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Per Aspera Ad Veritatem n.10
L'ideologia della New Age. Un manuale per capire. Un saggio per riflettere

Michel Lacroix - Flammarion, 1996 - Il Saggiatore, Milano, 1998





La New Age o "Età dell'Acquario", muove i primi passi come espressione della controcultura negli anni ‘60, in California e in Scozia, caratterizzandosi, nei suoi successivi sviluppi, come un articolato movimento con il comune denominatore di porre in discussione gli esiti della civiltà occidentale quali il razionalismo, la tecnologia e la secolarizzazione. A tal fine promuove un ritorno al sacro, non però nelle forme tradizionali, ma attraverso un eclettismo finalizzato ad esplorare con diverse tecniche e modalità, gli stati psichici, inglobando anche pratiche esoteriche, occultiste, esperienze psicomistiche spesso in luoghi particolari e appartati, non disdegnando, in taluni casi, l'uso di droghe.
A trent'anni di distanza dalle sue prime istanze, la New Age è peraltro uscita dal guscio dei movimenti di controcultura ed ha acquisito una propria fisionomia e rispettabilità sia in ambito sociale che culturale. Oggi, rileva Michel Lacroix, docente di filosofia e ricercatore presso l'università di Evry, Autore dell'interessante volumetto in epigrafe, la nebulosa New Age è in grado di organizzare, solo a Parigi, a diverso titolo, oltre trecento conferenze al mese rappresentando altresì il 10 % delle complessive entrate editoriali francesi. In tal senso, come anche già riportato nel documento della commissione parlamentare transalpina del 1996 (Rapporto Guyard), la New Age costituisce oltre che un mercato redditizio il vero e proprio laboratorio ideologico delle diverse sette attualmente esistenti.
Muovendo da tali incontrovertibili dati di fatto, l'Autore conduce a una disamina a tutto campo dei "contenuti" culturali del movimento, criticando preliminarmente l'utilizzazione di fonti "degne di rispetto" (filosofie orientali, psicologia, religione, medicina alternativa, gnosi, esoterismo) in un crogiuolo che realizza invece un contesto ideologico e totalizzante. L'aspetto realmente innovativo, è costituito - forse per la prima volta - dall'approccio precipuamente socio-politico alle diverse problematiche riconducibili alle sette, per altro verso oggetto di cospicua letteratura.
Secondo l'Autore, gli elementi che caratterizzano il movimento New Age sono essenzialmente cinque: il millenarismo, la metafisica della totalità (olismo), il cambiamento totale del paradigma culturale, l'espansione della coscienza e l'imperativo della trasformazione personale. Da questi fattori, concatenati tra loro, emergerebbe una visione del mondo di tipo totalizzante che, nella seconda parte del saggio, viene stigmatizzata come estremamente pericolosa per l'individuo e la società occidentale.
La miscellanea gnostico-esoterica, mentre sembra fondata su una totale apoliticità e disinteresse per qualsivoglia discorso politico, rivolgendosi solo alla vita interiore di individui distaccati dalla dimensione sociale, svela invece una concezione socio-politica totalitaria e antidemocratica. L'ideologia della totalità, in altri termini, ricade fatalmente in un'ideologia totalitaria, in quanto portatrice di una visione e di strumenti sostanzialmente oppressivi.
Se il dogma olistico prescrive che non deve esserci separazione in nessun campo, l'attuale forma democratica, fondata sulla "separazione dei poteri", contraddice alla radice la possibilità stessa che sul pianeta possa prosperare la pace e l'armonia. Ma l'opposizione alla democrazia continua con l'opposizione all'idea di Stato-Nazione e di sovranità nazionale.
La politica, pertanto, deve passare attraverso un ripiegamento di ciascuno nel proprio sé, abbandonando così ogni forma di partecipazione alla vita politica e sociale e facendo scomparire il concetto stesso di polis, che ha permeato la civiltà occidentale per oltre 2500 anni, delegando totalmente a Gaia, come coscienza planetaria, il compito di creare quell'armonia tra le parti ed il tutto. Ne consegue la necessità di un "governo a livello mondiale", con una sorta di "direttorio mondiale" preposto alla soluzione dei problemi del pianeta, "composto da personalità appartenenti a sette pervenute a un grado di coscienza più elevato", un'aristocrazia spirituale secondo il modello di Findhorn, comunità politica scozzese degli anni '60, dove vigeva la consuetudine - un modello teocratico - di sottomettersi al parere dei membri considerati più evoluti o "risvegliati". è da notare, dice ancora Lacroix, che tale progetto è condiviso dai leader delle varie sette.
Il totalitarismo della New Age appare, ispirato com'è alla legge del primum vivere, un misto di biologismo e antiumanesimo, un eccesso di razionalità olistica che rappresenta paradossalmente la morte dello spirito, "la tomba del pensiero individuale e dell'intelligenza critica".
Indubbiamente il libro di Lacroix è estremamente forte e, se mai dovesse divenire realtà la sua previsione, sarebbe difficile qualsiasi "via di fuga".
D'altra parte, è tipico dei filosofi pensare e riflettere anche enfatizzando problematiche che, sul momento, appaiono lontane o irrealizzabili. Tuttavia, l'esplosione del fenomeno New Age e i suoi successi editoriali sono sotto gli occhi di tutti, così come è altrettanto evidente che, mentre continua la crisi delle religioni tradizionali, la maggior parte dei culti alternativi attingono, più o meno direttamente, al gran calderone gnostico-esoterico acquariano, che proprio del rifiuto delle Chiese istituzionalizzate e dell'esoterismo spirituale (rifiuto della religione come fede ed esaltazione, per converso, della conoscenza e del sapere esoterico) fa il proprio cardine.
Se riusciranno le sette, o l'ideologia acquariana, a vincere la sfida con le religioni tradizionali, soppiantandole e prendendone il posto, non è possibile prevederlo, tuttavia la forte crisi ideologico-religiosa, che attanaglia la società occidentale, lascia presagire che questo potrebbe accadere. E da sempre, le religioni vincitrici impongono anche al sistema politico la loro visione del mondo, perché vi adegui le leggi sociali, politiche ed economiche. In questo senso, Lacroix, pone un interrogativo inquietante che, se non altro, merita una riflessione più approfondita.



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