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Per Aspera Ad Veritatem n.13
La Scientologia in Svizzera

Rapporto della Commissione consultiva in materia di protezione dello Stato del luglio 1998





Nel luglio 1998, il Dipartimento federale elvetico di giustizia e polizia ha pubblicato il Rapporto della Commissione consultiva in materia di protezione dello Stato nel quale vengono esaminate le tematiche concernenti il fenomeno delle "sette", con particolare riguardo all'evoluzione del movimento della Scientologia (come riportato anche in una nota del Rapporto , "l'appellativo di ‘Chiesa' viene utilizzato solo occasionalmente in quanto si tratta della denominazione ufficiale del movimento, ma questo non implica alcuna valutazione qualitativa o presa di posizione sulla natura ‘religiosa' dell'organizzazione") e alle eventuali implicazioni in materia di sicurezza dello Stato.
Viene pubblicato integralmente l'indice di tale Rapporto, nonché stralcio dei paragrafi ritenuti di peculiare interesse al fine di una migliore comprensione del fenomeno nella sua delicatezza e complessità.


(1) La presenza di gruppi che si dichiarano seguaci di filosofie o credenze religiose diverse da quelle della maggioranza della popolazione non costituisce una novità.
Tuttavia, fino al XX secolo, in Svizzera come in altri paesi occidentali, si è trattato in generale di sette cristiane: anche se le differenze prendevano spunto da elementi professati dalle Chiese all'epoca dominanti e la loro presenza causava, a volte, aspre reazioni (2) , tuttavia, venivano condivisi i principi fondamentali delle maggiori confessioni religiose. Il secondo decennio del XX secolo ha visto importanti trasformazioni dello scenario religioso in tutti i paesi occidentali. Si è assistito a notevoli cambiamenti simultanei e interagenti tra loro: in un ambiente sempre più secolarizzato, la religione tende a divenire prima di tutto una questione privata; la linea tracciata dalle Chiese tradizionali rappresenta sempre di meno la norma religiosa; vicino a gruppi che si riconnettono al cristianesimo, numerose altre vie spirituali si offrono alle anime insoddisfatte e favoriscono scelte religiose diverse, anche se queste ultime raccolgono una percentuale modesta di popolazione; inoltre, accanto all'adesione ad una religione o a una setta, si diffondono le credenze religiose o parareligiose più varie, come dimostra il successo commerciale di una certa letteratura "esoterica" (3) .
Tale incremento solleva numerosi interrogativi che vanno ben oltre l'analisi del fenomeno religioso: nel lungo periodo comportano conseguenze rilevanti sia per l'identità che per la coesione di un popolo. Tali riflessioni, tuttavia, superano il quadro di questo rapporto. Più direttamente, la moltiplicazione dei gruppi religiosi pone anche questioni nuove alle autorità e, in certi casi, agli organi incaricati della sicurezza dello Stato. Tanto la natura quanto il proselitismo di questi gruppi possono attirare l'attenzione in ragione della preoccupazione suscitata in buona parte della popolazione e considerato anche che appare inevitabile, tra centinaia di gruppi esistenti, che ve ne siano alcuni potenzialmente pericolosi (4) sia per l'individuo che per la società.
E' difficile penetrare questo delicato settore, attesi i principi di libertà religiosa ai quali la nostra società si ispira, ma le autorità non possono ignorare completamente il problema, poiché così facendo consentirebbero la creazione di una no man's land. Conviene, allora, affrontare la questione rimanendo sensibili alla specificità del fenomeno religioso e sforzandosi di conoscere meglio le peculiarità connesse alle minoranze religiose.




Il moltiplicarsi dei Nuovi Movimenti Religiosi (NMR), a partire dal 1960, ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica soprattutto perché a tali movimenti hanno aderito principalmente i giovani (5) , anche quelli con formazione universitaria, alterando l'immagine "classica" che si aveva del seguace di una "setta". Questo cambiamento non può dissociarsi dalla contestazione che ha coinvolto, allora, la gioventù dei paesi occidentali, anche se non può ridursi solo a questo, considerato che la maggior parte di questi gruppi continua ad esistere ed altri se ne sono aggiunti, a dispetto dell'evoluzione socio-economica intervenuta negli anni seguenti. I NMR apparsi in quegli anni avevano origini ideologiche e culturali diverse - dai guru orientali ai messaggeri del radicalismo biblico (Jesus People). Un altro elemento cui rivolgere l'attenzione è l'interazione tra ricerca spirituale, illuminazione personale e psicoterapia, il cui sviluppo è in qualche modo legato ai nuovi orientamenti che hanno seguito i movimenti politici di contestazione giovanile degli anni '60. (6)


Alcuni giovani adepti da poco convertiti a questi movimenti hanno subito aderito ai modelli proposti da questi gruppi, trasformando radicalmente il proprio modo di vivere e rompendo a volte i legami con la famiglia.
Tutto ciò, a partire dai primi anni '70, ha suscitato vive reazioni contro movimenti specifici, per esempio i Bambini di Dio o la Chiesa dell'unificazione.
Fondato nel 1972 negli Stati Uniti, il primo gruppo "anti-sette" raccoglieva all'inizio i genitori di seguaci dei Bambini di Dio, che intendevano far uscire i figli dal movimento (7) . Ben presto ci si è resi conto che famiglie di membri di altri gruppi vivevano la medesima situazione e si è concluso che i Bambini di Dio erano solo una delle manifestazioni di un fenomeno più largo. Tale consapevolezza ha favorito la creazione di organizzazioni "anti-sette" che hanno rivolto il proprio interesse ad uno scenario praticamente illimitato (8) . Naturalmente esisteva già da lungo tempo una tradizione di apologetica "anti-sette" cristiana e di associazioni che si opponevano alle sette in quanto tali (9) ; ma la novità delle associazioni "anti-sette" degli anni '70 è stata di evidenziare in questi movimenti problemi non solo religiosi ma anche sociali e di mettere in luce come l'adesione ad alcuni NMR, oggetto di controversie, fosse il risultato di manipolazioni o pressioni.
Considerando doveroso basarsi più sui dati di fatto che sulle credenze, riteniamo che queste associazioni non si limitano a raccogliere gruppi dottrinalmente definiti come "sette", ma si estendono a movimenti con comportamento religioso definibile come "settario", comprendente quindi anche gruppi riconducibili alle Chiese dominanti (10) .
A partire dagli anni '70, le associazioni "anti-sette" si propagano anche fuori degli Stati Uniti: in Francia, a Rennes alla fine del 1974, nasce l'Associazione per la difesa delle famiglie e dell'individuo (ADFI); in Germania, a Monaco nel 1975, l'Elterninitiative zur Hilfe gegen seelische Abhängigkeit und religiösen Extremismus e.V.; in Svizzera, invece, è necessario attendere gli anni '80 per vedere comparire gruppi strutturati di questo genere (11) . L'attività dei NMR transnazionali ha suscitato ugualmente una reazione internazionale, qualunque sia il coordinamento delle diverse iniziative locali e qualunque siano i collegamenti e le posizioni delle associazioni "anti-sette". Ciò, d'altra parte, è legato anche alla diversa sensibilità di ciascun paese.


