Nel quadro della cooperazione tra i Servizi di informazione e sicurezza in ambito europeo specifico rilievo ha di recente assunto la necessità di approfondire, sul piano normativo e legale, le problematiche comuni che rivestono carattere strategico per l'attività operativa. Per tali ragioni, è in programma di dare il massimo impulso allo scambio di informazioni giuridiche e a momenti di riflessione comune tra i diversi Uffici legali.
L'obiettivo è quello di ampliare il bagaglio di esperienze, conoscenze e documentazione nel campo giuridico, per una più efficace soluzione delle diverse problematiche, nonché di progettare un'azione coordinata della comunità di intelligence a livello europeo, in direzione dei rispettivi Governi e quindi dei Parlamenti, sulle tematiche della sicurezza dello Stato e della tutela legale.
Non può trascurarsi, in proposito, che l'attuale contesto europeo vede convivere l'esigenza di ridisegnare - con riferimento alle minacce nuove ed emergenti - il ruolo dell'intelligence e la ricerca di un sicuro "ancoraggio" a principi di legalità, da cui gli ordinamenti contemporanei, sempre più permeati da crescenti istanze di legittimità e trasparenza, non possono prescindere. Si tratta, in altri termini, di considerare le basi giuridico-legali del lavoro dell'intelligence, adattandosi alla nuova realtà e configurando un ruolo dei Servizi nei vari settori in armonia con i principi giuridici con cui l'evoluzione assai rapida della legislazione impone di confrontarsi.
Nel contesto appena esemplificato, il meeting di Bruges ha consentito un primo approccio, focalizzato sulle seguenti tematiche:
- cooperazione e rapporti giuridico-istituzionali tra Servizi d'informazione e sicurezza ed Autorità pubbliche, quali Autorità Giudiziaria e Autorità Amministrative.
In particolare, è stata affermata la necessità di reciproca cooperazione tra i Servizi e le Autorità pubbliche.
Al riguardo, appare indispensabile che nei diversi ordinamenti un'apposita disposizione legislativa sancisca tale dovere di collaborazione, mentre le relative forme potranno essere determinate nel contesto di appositi protocolli, come peraltro risulta già avvenire in alcuni Paesi;
- accesso alle informazioni classificate: condizioni, limiti e controlli;
- utilizzazione di informazioni classificate nel quadro di inchieste giudiziarie.
Si è ravvisato il problema di contemperare la necessità di tutelare la riservatezza dell'identità delle fonti e delle notizie da queste originate con l'esigenza di corrispondere a richieste dell'Autorità Giudiziaria formulate in contesti investigativi.
Al riguardo, si è affermata la necessità che la protezione della documentazione riservata originata dai Servizi, ove necessaria in ambito processuale, trovi codificazione in apposita disposizione legislativa;
- segreto di Stato, nella diversificata accezione in cui è disciplinato nei vari ordinamenti.
Oggetto di peculiare approfondimento hanno formato i presupposti e le modalità di opposizione del segreto, nonché i limiti.
L'incontro è stato proficuo anche per enucleare i seguenti temi ritenuti di prioritario interesse e meritevoli, quindi, di precipuo approfondimento per l'avvenire:
- terrorismo
- criminalità organizzata
- sistemi di telecomunicazione
- intelligence economica
- criminalità informatica ed altre minacce emergenti
- reclutamento e protezione delle fonti
- modus operandi dei Servizi informativi
- garanzie funzionali per gli appartenenti ai servizi informativi
- status del personale dipendente dai Servizi informativi
- rapporto con gli Organismi di controllo dei Servizi informativi
- rapporti dei Servizi informativi con i mass-media.
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