Al termine "servizio segreto" corrispondono diverse definizioni. Può indicare il servizio investigativo di Governo, un corpo di polizia incaricato della sicurezza interna dello Stato e, quando utilizzato per descrivere un'istituzione risalente ai tempi dell'Impero Romano, potrebbe riportare alla memoria l'immagine della vecchia Gestapo, oppure dell'NKVD, o dell'FBI. In effetti, sebbene la forza di polizia per la sicurezza interna dell'età romana e la sua omologa moderna abbiano diversi tratti in comune, non sono del tutto accomunabili. Di conseguenza, l'espressione "servizio segreto" dovrebbe essere un'etichetta appropriata, anche se non perfetta, per un' "antica" istituzione che non ha corrispettivi moderni.
Nella storia romana, la creazione di un servizio segreto è avvenuta relativamente tardi per varie ragioni. In primo luogo perché l'idea di un'agenzia permanente e organizzata di tale natura era estranea ai princìpi di governo delle città-stato, validi sia nella Grecia classica che nella Roma repubblicana. In mancanza di una Procura generale, sia i Greci che i primi Romani preferivano contare, per individuare le minacce contro lo Stato, sulla collaborazione di cittadini che fornivano informazioni e formulavano accuse
(1) . Se è vero che a Sparta esisteva un sorta di servizio segreto, il krypteia, bisogna anche dire che questo era sorto come conseguenza del peculiare problema della schiavitù
(2) . A sembrare più degna di nota, rispetto al krypteia, era l'agenzia di intelligence persiana, definita "gli occhi e le orecchie del Re", un vero e proprio servizio investigativo che attirava l'attenzione e l'ammirazione, ma non l'emulazione, dei Greci
(3) . A questo punto ci si potrebbe aspettare che i Romani, posti di fronte al problema di governare un Impero tanto vasto, così come avevano fatto antecedentemente i Persiani, ricorressero allo stesso modo ad una istituzione centralizzata. Ma questo non avvenne, sia perché l'assolutismo proprio di un servizio segreto era contrario agli ideali di governo dell'oligarchia senatoriale, sia perché l'apparato burocratico, di cui un servizio segreto efficiente è uno degli istituti primari, si trovava ancora in fase embrionale
(4) .
Appare significativo che il primo servizio segreto romano compaia nel periodo delle guerre civili che distrussero la Repubblica nell'ultimo secolo della sua esistenza. Nel corso di tale periodo, le dinastie in lotta tra loro si rivolgevano a soldati "di fiducia", talvolta scelti dalla loro milizia privata o dalla guardia pretoriana, per venire a conoscenza di informazioni segrete o, in virtù del loro ruolo di ufficiali incaricati di arresti od esecuzioni, per svolgere i cosiddetti "lavori sporchi" tipici della polizia segreta
(5) .
Ancor prima di assumere il potere assoluto, Augusto era solito impiegare personale di fiducia per tali missioni
(6) . Era caratteristica peculiare di Augusto, in qualità di restauratore autoproclamato della Repubblica nonché princeps, il voler mascherare il suo assolutismo imperiale. Pertanto, non sorprende che siano scarse le notizie a disposizione circa il modus operandi utilizzato per la tutela della sicurezza dello Stato e del suo imperatore. Sembra certo, tuttavia, che Augusto e i suoi successori durante il primo secolo dell'Impero non potessero contare su alcuna particolare agenzia per individuare fatti eversivi.
Gli informatori - delatores - venivano utilizzati per smascherare un gran numero di reati, sia reali che fittizi
(7) . Bisognerebbe forse sottolineare che i Romani, nell'intero corso della loro storia, fecero largo uso di informatori, i quali divennero un elemento di supporto fondamentale quando vi fu un servizio segreto istituzionalizzato. La delazione è un fattore costante e comune della storia della sicurezza interna non soltanto durante la Repubblica, ma anche durante il periodo dei Principati e del Tardo Impero. Oltre agli informatori, i primi imperatori utilizzavano proficuamente la guardia pretoriana e, in particolare, i suoi centurioni e i tribuni, perché svolgessero le funzioni di agenti "in borghese" e arrestassero i traditori
(8) . Alcune volte, per ottenere informazioni riservate, si rivolgevano ai liberti di corte oppure ai procuratori provinciali di alto livello
(9) .
La prima agenzia che si meritò l'appellativo di servizio segreto fu presumibilmente creata da Domiziano poco prima del 100 D.C.