Il destino delle associazioni "anti-sette" era di rimanere una piccola lobby di famiglie comprensibilmente preoccupate, le cui testimonianze sarebbero state riprese, ed eventualmente amplificate, da alcuni media e le Chiese, da parte loro, avrebbero fatto eco con preoccupazioni e strategie adeguate.
In alcuni paesi erano già state promosse inchieste ufficiali su gruppi specifici (soprattutto nei confronti della Scientologia, come vedremo più avanti), ma il fenomeno sarebbe rimasto di dimensioni relativamente modeste, se non si fosse verificato un avvenimento che ha sollecitato i sostenitori di una politica intervenzionista: la morte di alcune centinaia di persone a Jonestown (Guyana) nel novembre 1978, una sorta di miscellanea tra suicidio e assassinio, ad opera di un gruppo americano denominato "Tempio del Popolo".

(...)

Tali avvenimenti hanno contribuito ad accrescere (e in qualche caso a "legittimare") le preoccupazioni nei confronti delle "sette" in senso lato.
Tutto ciò pone le autorità dinanzi ad un dilemma: intervenire in un settore così delicato può comportare il rischio di improprie generalizzazioni o di attentati alla libertà religiosa sotto l'impulso delle emozioni del momento; d'altra parte, se si verificassero nuovi drammi, la scelta di astenersi comporterebbe vive critiche da parte dei media e dell'opinione pubblica, con l'ulteriore accusa di comportamento negligente e irresponsabile.
Molte istituzioni nazionali hanno sollevato il problema legato alle sette nel corso degli anni 1980 e 1990 ed ancora non si è giunti ad una soluzione. Il Parlamento europeo, nel 1984 e poi nel 1996, ha approvato risoluzioni in materia di sette e l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha adottato, nel 1990, una "raccomandazione relativa alle sette e ai Nuovi Movimenti Religiosi". In Francia, un deputato, nel 1983, ha preparato un rapporto per il Primo Ministro e una Commissione d'inchiesta parlamentare sulle sette ha presentato, a sua volta, un rapporto nel 1995; se il documento del 1983 non ha avuto conseguenze concrete, non è andata altrimenti a quello del 1995 in quanto nel 1996 è stato istituito un Osservatorio interministeriale sulle sette. In Belgio, una Commissione parlamentare ha condotto, in modo analogo, un lavoro sulle sette e ha reso pubblico il relativo rapporto nel 1997. In seguito, nell'aprile 1998, una legge ad hoc ha istituito un Centro d'informazione e di orientamento sulle organizzazioni settarie potenzialmente pericolose e una Cellula amministrativa di coordinamento. In Germania, il Bundestag ha istituito, nel 1996, una Commissione d'inchiesta su sette e Psycogruppen (12) , che ha reso le sue conclusioni nel giugno 1998.
Peraltro, si sono avute reazioni anche da parte di Paesi postcomunisti, che hanno visto il fiorire del pluralismo religioso dopo anni di politica repressiva nei confronti di qualsiasi manifestazione di credo religioso (13) .




Un approccio comparativo tra la Svizzera e gli altri paesi europei mostra che il nostro paese, per la sua centralità e quale punto di intersezione tra vari gruppi linguistici (senza parlare della situazione internazionale, particolarmente attraverso città quali Ginevra), offre un quadro sufficientemente rappresentativo della situazione nella globalità del continente (14) . Alle minoranze cristiane ben insediate (alcune da lungo tempo) in diverse regioni del paese, s'aggiungono branche svizzere della maggior parte dei Nuovi Movimenti Religiosi (NMR), compresi i più contestati tra loro (15) . Ciò non significa che tali movimenti rappresentino una popolazione numericamente importante. I risultati del censimento federale del 1990 indicano, accanto ai protestanti, cattolici romani, cattolici cristiani, ebrei e musulmani, la presenza di più di 58.000 adepti di "altre comunità religiose cristiane", di quasi 30.000 aderenti ad "altre comunità religiose" e - oltre a persone senza alcuna appartenenza specifica - di più di 100.000 persone che non danno alcuna indicazione. Sebbene alcune persone registrate come cattoliche o protestanti possano appartenere parallelamente ad altri gruppi religiosi, si può affermare che l'adesione formale e dichiarata a credenze diverse da quelle delle "grandi religioni" non interessi che una percentuale modesta della popolazione: probabilmente meno del 2% (16) . E questa porzione della popolazione si ripartisce ulteriormente tra 200 o 300 gruppi religiosi diversi (17) .
I più importanti sono movimenti d'ispirazione cristiana al di fuori delle grandi Chiese (18) sui quali non ci soffermeremo: infatti sebbene a volte ricadano anche su questi le polemiche degli ultimi anni, tali movimenti fanno parte del nostro panorama religioso. Quanto ai NMR non cristiani, che siano frutto d'importazione o d'innovazione, sono rari quelli che superano il migliaio di aderenti in Svizzera; è vero che, in mancanza di una progressione numerica significativa, si assiste ad un'estensione del numero dei gruppi presenti, poiché ogni anno si aggiungono alla lista nuovi movimenti (molteplicità che crea raramente condizioni favorevoli allo sviluppo repentino di uno di essi).
L'etichetta di NMR comprende una estrema diversità di movimenti: esistono pochi punti in comune tra un discepolo di un guru indiano, un membro di una nuova religione giapponese e un propugnatore di messaggi comunicati da extraterrestri. E' preferibile, quindi, prendere le distanze da accostamenti affrettati a volte osservati.


