recensioni e segnalazioni 2/2023
Gershom Scholem
Le tre vite di Moses Dobrushka
Adelphi 2014
pp. 231 - euro 20,90
di Dario Matassa
Gershom Scholem, filosofo, teologo e semitista, tenne, il 23 maggio 1979, l’intervento
inaugurale del ciclo di conferenze “Marc Bloch” dell’École des Hautes Études en
Sciences Sociales di Parigi. La prolusione richiamava l’attenzione sulle vicende
umane, familiari e politiche di un misterioso avventuriero intellettuale: Moses
Dobrushka, alias Franz Thomas von Schonfeld, alias Sigmund Gottlob Junius Frey.
Sulle sue tracce Scholem si era imbattuto svolgendo alcune ricerche sugli adepti di
sette ebraiche sorte nei secoli XVII e XVIII. Le tre identità di questa enigmatica figura
segnano, come vite separate, metamorfosi che si compiono nel segno di una continuità
caratterizzata dalla sua devozione al frankismo, movimento ebraico eretico
d’ispirazione messianica che prende il nome dal suo profeta Jacob Frank, attivo nella
Polonia e nell’Austria della seconda metà del XVIII secolo, alla vigilia della rivoluzione
francese. L’analisi che svolge Scholem sul movimento, continuatore di una precedente
corrente messianica, ne mette in luce l’inusuale compresenza di opposti: l’inclinazione
verso le dottrine esoteriche e cabbaliste e il richiamo allo spirito filosofico dei
Lumi, da cui sgorga l’ambiguità del protagonista del saggio, tale da permearne la
breve ma intensa esistenza in Moravia come Moses Dombruska, a Vienna come Franz
Schonfeld, a Parigi come Junius Frey. Le tappe della vita di questo individuo triidentitario,
sono storie nella storia, capitoli che si avvolgono su sé stessi e s’intrecciano
per disegnare una serie di colpi di scena che hanno come palcoscenico la corte asburgica,
le logge massoniche austro-tedesche e i club giacobini di Parigi, nel segno di
attività clandestine in traffici d’armi e oscuri complotti, disponibilità finanziarie dalla
dubbia provenienza, ma anche di slanci poetici e atti di tensione politica intorno agli
ideali libertari. Come si alternano le sue identità, così si susseguono le sue diverse
maschere di spia al soldo delle potenze reazionarie, di ebreo convertito al cristianesimo,
di lirico patriottico del regime imperiale ma anche di poeta inneggiante alla libertà
rivoluzionaria. Proprio la compresenza di questa molteplicità di facce sarà fatale
per Junius Frey nella Parigi del Terrore allorquando, sulla scia dello scandalo della
Compagnia delle Indie ordito da membri della Convenzione Nazionale, fra i quali
figurava suo cognato Francois Chabot, le voci di un suo ruolo spionistico antirivoluzionario
di matrice asburgica trovarono terreno fertile nella cultura oltranzista
del sospetto da parte del Tribunale giacobino, tanto da decretarne la decapitazione il
5 aprile 1794 insieme a una nutrita schiera di nemici della rivoluzione, come lo stesso
cognato e Danton. Scholem chiude simbolicamente il suo rigoroso lavoro di ricerca
e analisi documentale nel segno del dubbio, di cui sono testimonianza le varie disgiunzioni
identitarie del personaggio: ebreo o apostata? Cabbalista esoterico o razionalista
illuminato? Giacobino o spia? Rimane sullo sfondo, tuttavia, la sua autentica
fede frankista che evidenzia, storicamente, la parabola del movimento ebraico europeo
alle soglie dell’emancipazione.
