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Per Aspera Ad Veritatem n.19
Il sistema mafia
Dall'economia-mondo al dominio locale

Fabio Armao - Ed. Bollati Boringhieri, Torino, 2000





Mafia: un termine italiano conosciuto in tutto il mondo e che in tutto il mondo individua una particolare forma del crimine, anzi per meglio dire del crimine organizzato. E' ancora necessario un libro sulla mafia, ci si potrebbe chiedere, posto che tra libri-intervista, libri "resoconto" di famosi procedimenti giudiziari e quant'altro è stato in questi ultimi anni scritto sul fenomeno, il tema risulta forse tra i più analizzati degli ultimi venti anni? In effetti, permane la necessità di incrementare il grado di conoscenza sul fenomeno mafia, del resto in costante trasformazione ed evoluzione, per comprendere i fatti già accaduti o soprattutto quelli che potrebbero ancora verificarsi. La questione mafiosa, in altre parole, è un elemento della realtà italiana che riveste tuttora un'importanza in qualche modo drammatica. In questo senso, il primo interessante spunto del libro si coglie già nella metodologia d'indagine, che costituisce il filo conduttore dell'analisi dell'Autore: si tratta di un approccio multidisciplinare alla problematica che mette in luce taluni aspetti, rimasti forse sullo sfondo in altre riflessioni sul tema. Ciò consente di delineare un quadro d'assieme degli aspetti sociologici, culturali e del modus operandi della criminalità mafiosa che consente di giungere ad una ricostruzione d'assieme libera dai luoghi comuni.
Un libro sulla mafia diverso, insomma; di non facilissima lettura, che chiama ad un impegno maggiore rispetto ai testi che si leggono tutto d'un fiato, quasi come romanzi.
L'analisi muove seguendo una trama che vede il mafioso, "l'uomo d'onore", come un individuo mancato, che presenta dei disturbi della personalità, "naturaliter un delinquente".
Si frantuma insomma il più antico dei postulati sulla mafia secondo cui "Cosa Nostra" è l'attuazione di un particolare modo d'essere che esprime valori, magari arcaici ma di per sé non negativi, come onore, fedeltà, obbedienza, famiglia etc.". Niente di vero, secondo l'Autore; il mafioso pretende di essere investito di un'autorità e di essere legittimato pubblicamente a svolgere quel ruolo; "alimenta una rappresentazione mitizzata e mistificheggiante della realtà mafiosa" che poi "si concretizza in codici di comportamento". Anche il ruolo della "famiglia" viene rivisitato, talché famiglia mafiosa è il tipo di modello familiare che può favorire l'insorgenza della mafia ed il riprodursi dell'individuo mafioso. Anche la presunta esistenza di un codice giuridico mafioso viene contestata dall'Autore che, acutamente, nota come "nel clan mafioso non esiste certezza perché nel suo codice è compresa un'ulteriore norma fondamentale, secondo la quale qualunque regola può essere violata, purché a farlo sia il capo".
Il sistema mafioso viene indicato quale emulazione dei regimi totalitari che, parimenti, si alimentano del segreto, vera iniziazione che segna il passaggio ad un'elite che gestisce il potere occulto incutendo terrore, alimentando in tal modo la propria capacità di ampliare il consenso.
L'analisi dell'Autore si sposta dunque sui profili economici del fenomeno, sulla sua collocazione in quel sistema, sui suoi rapporti con il capitalismo: insomma la lettura interdisciplinare del fenomeno si focalizza sugli aspetti più concreti. Questa analisi, che legge i passaggi essenziali della progressiva espansione del sistema mafia, risulta essere uno degli spunti più interessanti del saggio.
Un'ultima notazione va fatta per la significativa scelta della foto di copertina, la borsa di Hong Kong, simbolo del paradosso di un sistema, presunto arcaico, che si sviluppa nel tempio del business telematico, rimasto enclave del capitalismo pur dopo il passaggio di quella città-Stato nella Cina popolare.



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