercati dell'elettricità e del gas;
- chiede che si proseguano attivamente i lavori in modo da consentire la revisione degli orientamenti comunitari per le reti transeuropee dei trasporti e la realizzazione del cielo unico europeo nei termini concordati;
- approva gli obiettivi del piano d'azione eEurope 2005 della Commissione che costituisce un importante contributo agli sforzi compiuti dall'Unione per giungere a un'economia competitiva fondata sulla conoscenza, chiede a tutte le istituzioni di provvedere affinché questo piano sia attuato pienamente entro la fine del 2005 e invita la Commissione a sottoporre, in tempo utile per il Consiglio europeo che si terrà nella primavera del 2004, una valutazione intermedia dei progressi e a presentare, se necessario, proposte di adeguamento del piano d'azione;
- prende atto della relazione della Commissione sui restanti ostacoli all'introduzione delle reti e dei servizi di comunicazioni mobili di terza generazione e invita tutte le amministrazioni pertinenti a adoperarsi per superare le difficoltà incontrate nell'installazione fisica delle reti; invita inoltre la Commissione a riferire al Consiglio europeo di Copenaghen su questo problema e sugli ostacoli che ancora si frappongono all'apertura di piattaforme nel settore della televisione digitale e delle comunicazioni mobili di terza generazione, sullo sviluppo del commercio elettronico e dell'eGovernment nonché sul ruolo che i sistemi elettronici di identificazione e di autenticazione potrebbero svolgere in questo contesto;
- prende atto della relazione della Commissione sulla metodologia di valutazione nel contesto dei servizi di interesse economico generale e invita la Commissione a riferire al Consiglio europeo di Copenaghen sull'avanzamento dei lavori riguardanti le linee direttrici per gli aiuti di Stato e, se del caso, a adottare un regolamento di esenzione di categoria in questo settore;
- chiede al Consiglio di attuare la strategia proposta dalla Commissione in materia di biotecnologia;
- chiede al Consiglio di ultimare entro l'anno l'adozione del pacchetto "appalti pubblici".




Kaliningrad
55. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare, in tempo utile prima della sua riunione di Bruxelles, uno studio complementare sulle possibilità che si offrono per risolvere in modo efficace e flessibile la questione del transito di persone e di merci verso e a partire dall'oblast di Kaliningrad, nel rispetto dell'acquis e d'intesa con i paesi candidati interessati.

Medio Oriente
56. Il Consiglio europeo ha adottato la dichiarazione sul Medio Oriente che figura in appresso (allegato VI).

India/Pakistan
57. Il Consiglio europeo ha adottato la dichiarazione relativa a India-Pakistan che figura in appresso (allegato VII).




Regioni ultraperiferiche
58. Il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione ad approfondire l'attuazione dell'articolo 299, paragrafo 2 del trattato che riconosce la specificità delle regioni ultraperiferiche e a presentare proposte adeguate per tener conto delle loro esigenze specifiche attraverso le varie politiche comuni, in particolare quella dei trasporti, e in occasione della riforma di alcune di dette politiche, in particolare della politica regionale. Al riguardo, il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione di presentare una nuova relazione su queste regioni, basata su un approccio globale e coerente che tenga conto delle specificità della loro situazione e dei mezzi atti a farvi fronte.
59. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio e alla Commissione di portare a termine alcuni lavori prioritari riguardanti in particolare il problema dei dazi di mare nei DOM.
(...)