Le autorità federali hanno tenuto sino ad oggi un atteggiamento di riserva dinanzi a tali problemi e raramente si sono pronunciate: il Consiglio federale ha risposto nel marzo 1989 ad una interrogazione ordinaria del Consigliere nazionale ginevrino Gilles Petitpierre su "l'arruolamento nelle sette e gli attentati alla libertà personale" sottolineando come le comunità religiose e le sette godessero delle medesime libertà rispetto a qualsiasi altro raggruppamento, dovendo sottostare anch'esse al diritto comune, e ha ricordato varie possibilità di ricorso in caso di abuso, sottolineando che "nessuna sorveglianza, nessuna limitazione, per quanto intensiva, sarebbe in grado di prevenire tragici errori" e che "soprattutto l'iniziativa privata e quella delle Chiese nazionali avrebbero la possibilità di trovare in questo settore un campo d'azione privilegiato". Più recentemente, nel giugno 1998, il Consiglio federale ha risposto ad un'interpellanza del Consigliere nazionale vallese Thomas Burgener (sottoscritto da 50 parlamentari) sulla "lotta contro le sette" rimettendo la questione nel contesto più ampio delle interrogazioni generate dalla situazione attuale di pluralismo religioso; il Consiglio federale non ha ritenuto necessario prendere misure particolari e ha ricordato che, nel nostro sistema, le questioni religiose sono di competenza cantonale; ha auspicato che vengano condotte ricerche scientifiche in grado di conoscere meglio tali soggetti. Per ciò che concerne il Tribunale federale, è stato talvolta indotto ad intervenire su problemi connessi a minoranze religiose (19) .
A livello cantonale, si sono potute osservare, nel corso degli ultimi anni, molte iniziative. Nel 1992, la pubblicazione di un'opera in materia di sette su mandato e con l'appoggio finanziario della Direzione dell'Educazione del cantone di Zurigo (20) suscitò vive polemiche e provocò querele da parte di alcuni gruppi. Nel 1996, sulla scia dell'emozione causata dal secondo massacro del Tempio solare (Vercors, dicembre 1995), fu istituito un gruppo di lavoro sulle sette (composto da giuristi) per iniziativa del Consiglio di Stato del cantone di Ginevra che condusse una serie di audizioni; nel febbraio 1997 è stato reso pubblico un rapporto (21) ; questo rapporto evidenzia le lacune in materia d'informazione su tali questioni ed emette raccomandazioni specifiche nel settore della protezione dei minori, del diritto amministrativo, dei problemi fiscali e della repressione penale - sia per un migliore utilizzo delle disposizioni esistenti, sia per rafforzarne talune.
Nel giugno 1998, il Consiglio di Stato del cantone di Ginevra ha reso pubblici due progetti di legge ed una proposta di risoluzione indirizzata al Gran Consiglio, al fine di migliorare le possibilità di protezione da eventuali deviazioni (22) . Un gruppo di lavoro sulle deviazioni settarie istituito presso i cantoni romandi (come a Berna e nel Ticino) ha avviato i lavori nel 1997. Inoltre, alcuni cantoni sono stati chiamati ad esaminare non il fenomeno in generale, ma gruppi specifici in occasione di controversie locali.
Infine, è da notare che questioni legate a gruppi specifici hanno a volte suscitato viva emozione. Per prendere in esame qualche caso, quale esempio rappresentativo, può essere ricordato:
- il caso del Divine Light Zentrum (DLZ), fondato a Winterthour nel 1996, quando un conflitto di vicinato provocato dall'insediamento massiccio del gruppo in un quartiere residenziale condusse all'inasprimento delle posizioni che culminò con tentativi di avvelenamento e attentati dinamitardi nel 1975; il capo spirituale del DLZ, Swami Omkarananda, fu condannato nel 1979 a 14 anni di reclusione e a 15 anni di espulsione dal territorio elvetico; il DLZ, tuttavia, esiste ancora;
- i tumulti intorno alla St. Michaelsvereinigung (gruppo che associa un culto apparentemente cattolico a messaggi medianici) a Dozwil (TG) nel 1988; in seguito alla diffusione locale di messaggi apocalittici da parte del gruppo il Blick s'impadronì della questione; migliaia di curiosi affluirono a Dozwil e teppisti ubriachi, che si mescolarono ad essi, causarono gravi depredazioni;
- nel 1995, nel cantone di Friburgo, la richiesta di apertura di una scuola privata nel villaggio di Siviriez da parte di un gruppo cristiano indipendente, l'Alliance Pierres Vivantes, suscitò lunghi dibattiti tra i responsabili dell'Istruzione pubblica e nei media della regione;
- nel 1995, in seguito alla diffusione tra i suoi membri di un testo "ispirato" contenente proposte considerate antisemite ed alla rivelazione del fatto alla stampa, furono intraprese iniziative (in applicazione delle norme penali contro il razzismo) contro l'Universale Kirche, la cui sede europea si trova a Walzenhausen (AR), che sfociarono nella condanna di un responsabile nel 1996 e in diverse controversie circa l'appartenenza al gruppo di alcune persone.
Questi esempi mostrano la varietà dei problemi concreti sorti in questi ultimi anni intorno all'attività di gruppi qualificati come "sette", mettendo anche in risalto la loro complessità. Dove si fermano le reazioni legittime della società dinanzi a posizioni estremiste e dove iniziano l'intolleranza e gli sviamenti inquisitori? Probabilmente non esiste risposta assoluta a questi problemi ed è preferibile considerarli caso per caso, con la consapevolezza che verosimilmente si porranno in numero sempre crescente negli anni a venire. E' necessario valutare ogni volta tutte le conseguenze. L'esperienza mostra che le autorità politiche e la maggior parte dei media hanno una conoscenza approssimativa della realtà del fenomeno multiforme delle sette; d'altronde non è corretto muovere rimproveri poiché si tratta di gruppi di minoranza e, ad eccezione di alcuni di essi, poco studiati o addirittura non studiati affatto.
La scarsità di informazioni è nota, ma non è giustificabile accostarsi, senza cognizioni approfondite, alle teorie degli ambienti militanti sensibili a questo fenomeno.
Solo avendo ben presente il contesto globale è infatti possibile affrontare casi concreti.