(10) Probabilmente, il servizio segreto romano trae origine da un'importante riforma attuata dallo stesso Domiziano, il quale istituì il "G-4", o sezione di rifornimento della scorta imperiale - il praetorium - di cui facevano parte i sottufficiali ed alcuni centurioni. In poche parole, il personale del servizio segreto romano era composto da sergenti le cui funzioni originarie erano l'approvvigionamento e la distribuzione alle truppe di grano (frumentum). Da qui la denominazione di frumentarii
(11) .
Appare verosimile che i frumentarii o i loro antesignani prestassero servizio fra il personale del quartier generale dei Governatori-generali anche prima del regno di Domiziano, sebbene non se ne abbiano prove evidenti.
Alcuni commentatori ritengono che venissero inviati in missioni di tipo logistico e che fossero in contatto continuo non soltanto con l'esercito e l'apparato burocratico, ma anche con la popolazione delle province. La loro posizione, quindi, era certamente eccellente per osservare e riferire riguardo ad ogni tipo di situazione di interesse per il Governo. Domiziano fu probabilmente il primo a riconoscere che potevano costituire un ottimo collegamento tra le province e lo "Stato Maggiore" nella capitale, distaccandone alcuni dai quartier generali legionari per assegnare loro il compito di corrieri nel servizio "G-4" a Roma. Egli probabilmente costruì per loro, e per altri sottufficiali di rango inferiore provenienti dalle province, alloggi speciali provvisori ed una base operativa sulla collina del Celio, i castra peregrinorum
(12) . I frumentarii, posti così temporaneamente a disposizione del Governo centrale, rimanevano tuttavia in forza presso le loro legioni provinciali, anche se avevano acquisito una dipendenza gerarchica diversa. Il loro quartier generale a Roma era comandato da un centurione "anziano", il princeps peregrinorum, il quale dipendeva direttamente dall'imperatore, o, in sua vece, dalla prefettura pretoriana
(13) .
I frumentarii, soldati come molti burocrati dell'alto impero, erano perfettamente integrati nell'apparato militare romano in virtù del loro reclutamento, della carriera e delle funzioni. Volendo trovare un parallelo con una qualsiasi altra istituzione americana moderna, questo va ricercato nell'organizzazione, (se non nei compiti) dell'Intelligence Militare piuttosto che nell'FBI. Nonostante la peculiare importanza per il governo centrale, i "frumentarii" tendevano a fondersi nell'amministrazione militare romana, all'interno della quale rivestivano un ruolo che può ingannevolmente apparire all'osservatore moderno di livello ordinario.
Viene talvolta asserito che questi agenti venivano reclutati esclusivamente nelle province occidentali, almeno prima della dinastia dei Severi, in quanto la loro origine più tipicamente romana li avrebbe resi maggiormente adatti ad essere impiegati come "rappresentanti del potere centrale" del Governo, quasi si trattasse di una sorta di corpo speciale o di SS romano
(14) . Una tale opinione si fonda su una concezione fondamentalmente erronea della politica militare e amministrativa romana ed è provatamente falsa
(15) . Tutte le legioni inviavano frumentarii a Roma per svolgere incarichi particolari; per tale ragione, i frumentarii possono essere considerati, dal punto di vista del loro reclutamento, come un tipico microcosmo nell'ambito dei sottufficiali imperiali. Come i legionari in generale, i frumentarii del secondo e terzo secolo tendevano ad essere reclutati localmente dalle varie guarnigioni provinciali
(16) . Potevano essere uomini di umili origini, probabilmente di dubbia latinità e romanizzazione
(17) , oppure figli della classe media urbana che possedevano un livello culturale molto più alto della media
(18) .
