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Per Aspera Ad Veritatem n.19
Hizbollah

Andrea MARGELLETTI




Il Medio Oriente continua a rappresentare la zona più "calda" del globo. Le tensioni e gli interessi connessi al problema palestinese e alla stabilità nell'area, costituiscono i germogli di una tensione internazionale che estendono le proprie propaggini all'area del Caucaso, dei Paesi ex URSS sino ai confini dell'India.
Nello scorso mese di gennaio, ho avuto la possibilità di trascorrere alcuni giorni in Libano a contatto con il "Partito di Dio", meglio noto con il nome di Hizbollah, che rappresenta al momento uno degli attori principali nel tormentato proscenio mediorientale.

Il movimento Hizbollah
Il nome Hizbollah significa "Partito di Dio". Il gruppo è stato formato nel giugno del 1982 come formazione in grado di rappresentare una coalizione di organizzazioni sciite radicali operanti in Libano.
L'organizzazione e le basi ideologiche hanno origine nei movimenti Harakat al-Mahrumin (Movimento dei Diseredati) e al-Daw'wa al Islamiyya (Chiamata Islamica).
Il Movimento dei Diseredati è stato costituito nel 1974 dall'Iman Musa al-Sadr, un importante esponente religioso della comunità libanese sciita, che aveva ricevuto un'istruzione teologica in Iran.
Lo scopo dell'Harakat al-Mahrumin era quello di organizzare e mobilitare la comunità sciita nel Paese dei cedri, gruppo sociale tradizionalmente considerato il più povero e ai margini della vita libanese.
La Chiamata Islamica ha invece costituito un gruppo, nato clandestinamente dall'accordo tra diversi studenti delle scuole coraniche nelle città sante sciite di Najaf e Karbala in Iraq, avente lo scopo di rovesciare il regime del Partito Baath in Iraq.
La Chiamata Islamica, l'Associazione degli Studenti Mussulmani, l'Associazione degli Ulama Mussulmani ed una fazione dissidente della milizia di Harakat, in altre parole Amal, hanno rappresentato il nucleo originario della formazione del Partito di Dio. Lo stimolo emotivo che ha portato alla formazione di Hizbollah deriva, molto probabilmente, dalla scomparsa, invero morte presunta, del leader spirituale e fondatore del Harakat al-Mahrumin, Musa al-Sadr, dall'operazione israeliana "Litani", l'invasione del Libano del sud nel 1978, e dalla nascita della Repubblica Islamica dell'Iran nel 1979.
Gli iraniani sono stati, infatti, fondamentali nella nascita e nella successiva affermazione del movimento.
Gli Hizbollah sono stati costituiti dagli iraniani nell'inverno del 1982, a seguito dell'operazione "Pace in Galilea" che ha portato le forze armate israeliane IDF (Israeli Defence Forces) a distruggere la struttura OLP in Libano.
La nascita di Hizbollah rappresenta inoltre il tentativo di estendere la rivoluzione islamica in Medio Oriente, durante il massimo periodo di influenza khomeinista.
Certamente due importanti fattori hanno contribuito al radicamento del movimento sul territorio: una comunità sciita numericamente rilevante e la forte discriminazione sociale e politica della quale gli sciiti erano oggetto.
Dal 1982, data della costituzione del Partito di Dio, la storia di Hizbollah può essere orientativamente divisa in cinque momenti.

1983-1988
L'ideologia politica del Partito di Dio è da considerarsi panislamica, quindi antinazionalista in senso tradizionale, antiimperialista, antiamericana e fortemente animata da sentimenti antisionisti. I leader di Hizbollah, una coalizione di religiosi formatisi negli anni '60 e '70 presso le scuole religiose di Najaf, vedono la formazione di una Repubblica Islamica in Libano come un preludio alla liberazione di Gerusalemme, chiamata Al-Quds, e alla costituzione di un'entità politica islamica che superi gli attuali confini nazionali.
Su questo particolare aspetto vi è una forte identità di vedute con la componente dei Mullah di Teheran.
Il modello statale di Repubblica Islamica rappresenta per il Partito di Dio l'ideale struttura dello Stato e costituisce la nazione che gli Hizbollah vorrebbero realizzare nell'ipotesi, al momento remota, essi riuscissero a assumere il potere in Libano.
In questi anni Hizbollah manifesta i propri sentimenti antioccidentali con numerosi attacchi compiuti contro gli interessi USA, e non solo, in Libano.