(...)





La Costituzione federale garantisce i diritti fondamentali di libertà di credo e di coscienza (art. 49) nonché la libertà di culto ad esse sottesa (art. 50). Tali diritti possono essere invocati dai privati, e allo stesso modo, in casi specifici, da persone morali (come la Scientologia), se perseguono, secondo quanto sancito dal loro statuto, fini religiosi o ecclesiastici (24) .


In mancanza di indici concreti che consentano di far pensare che la sicurezza dello Stato o dei cittadini possa essere minacciata, gli organi incaricati della sicurezza dello Stato non possono, in Svizzera, occuparsi a titolo preventivo della Scientologia (in linea con quanto dispone il numero 13 delle direttive in materia di sicurezza dello Stato, emesse il 9 settembre 1992 dal DFJP). Un'attività preventiva di polizia sarebbe concepibile solo se la Scientologia:
- esercitasse violenza all'interno o all'esterno del movimento e rivestisse carattere di organizzazione estremista violenta, se non addirittura terrorista, fenomeno che dovrebbe essere considerato, a partire da quel momento, pericoloso per la sicurezza interna;
- mettesse in pericolo l'ordine costituzionale con mezzi contrari al diritto e non democratici;
- ledesse, in modo sistematico, gli interessi patrimoniali dei suoi aderenti e dovesse così essere ricondotta nella categoria della criminalità organizzata;
- fosse interdetta all'estero per violazione accertata della legge (25) .


In una prospettiva repressiva, le autorità federali possono intervenire a condizione di possedere informazioni concernenti reati perseguibili d'ufficio o su querela. Il Pubblico Ministero della Confederazione può intervenire solo nei casi in cui l'esercizio dell'azione penale rientra nella competenza della giurisdizione federale. Concretamente nella maggior parte dei casi affrontati in altri paesi (per esempio delitti contro il patrimonio), tale competenza sarebbe cantonale.
Per poter pronunciare l'interdizione di un gruppo quale la Scientologia, bisogna poter essere in grado di provare che si tratta di una organizzazione criminale, secondo quanto stabilito dall'articolo 260 ter c.p., o che essa costituisce un pericolo rilevante per la sicurezza interna della Confederazione, ovvero per le relazioni esterne del paese (art. 102, cap. 8 o 10 della Costituzione federale). Va da sé come una tale opzione possa essere ravvisata solo in ultima istanza.

(...)