Dal punto di vista della carriera come pure del reclutamento, i frumentarii erano solitamente soldati semplici. Vale a dire che avevano poche possibilità di risalire la scala gerarchica militare o amministrativa
(19) . Alcuni, prima di morire o di ritirarsi dall'attività lavorativa
(20) , ricevevano altri incarichi amministrativi, alcuni raggiungevano il centuriato
(21) , ma solo pochi di coloro che provenivano dalle truppe venivano ammessi all'ordine superiore dei funzionari statali. Le possibilità di progredire rapidamente nella carriera erano maggiori per chi era stato nominato centurione direttamente dopo il reclutamento e aveva prestato servizio come frumentarius in quella truppa. In tal caso, la rapidità della carriera probabilmente dipendeva più dal fatto di aver iniziato come centurione in giovane età che dalla appartenenza ad un servizio segreto
(22) . Anche con il vantaggio del reclutamento come centurione frumentarius, si poteva sperare di terminare la propria carriera al massimo come Governatore "equestre" di qualche provincia relativamente piccola e insignificante, benché ad un salario eccellente
(23) . Soltanto durante la dinastia dei Severi i pochi ex-agenti dei servizi segreti ottennero i più alti onori come prefetti pretoriani, senatori, e uno di loro divenne persino console, quindi collega consolare dell'imperatore
(24) . Tale promozione venne considerata dai contemporanei insolita e scandalosa
(25) . Chiaramente, quindi, una carriera nel servizio segreto non era necessariamente più promettente di una qualunque altra di un sottufficiale romano.
Non sono giunte fino a noi tabelle riguardanti entità ed il tipo di organizzazione delle forze militari per stabilire quanti di questi agenti fossero arruolati in ogni legione. Una volta si riteneva che il "personale" tradizionalmente a disposizione di un governatore comprendesse soltanto un frumentarius, tuttavia, non vi sono fonti che confermino tale supposizione, che appare improbabile
(26) . Tuttavia, è possibile effettuare una stima della loro consistenza numerica, poiché è notoria la grandezza approssimativa delle legioni, come pure il numero dei vari altri burocrati militari che ne facevano parte
(27) . Nel secondo secolo D.C., probabilmente, ciascuna legione poteva contare su circa cinque o dieci frumentarii, per un totale di circa duecento uomini
(28) , tra la presenza nelle province e gli elementi di stanza nella capitale Questo numero non era necessariamente fisso, e un aumento potrebbe essersi verificato nel corso del terzo secolo, quando il governo centrale era molto preoccupato per alcuni settori in cui i frumentarii potevano prestare un valido servizio: le comunicazioni, i rifornimenti, le tasse e la sicurezza interna.
L'esercito romano in generale ed il suo servizio segreto, in particolare, consideravano la rete stradale dello stato con le sue stazioni di posta, i sistemi di rifornimento militare e di tassazione che dipendevano dalle strade, nonché la campagna circostante, come un tutt'uno integrato
(29) . Non sorprende, quindi scoprire che i tre compiti principali dei membri del servizio segreto fossero quelli di corrieri, agenti delle tasse, e poliziotti. Esistono prove inequivocabili che i frumentarii, in qualità di corrieri di ogni sorta di messaggi destinati e provenienti dal Governo centrale, erano tra i più importanti utenti delle strade statali. Come tali, potevano requisire cavalli, carrozze, alloggi, e rifornimenti a disposizione dei funzionari in missione di stato
(30) . In qualità di corrieri, ricordavano vagamente "gli occhi e le orecchie" del Grande Re di Persia; il parallelo trae origine da un'esigenza di carattere amministrativo comune ad entrambi gli Imperi e, probabilmente, non rappresenta per i romani un'imitazione istituzionale di quanto fatto dai loro predecessori orientali.
Le prove che li collegano alla raccolta delle tasse, specialmente quelle in natura, sono meno esplicite. Ritengo che fondamentalmente fossero sempre responsabili dell'approvvigionamento del grano per usi militari, un compito la cui importanza aumentò nel terzo secolo D.C. quando l'Impero, in un periodo di inflazione, rese sistematica la raccolta di prodotti in natura
(31) . Infine, avevano anche il compito di organizzare la fornitura di grano alla città di Roma; avevano sedi permanenti a Portus, dove lavoravano con il Prefetto addetto all'"Approvvigionamento Urbano del Grano", e lungo la via Appia al porto di Puteoli
(32) . Probabilmente provvedevano anche alla raccolta di tasse in denaro nei confronti di alcune categorie professionali e di dazi doganali lungo ed entro i confini dell'Impero
(33) . Tali attività giustificherebbero l'appellativo di "kollectiones" - esattori - conferito ad essi ed ai loro collaboratori dagli abitanti delle provincie di lingua greca, all'inizio del terzo secolo
(34) .
Quello della Polizia di sicurezza non era pertanto il loro unico servizio importante ai fini della centralizzazione amministrativa, anche se tale funzione è quella che immediatamente può attirare l'attenzione dell'osservatore moderno.
