recensioni e segnalazioni 2/2024
Erri De Luca
Le regole dello Shangai
Feltrinelli 2023
pp. 110 - euro 14,00
di Jordanus
Aveva scritto di Giosuè come primo capo dell’intelligence in un articolo del 2015
per il sito www.sicurezzanazionale.gov.it. Otto anni dopo Erri De Luca torna sullo
spionaggio nell’inaspettato finale del suo nuovo libro. La storia si presta: una giovane
gitana in fuga dalla famiglia per sottrarsi a un matrimonio combinato si imbatte
in un vecchio orologiaio che campeggia solitario su un confine di montagna.
La sua tenda accoglie la gitana che sa leggere le mani e conosce il vento. A fare
da quinta è un gioco che è l’opposto degli scacchi, dove i giocatori ricordano le
mosse delle partite. Lo Shangai, invece, spariglia. Bisogna prendere i bastoncini
senza errore. Si gioca da soli. Per salvarsi la zigana prenderà il mare, imparerà a
leggere e a scegliere. Il destino si diverte a liberare i legnetti dello Shangai il cui
nome, in cinese, significa “stare al di sopra del mare”. «La vecchiaia è un bivacco»,
sentenzia l’orologiaio, che scrive: «Questi fogli restano con me. Se saranno ritrovati,
se potrai leggerli, saprai». Il vecchio che conosce i giri di metallo dei segnatempo,
ha segreti in Svizzera, «Paese neutrale in mezzo a guerre» eppure «quartier
generale delle spie di ogni parte del mondo». A sua madre, che era russa, permisero
di fuggire da Odessa, e lui parlava il russo con lei. A Napoli, città base della Sesta
Flotta statunitense, chi lo mise al mondo aveva lavorato per i sovietici. Quando arrivò
il tempo, toccò a lui rispondere alla chiamata del Servizio. Faceva il reclutatore:
«Aver contribuito nella minima parte mi consola. Sono passato anonimo e
però non invano. Nel gran gioco dello Shangai segreto, che agisce senza mosse
visibili in superficie, ero seduto al tavolo». Il suo Shangai passa alla giovane. Ora
è lei a scrivere al vecchio maestro. Ne ha ricevuto il quaderno, sa tutto. Lui l’ha
tenuta in vita ospitandola in tenda ma ha anche rifiutato di passarla al Servizio.
Per una cosa così si viene “cancellati”. Sarà lei a salvarlo, arruolandosi. Porterà
nella Guerra fredda la sua anima gitana insieme alla capacità di addestrare il corvo
e l’orso, anche se «i migliori di noi dentro il Servizio sono quelli che si sono amputati
l’origine. Non è una novità, lo chiedeva Gesù a chi lo seguiva». C’è un’antica
lotta tra la polvere e gli orologi, perché vuole essere la polvere a misurare il tempo.
Le linee del palmo somigliano ai bastoncini dello Shangai. Persino il Servizio può
avere un possessivo, essere mio, nostro: «Per anni è stato un’ingiunzione dall’esterno,
poi l’improvviso noi che è entrato dentro». S’impara a respingere, «le
spie mettono guanti». Poteva andare diversamente e invece… «dev’essere così per
ogni storia: la continua interferenza dell’invece…». A quell’uomo che si riteneva
solo un ingranaggio, è intitolata la scuola di spionaggio. Può tornare alla tenda sospesa
sul bosco.
Ernesto Ferrero
Italo Einaudi 2023 pp. 232 - euro 19,00
Italo Einaudi 2023 pp. 232 - euro 19,00
Chi era veramente Italo Calvino? «Non troverete nulla», rispondeva a chi
cercava di scavare nella sua storia intima e biografica, fedele all’immagine
dell’intellettuale appartato che voleva essere solo una mano che scrive. A capire meglio la figura
di uno dei più grandi narratori del Novecento ci aiuta ora Ernesto Ferrero che, in occasione del
centenario dalla nascita, lumeggia dall’interno gli intrecci segreti dell’amico e collega Italo tra la
vita privata e l’opera, offrendoci un ritratto inedito, dal “dietro le quinte”, lungo i 20 anni di vicinanza.
Prendono così vita i rapporti dell’autore con i genitori, la passione per i fumetti, il gusto
del disegno, l’amicizia con Eugenio Scalfari, i soprassalti della guerra partigiana, le passioni del
dopoguerra, il suo legame con la Liguria, gli amori. E poi il lavoro quotidiano in Einaudi, l’incontro
con Hemingway, il trauma dell’invasione sovietica in Ungheria e il distacco dalla politica
militante; il viaggio in America; il matrimonio e la paternità; le decisive letture scientifiche, la fascinazione
delle immagini, la scoperta dello strutturalismo, i soggiorni nelle metropoli come in
altrettanti romitaggi sino all’approdo ideale nella pineta toscana di Roccamare. L’insulare Calvino,
che sembra sempre altrove, rimane sempre a stretto contatto con il proprio tempo. Perfino il radicale
disincanto degli ultimi anni non gli impedisce di dare spazio a tutto ciò che non è inferno,
di reinventare sé stesso e nuovi modi di fare letteratura.