Le attività del movimento, che in questa fase opera anche sotto altri nomi quali "Lotta per la Libertà" e "Organizzazione per la Difesa degli Oppressi sulla Terra", si manifestano con attentati e soprattutto con rapimenti di occidentali residenti in Libano, tra i quali gli statunitensi William Buckley, Capo Stazione CIA a Beirut, ed il Ten. Col. Richard Higgings, comandante la componente libanese dell'UNTSO (United Nations Truce Supervisory Organisation).
Sotto lo pseudonimo di Jihad Islamica, il gruppo ha ispirato diversi attentati a strutture occidentali, compreso l'attacco suicida con autobomba alla caserma dei Marines, il 23 ottobre 1983, con oltre 150 Marines uccisi.
Nello stesso periodo, sotto la copertura di "Organizzazione per la Difesa degli Oppressi sulla Terra", sono nel mirino gli aeromobili. Di particolare interesse è il dirottamento del volo TWA 847 nel 1985, che tenne il mondo con il fiato sospeso per oltre una settimana e risoltosi con la liberazione degli ostaggi.
Tra i dirottatori, due particolari figure assurgeranno in seguito ad un ruolo di rilievo nel movimento Hizbollah, Imad Mughnya e Abdul Hadi Chammadi.
Durante questi anni, si forma la politica "la strada per Gerusalemme passa per il Sud del Libano", sviluppata dall'allora Segretario Generale di Hizbollah Subchi Tufeili.
In questa fase Israele non rappresenta il nemico principale ma uno dei tanti obiettivi nell'area.

1988-1991
In questa seconda fase, che potremmo definire di consolidamento politico, la struttura del Partito di Dio si rafforza e costituisce una componente militare effettiva, basata su una milizia locale part-time ed una forza convenzionale piccola ma formata da professionisti.
E' in questi anni che le Guardie Rivoluzionarie Iraniane, meglio note come Pasdaran, già presenti sul suolo libanese, iniziano a formare i quadri militari di Hizbollah. L'addestramento non si focalizza solo all'aspetto dell'impiego delle armi, ma soprattutto alla componente della pianificazione delle attività operative.
Nel 1989 il movimento Hizbollah si scontra con l'altra forza sciita presente in Libano, la milizia Amal. Il conflitto, che ha come teatro principale il sud del Paese, termina nel 1990 con la completa vittoria del Partito di Dio. A seguito della sconfitta di Amal, nel novembre del 1990 sono firmati gli accordi, chiamati "Damasco 2", che affermano lo status di Hizbollah nella comunità sciita e definiscono la libertà di movimento degli appartenenti a due gruppi all'interno delle rispettive aree di influenza. Tali accordi sono siglati con il contributo essenziale della diplomazia siriana come garante. E' in questo periodo che, per la prima volta, gli Hizbollah governano in territori a diretto contatto con la Zona di Sicurezza controllata dagli Israeliani.
La Zona di Sicurezza era un'area di circa 1.000 kmq nel sud del Libano che confinava con Israele, e si estendeva dal Monte Hermon ad est sino al Mediterraneo ad ovest.
La Zona era stata costituita alla fondazione delle due enclavi cristiane che l'Esercito Libanese aveva creato nel 1976. La prima, sotto il comando del Maggiore Saad Haddad, era a Marjayoun, di fronte a Metulla. La seconda, diretta dal Maggiore Sami Shidiak, a Rumeish Dib'l.
L'isolamento di queste due basi, dal principale centro cristiano nel nord, aveva portato i due comandanti a chiedere la protezione all'Esercito israeliano, prontamente concessa peraltro.
Dopo l'operazione Litani del 1978, le due enclavi furono espanse sino a governare una parte rilevante di territorio, che includeva anche un considerevole numero di sciiti.
Per controllare con maggiore efficacia quest'area gli Israeliani crearono l'Esercito del Libano del Sud (ELS). Con un HQ situato a Marjayoun e due settori di sicurezza, occidentale ed orientale, questa forza doveva divenire, secondo l'idea di Tel Aviv il "gendarme" nel sud del Libano. In realtà l'ELS non fu mai realmente efficiente, soprattutto per la multietnicità dei propri appartenenti. Gli ufficiali erano nella maggioranza cristiani, mentre la truppa era per circa l'80% sciita, con molti parenti che militavano nelle fila Hizbollah.
