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Per Aspera Ad Veritatem n.11
L'Autorità Federale responsabile per la documentazione della STASI (Sicurezza dello Stato) della ex Repubblica Democratica Tedesca (RDT)

Gunter HAENDLY




Il 9 novembre 1989 è caduto il muro di Berlino, il 18 marzo 1990, dopo 40 anni, si sono svolte le prime libere elezioni nella RDT; il 31 agosto dello stesso anno è stato firmato il Trattato di Unificazione tra le due parti della Germania e il successivo 3 ottobre è avvenuta la riunificazione.
Con ciò è stata quindi sancita la fine della RDT come Stato, come sistema ideologico e come membro del Patto di Varsavia. E' stato anche l'inizio di un processo inaspettatamente difficile di ricostruzione politica, economica e sociale della parte orientale della Repubblica Federale di Germania.
Quest'anno verrà festeggiato l'ottavo anniversario della riunificazione della Germania. Nel 1990 la Germania unita ha ereditato tutto il patrimonio della RDT e con ciò anche le passività. Dal 1949 fino al 1989, è esistito nella Germania orientale non solo un altro Stato, ma uno Stato che di fronte ai suoi cittadini e vicini si è presentato sempre più come un nemico. Tale qualificazione trova la sua motivazione più profonda nel mancato riconoscimento dei principi democratici, altrove maturati nel corso della storia, e nella mancata garanzia delle libertà e dei diritti, che per il singolo cittadino della RDT hanno significato, accanto alla perdita della qualità della vita, anche la perdita della propria dignità e individualità. Solo dopo la fine della RDT un numero sempre maggiore di persone ha preso coscienza delle imposizioni e dei limiti subiti nei passati 40 anni.
Per la seconda volta in questo secolo, i tedeschi devono nuovamente sperimentare quanto sia difficile fare i conti con il passato di una dittatura. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il compito di giudicare le colpe e le responsabilità di coloro che detenevano il potere nazista venne assunto dalle forze vincitrici alleate.
Questa volta spetta agli stessi tedeschi occuparsi delle gravose conseguenze della contestata responsabilità o colpa. Il recupero della memoria richiede la necessaria forza e fermezza. Pertanto non c'è da meravigliarsi se negli anni passati si è manifestata una posizione non omogenea in merito all'opportunità di assumersi il compito del ricordo e dello studio della storia: mentre ampie frange della popolazione ritengono che occupandosi del passato compiono un atto di liquidazione e di liberazione morale dalla dittatura, per altri la revisione del passato risulta superflua o, persino, dannosa. Per altri ancora il passato appare sotto una luce raggiante e nostalgica.