Non si può affermare categoricamente che questi "apparati" abbiano iniziato a fungere da agenzia di servizio segreto immediatamente dopo la loro fondazione. Certamente, a partire dal primo quarto del secondo secolo, i frumentarii erano spie al servizio del Governo centrale, e si sarebbe portati a supporre che il loro utilizzo potenziale in questo ruolo non dovrebbe essere sfuggito all'attenzione di un imperatore spietato o efficiente, come lo stesso Domiziano. Il primo Imperatore che notoriamente li impiegò come investigatori fu Adriano, che se ne servì per spiare la corte imperiale
(35) . Le prove attestanti il loro ruolo di spie sono numerose e datano dalla fine del secondo all'inizio del terzo secolo.
A quel tempo, nessuna classe, superiore o inferiore, poteva sfuggire al loro esame. Generali, eminenti Senatori, come pure i semplici Cristiani erano oggetto della particolare attenzione dei frumentarii
(36) . Nella stessa Roma, sembra che lavorassero a stretto contatto con le forze di polizia della città
(37) . Oltre alle indagini e agli arresti, erano incaricati di compiere assassinii politici
(38) . In qualità di investigatori, probabilmente a partire dal 200 D.C.
(39) venne loro attribuito l'epiteto ufficioso di curiosi o "ficcanasi".
Le modalità secondo le quali espletavano la loro attività investigativa rimangono oscure. I Romani erano soliti servirsi di agenti "in borghese" e agents provocateurs; anche se nessuna fonte afferma specificamente che in tale ruolo venissero impiegati i frumentarii, è ipotizzabile che lo fossero, quando venivano loro affidati incarichi delicati e riservati
(40) . Vi sono, tuttavia, prove che in certe funzioni, specialmente di burocrati e corrieri, la loro presenza non era segreta ma piuttosto evidenziata chiaramente e intenzionalmente dalle uniformi che indossavano e dagli emblemi caratteristici che li contraddistinguevano
(41) . È interessante notare che il Governo imperiale di tanto in tanto rendeva nota la presenza di questi rappresentanti dell'autorità e del potere centrale allo scopo di ricordare ai suoi sudditi che dovevano portare ai suoi agenti il rispetto dovuto alla maestà di Roma stessa.
I frumentarii, oltre ai loro compiti primari, erano responsabili di molte attività di vario genere, alcune delle quali avevano ben poco in comune con la sicurezza interna. Talvolta erano supervisori delle miniere e delle cave pubbliche
(42) , delle prigioni
(43) , dei lavori pubblici
(44) e, sembra, di spettacoli di mimi presentati sui palcoscenici di Roma e forse anche delle province
(45) . Come i loro successori del Tardo Impero, potevano essere chiamati per svolgere qualunque compito importante che il Governo centrale avesse scelto di affidare loro.
I compiti dei frumentarii, considerati individualmente, sostanzialmente non differivano da quelli di taluni altri burocrati militari di grado inferiore che potevano anche essere chiamati occasionalmente a fungere da spie, poliziotti, esattori fiscali, corrieri, supervisori edili, ecc.
(46) Nell'insieme, tuttavia, le funzioni dei frumentarii rappresentavano qualcosa di unico e di essenziale e questo ha distinto il loro "corpo" dagli altri affiliati ai reparti provinciali o centrali.
Le fonti forniscono scarse informazioni in merito al carattere di questi agenti dell'amministrazione centrale ed all'atteggiamento dei cittadini romani nei loro confronti. Le iscrizioni spesso testimoniano le loro qualità umane come amici leali, mariti, fratelli e figli devoti. Nonostante ciò, la popolazione gli rimaneva distante. Ai livelli inferiori delle strutture governative, gli amministratori dell'Impero Romano, persino nei periodi migliori, potevano essere arbitrari, autoritari, e corrotti, specie quando si trattava della riscossione dei tributi imperiali e dell'individuazione di atti eversivi. Anche se i frumentarii fossero stati tutti uomini devoti e incorruttibili, erano destinati a non piacere.
