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Per Aspera Ad Veritatem n.19
Intelligence from secrets to policy

Mark M. Lowenthal - CQ Press, Washington, 2000





Mark M. Lowenthal, professore alla Columbia University e alla George Washington University, con una lunga esperienza nel settore dell'intelligence, ha di recente pubblicato un assai pregevole lavoro che analizza, in modo completo e ricco di interessanti riferimenti, il lavoro dell'intelligence, con particolar riguardo all'esperienza della comunità d'intelligence negli Stati Uniti.
Il solo fatto che, nella sintetica prefazione, l'Autore si ponga il problema di colmare un vuoto nella letteratura sull'intelligence, a particolare beneficio degli studenti che attendono ai corsi universitari, fa riflettere sull'importanza che la disciplina riveste, negli Stati Uniti, nella formazione accademica non meno che nella cultura istituzionale. Uno standard di consapevolezza dell'essenziale funzione del valore della sicurezza nazionale che sarebbe auspicabile trovasse momenti di crescita e confronto anche in altre realtà, come quella italiana, per aprire prospettive convincenti di un rapporto nuovo tra momento politico, momento tecnico e domanda di sicurezza della comunità. In quest'ultimo senso, buona parte delle argomentazioni ruota sul ruolo che l'intelligence recita nella determinazione della politica della sicurezza, nel senso di analizzare quale sia e quale dovrebbe essere, secondo le differenti impostazioni tecniche, il rappporto tra gli organismi informativi e il responsabile politico.
Riflessioni importanti che attengono alla definizione di autonomia dell'intelligence, al concetto di imparzialità del lavoro degli organismi, al peso degli indirizzi politici nella definizione delle priorità.
Il processo di intelligence, nelle sue diverse fasi (requirements, collection, analysis, dissemination, policy) è analizzato in modo rigoroso e puntuale, così come specifica e particolareggiata attenzione è riservata alle diverse tipologie dell'intelligence. Quest'ultimo punto pare di assoluto rilievo in un periodo in cui da un lato la società dell'informazione sembra voler accreditare l'impressione che attraverso le open sources sia acquisibile tutto il patrimonio informativo conoscibile e dall'altro il prepotente sviluppo tecnologico pare disegnare un futuro in cui l'intelligence possa essere portata avanti solo attraverso satelliti e mezzi tecnici sofisticati.
La realtà, evidentemente, è ben diversa ed è sufficiente scorrere le parti del volume dedicate alle azioni sotto copertura (covert action) e al controspionaggio (counterintelligence) per godere di un approccio più realistico, pragmatico e completo. L'opera, del resto, è una vera miniera di stimolanti riflessioni, rivolte non solo agli addetti ai lavori ma a chiunque voglia rendersi conto di quali siano i requisiti del lavoro dell'informazione per la sicurezza. Basti pensare all'illustrazione concernente le competitive analysis, metodologia utilizzata ponendo allo studio differenti gruppi di analisti su medesimi temi, per raggiungere risultati più obiettivi scevri dai preconcetti che ogni analista può portare nel suo background culturale, ovvero al capitolo dedicato ai problemi etici e morali dell'attività di intelligence, argomento assai importante, delicato e sensibile e, in qualche misura, tutto da esplorare.
Il testo è infine corredato da una bibliografia veramente sostanziosa, in buona parte reperibile on line sulla rete e, particolare sicuramente originale e apprezzabile, corredato di numerosi esempi descrittivi, tratti dalla "vita vera" dell'intelligence, utilizzati per dare veste concreta alle ipotesi tecniche.



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