1. Il Consiglio europeo ribadisce che il terrorismo rappresenta una vera sfida per l'Europa e per il mondo e costituisce una minaccia per la nostra sicurezza e la nostra stabilità. In tale ottica il Consiglio europeo straordinario del 21 settembre 2001 ha deciso di intensificare l'azione dell'Unione contro il terrorismo mediante un approccio coordinato e interdisciplinare che abbracci tutte le politiche dell'Unione, segnatamente sviluppando la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e rendendo operativa la politica europea in materia di sicurezza e di difesa (PESD).
2. Il Consiglio europeo ha preso atto degli importanti risultati conseguiti nell'attuazione del piano d'azione per la lotta contro il terrorismo e ribadisce che quest'ultima resterà un obiettivo prioritario dell'Unione europea e uno dei pilastri fondamentali della sua politica di relazioni esterne. La solidarietà e la cooperazione internazionale costituiscono strumenti essenziali per combattere tale flagello. L'Unione continuerà a mantenere il coordinamento più stretto possibile con gli Stati Uniti e gli altri partner. L'Unione si adopererà per contribuire ulteriormente agli sforzi internazionali in questo settore, sia sul piano interno che nelle sue relazioni con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali quali l'ONU, la NATO e l'OSCE.
3. La politica estera e di sicurezza comune, compresa la politica europea in materia di sicurezza e di difesa, può svolgere un ruolo importante nel contrastare tale minaccia alla nostra sicurezza e nel promuovere la pace e la stabilità. Si sta mettendo in atto una più stretta cooperazione tra gli Stati membri per tener conto della situazione internazionale creatasi a seguito dei terribili attentati terroristici dell'11 settembre.
4. Il Consiglio europeo si rallegra dei progressi compiuti dopo l'11 settembre per quanto concerne l'integrazione della lotta contro il terrorismo in tutti gli aspetti della politica di relazioni esterne dell'Unione.
La lotta contro il terrorismo richiede un approccio globale per rafforzare la coalizione internazionale e prevenire e stabilizzare i conflitti regionali. L'Unione attualmente:
- rafforza gli strumenti dell'UE per la prevenzione a lungo termine dei conflitti;
- incentra il dialogo politico con i paesi terzi sulla lotta contro il terrorismo ed anche sulla non proliferazione e il controllo degli armamenti;
- fornisce assistenza ai paesi terzi al fine di rafforzarne la capacità di reagire efficacemente alla minaccia internazionale del terrorismo;
- include clausole antiterrorismo negli accordi dell'UE con i paesi terzi;
- procede ad una nuova valutazione delle relazioni con i paesi terzi alla luce del loro atteggiamento nei confronti del terrorismo e adotta di conseguenza le misure appropriate;
- attua misure specifiche nell'ambito della lotta contro il terrorismo conformemente alla risoluzione 1373 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha definito un'ampia gamma di misure e di strategie globali per combattere il terrorismo, comprese misure finanziarie.
5. Il Consiglio europeo si rallegra altresì dei progressi compiuti nell'attuazione della PESD, a seguito della dichiarazione relativa all'operatività della politica europea comune di sicurezza e di difesa. Tali progressi hanno consentito all'Unione di prendere la sua prima decisione intesa a porre in essere un'operazione di gestione delle crisi condotta dall'UE: la missione di polizia dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina (EUPM), un esempio dell'impegno dell'Unione europea a stabilizzare le regioni che escono da un conflitto e a concorrere al ripristino dello stato di diritto. Promuovendo la stabilità, e segnatamente rafforzando le capacità, le norme e gli standard locali in materia di applicazione della legge, l'Unione europea contribuisce a impedire alle organizzazioni terroristiche di radicarsi. Come indicato nell'ambito del Consiglio europeo di Laeken, grazie alle capacità militari e civili sviluppate dall'Unione europea per la gestione delle crisi, la PESC sarà rafforzata e contribuirà più efficacemente alla lotta contro il terrorismo, nell'interesse delle popolazioni coinvolte.
6. La PESD si rafforzerà ulteriormente man mano che gli Stati membri potenzieranno le loro capacità militari e civili di gestione delle crisi. In tale ottica, il Consiglio europeo sottolinea nuovamente l'importanza che attribuisce al tempestivo conseguimento delle mete contemplate dall'obiettivo primario. In tale contesto, lo sviluppo della PESD deve tener maggiormente conto delle capacità che potranno risultare necessarie, conformemente ai compiti di Petersberg e alle disposizioni del trattato, per combattere il terrorismo.
7. L'azione dell'Unione europea in materia di lotta contro il terrorismo, ivi compreso nel settore della PESC e della PESD, dovrebbe incentrarsi sulle seguenti priorità:
- consacrare maggiori sforzi alla prevenzione dei conflitti;
- approfondire il dialogo politico con i paesi terzi per incentivare la lotta contro il terrorismo, segnatamente promuovendo i diritti umani e la democrazia ed anche la non proliferazione e il controllo degli armamenti, e fornendo a tali paesi l'assistenza internazionale appropriata;
- rafforzare gli accordi in materia di scambio di intelligence e sviluppare la produzione delle valutazioni della situazione e dei rapporti di tempestivo allarme, attingendo alla più ampia gamma di fonti;
- sviluppare una valutazione comune della minaccia terroristica che grava sugli Stati membri o sulle forze schierate al di fuori dell'Unione, nell'ambito della PESC, per operazioni di gestione delle crisi, ivi compresa la minaccia di un uso terroristico delle armi di distruzione di massa;
- determinare le capacità militari necessarie per proteggere contro attentati terroristici le forze schierate nel quadro di operazioni di gestione delle crisi da parte dell'Unione europea;
- esaminare più approfonditamente come le capacità militari o civili possano essere utilizzate per contribuire a proteggere le popolazioni civili dagli effetti degli attentati terroristici.
8. Il Consiglio europeo chiede alla Presidenza e al Segretario generale/Alto Rappresentante, nonché se del caso alla Commissione, di intensificare i loro sforzi in questi settori prioritari, promuovendo i lavori di coordinamento in seno agli organi del Consiglio e con le pertinenti organizzazioni internazionali, segnatamente l'ONU e la NATO, al fine di accrescere l'efficacia del contributo della PESC, compresa la PESD, alla lotta contro il terrorismo, nonché di riferire al Consiglio “Affari generali” in merito.
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(*) Fonte sito Internet: http:// www.governo.it. Viene pubblicato il testo integrale del documento nonché l'allegato V recante "Progetto di dichiarazione del Consiglio Europeo sul contributo della PESC, compresa la PESD, alla lotta contro il terrorismo".

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