La Scientologia decise di perseguire i "crimini" dei suoi avversari ovunque sembrava possibile scoprirne - compresi gli uffici governativi. A partire dal 1966, fu incaricato (tra gli altri) il "Guardian's Office" (GO) di occuparsi di tutto ciò che poteva, nel mondo, ostacolare l'azione della Scientologia. Membri di questo settore della Scientologia furono addestrati alle tecniche d'indagine e d'infiltrazione. Nel 1973 venne lanciata l'operazione "Snow White" ("Biancaneve"), che mirava ad infiltrarsi in amministrazioni americane al fine di procurarsi documenti d'interesse per la Scientologia. Nel corso di alcuni mesi le spie della Scientologia riuscirono a procurarsi decine di migliaia di pagine di materiale in parte sensibile e riservato ed anche, almeno una volta, a sistemare microfoni clandestini nel corso di una riunione dell'International Revenue Service (IRS) al fine di conoscere le tematiche trattate. Tuttavia, una sera del giugno 1976, agenti dell'FBI intercettarono due spie della Scientologia mentre si apprestavano a compiere una delle loro operazioni illegali (poco prima avevano attirato l'attenzione di un impiegato con il loro atteggiamento sospetto). Non avendo ancora nulla da contestare loro, furono rilasciati, ma l'FBI approfondì la questione e riuscì a venirne a capo. Il 7 luglio 1977, con circa 150 agenti in azione, l'FBI dette luogo ad una delle più grandi incursioni della sua storia nei locali della Chiesa di Scientologia a Los Angeles e a Washington, che consentì di sequestrare decine di migliaia di documenti interni della Scientologia e, grazie alle confessioni di membri pentiti del GO, di rivelare i dettagli delle operazioni condotte nel corso di alcuni anni dal servizio informativo della Scientologia - operazioni che avevano ad oggetto non solo gli uffici governativi, ma anche le persone che avevano espresso giudizi critici nei confronti della Scientologia, ad esempio la giornalista Paulette Cooper, che aveva pubblicato nel 1971 un'opera intitolata The Scandal of Scientology: i servizi informativi della Scientologia la spiarono, tentarono di implicarla in una questione criminale completamente inventata, etc.. Alcuni scientologi, tra cui la moglie di Hubbard (che rivestiva l'incarico di "Guardian"), furono condannati nel 1979 a pene detentive per il ruolo svolto nell'operazione.
Una sentenza di quasi 300 pagine documenta tutta la questione (26) . Inoltre l'inchiesta permise di rendere pubblici numerosi documenti che chiarivano le modalità operative dei servizi informativi della Scientologia. I documenti esaminati sono eloquenti. Per esempio, un "Guardian Order" del 21 ottobre 1974 fornisce precise indicazioni per infiltrare un agente all'interno dell'ufficio dell'IRS a Los Angeles al fine di ottenere tutti i dossiers relativi a Hubbard e alla Scientologia, mentre un altro agente doveva dedicarsi allo stesso tipo di operazione a Washington. Un "Guardian Program Order" del 5 dicembre 1975 ordina di infiltrarsi in alcuni uffici federali in vista di un "early warning System" per prevenire eventuali offensive nei confronti della Scientologia. Istruzioni dettagliate indicano le fasi da seguire e vengono offerte ricompense a coloro i quali fossero riusciti ad ottenere risultati. Documenti così numerosi, che rivelano le attività di un servizio di informazioni privato, suscitano un'impressione strana soprattutto al pensiero che si tratti di una "Chiesa".
Ma questo non è stato il solo caso del genere. Nel 1983, nel quadro di inchieste su alcune frodi fiscali ed altri reati che la Scientologia era sospettata di aver commesso, la Polizia provinciale dell'Ontario (Anti-Racketering Unit) sequestrò alcune centinaia di migliaia di pagine di documentazione negli uffici della Scientologia di Toronto. L'esame di questi documenti mostrò che una parte cospicua di essi proveniva da fonti governative o private e non poteva comunque essere acquisita dal gruppo in modo legale. Nel 1992, la Chiesa di Scientologia e tre persone furono condannate da un tribunale canadese. L'ammenda inflitta alla Scientologia era di 250.000 dollari.
L'inchiesta dimostrò che alcuni scientologi si erano infiltrati nei servizi di polizia, in uffici di avvocati, in associazioni mediche e negli uffici del procuratore generale dell'Ontario, per sottrarre documenti e fornire svariate informazioni alla Scientologia; gli infiltrati erano riusciti ad ottenere incarichi a livello poco elevato, ma che consentivano l'accesso ai documenti. Il giudice ritenne che il movimento non aveva mostrato alcun disappunto per il ruolo svolto ed anzi aveva tentato di riversare su alcuni membri la responsabilità delle azioni commesse, demandate da responsabili di alto rango. La questione mise comunque in luce operazioni di logoramento condotte dalla Scientologia nei confronti dei suoi avversari, tentando di gettare discredito sul procuratore che doveva sostenere l'accusa; questi contrattaccò e la Scientologia fu condannata al pagamento di una somma che, in appello, finì per superare i 2 milioni di dollari, apparentemente la somma più elevata mai accordata in Canada per un caso di diffamazione. Con giudizio unanime del maggio 1994, la Corte d'appello dell'Ontario stabilì che la Scientologia aveva emesso nei confronti del procuratore false accuse per tentare di distruggere la sua reputazione, pur sapendo che le affermazioni effettuate erano completamente erronee.
Le operazioni all'epoca condotte in Canada e negli Stati Uniti rivelano in modo chiaro e semplice che si tratta di spionaggio e, in tal senso, possono suscitare l'interesse degli organi di sicurezza dello Stato. Pratiche simili si sono verificate (o addirittura si verificano ancora) in altri paesi senza essere scoperte?
In una dichiarazione fatta nel febbraio 1994 da David Miscavige nel processo che vedeva contrapposta la Chiesa di Scientologia a Steven Fishman (27) , l'attuale presidente del RTC ripete la posizione della Scientologia al riguardo: il GO avrebbe operato in maniera completamente autonoma nel corso degli anni ‘70, con un potere assoluto e senza supervisione. Anche per questo, suoi agenti avrebbero condotto "programmi illegali", come infiltrarsi in uffici governativi e avrebbero "utilizzato mezzi privi di scrupoli nei confronti di persone considerate nemiche della Chiesa", ma ciò era completamente in antitesi ai principi della Scientologia, afferma Miscavige. Nel 1981, aggiunge, era stata avviata un'inchiesta della Chiesa sulle attività del GO e questa inchiesta "confermò i nostri peggiori sospetti". A seguito di una lunga lotta interna, il GO sarebbe stato definitivamente sciolto nel 1983, mentre l'amministrazione degli affari legali sarebbe stata ripresa dall'Office of Special Affairs (OSA) che, diversamente dal GO, "non è un gruppo autonomo". La Chiesa ha stilato una lista completa delle persone che hanno lavorato per il GO e controlla che nessuna delle persone implicate in attività discutibili sia avvicinata dalla Chiesa, sottolinea Miscavige. 800 collaboratori del GO complessivamente sarebbero stati licenziati. Ma molti ex membri affermano, da parte loro, che la soppressione del GO non ha cambiato affatto la situazione e che lo stesso lavoro viene svolto adesso dall'OSA.

(...)





5.1.1 Da alcuni anni, la Scientologia è un gruppo oggetto di controversie in Svizzera e in molti altri paesi. Numerosi processi e le ricerche condotte hanno messo in luce il carattere ibrido del gruppo. Alcune sue attività hanno importanti componenti finanziarie che lo assimilano per certi aspetti ad un'operazione commerciale (senza ridursi a ciò) e possono indurre all'indebitamento gli adepti col pretesto di considerevoli miglioramenti derivanti dai servizi resi. Questi aspetti meritano l'attenzione delle autorità e delle associazioni di protezione dei consumatori, ma non sono di competenza a priori degli organi di sicurezza dello Stato.

5.1.2 La Scientologia è basata su principi intangibili definiti da L. Ron Hubbard tuttora osservati. Questi principi presentano, agli occhi dell'osservatore, tratti ideologicamente analoghi a quelli dei sistemi totalitari, ma la loro applicabilità può fare affidamento solo sul consenso individuale interno (di cui si può discutere il carattere volontario o meno) e non sulla potenza dello Stato. In alcuni casi, i membri potrebbero trovarsi de facto in una situazione di costrizione psicologica.
Non trovando applicazione in Svizzera il concetto di verfassungsfeidlichkeit come sviluppato dai vicini tedeschi (28) , il fatto che i principi sui quali si basa la Scientologia siano in disaccordo con quelli cui noi siamo tradizionalmente legati non sarebbe sufficiente a giustificare una sorveglianza di polizia da parte degli organi di sicurezza dello Stato.