Per questa ragione, l'ELS fu infiltrato a tutti i livelli dall'intelligence Hizbollah, rendendone inefficace l'impiego e compromettendo numerose operazioni coperte degli israeliani.
Nel 1989, un accordo sulla stabilità del Libano porta gli Hizbollah a riconsiderare la propria politica enfatizzando la propria "libanesità" a scapito dell'ortodossia religiosa.
Nell'ottobre 1989 è infatti firmato l'Accordo di Taif, dai rappresentanti delle varie comunità etniche libanesi, in nome della riconciliazione nazionale.
Taif rappresenta la risposta all'iniziativa della Lega Araba, dopo che il Libano per oltre un anno era stato senza Presidente, e alla naturale conclusione dei leader etnici che nessuna delle diverse fazioni era in grado di poter governare autonomamente.
L'Accordo ridefiniva il potere politico nel Paese secondo i seguenti principi:
a) Il potere della componente cristiana in Parlamento sarebbe diminuita dal 55% al 50%, consentendo anche agli altri partiti di poter avere parte alla definizione delle priorità politiche ed economiche del Libano.
b) L'autorità del Governo, sino a quel momento concentrata nelle mani del solo Presidente cristiano, sarebbe stata ora condivisa con il Primo Ministro, un mussulmano sunnita.
c) Il Parlamento avrebbe potenziato le proprie capacità di supervisione sul ramo esecutivo, tramite il rafforzamento della posizione dello Speaker del Parlamento, un mussulmano sciita.
d) Le Milizie sarebbero state sciolte e il ruolo effettivo del Governo centrale sull'intero territorio nazionale sarebbe stato completo.
e) Lo status delle Forze siriane presenti in Libano sarebbe stato determinato da accordi tra i due Paesi. Con l'attuazione delle riforme, l'Esercito siriano avrebbe ritirato le proprie forze, presenti su tutta l'area libanese, in enclavi nella zona della Beqaa e nell'area della Capitale. L'accordo, riflette il riconoscimento da parte di tutti i leader libanesi che la continuazione di uno stato di anarchia avrebbe sicuramente danneggiato tutte le parti in causa. Nello stesso tempo, l'accordo di Taif dimostra nella sostanza che senza una reale forza militare esterna i leader locali non sono in grado di superare i reciproci sospetti ed ottemperare agli impegni presi. L'accordo enfatizza, con il disappunto siriano, la necessità di ricostruire la sovranità del Libano e nello stesso tempo pone in enfasi lo status speciale della Siria in Libano e nell'implementazione dell'accordo stesso.
Nonostante la revisione del potere politico, i cristiani hanno mantenuto la maggioranza, nonostante costituiscano ora circa il 25% dell'intera popolazione. Nello stesso tempo gli sciiti, che raggiungono il 40% dei libanesi, hanno ottenuto solo il 20% dei rappresentanti in Parlamento, anche se con un minimo aumento della loro autorità. La comunità sciita è divenuta la nuova forza trainante del Paese, ma rimane ancora oggi fortemente limitata e discriminata.
Nel novembre del 1989, con il consenso di Damasco, è eletto il Presidente del Libano.
Nel maggio di due anni dopo, il Libano e la Siria siglano un Memorandum of Understanding, conosciuto come Accordo di Taif 2, con il quale è regolarizzato lo status delle truppe siriane nel Paese dei cedri.
Questo accordo bilaterale, teoricamente, definisce i passi necessari per il rafforzamento del Governo centrale di Beirut, in realtà Taif 2 legittima la presenza siriana sul lungo termine in Libano.

1991-1995
Questi anni vedono il Partito di Dio aumentare la propria influenza nel sud del Paese e conseguentemente assumersi le responsabilità politiche nei confronti delle popolazioni locali.
Nel 1992 gli israeliani decidono di decapitare il movimento Hizbollah. Il Segretario Generale del Partito di Dio Abbas Mussawi, è individuato, ed un team del Sayeret Shaldag, conosciuta anche come Unità 5101, il reparto speciale per l'illuminazione dei bersagli dell'Aeronautica israeliana, è infiltrato in Libano. Messo sotto osservazione Mussawi, durante un tragitto la sua Mercedes blindata è illuminata da terra dai commandos mentre due elicotteri AH-64 Apache lanciano quattro missili anticarro AGM-114 Hellfire. Nell'attacco, oltre a Mussawi, perdono la vita l'autista/guardia del corpo, la moglie e la figlia del Segretario Generale.
