GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
» ABBONAMENTI

» CONTATTI

» DIREZIONE

» AISI





» INDICE AUTORI

Italiano Tutte le lingue Cerca i titoli o i testi con
GNOSIS 4/2010
LA CULTURA

RECENSIONI

PsychoTech
L'integrazione tra psicologia e tecnologie digitali nel cyberspazio


Antonio TETI

È sempre particolarmente complesso parlare di tecnologie, soprattutto quando si tenta di illustrare i contenuti di studi e sperimentazioni riconducibili alle possibili integrazioni tra le scienze tecnologiche e l’essere umano. In questo libro l’autore, è riuscito a superare questo problematico ostacolo, utilizzando un linguaggio chiaro e comprensibile anche al lettore più inesperto e poco acculturato nel settore delle tecnologie digitali.
I molteplici argomenti trattati, che spaziano dalla cibernetica, all’intelligenza artificiale fino al funzionamento della mente e della psicologia dell’uomo, possono sembrare particolarmente distanti tra loro, ed anche la possibile integrazione tra settori così diversi, almeno inizialmente, può risultare al lettore di non facile comprensione.
Tuttavia, nel corso della lettura si percepisce in maniera sempre più crescente la consapevolezza del profondo cambiamento che l’evoluzione della scienza e soprattutto dell’Information Technology, sta producendo sull’individuo e quindi nella società in cui vive. È iniziata una nuova era, in cui l’individuo digitale non è più una chimera.


Quella fino ad alcuni anni fa poteva apparire semplicemente come una visione, oggi appare come una possibile concreta realizzazione: la nascita di una società virtuale attiva, partorita nel cyberspazio, che sarà destinata ad integrarsi perfettamente con quella reale. Quindi non più mondi paralleli differenti (reale e virtuale) ma scenari psicofisici differenti, che si fondono e si completano in funzione delle interazioni che si attivano in una successione di eventi. Insomma la nascita di un mondo sociale più esteso e diversificato, in cui si sviluppano e si amplificano anche le potenzialità e le applicazioni della mente dell’uomo. Tuttavia la possibilità che si concretizzi questo nuovo scenario cybersociale in cui la psiche dell’individuo può assumere un ruolo decisivo, pone l’uomo come mai fino ad ora, di fronte ad una serie di inquietanti interrogativi. Innanzitutto cos’è esattamente la mente? È davvero possibile ipotizzare che esista un sorta di autonomia di funzionamento tra il cervello e il pensiero? La mente può essere identificata come un elemento sostanziale, teoria secondo la quale viene vista come una identità singola e autonoma, ma che trova nel cervello il proprio fondamento, oppure può essere identificata come un elemento funzionale, teoria che la pone come un intricato complesso di funzioni mentali, non autonome e legate alle funzionamento dal cervello umano? E se la mente non fosse un organo materiale, ma un elemento in grado di manifestare funzioni e potenzialità che vanno al di là del mondo fisico? E infine, è possibile integrare il pensiero dell’uomo nel cyberspazio al punto tale da trasformarlo in un sistema pensante virtuale?
A questi e ad altri interrogativi, tenta di dare una risposta l’ultimo libro di Antonio Teti dal titolo “PsychoTech Psychology and Information Technology - Il punto di non ritorno”, edito da Springer, la cui prefazione è curata dal celebre B.J. Fogg, psicologo sperimentale, direttore del Persuasive Technology Lab della Stanford University,
 