5.1.3 La Scientologia include attività che si avvicinano ad attività tipiche dei servizi informativi. L'esame dei loro principi fondamentali e del loro funzionamento, anche sulla base di documenti aggiornati reperiti nel corso di inchieste in paesi esteri, mostra che sono strettamente legati ai presupposti ideologici del movimento e, sostenendo che gli avversari della Scientologia hanno sempre torto, dimostrano poca disponibilità ad essere modificati. L'approccio a tale metodologia si basa su una visione cospirazionista che consente al movimento di sopravvalutare la propria importanza e, nello stesso tempo, immaginare di svolgere un ruolo fondamentale su scala mondiale. Queste attività, all'occorrenza, possono persino giungere a tentare di infiltrarsi in uffici dello Stato (29) , o comunque ottenere informazioni che vi provengano. Tuttavia, queste attività non mirano direttamente ad infiltrarsi negli apparati statali o alla presa del potere (30) , ma in primo luogo, a mettere il movimento al riparo da qualsivoglia attacco, reale o immaginario che sia. Ciò limita i rischi per lo Stato, tuttavia restano tre problemi:
- è inaccettabile che un'associazione privata (religiosa o meno) intrattenga attività di ricerca informativa, quale ne sia l'estensione, soprattutto se rivolta non necessariamente ad associazioni opposte, e senza arrestarsi neppure dinanzi ad infiltrazioni in strutture dello Stato. Al momento, tuttavia, non si hanno indizi che questa sia la situazione elvetica;
- seppure tali operazioni sembrano limitarsi ad energiche controffensive nei confronti di minacce reali o supposte tali e si limitano quindi, in via di principio, a ciò che tocca direttamente il movimento, è tuttavia chiaro che tali attività potrebbero, se così decidesse la direzione mondiale per un motivo qualsiasi, essere orientate verso altri obiettivi;
- attività di questa natura possono portare il movimento ad avere accesso ad informazioni concernenti la sicurezza del paese (31) , e l'esistenza stessa di tali servizi comporta un potenziale rischio, anche se lo Stato non è l'obiettivo principale;
- non si possono, infine, ignorare i conflitti di coscienza che potrebbero presentarsi agli scientologi che svolgono attività in settori sensibili e dai quali l'organizzazione si aspetterebbe informazioni riservate (ivi compresi dati personali).

5.1.4 L'assenza di un riscontro preciso che dimostri il tentativo della Scientologia di infiltrarsi nelle strutture dello Stato in Svizzera farebbe propendere per la rinuncia a qualsiasi iniziativa da parte degli organi di sicurezza dello Stato. Di contro, l'esistenza di attività d'informazione (senza risparmiare lo Stato, all'occorrenza) potrebbe indurre a sorvegliare il fenomeno. Il gruppo di lavoro ritiene opportuno rinunciare, in questa fase, a qualsiasi vigilanza. E' dell'avviso tuttavia che la situazione dovrà essere valutata nuovamente a distanza di qualche tempo, in base ad informazioni pubblicamente accessibili.

5.1.5 In ragione del carattere ibrido del movimento e dell'esistenza al suo interno di un servizio informativo strutturato (caso verosimilmente unico, almeno per il livello toccato), eventuali misure preventive nei confronti della Scientologia non potrebbero servire in alcun modo quale precedente per una valutazione su eventuali potenziali problemi relativi a gruppi religiosi o "sette". Ogni caso deve essere considerato in maniera distinta e specifica.

5.1.6 Per avere contezza della rapida evoluzione della situazione e dei nuovi dati eventualmente raccolti da paesi vicini (per esempio la Germania), sarebbe opportuno che la Commissione continuasse a seguire attentamente la situazione. In caso di necessità, potrebbe raccomandare ulteriormente alle autorità di prendere misure adeguate.


5.2.1 Esistono in Svizzera numerose minoranze religiose, minuscole o più importanti. La grande maggioranza di questi gruppi non costituisce un pericolo né per i suoi membri né per lo Stato. Deve quindi essere accuratamente evitata qualsiasi generalizzazione tra pochi gruppi discutibili e numerosi altri.

5.2.2 A causa di drammi individuali o collettivi, una parte dell'opinione pubblica è tuttavia sensibile a tali problematiche e ritiene che le autorità restino inattive. Inoltre, il moltiplicarsi di piccoli gruppi presenti in Svizzera negli ultimi trent'anni (e la varietà crescente delle loro origini, poiché non si iscrivono soltanto nella tradizione cristiana) comporta necessariamente rischi isolati di deviazioni, seppure difficilmente prevedibili. Rifiutando per principio intrusioni in campo religioso, lo Stato non può, nell'adempimento delle sue funzioni, disinteressarsene completamente senza assumersi le proprie responsabilità dinanzi alla popolazione.

5.2.3 Nella maggior parte dei casi, le controversie intorno ai gruppi qualificati come "sette" deve rimanere a livello di dibattito ideologico, senza giungere all'intervento dello Stato, ad eccezione dei casi in cui viene messo in pericolo l'ordine pubblico o viene commesso un reato; in questi casi, anche se in presenza di uno sfondo religioso, le leggi esistenti vengono applicate automaticamente. In una società come la nostra, seppure esistono strutture (media, Chiese, associazioni private...) che esercitano una funzione di contrappeso e di informazione a fronte di messaggi discutibili, è a volte difficile ottenere notizie corrette e oggettive su organizzazioni che destano interrogativi. Sarebbe bene che lo Stato e l'opinione pubblica avessero accesso ad un'informazione imparziale sugli sviluppi del settore religioso (32) . Questo incarico potrebbe essere affidato ad un osservatorio collegato ad un istituto scientifico (33) , sostenuto con fondi pubblici e dovrebbe collaborare con le autorità interessate.

5.2.4 Il gruppo di lavoro stima che l'ordinamento giuridico possa garantire sufficientemente lo Stato da attività eventualmente pericolose poste in essere dalle sette. Non si tratta di applicare un articolo di legge specifico, ma piuttosto di modellare le diverse norme esistenti nel settore del diritto privato, del diritto pubblico e del diritto penale (34) . Naturalmente non bisogna sottovalutare le possibilità offerte ai cantoni di un'adeguata applicazione del diritto penale cantonale e del diritto relativo alla regolamentazione di imprese industriali e commerciali.
Bisogna tuttavia sottolineare la portata necessariamente limitata delle misure adottate dallo Stato, che non possono sottrarre all'individuo la responsabilità per i propri atti.

5.2.5 Lo spirito con cui dovranno essere intraprese le iniziative future non dovrebbe essere improntato ad attività di polizia (35) , ma dovrebbe consentire allo Stato di essere informato sugli sviluppi imprevisti o poco conosciuti della vicenda. Ciò esige un'analisi globale della situazione che integri le dimensioni religiose con l'impatto sociale (ben oltre il campo delle "sette" contestate), dal momento che tali aspetti rimangono trascurati in Svizzera. Anzi, devono essere studiati e approfonditi in maniera scientifica, eventualmente anche a livello universitario.


