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Per Aspera Ad Veritatem n.13
Segretezza e trasparenza, di Umberto Eco
(tratto da "L'Espresso" del 21.1.1994)





L'altro giorno leggevo l'ennesimo articolo sui nostri servizi segreti, e naturalmente apprendevo che sono deviati (il che mi rattristava) e che si esige in proposito maggiore trasparenza (e mi sono fatto le solite quattro risate).
Possibile, mi chiedevo, che politici e giornalisti illustri continuino a parlare di servizi segreti senza aver letto un solo libro di spionaggio? I buoni libri di spionaggio di solito vengono scritti da persone che hanno praticato quest'arte e che quindi - se pure inventano vicende - spiegano bene come funzionano i servizi segreti.
Io, che i libri di spionaggio li leggo (e ricordo che una volta Cossiga mi ha parlato della passione con cui li legge lui - e lo si capisce benissimo), ho imparato alcune cose. Anzitutto, ogni paese deve avere dei servizi segreti. Li deve avere, come al solito si dice, per controllare attraverso infiltrazioni o delazioni i gruppi terroristici o il contrabbando d'armi, ma li deve avere anzitutto per fare (a difesa del paese) del controspionaggio. E perché si deve fare il controspionaggio? Perché ogni paese fa dello spionaggio. E spero bene (dico spero bene) che lo faccia anche il nostro paese perché, tanto per dire, se c'è in Libia un signore che è tentato di lanciare dei missili su Lampedusa, è giusto e sacrosanto che ci sia a Tripoli un altro signore che avverte i servizi italiani se per caso vengono costruite nuove rampe missilistiche puntate contro lo Stivale, e con una gittata che permette di raggiungere non solo Lampedusa ma anche Bergamo. Lo spionaggio è una cosa brutta, ma Machiavelli insegna che il Principe, per il bene dello Stato, deve talora fare anche delle cose brutte.
Se i servizi segreti si occupano di infiltrazioni, delazioni e spionaggio, non possono e non debbono essere trasparenti. Sono, come dice la parola stessa, segreti. Se il Capo dei servizi segreti bandisse sulla Gazzetta Ufficiale un posto per uno spione a Istanbul o per un infiltrato nella Falange Armata, pubblicasse poi il nome del vincitore e rendesse pubblico il bilancio dell'operazione, dovrebbe essere subito fucilato.
Inoltre i servizi segreti hanno un'altra caratteristica. Siccome debbono trovare non solo dei coraggiosi che s'infiltrano, ma anche dei delinquenti disposti a tradire i loro complici (e quindi delinquenti doppi), hanno di solito a che fare con gentaglia. Nessuno deve scandalizzarsi: ogni questura usa degli informatori che si vendono per quattro soldi e non si può pretendere che chi si vende per quattro soldi sia un gentiluomo. Chi ha a che fare con gentaglia, o ha una solida moralità e nervi saldissimi (come si richiede per esempio a un esorcista che parla col Diavolo ogni giorno), oppure è soggetto a molte tentazioni ovvero deviazioni. Che cosa chiede un paese civile ai propri servizi segreti? Che non agiscano contro il loro paese. E cosa si fa se qualcuno agisce contro lo Stato?
Siccome i servizi sono segreti e non possono permettersi di essere trasparenti, il capo dei capi, chiamiamolo Mr. M., decide, sia pure a malincuore, che quel signore che ha deviato verrà ritrovato in un vicolo con una palla nella nuca, o che non tornerà più a casa dopo che ha detto alla moglie che usciva a comprare le sigarette, o al massimo se ne parlerà in «Chi l'ha visto?». E' molto triste, e non vorrei mai esser Mr. M., ma o si fa così o niente.
Se poi quelle autorità dello Stato che devono controllare i servizi si accorgono che si trovano troppi agenti in un vicolo, discuteranno in tutta segretezza come suggerire a Mr. M. di dare le dimissioni per motivi di salute, perché evidentemente la situazione gli è sfuggita di mano. Ma Mr. M. deve avere un interlocutore (e un controllore) fisso nell'apparato dello Stato (poniamo un ministro), che per ragioni di non-trasparenza potrebbe essere persino il ministro del Tesoro (come accade con l'FBI), e questo ministro deve essere uno che sui servizi la sa lunga.
Ora in Italia i servizi rimangono, ma i ministri cambiano ogni sei mesi, e da cinquant'anni. Quindi il problema non è che i servizi non siano trasparenti, ma è che non hanno mai avuto un interlocutore serio, o si sono sempre trovati di fronte a controllori che arrivavano freschi freschi a controllare qualcosa di cui non capivano nulla. E' naturale che se la gatta è fuori i topi ballino, e io se fossi Mr. M. sarei naturalmente incoraggiato a non spiegar nulla alla recluta che arriva a controllarmi, anzi, sarei tentato di inguaiarla proponendole qualche vantaggio a cui non avrebbe diritto. Santa pazienza, Mr. M. non è un santo, e la tentazione di controllare i propri controllori è cosa umanissima.
Quindi il problema non è di trasparenza, ma di competenza di chi dovrebbe controllare un lavoro che per definizione non è trasparente. I servizi segreti sono instabili perché i governi non sono stabili.



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