Il 29.12.1991 il Bundestag tedesco ha approvato ad ampia maggioranza la "Legge sulla documentazione della STASI" (StGU). Si tratta di una normativa senza precedenti nella storia e si conforma al diritto all' "autodeterminazione informativa" formulato dalla Corte Costituzionale federale: per la prima volta è stata offerta ai cittadini la possibilità di prendere visione dei fascicoli approntati sul loro conto da un Servizio Segreto. Fondandosi sui principi che erano già stati stabiliti dalla Camera del Popolo della RDT nell'agosto 1990, la StGU regola così l'utilizzazione dei documenti del Ministero per la Sicurezza dello Stato (MfS):
- rendere possibile al singolo cittadino l'accesso alle informazioni raccolte sul suo conto, affinché possa verificare quanto l'attività del Ministero per la Sicurezza dello Stato (MfS) abbia influito sul suo destino personale;
- tutelare il singolo da ogni forma di pregiudizio dei suoi diritti di personalità nella trattazione delle informazioni archiviate sul suo conto dal Servizio preposto alla Sicurezza dello Stato;
- garantire e promuovere la revisione storica, politica e giuridica dell'attività del Servizio per la Sicurezza dello Stato;
- mettere a disposizione degli uffici pubblici e non pubblici tutte le informazioni necessarie al raggiungimento dei fini indicati dalla legge (ad esempio per i controlli).
L'Autorità federale responsabile per la documentazione della STASI della ex RDT è diventata operativa nell'attuale struttura con l'entrata in vigore della Legge sulla documentazione della STASI, all'inizio del 1992.
In conformità con i compiti affidatigli dalla legge, l'autorità dispone oltre che di un'Amministrazione centrale, di altre tre Divisioni:
- la Divisione Archivio, in cui vengono raccolti, custoditi e trattati i documenti della Stasi;
- la Divisione Informazioni, composta da due sezioni.
La Sezione "Esame degli Atti" tratta le richieste presentate dai cittadini mettendo a disposizione dei singoli le informazioni raccolte sul loro conto dal Servizio per la Sicurezza dello Stato (STASI). Essa tratta inoltre le richieste di esame degli atti presentate dagli organi di informazione e dagli istituti di ricerca.
La Sezione "Informazioni" tratta le richieste presentate dagli uffici pubblici e non pubblici, fornisce anche le informazioni necessarie ai controlli e tratta le richieste presentate dalla giustizia e dai comitati di controllo, finalizzate alla riabilitazione dei singoli soggetti;
- la Divisione Formazione e Ricerca studia la struttura, l'attività e i metodi del Servizio per la Sicurezza dello Stato (STASI). Essa informa l'opinione pubblica attraverso manifestazioni di vario genere e pubblicazioni. Da essa dipendono inoltre i centri di documentazione, che al momento sono cinque (Francoforte/Oder, Rostock, Halle, Erfurt e Dresda). E' in fase di progettazione la costituzione a Berlino di un ufficio centrale di documentazione.
Nella struttura lavorano 3100 impiegati, di cui 1800 nella centrale di Berlino. I restanti 1300 lavorano presso gli uffici periferici presenti negli ex capoluoghi distrettuali della RDT.
Direttore dell'Autorità è Joachim Gauck, un teologo protestante della ex RDT.
L'Autorità federale è sottoposta al controllo giuridico del Governo Federale, ma nello svolgimento della sua attività opera in uno stato di assoluta indipendenza svincolata da ogni direttiva o disposizione dell'Esecutivo.
E' soggetta solo ad un controllo di legittimità dei suoi atti e non anche ad un controllo circa l'opportunità o l'ambito in cui essa può esercitare un proprio potere discrezionale o in cui la legge le lascia spazi di interpretazione e di giudizio.
Negli archivi della Centrale e dei 14 Uffici periferici dell'Autorità federale sono raccolti 40 milioni di atti cartacei, centinaia di migliaia di documenti registrati su nastro e fotografati, custoditi in 180.000 metri di scaffali. Solo nell'archivio centrale di Berlino si trovano 80 chilometri di materiale, in fogli sciolti o faldoni. Di tutto il materiale scritto che è stato possibile acquisire dagli archivi del Ministero per la Sicurezza dello Stato (MfS) e che non è andato distrutto, solo una quantità pari a 58 chilometri era in ordine.
Finora gli archivisti dell'Autorità federale sono riusciti a riordinare e a rendere utilizzabile ai fini della ricerca circa la metà del materiale scritto lasciato in disordine.
Gli impiegati dell'Autorità devono smaltire un'ingente quantità di lavoro in quanto, ancora dopo alcuni anni, il numero delle richieste continua ad aumentare. Accanto alle esigenze di natura strutturale determinate dalla singolarità storica della materia (tra cui l'ulteriore studio della complessa organizzazione del Ministero per la Sicurezza dello Stato, l'aggiornamento professionale degli impiegati, prevalentemente tedesco-orientali, sul nuovo sistema giuridico e amministrativo della Repubblica Federale), la maggiore sfida è consistita nella quantità delle istanze e nell'aspettativa qualitativamente superiore espressa nelle richieste presentate all'Autorità - che fino al maggio 1998 risultano ammontare a 1.430.000.


a. Esame degli atti
Una volta crollato il muro, con lo slogan "Libertà per i miei atti" il movimento dei cittadini voleva esprimere l'esigenza di un recupero personale del passato. I cittadini interessati dovevano avere la possibilità di acquisire le loro biografie, esaminate e manipolate dal Servizio per la Sicurezza dello Stato con danni per le persone quali azioni di discriminazione e misure di limitazione della libertà personale.
Il diritto all'informazione e all'esame degli atti non spetta solo alle persone interessate, in quanto vittime dell'attività del Servizio per la Sicurezza dello Stato, ma anche a quanti hanno collaborato con tale struttura e ne hanno tratto benefici.
Il timore espresso talvolta in passato secondo cui l'apertura degli archivi avrebbe provocato proteste o persino reazioni violente, non ha trovato conferme nella realtà. Piuttosto, molte delle persone interessate trovavano sostanzialmente più difficile vivere nell'incertezza. Invece di provocare un senso di diffusa sfiducia, nella maggior parte dei casi, la lettura degli atti ha permesso la conoscenza dei fatti concreti e delle responsabilità, offrendo ai soggetti interessati la possibilità di agire di conseguenza e, in molti casi, di avviare persino un ricorso civile o un'azione penale.
La totale infiltrazione manipolatrice della società tedesco-orientale da parte del Ministero per la Sicurezza dello Stato, finalizzata ad assicurare il mantenimento del potere costituito ha inevitabilmente alimentato un senso di sfiducia reciproca nei rapporti interpersonali. Senza dubbio, l'ampia revisione di questa eredità lasciata dalla dittatura attraverso l'esame degli atti personali, favorisce l'eliminazione della sfiducia e la costruzione di una nuova base di fiducia all'interno della società.