(*) Traduzione e stralcio a cura della Redazione.
(1) Cf. James A. Beckford, Cult Controversies: The Societal Response to the New Religious Movements, London/New York, Tavistock, 1985.
(2) Sia che si tratti delle persecuzioni subite dagli anabattisti sin dalla loro comparsa nel XVI secolo che, più vicino a noi, nell'ultimo quarto del XIX secolo, dell'esasperazione causata dall'Esercito della Salvezza in alcune regioni, sin dal suo insediamento in Svizzera. D'altra parte è interessante rilevare che la natura degli argomenti mossi, intorno al 1880, contro l'Esercito della Salvezza presenta sorprendenti somiglianze con alcune polemiche risalenti a venticinque anni fa intorno ai Nuovi Movimenti Religiosi, indicando, forse, l'esistenza di schemi interpretativi latenti delle reazioni nei confronti delle minoranze (cf. J.-F Mayer, une honteuse exploitation des esprits et des porte-monnaie? Les polemiques contre l'Armée du Salut en Suisse en 1883 et leurs étranges similitudes avec les arguments utilisés aujourd'hui contre les "nouvelles sectes", Friburgo, Les Trois Nornes, 1985).
(3) Cf. Georg Schmid, Im Dschungel der neuen Religiosität, Stuttgart, Kreuz Verlag, 1992.
(4) Il campo religioso è forse quello in cui possono esprimersi le più nobili aspirazioni dell'uomo, ma, come sottolinea un sociologo americano, molte ragioni ne fanno anche un veicolo privilegiato per l'attività di ciarlatani: l'autorità religiosa gode l'accesso alla sfera più intima del credente sulla base della fiducia; la presunta sanzione divina conferisce al religioso un'autorità difficile da ottenere per altre vie; le affermazioni religiose non hanno bisogno di essere "provate" e sfuggono anche a qualsiasi controllo; un credente è spesso pronto a dimostrarsi finanziariamente generoso nei confronti della fede a cui crede; fuori dalle religioni organizzate, il propugnatore di un messaggio religioso non ha l'obbligo di una preparazione adeguata (John R. Hall, Gone from the Promised Land, Jonestown in American Cultural History, New Brunswick [New Jersey]/London, Transaction, 1987, pp. 33-34).
(5) Ciò fa sorgere in Germania il vocabolo Jugendreligionen, diffusosi a partire dal 1974 nelle opere del pastore luterano Friedrich-Wilhelm Haack; ma questo termine non descrive più la realtà attuale e cade lentamente in desuetudine.
(6) "Nel movimento del maggio '68 e nei movimenti di contestazione che sono seguiti, l'azione politica non poggiava più solo su problemi concernenti rapporti economici e di classe, ma anche sul costume e la mentalità, [...] dinanzi al fallimento, è la dimensione politica ad essere rimessa in discussione, diventando, al contrario, la preoccupazione della soggettività individuale, ancora più viva. Lo sviluppo del Movimento del Potenziale umano (proponendo, come definito giustamente, "terapie per persone normali") trova là la sua origine. La dimensione politica viene meno in vista dello sviluppo personale integrale poiché è attraverso la liberazione individuale che si raggiunge la felicità collettiva." (Françoise Champion, "Nouveaux mouvements religieux et nouvelles religiosités mystiques-ésoteériques", in Cahiers français, N. 273, oct.-déc. 1995, pp. 13-18 [p.14]).
(7) Il nome originario di questo gruppo, fondato a San Diego, era: "The Parents' Committee to Free Our Sons and Daughters From the Children of God Organization".
(8) Sulle origini di questi movimenti, cf. Anson D. Shupe et David G. Bromley, The New Vigilantes. Deprogrammers, Anti-Cultists, and the New Religions, Beverly Hills/London, Sage, 1980; Anson D. Shupe, David G. Bromley e Donna L. Oliver, The Anti-Cult Movement in America. A Bibliography and Survey, New York/London, Garland, 1984; David G. Bromley e Anson Shupe, "Anti-cultism in the United States: Origins, Ideology and Organizational Development", in Social Compass, 42/2, giugno 1995, pp. 221-236.
(9) Associazioni cristiane contro le sette sono sempre attive, collaborando più o meno strettamente con associazioni "anti-sette" religiosamente neutrali o discostantesi in alcuni punti, in quanto gli obiettivi perseguiti non sono sempre gli stessi, malgrado l' "avversario" spesso comune (cf. Massimo Introvigne, "L'évolution du ‘mouvement contre les sectes' chrétien, 1978-1993", in Social Compass, 42/2 giugno 1995, pp. 237-247).
(10) In Francia, nel 1996, c'è anche stata una polemica intorno a gruppi cattolici carismatici accusati di deviazioni "settarie". Da molti anni, anche movimenti come l'Opus Dei vengono frequentemente messi in discussione da parte di associazioni "anti-sette".
(11) Nella Svizzera romanda nel 1983 e nella Svizzera tedesca nel 1987.
(12) Cf. l'annesso relativo alla situazione in Germania.
(13) A partire dalla caduta del muro di Berlino, numerosi gruppi hanno iniziato ad inviare propri missionari nei Paesi dell'Est (dove solo alcuni conducevano una discreta e difficile attività prima del 1989). Ciò ha aperto al proselitismo nuovi orizzonti, anche per quei gruppi che conoscevano un mediocre reclutamento nei paesi occidentali.
(14) Cf. Introvigne e J.F. Mayer (dir.), L'Europa delle nuove religioni, Torino, Editrice Elle Di Ci, 1993.
(15) Cf. J. F. Mayer, Les Nouvelles Voies spirituelles. Enquête sur la religiosité parallèle en Suisse, Lausanne, L'Age d'Homme, 1993.
(16) Le inchieste sociologiche confermano sia il pluralismo delle credenze religiose nella Svizzera contemporanea (cf. Roland J. Campiche ed al., Croire en Suisse(s), Lausanne, L'Age d'Homme, 1992), sia la debole percentuale di adesione ad altri movimenti religiosi rispetto alla popolazione totale (Roger Berthouzoz, "Religions et croyances", in Anna Melich (dir.), Les valeurs des Suisses, Berne, Peter Lang, pp. 181-242 [pp. 204-208] ).