L'incarico di Segretario Generale è assunto da Hassan Nasrallah che deve affrontare forse la sfida più difficile per il suo movimento, in altre parole la legittimazione politica.
Dopo l'accordo di Taif il Governo libanese inizia una campagna di controllo del territorio, allo scopo di rimuovere tutti gli ostacoli che potrebbero minare la propria sovranità. La Siria stessa, orfana dell'Unione Sovietica, riduce sostanzialmente il suo apporto alla causa dei "movimenti di liberazione", questo anche in prospettiva di un ruolo dominante nello scacchiere arabo. Allo stesso tempo il fervore rivoluzionario islamico comincia a declinare, in favore di migliori condizioni sociali ed economiche. Alla luce di questi fattori, il Segretario Nasrallah conduce gli Hizbollah verso una piena partecipazione nella società libanese.
Nello stesso anno, il Partito di Dio, partecipa per la prima volta, anche se condividendo la stessa piattaforma politica di Amal, alle elezioni. I rappresentanti Hizbollah collaborano con i colleghi cristiani e sunniti e si inizia a parlare di "rispetto per la sovranità nazionale", "benessere della popolazione" e "coscienza libanese".

1995-2001
Lo spirito di indipendenza, porta il movimento a costituire ed organizzare, nel 1996, un'organizzazione chiamata "Battaglioni Libanesi di Liberazione". In via del tutto teorica tutti i libanesi, senza differenze religiose, avrebbero dovuto mobilitarsi in questo gruppo per una guerra di liberazione contro gli Israeliani che occupavano il sud.
Nello stesso anno gli Hizbollah raggiungono un accordo con Israele sul limitare le azioni di guerra all'interno del confine libanese.
Questa fase che potremmo definire di "Liberazione Nazionale", è una diretta conseguenza dell'atteggiamento politico che il Partito di Dio mantiene nei confronti della società libanese. Il Movimento tende ora a presentarsi come una forza di liberazione contro una potenza occupante.
Per questa ragione le azioni contro le unità israeliane sono tipiche dei gruppi di guerriglia: attacchi ai convogli, attentati con esplosivi e "azioni esecutive" nei confronti degli ufficiali israeliani e dei loro alleati dell'ELS.
Una delle operazioni certamente più famose riguarda l'uccisione del Brigadiere Generale Erez Gerstein, colpito dall'esplosione di una mina mentre con la sua auto blindata viaggiava sul confine.
Facile immaginare quale sia il livello di intelligence raggiunto dagli Hizbollah negli ultimi anni.
In questa fase gli attacchi contro Israele sono concepiti come deterrente strategico contro le azione delle IDF nella sfera di influenza Hizbollah.
Per arginare il potere del Partito di Dio l'Esercito Israeliano crea, all'interno della Brigata di Fanteria d'élite Golani, un reparto speciale controguerriglia particolarmente dedicato al contrasto degli Hizbollah, il Sayeret Egoz.
Non di rado però il reparto stesso diviene bersaglio di attacchi da parte di Hizbollah con notevoli perdite.
Nel maggio del 2000 l'Esercito Israeliano si ritira dal sud del Libano, ponendo fine ad uno stillicidio di uomini che durava da oltre venti anni.
Hizbollah diviene la principale forza nel sud del Libano, ed ottiene un riconoscimento de facto dal Governo centrale con l'autorizzazione a sorvegliare i confini con Israele.

Hizbollah oggi
Le origini e lo sviluppo del movimento Hizbollah nel Libano rappresentano il più importante successo da parte dell'Iran, di esportazione della filosofia panislamica al di là dei propri confini.
La radicalizzazione del movimento all'interno della comunità sciita e la sua dichiarata alleanza con l'Iran sottolineano la sua sudditanza ideologica e spirituale con Teheran.
In ogni caso il Partito di Dio non deve essere visto come un'entità monolitica del tutto assoggettata agli iraniani, ma piuttosto come una coalizione di ecclesiastici sciiti libanesi, con le proprie idee e con i loro personali contatti con l'Iran.
Anche se i leader degli Hizbollah non ammettono che il movimento abbia una definita struttura organizzativa, in realtà esiste un Governo centrale con le sue ramificazioni locali, essenzialmente valle della Beqaa, Beirut e Libano meridionale.