b. Decodificazione dei nomi di copertura
Di regola, i collaboratori non ufficiali del Servizio per la Sicurezza dello Stato non appaiono con il loro vero nome negli atti relativi ai soggetti direttamente e indirettamente interessati, ma con un nome di copertura. In questo modo, l'interesse di un soggetto o di un terzo all'informazione viene soddisfatto solo parzialmente con la presa visione degli atti. In primo luogo rimane oscura la vera identità di coloro che li hanno spiati. Pertanto, molti soggetti vedranno soddisfatta la loro esigenza di conoscere quanto l'attività del Servizio per la Sicurezza dello Stato abbia influito sul loro destino personale e di individuare la persona del Ministero per la Sicurezza dello Stato che ha raccolto le informazioni sul loro conto solo nel momento in cui verranno rivelati i veri nomi dei responsabili.
La decodificazione del nome di copertura dei collaboratori non ufficiali del Servizio per la Sicurezza dello Stato richiede l'acquisizione di informazioni sul sistema di manipolazione del Ministero per la Sicurezza dello Stato e comporta un'intensa attività di lavoro. Questa procedura complessa è necessaria in quanto l'Autorità federale può rivelare un nome solo quando dai documenti del Servizio di Sicurezza sia possibile accertare univocamente l'identità di un collaboratore dell'MfS e sia possibile provare che proprio quel soggetto era stato incaricato di occuparsi della persona che ha presentato una richiesta per visionare gli atti elaborati sul suo conto.

c. Esame degli atti da parte di uffici non pubblici
Già la Camera del Popolo della ex RDT aveva fissato chiaramente un punto essenziale per quanto riguarda la prevista revisione del passato. Si riteneva necessario sfruttare l'eccezionale occasione storica che si presentava per studiare le strutture del sistema di potere, renderle trasparenti, e per rivelare quelle informazioni di cui solo pochi disponevano. L'intenzione di realizzare una revisione riparatrice del passato, che risultasse la più ampia possibile, ha permesso agli istituti di ricerca e agli organi di informazione di accedere agli atti. Il loro interesse si è rivelato talmente alto che è stato necessario creare un'apposita sezione di lavoro.
L'utilizzazione dei documenti da parte del settore della ricerca è di estrema importanza in quanto se si vuole ricostruire la storia della RDT non si può prescindere dall'analizzare il materiale documentale della STASI. Le richieste finalizzate alla ricerca provengono prevalentemente dalle Università, dai partiti e dalle associazioni. Degno di nota risulta il fatto che circa il 10% delle richieste è stato presentato da ricercatori stranieri.
Anche gli organi di informazione, in prima linea la stampa, hanno mostrato vivo interesse ad accedere agli atti della STASI: finora, nell'utilizzare tale documentazione, l'esame di temi concreti è avvenuto sullo sfondo della descrizione di destini esemplari di singoli soggetti. Negli ultimi tempi, si è osservato tra i media un interesse sempre più orientato ad affrontare direttamente temi concreti specifici (ad es. doping, ambiente, campi di isolamento).
Nel quadro dei vari procedimenti di indagine giudiziaria, le autorità competenti hanno ordinato la sospensione di ogni forma di utilizzazione del materiale. Ciò significa che determinati documenti per la cui utilizzazione le competenti autorità avevano stabilito un termine non possono essere più impiegati e pertanto non sono più accessibili neanche ai soggetti del settore dei media. Basti citare come esempio il caso di "Carlos": dopo il suo arresto sono giunte presso l'Autorità federale numerose nuove richieste - anche dall'estero - relative al tema "terrorismo", in particolare su "Carlos". A causa dell'ordinanza di sospensione non è stato possibile mettere a disposizione i documenti.