(17) Si può aver una prima idea panoramica di questa diversità consultando il repertorio di Oswald Eggenberger, Die Kirchen, Sondergruppen und religiösen Vereinigungen. Ein Handbuch, 6a ed., Zürich, Theologischer Verlag, 1994 (questo libro copre l'insieme dell'area germanofona, ma indica in ciascun prospetto se vi sono presenze in Svizzera; dovrebbero poi aggiungervisi i gruppi apparsi dopo o non inseriti in repertorio, così come quei movimenti attivi solo nella Svizzera romanda o nel Ticino).
(18) Tra le più importanti numericamente: la Chiesa neo-apostolica (37.000 membri in Svizzera), i Testimoni di Geova (quasi 18.500 "araldi" in Svizzera, ossia membri che si dedicano regolarmente al proselitismo "porta a porta" o ad altre attività di predicazione), i mormoni (circa 6.000 fedeli in Svizzera). Sia i mormoni che i neo-apostolici sono presenti in Svizzera a partire dal XIX sec., gli Studiosi della Bibbia (precursori dei Testimoni di Geova) vi si sono installati fin dal 1900.
(19) Cf. Marco Borghi, "L'Etat de droit face aux sectes - Perspectives fondées sur une analyse de la jurisprudence fédérale", in Stefan Bauhofer e al. (dir.), Sekten und Okkultismus: kriminologische Aspekten/Sectes et occultisme: aspects criminologiques, Chur/Zürich, Verlag Rüegger, 1996, pp. 51-81.
(20) Jacques Vontobel e al., Das Paradies kann warten: Gruppierungen mit totalitärer Tendenz, Zürich, Werd, 1992.
(21) Audit sur les dérives sectaires. Rapport du groupe d'experts genevois au Département de Justice et Police et des Transports du Canton de Genève, Genève, Ed. Suzanne Hurter, 1997.
(22) Un progetto di legge propone una modifica al codice di procedura penale, al fine di permettere alle vittime delle "deviazioni settarie" di farsi assistere da rappresentanti di organizzazioni di solidarietà alle vittime. Il secondo progetto di legge intende regolamentare il rinvio a pratiche religiose o al termine "chiesa" per fini commerciali. La proposta di risoluzione intende introdurre l'obbligo d'iscrizione al Registro di commercio, al fine di permettere alle associazione di acquisire personalità giuridica.
(23) Le considerazioni che seguono si basano sulla risposta del Consiglio federale all'interpellanza Borer del 3 ottobre 1996.
(24) Cf. ATF 118 Ia 52.
(25) Cf. interpellanza Borer (96.3505), BO CN 1996 2426.
(26) United States District Court for the District of Columbia. United States of America v. Mary Sue Hubbard, e al. Criminal No. 78-401. Stipulation of Evidence" (ottobre 1979). Cf. la notizia del verdetto nel Washington Post del 27 ottobre 1979.
(27) Questo testo circola sulla rete Internet (per es.: ftp.primenet.com/users/c/cultxpt/dmdec.txt).
(28) La situazione costituzionale è diversa da un paese all'altro; il presente studio si è concentrato sulla situazione elvetica.
(29) Si fa riferimento a fatti accaduti in paesi esteri, precedentemente menzionati.
(30) Nonostante aspirazioni utopistiche di controllo sull'intera società.
(31) Sembra che nel quadro dell'operazione "Snow White", il GO fosse entrato in possesso anche di documenti relativi al terrorismo (probabilmente più per sbaglio che per interesse alla questione, ma ciò dimostra che il rischio esiste).
(32) Per soluzioni in paesi esteri, cf. per esempio Romuald Szramkiewicz, "Le conseiller pour les affaires religieuses auprès du Ministère del Affaires Etrangères", in Revue des Sciences morales et politiques, 149/3, 1994, pp. 259-271.
(33) Cf. le riflessioni di Roland J. Campiche (professore all'Università di Losanna e direttore dell'antenna romanda dell'istituto di etica sociale della Federazione delle Chiese protestanti della Svizzera), Quand les sectes affolent: Ordre du Temple Solaire, médias et fin de millénaire, Genève, Labor et Fides, 1995, pp. 121 ss. Questa soluzione sembrerebbe più giudiziosa rispetto a quella di un "Ufficio federale delle questioni religiose" (che è già stata discussa - e rigettata - in Parlamento), poiché può essere affrontata con maggiore leggerezza ed evitato così di dar luogo ad un controllo statale sulle religioni (cf. mozione Zysiadis del 14 dicembre 1993 (93.3606), BO CN 1995 2137, e interpellanza Burgener del 20 marzo 1998 (98.3136).
(34) Se ne trova una elencazione nella risposta del Consiglio federale relativa alla questione posta il 14 dicembre 1988 dal consigliere nazionale Gilles Petitpierre sul "reclutamento nelle sette e attentati alla libertà personale" o - tenendo anche conto delle condizioni cantonali - nell'Audit sur les dérives sectaires pubblicato a Ginevra.
(35) "Mitglieder von Sekten und Anhänger des Okkultismus sind zwar religiöse Abweicher, aber handeln als solche nur ausnahmsweise kriminell. Sektierertum und Okkultismus müssen wohl vor allem als Phänomene gedeutet werden, die auch von der Seelennot und Orientierungssuche der Menschen künden, selbst wenn sie sich in religiös motiviertem Kulturkonflikt äussern. Entsprechend begegnen wir in den Serkten und Okkultgruppen auch nur selten kriminellen Subkulturen, obschon Abgrenzung, Exklusivität und auch Aggressivität nach aussen zu den konstitutionellen Elementen solcher Gruppierungen zählen", ritiene Günther Kaiser, "Religion und Kriminalität. Zur kriminologischen Vielstrahligkeit und Relevanz", in Plädoyer, 2/1996, pp. 37-43 (p. 42).

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