I principali ecclesiastici a livello regionale sono rappresentati nell'organo decisionale supremo nazionale di Hizbollah, Majilis al-Shura.
All'interno di questo comitato vi sono inoltre sette sottocomitati:
- Religioso
- Finanziario
- Sociale
- Politico
- Giudiziario
- Informazione
- Militare.
Il Majilis al-Shura ed i sette gruppi sono a loro volta "replicati" a livello locale per il disbrigo degli affari correnti.
In ogni caso è il Majilis al-Shura nazionale che fornisce le direttive alle strutture locali che le applicano successivamente. Il Majilis al-Shura è presieduto dallo Sceicco Fadallah.
Esistono poi due ulteriori organi di Governo, la Shura Esecutiva ed il Politburo. Il primo è un organo ausiliare del Majilis al-Shura per l'amministrazione del Movimento e rappresenta in effetti il secondo livello di autorità. Il Politburo invece è un comitato supervisore di quindici saggi dei diversi gruppi, rappresentati dal Jihad al-Bina (Organo per la Santa Ricostruzione), che si occupano del sud del Paese, ed in particolare della propaganda, del reclutamento e degli affari sociali.
Tutto questo comunque è fatto sotto la stretta supervisione degli apparati di sicurezza.
All'interno del sottocomitato militare, e a livello locale, esiste una cellula dell'Apparato Speciale di Sicurezza.
Questa struttura è a sua volta suddivisa in tre sezioni:
- Apparato Centrale di Sicurezza
- Sicurezza Preventiva
- Sicurezza Estera.
La prima, diretta dal noto Imad Mughnya, uno dei principali esperti di intelligence del Partito di Dio, è tra gli altri responsabile dell'infiltrazione all'interno del Governo libanese, dei gruppi rivali e tiene i contatti con il Servizio Informazioni Militare siriano in Libano, rappresentato dal Maggiore Generale Ghazi Kanaan.
La Sicurezza Preventiva, Sh'ubat al-Amn, rappresenta il Contro Spionaggio e nello stesso tempo è incaricata della sicurezza della leadership.
La Sicurezza Estera, incaricata inoltre delle operazioni esterne, è coordinata da Hussein Khalil, Ibrahim Aquil, Ali Karekeh, vice di Mughnya, e Muhammad Hayar.
Naturalmente tutti questi organismi dipendono dal Segretario Generale Hassan Nasrallah. Figura che nelle popolazioni del Medio Oriente, oggi equivale al Khomeini dei primi anni '80.
Appare comunque evidente come il Segretario Generale del movimento Hizbollah, rappresenti preminentemente la componente religiosa di Hizbollah, piuttosto che un capo effettivo.
Da quanto è emerso durante la permanenza nella capitale libanese chi rappresenta, in effetti, la direzione operativa di Hizbollah E' Naim Kasem.
Pare evidente come i deputati Hizbollah abbiano rinunciato alla spartizione degli appalti nell'area di Beirut in cambio di una sostanziale mano libera nel sud del Paese.
La presenza cristiana maronita è evidente, sostanzialmente nella parte settentrionale della città, verso Jounie ove è situato l'unico Casinò del Libano. Questa zona è certamente, e visibilmente, la più ricca dell'area ed i palazzi sono stati praticamente tutti ricostruiti.
I civili siriani vivono in baraccopoli nei pressi dell'aeroporto. Nella stessa zona vi sono inoltre "accampamenti" di profughi libanesi provenienti dal sud, sostanzialmente vicini alle posizioni di Hizbollah.
Il punto comune di quasi tutta l'area di Beirut è la costante presenza delle Forze Armate Libanesi. La Gendarmeria locale ha compiti più simili alla Polizia Municipale. I reparti maggiormente impiegati nell'area urbana sono i commandos della Marina e dell'Esercito, entrambi dotati di fucili M-16A1 in cal. 5,56 mm e con buffetterie di chiara ispirazione israeliana e prodotti non su licenza locale.
La presenza militare libanese è capillare, posti di controllo sono situati nel centro della città a breve distanza, 5/600 m circa, l'uno dall'altro. All'interno dei diversi quartieri le milizie locali non sono palesemente armate, il Governo desidera che siano le Forze Armate le uniche a garantire l'ordine.