d. Uffici pubblici
Anche gli uffici pubblici hanno ampiamente sfruttato la possibilità di utilizzare i documenti della STASI. I datori di lavoro del pubblico servizio hanno ritenuto che il controllo dei collaboratori fosse un atto necessario per la ricostruzione democratica della Pubblica Amministrazione. Le informative prodotte dall'Autorità in merito al coinvolgimento di alcuni soggetti nell'attività della STASI rappresentano uno strumento fondamentale per evitare che i funzionari di alto livello e i delatori della STASI possano esercitare liberamente la loro influenza ricoprendo posizioni di responsabilità nell'ambito del servizio pubblico in qualità di giudici, insegnanti o ufficiali sanitari.
Tra gli impiegati, effettivi e aspiranti, del pubblico servizio esaminati è stata riscontrata una media del 7% che ha lavorato nella struttura dell'ex Ministero per la Sicurezza dello Stato. Valori sproporzionatamente elevati sono risultati tra gli impiegati della Telekom (22%) e tra gli ex soldati dell'NVA (Esercito Popolare Nazionale), il 20%.
Tra i motivi che, in seguito all'esame dei documenti, possono portare al licenziamento dell'impiegato, vi sono anche la violazione dei principi di umanità e di stato di diritto, così come l'aver svolto attività per conto dell'ex MfS. Fino al maggio 1998 sono pervenute presso l'Autorità federale 2.470.000 richieste di esame. La maggioranza di queste richieste riguardava impiegati del servizio pubblico e, più in particolare, appartenenti alla Polizia e alla Dogana, insegnanti o impiegati nel settore giudiziario.
Nell'ambito della loro attività di indagine, anche i vari Comitati di Controllo Parlamentare del Bund e dei Länder ricorrono spesso alla documentazione dell'ex MfS. Compito di questi comitati di controllo è la determinazione dei fatti ai fini dell'accertamento di una fattispecie nel quadro del loro potere di controllo sull'Esecutivo.

e. Indagini per argomento
Gli archivi dell'Autorità federale costituiscono il fondamento per la revisione giuridica, storica e politica dell'attività del Servizio per la Sicurezza dello Stato. Una particolarità di questo archivio dell'Autorità federale rispetto agli altri archivi statali è che esso non serve solo all'esame degli atti ma anche alla loro utilizzazione ai fini, soprattutto, dell'azione penale, ed è accessibile ai singoli cittadini, agli organi di informazione e ai centri di ricerca.
In media, ogni mese vengono inviate all'archivio dell'Ufficio centrale di Berlino circa 260 richieste relative ad un particolare argomento. Temi principali dell'indagine sono le strutture dell'MfS, l'azione dell'MfS all'estero, la collaborazione con i Servizi di Sicurezza di altri Paesi, l'osservazione di organizzazioni terroristiche o l'influenza esercitata dall'MfS sulla politica mediorientale (Iran, Iraq) e il traffico di armi negli Stati del Vicino Oriente.
Interessati a visionare gli archivi dell'Autorità federale non sono solo i tedeschi appartenenti o meno al settore pubblico. Si registra, infatti, anche un numero sempre crescente di rappresentanti dei vari organi di informazione stranieri che vogliono conoscere i compiti e il modus operandi dell'organismo. Tra i motivi vengono indicati la singolarità della struttura, l'interesse a conoscere il modo in cui i tedeschi amministrano l'eredità delle due dittature, ma anche il fatto che l'ultima subentra a una precedente dittatura.


Alla luce della situazione attuale, la decisione della Camera del Popolo della RDT liberamente eletta e del Bundestag tedesco di creare con la legge sulla documentazione della STASI i presupposti per una riparazione storica, politica e giuridica si è rivelata positiva. La pubblicazione degli atti serve alla maggioranza di coloro che hanno subito l'oppressione del regime della RDT, garantendo ai loro interessi priorità rispetto a quelli della minoranza di coloro che detenevano il potere.
Joachim Gauck, il direttore dell'organismo, ha dichiarato in una conferenza tenutasi a Monaco nel 1997:
"A chi serve la revisione della storia, alle vittime? Dobbiamo iniziare con le vittime. Lo dobbiamo fare se vogliamo essere presi seriamente dal punto di vista morale, intellettuale e politico. Serve a Voi? Considerato che siete sopravvissuti, vi servirà...".

Abbreviazioni:

STASI - Staatssicherheit - Sicurezza dello Stato
MfS - Ministerium für Staatssicherheit - Ministero per la Sicurezza dello Stato
DDR - Deutsche Demokratische Republik - Repubblica Democratica Tedesca (RDT)
StUG - Stasi-Unterlagen-Gesetz - Legge sulla documen.ne della Stasi
NVA - Nationale Volksarmee - Esercito Popolare Nazionale
SD - Sicherheitsdienst - Servizio per la Sicurezza dello Stato


(*) Traduzione a cura della Redazione.

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