La tentazione di oltrepassare i limiti della loro autorità era probabilmente grande. Al più tardi nel terzo secolo, quando erano sottoposti a crescenti pressioni dai gradi più alti per garantire il flusso di entrate in natura e per proteggere la sicurezza di uno Stato sempre più povero e apparentemente in via di disgregazione, erano odiati dai cittadini romani. Durante la dinastia dei Severi, i contadini dell'Asia Minore si erano lamentati aspramente per via di arresti ed esazioni arbitrarie effettuate dai frumentarii e dai loro collaboratori
(47) . Un'iscrizione proveniente dalla provincia asiatica rende onore ad un centurio frumentarius, il quale, sebbene ne avesse l'opportunità, non oppresse gli abitanti della provincia
(48) . Riteniamo piuttosto autorevolmente che, nell'ultimo quarto del terzo secolo
(49) , fossero considerati una piaga. Il loro spiare era diventato intollerabile, e la loro condotta generale, almeno nelle questioni fiscali, somigliava a quella di un esercito di saccheggiatori. I commentatori dell'epoca del Tardo Impero erano unanimi nel paragonare i frumentarii ai loro successori, gli agentes in rebus
(50) , generalmente considerati i subalterni corrotti della Polizia di Stato. Il servizio segreto romano doveva adempiere allo stesso tempo a funzioni necessarie ed impopolari; questo non dovrebbe oscurare il fatto che rappresentavano uno stato di diritto che nella sua fase applicativa era spesso impersonale, arbitrario e finanche disumano.
Il servizio segreto rimaneva un'istituzione fondamentale di governo durante il Tardo Impero. Sembra che Diocleziano, cui generalmente si attribuisce lo "scioglimento" dei frumentarii, li abbia piuttosto riorganizzati su una base quasi militare con il nuovo nome di "agenti generali" - agentes in rebus
(51) . Questo corpo svolgeva un'ampia gamma di funzioni quasi identiche a quelle del suo predecessore. Per molti versi, tuttavia, differiva dai frumentarii. Il suo reclutamento era civile piuttosto che militare, anche se i gradi della truppa attribuiti al corpo, come pure i suoi privilegi, erano quelli dei soldati in campo. Il suo rapporto con l'amministrazione centrale era diverso sotto due aspetti fondamentali. Gli agenti generali vennero spostati dalla giurisdizione della Prefettura pretoriana e sottoposti all'autorità di un nuovo funzionario di rango ministeriale operante nella corte, il cosiddetto "Master of the Offices"
(52) (Maestro degli Uffici). Le loro attività e carriere erano coordinate con quelle dei segretari alle dipendenze del Consiglio Privato o Concistoro, che formava un importante secondo apparato dell'organizzazione di sicurezza interna
(53) . Gli agenti generali erano molto più numerosi dei frumentarii, e il loro corpo, in alcune occasioni, raggiunse anche la consistenza di milleduecento uomini
(54) .
Di particolare interesse è la relazione di questi agenti generali con certi Ministeri statali, come le Prefetture pretoriane e urbane. Il Governo centrale dell'Impero in declino auspicava che l'influenza della sua organizzazione per la sicurezza interna fosse molto diffusa, e pertanto aveva distaccato dalla corte imperiale spie esperte da utilizzare come direttori del personale nei primi livelli dell'amministrazione e per controllare i superiori e i subordinati. Queste pratiche riportano alla mente le modalità utilizzate dai commissari politici sovietici
(55) . Sembra che questi agenti spesso collaborassero con i loro superiori piuttosto che spiarli, poiché questi ultimi potevano favorire l'andamento delle loro carriere. Tuttavia, questo tipo di pratica sopravvisse fino all'epoca del Governo ostrogoto in Italia, nel sesto secolo
(56) , mentre nell'Impero Bizantino continuarono a svolgere le loro funzioni fino a quando l'amministrazione centrale non si riorganizzò poco dopo il 700 D.C.
(57)
Riassumendo, le agenzie per la sicurezza interna dell'Impero Romano meritano il titolo di "servizio segreto" anche se le loro attività includevano numerosi compiti non necessariamente segreti, né direttamente connessi con la sicurezza politica dello Stato. Queste erano principalmente "espressione del potere centrale" dell'amministrazione e, in tale veste, costituivano parte integrante della prima burocrazia imperiale radicata nell'apparato militare. Rappresentavano il potere imperiale in sfere che potevano influenzare negativamente le vite dei sudditi di Roma, e alla fine si guadagnarono l'odio dell'Impero. Nonostante la riorganizzazione avvenuta nel 300 D.C., il servizio segreto continuò ad adempiere alle sue funzioni nella maniera tradizionale. I seicento anni di vita di questa agenzia dimostrano l'essenzialità del suo ruolo per l'amministrazione centrale e forniscono un esempio importante di longevità istituzionale di cui il Governo imperiale aveva già dato prova in altri settori d'interesse.