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Per Aspera Ad Veritatem n.1
Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari




Signor Presidente, Signori Membri della commissione Parlamentare Antimafia,
desidero in primo luogo formulare i più vivi auguri di buon lavoro a questa Commissione. Essa ha per oggetto temi impegnativi di vitale interesse per la società civile e di riflesso per l'economia e la finanza.
Mi piace ricordare in questa sede che il mio primo intervento pubblico dopo la nomina a Governatore avvenne nel maggio dello scorso anno in occasione del Forum su "Economia e Criminalità", organizzato dalla Commissione Parlamentare Antimafia; da quel Forum sono scaturiti validi approfondimenti sui diversi aspetti della materia.
La Banca d'Italia ha costantemente riservato una particolare attenzione a questo tema, come dimostrano le numerose testimonianze rese dal mio predecessore e dai suoi collaboratori presso la Commissione Antimafia; le prime risalgono alla metà degli anni '80, quando i termini del problema non erano chiaramente delineati e gli strumenti di difesa assai limitati.
Nelle Considerazioni Finali del 1984 venivano tracciate le due linee di intervento, tuttora pienamente attuali, attraverso cui la Banca d'Italia opera su questo fronte: la prima attiene all'esercizio della propria funzione istituzionale di vigilanza sul sistema creditizio; la seconda si realizza attraverso la collaborazione prestata ad organi dello Stato, soprattutto l'Autorità Giudiziaria, impegnati nella difficile opera di contrasto alla criminalità.
La normativa antiriciclaggio in Italia ha trovato una organica espressione nella legge 197 del luglio 1991. La fase di prima applicazione è ormai superata. La materia dell'antiriciclaggio è entrata a far parte della ordinaria attività di verifica e di controllo che la Banca d'Italia svolge nei riguardi dei soggetti vigilati. È maturo il tempo di condurre una prima riflessione sulla base delle esperienze acquisite.
In un contesto estremamente dinamico in cui le tecniche operative si evolvono con grande rapidità, le normative perdono efficacia se non vengono via via adeguate. Anche nel settore dell'antiriciclaggio si pone l'esigenza di assicurare nel tempo un livello costantemente soddisfacente di efficacia e di efficienza della disciplina, evitando che si accumulino costi eccessivi non giustificati da vantaggi certi e percepibili. Qualora quest'ultima circostanza si materializzasse, si determinerebbe negli operatori un atteggiamento di scarsa attenzione tale da vanificare la validità delle regole.
La difesa contro il riciclaggio presuppone una partecipazione convinta e responsabile degli operatori nell'applicazione della normativa. La dichiarazione di principi emanata nel dicembre 1988 dal Comitato di Basilea, che riunisce le banche centrali dei principali paesi, sottolinea che "la prima e più importante difesa contro il riciclaggio risiede nell'integrità dei responsabili delle banche e nella loro vigile determinazione".
Nella lotta alla criminalità organizzata le prescrizioni formali della legge possono risultare insufficienti, se non accompagnate da un'etica professionale fondata su criteri di buona fede, di affidabilità e di correttezza nelle relazioni d'affari.
L'autodisciplina degli operatori è particolarmente importante per il funzionamento dei mercati. Un ricorso troppo ampio a regole fondate su adempimenti formali e su sanzioni penali comporterebbe elementi indesiderati di costo e di rigidità e potrebbe provocare nel tempo un indebolimento dei mercati che risulterebbe alla fine controproducente per lo stesso obiettivo di contrasto della criminalità. Mercati robusti, maturi, capaci di applicare le regole di trasparenza e di concorrenza sono la migliore difesa contro ogni tentativo volto a introdurre metodi di condizionamento mafioso.
Nelle Considerazioni Finali del maggio l993 avevo accostato il tema della lotta al riciclaggio a quello dell'occupazione. Il costo della crisi economica è gravoso e si concentra soprattutto nelle aree più povere e nelle fasce sociali più deboli. Il mercato del lavoro costituisce il terreno su cui il contrasto alla criminalità è più difficile e decisivo al tempo stesso.
La Banca d'Italia continua a impegnarsi fattivamente nella lotta al riciclaggio, utilizzando appieno le competenze che l'ordinamento le attribuisce e le capacità professionali di cui dispone.
