D’oro, all’aquila di nero, allumata e linguata di rosso, alla bordatura d’azzurro caricata di otto stelle di otto raggi d’oro. Sotto lo scudo, su lista svolazzante d’oro, il motto in lettere maiuscole lapidarie romane di nero, INTELLEGO AC TVEOR. Lo scudo è timbrato dalla corona turrita d’oro, murata di nero, formata dal cerchio, rosso all'interno, con due cordonate di muro sui margini, sostenente dodici torri (sette visibili), le torri di foggia rettangolare, merlate di dodici alla guelfa (quattro merli visibili, due angolari), chiuse e finestrate di uno di nero, il fastigio merlato di trentasei (diciotto visibili), tre merli fra ogni torre.
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Nel lungo passato dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna sono stati individuati quattro simboli. Dei primi non si sa molto. Quello riprodotto in bianco e nero era in uso al SIFAR negli anni cinquanta e il successivo, con i due emisferi, lo è stato per decenni sino al 2004, quando il SISMi decise di adottare uno stemma araldico. Il punto di partenza fu quest’ultimo logo il quale accoglieva, tra tanti elementi, un braccio che, reggendo un’asta accesa, muove dalla base di un braciere intorno al cui piedistallo si avvolge un serpente, segno di saggezza e durata. Su una lista permaneva il motto Omnia Silendo Ut Audeam Nosco. Modellato araldicamente il braciere divenne una torcia con ampie fiamme, inserita in uno scudo di forma appuntata sormontato da una corona nuova ed esclusiva, formata da un cerchio d’oro sul quale insistevano dodici torri in luogo delle otto abituali. La scelta voleva ricordare che il SISMi rispetto a ogni altro Ente richiedeva un più alto numero di punti di rilevazione. L’atto di dare luce a ciò che è oscuro fu richiamato dall’area superiore d’oro e inferiore d’azzurro, separate da una linea ondata che alludeva al bacino del Mediterraneo, scenario di primario interesse del Servizio. Lo scudo fu arricchito da un’elegante lista con il motto Arcana Intellego. La riforma del comparto dell’intelligence italiana introdotta con la legge 124/2007 ha indotto l’AISE, erede del SISMi, a mutare con il nome anche lo stemma (concesso nel 2008), estendendo all’iconografia il segnale di rinnovamento. All’idea luce-buio è prevalsa quella di spazialità, di ampiezza d’orizzonti. È parso che l’aquila traducesse meglio il concetto, tanto è connaturata all’immagine di altezza (fisica e d’animo) e di primato (simbolo dell’Impero per millenni), cui si aggiunge in natura l’acutezza dello sguardo, la forza e rapidità d’azione. La spazialità delle competenze operative è stata sottolineata anche con l’innesto di una bordatura d’azzurro, caricata di otto stelle di otto raggi d’oro, riferimenti indispensabili per assicurare, sempre e dovunque, percorsi agevoli e sicuri. Sono state conservate la corona e la lista sulla quale il motto Intellego Ac Tveor (collegato al precedente), radica l’attività d’intelligence in direzione della protezione della Repubblica.
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