e docente nella stessa Università, presso il Dipartimento di informatica e la School of Education. Noto in tutto il mondo per le sue ricerche sulle tecnologie di persuasione in rete, Fogg è stato indicato dalla celebre rivista Fortune come uno dei dieci nuovi “Guru” che è importante conoscere. Ha sviluppato la sua attività di ricerca partendo dalla psicologia sperimentale, ma ha focalizzato progressivamente la sua attenzione sull’analisi di come le tecnologie possano essere progettate per influenzare attitudini e comportamenti dell’essere umano. In questo ambito egli ha messo a punto modelli interpretativi in grado di far luce sulla complessità dell’interazione uomo-macchina e di fornire, ad imprese ed organizzazioni, strumenti per progettare servizi/prodotti che sappiano utilizzare tutto il potenziale di questa relazione. In Italia ha pubblicato “Tecnologia della persuasione. L’uso della tecnologia per influenzare le idee e il comportamento” (Ed. Apogeo, 2003). Per la Stanford University Press, Fogg ha di recente curato due interessanti studi dedicati alle applicazioni su telefonia mobile, uno dei quali esamina le potenzialità di questi strumenti di comunicazione nell’ambito della prevenzione delle malattie.
Tornando ai contenuti dei nove capitoli che compongono il testo, traspare la stessa sensazione, magistralmente condensata da Fogg, in un passaggio della prefazione, in cui asserisce “Noi non saremo più solo carne e ossa, ma carne ed ossa con in più la tecnologia, e vivremo il resto delle nostre esistenze in simbiosi con le potenzialità espresse dalla potenza delle scienze tecnologiche, gestendone il potere”.
Di particolare pregio ed interesse sono le informazioni e le sperimentazioni riportate nel libro. Dall’analisi dell’evoluzione della psicologia del cyberspazio, in cui vengono analizzati tutti gli aspetti derivanti dal condizionamento esercitato dai dispositivi tecnologici e dai social software, alle applicazioni nel settore dell’intelligenza artificiale, in cui vengono descritte le recentissime sperimentazioni miranti allo sviluppo di sistemi neuromorifici scalabili per sistemi biologici, per riuscire a comprendere completamente il meccanismo dei fenomeni cognitivi e riprodurre le innumerevoli e velocissime connessioni sinaptiche del cervello dell’uomo. Molto coinvolgente è la parte relativa alle sperimentazioni condotte nel settore delle scienze cognitive, in cui vengono descritti alcuni esperimenti che hanno portato (partendo dal corteccia cerebrale di un gatto) alla riproduzione artificiale della corteccia cerebrale umana (già attualmente riprodotta per una percentuale pari al 4,5%), che dovrebbe realizzarsi per il 2019.
Un capitolo intero, viene riservato allo studio della visione remota (remote vision), che assume una particolare rilevanza per quanto concerne le capacità ancora inesplorate della mente dell’uomo. Ed è proprio in questo contesto, che si sviluppano delle riflessioni sullo sviluppo di nuove metodologie di intelligence (peraltro già analizzate da importanti servizi segreti di diversi paesi) che possano condurre a forme di acquisizione di informazioni tramite l’utilizzo delle potenzialità cerebrali di alcuni individui particolarmente dotati. In questa intricata matassa psico-tecnologica in cui si intrecciano le moderne tecnologie digitali, il corpo umano e il suo sistema cerebrale, si inserisce come a voler racchiudere in un unico meccanismo funzionale il cyberspazio e le sue straordinarie potenzialità.
Nel testo si parla anche di guerra psicologica (o psychological warfare) che, grazie all’utilizzo di Internet, ha visto il suo potere accrescere in maniera esponenziale soprattutto per quanto concerne la capacità di influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamenti a livello mondiale (un esempio illuminante in tal senso è Wikileaks).
In funzione di ciò, non sono pochi i segnali a conferma del fatto che si possa giungere ad una integrazione del pensiero dell’uomo all’interno del mondo digitale, consentendo di trasformare il cyberspazio in un sistema pensante virtuale. Anche l’intelligence, dovrà adeguarsi a questo inarrestabile e difficile cambiamento, e lo sviluppo dell’open source intelligence, ne è una conferma.
Nonostante la complessità degli argomenti trattati, l’autore è riuscito a realizzare un libro assolutamente divulgativo e comprensibile anche per un pubblico di non esperti di tecnologie e psicologia. Al termine della lettura la considerazione finale non può prescindere da una consapevolezza che si percepisce in tutte le pagine del testo: il potere delle tecnologie e l’integrazione delle stesse con l’essere umano costituiranno il punto nevralgico dell’evoluzione della nostra società e quindi dell’intero nostro pianeta.
Come asserisce l’autore “In futuro, nel cyberspazio, la mente dell’individuo somiglierà sempre di più ad un componente di un sistema pensante virtuale, in cui da un punto di vista logico, non sarà più facile distinguere ciò che è umano e ciò che è artificiale. La cybersocietà sarà in grado di produrre cose, ad oggi, impensabili. Tuttavia, al di là di ciò che accadrà nei prossimi decenni, l’essere umano sarà certamente in grado di comprendere meglio il funzionamento della sua mente e di ciò che è realmente in grado di fare”.



© AGENZIA INFORMAZIONI E SICUREZZA INTERNA