L'unica eccezione è rappresentata dal quartiere Hizbollah, assolutamente atipico rispetto a quello degli altri gruppi presenti nella Capitale. Infatti l'intera zona si differenzia notevolmente dal resto della città, per tipologia di attività commerciali e dispositivi di controllo interni.
Ogni attività imprenditoriale legata ad un'immagine occidentale è severamente vietata, la sicurezza della zona è a cura del Servizio di Sicurezza Sh'ubat al-Amn.
All'interno del quartiere stesso vi è difatti la zona residenziale dei vertici del movimento, presidiata da miliziani, 4/6 elementi ogni posto di controllo, tutti con uniformi iraniane blu notte del tipo USA M-65 e dotati di M-16A1. Gli spostamenti tra la zona residenziale e la zona uffici è effettuata a bordo di Mercedes berline serie S, anni '80, generalmente non blindate, solo alcune sono dotate di blindatura non superiore al 2° livello.
Il personale di scorta dimostra una buona conoscenza del servizio di protezione, con elementari procedure standardizzate di comunicazione e di copertura del principale.
Il distaccamento di protezione di Naim Kasem era, ad esempio, strutturato su due team, uno ravvicinato ed uno di copertura, entrambi dotati di armi corte Browning High Power ed in comunicazione tra di loro tramite telefoni cellulari Nokia.
E' la componente sicurezza che coopera con il FML (Fronte Militare Libanese), organizzazione paramilitare incaricata, tra le altre, di penetrare le Forze Armate Libanesi al fine di poter operare in condizioni di sicurezza.
La componente sicurezza lavora a fianco di quella propagandistica, coordinata dal capo della pubblica informazione di Hizbollah Ibrahim Attallah, ed è strutturata su emittenti radio, siti Internet e da una stazione televisiva Al-Manar.
Questa stazione, situata nel centro del quartiere Hizbollah, a fianco dell'area residenziale, rappresenta un veicolo fondamentale di pubblicità per la causa Hizbollah.
Al-Manar dispone di una capacità tecnica di tutto rispetto, trasmette su satellite 24 ore su 24, con la sola esclusione dell'America Centrale per ragioni di ordine tecnico.
Punto di particolare interesse è la produzione di format religiosi, venduti in tutto il mondo arabo e non solo. Uno dei principali acquirenti è una rete televisiva statunitense, situata nello stato del Michigan, di evidente ispirazione sciita.
Interessante rilevare come in diverse occasioni si siano trovati nei villaggi Hizbollah nel sud del Paese diversi simpatizzati, provenienti dalla stessa area degli USA, in visita ai parenti. Le posizioni politiche di tali individui sono sempre state comuni: totale avversione a qualsiasi tipo di rapporto con Israele, critica agli Stati Uniti e all'Europa per le posizioni assunte inerenti alla causa palestinese. La nazione Hizbollah inizia a circa 40 km dal confine con Israele, ove l'ultimo check point libanese lascia il posto ai poster con l'effigie di Khomeini.
La capitale dell'Hizbollahland non è come erroneamente si pensa Baalbeck, situata nella valle della Beeqa, bensì Nabatiyeh nel sud.
In questa città è presente il Comando Sud di Hizbollah, che coordina gli uffici locali, presenti in ogni municipalità.
Gli apparecchi televisivi in ogni locale commerciale sono tutti sintonizzati su Al-Manar e le effigie dei martiri sono appese ad ogni lampione.
Non esiste la libera impresa, le attività commerciali versano l'intero ammontare degli introiti al movimento, mentre gli esercenti sono regolarmente stipendiati.
In questa area il Partito di Dio è capillarmente organizzato, le scuole, gli ospedali sono tutti diretti dal movimento.
Quello che maggiormente colpisce è la partecipazione multiconfessionale a queste iniziative.
Le infrastrutture Hizbollah sono aperte a tutti, non solo agli sciiti.
I governi locali, noti per una corruzione endemica, sono stati sostituiti da amministratori che operano con "religioso zelo". Il consenso è quindi non solo da parte sciita, ma dell'intera comunità.
Una breve nota sulle organizzazioni di assistenza e cooperazione.
Il movimento fornisce un flusso costante di denaro alle famiglie che hanno perso il padre in guerra, anche se è rimasto prigioniero, i figli possono studiare ed entrare a loro volta nel movimento. Anche chi ha subito mutilazioni è aiutato con un sussidio e gli è addirittura data una moglie, nell'ipotesi non l'abbia, nell'evidente difficoltà contingente.