Thomas Hippler
Il governo del cielo
Bollati Boringhieri 2023
pp. 192 - euro 25,00
Le bombe da un aereo vengono sganciate, per la prima volta, dall’italiano
Giulio Gavotti in Libia, nel 1911. Da quel momento si inaugura l’epoca del
«governo del cielo», una violenza che non conquista territori ma distrugge in modo indiscriminato.
I bombardamenti aerei prendono inizialmente forma dopo la Grande Guerra con il police
bombing britannico, che diventa la cifra del conflitto moderno. Ma è durante la lotta al nazifascismo
che anche la popolazione non militare europea e giapponese viene deliberatamente presa
di mira, segnando una svolta epocale: se lo Stato giustifica l’uccisione in massa di civili, i singoli
bombardieri, volando sopra le vittime, vengono dissociati dalle conseguenze delle loro azioni.
Thomas Hippler ricostruisce la storia di quei bombardamenti, analizzando lo sviluppo della violenza
di Stato e dei concetti di nazione e popolo. Si sofferma sui raid alleati della Seconda guerra
mondiale, che portano alle estreme conseguenze la tattica del «dominio dell’aria» teorizzata da
Giulio Douhet, e sulla guerra dal cielo “post-douhettiana”, che si combatte prima in Vietnam e
poi in Iraq. Oltre ai rifugi antiaerei, esemplificati come microcosmi sociali, viene esaminata anche
la guerra perpetua a bassa intensità, estesa a livello globale, insieme all’uso massiccio dei droni.
Il saggio offre un contributo alla riflessione su democrazia, totalitarismo, colonialismo e globalizzazione,
facendoci aprire gli occhi su complesse forme di sovranità che sfuggono sempre più
alla nostra comprensione.
Mai Jia
Il messaggio
Marsilio 2023
pp. 448 - euro 20,00
Siamo in Cina nel 1941, nel corso della “Guerra degli otto anni di resistenza”
(1937-1945), ovvero del maggiore scontro mai avvenuto tra la Repubblica
di Cina e l’Impero nipponico, e della più grande belligeranza asiatica del XX secolo. Al culmine
del conflitto, il governo nazionalista di Nanchino sostenuto da Tokyo rafforza la lotta clandestina.
Una notte, quattro agenti dell’intelligence – due uomini e due donne operanti per il governo fantoccio
di Wang Jingwei – vengono condotti nella celebre Tenuta Qiu, due edifici isolati alle porte
di Hangzhou, che nell’antichità fu fra le sette capitali della Cina e Marco Polo descrisse nel Milione.
Sono stati convocati dal quartier generale dell’Esercito imperiale perché tra loro si nasconde
una spia, il cui nome in codice è “Fantasma”. Jin, Wu, Li e Gu dovranno rimanere rinchiusi finché
il traditore non sarà smascherato. Separare la verità dalle bugie, però, non è semplice: ognuno
dei sospettati pone un limite a ciò che è disposto a rivelare, ognuno ha una storia da raccontare
a sostegno della propria integrità, e ogni versione è in grado di rovesciare la precedente. Chi è il
colpevole, dunque? Chi innocente? Nessuno sa a cosa credere, ma la verità, sempre che sia realmente
tale, ha il suo prezzo. Dopo aver lavorato a lungo nei Servizi segreti cinesi, Mai Jia trasferisce
la sua profonda esperienza in una spy story ad alta tensione che, sullo sfondo di una
delle grandi guerre della storia, assume il fascino di un rompicapo matematico.
Ian Fleming
Thrilling Cities
La nave di Teseo 2023
pp. 288 - euro 20,00
Dalla prefazione di Massimo Bocchiola
Tra il 1959 e 1960 Ian Fleming, il creatore di James Bond, viene inviato dal
«Sunday Times» a raccontare 14 città in giro per il mondo, scelte tra le mete
più esotiche che richiamassero le avventure dell’agente 007. Lo troviamo così in Estremo Oriente,
negli Stati Uniti e quindi, dato che i reportage erano stati splendidi, in Europa. Fleming le narra
con gli occhi dello scrittore di thriller, inseguendo – e talvolta scappando da – le ombre del suo
personaggio più celebre. Incontriamo così il boss Lucky Luciano all’Hotel Excelsior di Napoli, assaggiamo
i migliori Martini di Hong Kong, giochiamo al casinò di Montecarlo, sentiamo il brivido
«che si prova lasciando i viali ben illuminati per addentrarsi nei vicoli, in cerca dei palpiti nascosti
e autentici delle città», perdendoci tra celebrità, gangster e geishe. Il risultato è un’imperdibile avventura
letteraria – rigorosamente agitata, non mescolata – che ha la stessa ipnotica meraviglia di
un giro vorticoso di roulette. «Ian Fleming era un viaggiatore ironico, distaccato, a momenti arrogante,
a momenti anche pigro, ma capace di autentico entusiasmo davanti alla bellezza (dei luoghi,
delle donne, della conversazione con i suoi occasionali interlocutori). Con un occhio un po’
cinico, un po’ spietato, un po’ sciovinista, ma un occhio, soprattutto, di mirabile, fotografica esattezza
». Questa versione del libro è stata in parte restaurata nel contenuto per ripristinare il testo
originale, che in edizioni susseguitesi era stato rivisto a uso di ipotetici turisti bisognosi di mete.