L'attenzione della Banca d'Italia si rivolge soprattutto alla prevenzione del fenomeno; mira a consolidare i meccanismi di mercato, a rafforzare i presidi per salvaguardare il sistema finanziario legale dal coinvolgimento in fatti di riciclaggio, a contrastare l'attività finanziaria illegale nelle sue diverse manifestazioni.
Sulla base del quadro normativo individuo tre direzioni principali nelle quali la Banca tende a sviluppare la propria azione.
La prima riguarda l'azione di vigilanza bancaria. Difendere l'autonomia e l'integrità delle gestioni bancarie è uno degli obiettivi della vigilanza. Questo obiettivo viene perseguito attraverso molteplici strumenti, tra cui il controllo degli assetti proprietari, i requisiti di onorabilità degli amministratori, la disciplina delle partecipazioni bancarie, gli interventi di carattere straordinario.
L'esperienza conferma che le banche di minori dimensioni, specie quelle operanti nelle regioni meridionali, sono particolarmente esposte ai rischi di deviazioni connesse all'ambiente circostante. Ciò non fa venir meno tuttavia il ruolo delle banche locali, per la loro capacità di dialogo e di relazioni con le imprese locali. Le banche locali devono saper mantenere e rafforzare questo valore, operando in modo adeguato alle attuali esigenze di mercati concorrenziali e integrati. In questa ottica può essere utile per le banche locali realizzare idonei collegamenti operativi e partecipativi con altre banche di maggiori dimensioni capaci di fornire i supporti, anche gestionali, necessari perché gli organismi locali possano continuare a svolgere con profitto la propria missione.
La seconda linea di intervento è rappresentata dalla analisi economica del fenomeno. La gestione delle informazioni è una leva importante per la lotta alla criminalità. La normativa antiriciclaggio prevede la raccolta presso l'Ufficio Italiano dei Cambi di dati rilevanti concernenti gli intermediari finanziari e le operazioni da essi effettuate. L'Ufficio sta predisponendo un progetto volto a costituire un osservatorio permanente, a carattere istituzionale, per la rilevazione e l'analisi dei fenomeni di criminalità economica, in grado di dialogare con altre istituzioni.
Una terza linea, non certo l'ultima in ordine di importanza, è rappresentata dalla collaborazione con altre autorità. La Banca d'Italia è aperta alla più ampia e positiva collaborazione, come dimostrano le numerose intese ed iniziative congiunte già realizzate. Ciò comporta per l'Istituto un rilevante impegno di risorse, come ad esempio nel caso di funzionari e ispettori che prestano consulenza tecnica per conto di giudici penali in indagini complesse per periodi di tempo anche molto lunghi.
È indispensabile infine una forte collaborazione a livello internazionale. È sui mercati finanziari internazionali che si formano e si muovono i grandi flussi di capitali "sporchi", che poi inquinano i mercati locali. La finanziarizzazione dell'economia, i volumi elevatissimi delle transazioni, il ricorso a tecniche operative sempre più complesse e la crescente diffusione di pratiche speculative costituiscono un ambiente all'interno del quale possono celarsi insidie per il sistema legale.
La Banca d'Italia è impegnata a questo riguardo anche nelle diverse sedi internazionali nelle quali i fenomeni vengono analizzati e dove si formano le direttive di azione volte a combattere i fenomeni stessi.
Vorrei accennare infine al tema dell'usura, che rappresenta, come ho avuto modo di dire in altre circostanze, una vera e propria piaga sociale, e che è legato strettamente ai fenomeni della criminalità organizzata, del riciclaggio e ad altre patologie come le estorsioni, le truffe e l'abusivismo finanziario. L'usura è un fenomeno complesso, frutto della stratificazione di numerosi problemi protrattisi nel tempo, che pertanto va affrontato su diversi campi. Uno degli obiettivi da perseguire è l'affermazione di condizioni per un efficace scrutinio del merito di credito ad opera delle banche e per una sua responsabile accettazione da parte degli operatori, evitando che situazioni di disagio portino a indirizzare questi ultimi verso i canali pericolosi dell'usura.
In conclusione, in una materia complessa come quella all'attenzione di codesta Commissione, la soluzione dei problemi va ricercata attraverso un'azione coordinata e tenace di tutte le componenti pubbliche e private che formano il tessuto economico e finanziario del nostro Paese. La Banca d'Italia continua a svolgere pienamente l'azione di propria competenza, consapevole che la fiducia nella moneta riposa anche sui valori di fondo del Paese e sulla sua capacità di sviluppare un percorso di crescita sano e durevole.



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