In ogni villaggio esiste un contingente di miliziani, armati di AK-47 in cal. 7,62 mm.
Questa forza è costituita da elementi giovani e maturi, con precedente esperienza di combattimento.
Il coordinamento è effettuato da comandi locali indipendenti l'uno dall'altro, per ragioni di sicurezza e di OPSEC (Operational Security).
Le milizie locali sono inoltre incaricate di sorvegliare la linea di confine con Israele, e non l'Esercito Libanese come logico.
In nessuna occasione abbiamo visto miliziani armati, il vertice del movimento desidera mostrare una posizione maggiormente "politically correct" ora che l'Esercito israeliano si è ritirato.
In ultimo l'Esercito Hizbollah.
Poco conosciuto, ma assai maturo dopo i combattimenti con lo Tzahal, l'Esercito di Gerusalemme, l'Esercito del movimento, al-muqawama al islamiyya, è costituito da poche centinaia di soldati, equipaggiati di tutto punto, ed organizzati in "Brigate".
Buffetteria israeliana, non sono stati pochi i casi di vendita di materiali da parte dei soldati israeliani, fucili M-16A1 anche con lancia granate M-203 da 40 mm, blindati nord coreani, di provenienza iraniana, lancia razzi BM-21 "Katyusha", missili antiaerei spalleggiabili del tipo SA-16 e FIM-92A Stinger ma soprattutto missili anticarro filoguidati AT-3 Sagger e Milan, provenienti dall'Iran e utilizzati con risultati devastanti contro i bunker israeliani, sono presenti nelle "Brigate" Hizbollah.

Conclusione
Il futuro di Hizbollah dipenderà in gran parte dall'esito dei colloqui tra Israele e Siria.
Per decenni la Siria ha chiesto un completo ritiro delle forze israeliane dal Golan alle linee precedenti il 4 giugno 1967, come condizione per la pace.
Nonostante la Risoluzione 338 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, Israele rifiuta di ritirarsi, adducendo motivazioni legate alla propria sicurezza e al fondamentale approvvigionamento di fonti idriche.
La determinazione a tornare in possesso del Golan ha portato Damasco ed il movimento guidato da Nasrallah su posizioni assai vicine, per non considerare il personale rapporto di cordialità tra il Presidente siriano Bashar al-Assad ed il leader Hizbollah.
Per questa ragione esiste una comune visione nel mantenere il confine libanese/israeliano in stato di tensione.
La Siria, incoraggiata dal ritiro unilaterale di Tel Aviv dal sud del Libano del maggio scorso, sta assistendo fattivamente il Partito di Dio sotto il profilo militare ed in particolare modo nella delicata area di Shebaa, situata sulle alture del Golan, che gli Hizbollah considerano libanese.
Una delle ragioni dell'atteggiamento siriano nel voler mantenere alto il livello di guardia è nel messaggio implicito a Israele, che il prezzo di una pace sicura e duratura risiede nella completa restituzione dei territori agli arabi, libanesi, palestinesi e siriani.
L'Iran invece ha iniziato una politica di "defilamento" dallo scenario libanese, rispetto agli anni '80 e '90.
Quando nel 1998 il Partito di Dio si è avvicinato ad una spaccatura interna tra gli ortodossi islamici, capeggiati da Subchi Tofeili, ed i sostenitori di un maggiore avvicinamento al nazionalismo libanese, sostenuti da Nasrallah, l'Iran ha chiaramente appoggiato quest'ultimo, sostenendone implicitamente la politica "indipendente".
Malgrado questo i legami tra Hizbollah e l'Iran sono ancora fortissimi e certamente destinati a durare.
Negli ultimi anni il movimento Hizbollah ha sempre enfatizzato il desiderio di combattere l'Esercito israeliano sino a che questo non avesse lasciato il Libano. Ora che le IDF si sono ritirate dal Libano, l'obiettivo è rappresentato dalla lotta per la liberazione della Palestina. Per questa ragione sono strettissimi i contatti tra Hizbollah, Jihad Islamica Palestinese, probabilmente una "costola" del Partito di Dio" e Hamas.
Certo è che Hizbollah ha percorso molta strada dalla sua nascita come gruppo terroristico panislamico degli anni '80, al movimento nazionale sciita che sta cercando un suo definitivo spazio nel confuso scenario multiconfessionale libanese.



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