Hans Modrow
La perestroika e la fine della DDR Mimesis 2019 pp. 224 - euro 18,00 di Franz
La perestroika e la fine della DDR Mimesis 2019 pp. 224 - euro 18,00 di Franz
Il termine perestrojka (ricostruzione o ristrutturazione) indica, come noto,
un complesso di riforme politiche, sociali ed economiche avviate dalla dirigenza
dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche a metà degli anni Ottanta, e rivolte
alla riorganizzazione complessiva dello Stato federale che si estendeva dall’Europa all’Asia orientale
e comprendeva 15 repubbliche. Gli interventi volevano portare all’instaurazione di un cosiddetto
“Stato di diritto socialista” e a un rinnovamento che non rinnegasse i pregressi valori
fondamentali. A seguito dei profondi cambiamenti apportati al sistema, tuttavia, il corso degli
eventi divenne incontrollabile e condusse in pochi anni alla dissoluzione dell’Urss. La storia
della perestrojka viene qui ripercorsa attraverso gli occhi di Hans Modrow, ultimo presidente del
Consiglio della Repubblica Democratica Tedesca dal 13 novembre 1989 sino alle elezioni del
marzo 1990. Come esponente dei riformatori, egli fu dapprima favorevole alle innovazioni impresse
da Michail Gorbačëv, divenendo via via sempre più critico nei confronti dell’approssimazione,
dell’improvvisazione e, in ultima analisi, dell’incapacità politica e strategica che
contrassegnarono alcuni passaggi cruciali di questo processo. Una ricostruzione molto lontana
dall’apologetica predominante, che rivela retroscena e passaggi ancora poco o nulla conosciuti
in Italia. Il libro è completato da un’appendice contenente una cronologia dettagliata, un indice
dei nomi ragionato dei personaggi e una bibliografia essenziale sull’argomento.
Edward Loss
Officium Spiarum
Viella 2020
pp. 250 - euro 26,00
di Jordanus
Uno sguardo negli affari segreti di Bologna ma soprattutto un metodo di controspionaggio.
Nelle città del Due e Trecento le spie erano necessarie come
il sale. Il caso felsineo è interessante: oltre a occuparsi della selezione, istruzione e invio di spias
et exploratores alla ricerca delle nova utili al bene comune e al compimento di tali attività, veniva
concessa all’Officium Spiarum la giurisdizione su ogni spia e inviato dei nemici identificato in
città. Un aiuto in questo compito veniva offerto dal ricorso alla denuncia cittadina, strumento
che, coinvolgendo la popolazione, ampliava le capacità delle autorità di accertare il rispetto
delle norme. I documenti mostrano il ruolo giocato dai Giudici ad Maleficia, responsabili per i
reati considerati più dannosi per la collettività, e si conoscerà la figura del Dominus Spiarum pro
tempore, nominato dagli Anziani e Consoli e inviato in una località da essi stabilita, nei pressi
dell’area in cui Bologna era impegnata in conflitti di lunga durata. Suo compito era gestire in
loco le spie e gli esploratori incaricati di missioni legate a quel preciso conflitto. Il lettore toglierà
anche il velo a donne spie come Agnexia ma troverà anche l’inquisitio promossa contro Imeldina,
processata il 6 agosto 1323 per essere «ipsam spiam de rebellis comunis Bononie». Una “modernità”
sta nel fatto che l’Officium Spiarum considerava la donna «come risorsa nel campo del
segreto, capace di ottenerlo, ma anche di mantenerlo e riportarlo a vantaggio della città».
Gabriele Faggioni
I servizi segreti dell’Asse
Itinera Progetti 2021
pp. 320 - euro 24,00
Lo spionaggio resta uno degli argomenti meno conosciuti della Seconda
guerra mondiale e mantiene un fascino inalterato. Attraverso i rapporti desecretati
dalla Cia e dall’Nsa, i resoconti degli interrogatori di spie catturate, ma anche mediante
le vicende umane e le missioni degli agenti principali, l’autore ricostruisce un quadro complessivo
della struttura, dell’organizzazione e del funzionamento dei Servizi dei Paesi che aderirono all’Asse.
La trattazione spazia così dall’Urss all’America Latina, dal Medio Oriente al Nord Europa,
soffermandosi sulle operazioni che comunque giocarono un ruolo chiave in quel periodo. A corredo
della documentazione il libro è arricchito da articoli di quotidiani dell’epoca che agevolano
la comprensione del vissuto e dei mezzi con i quali le spie operavano. Non mancano episodi
che sembrano delineare una dimensione cinematografica: come un orologiaio che contribuì al
successo dell’U-47 a Scapa Flow; un pittore che, con le sue tele, fornì ai giapponesi informazioni
per l’attacco a Pearl Harbor; un negozio di bambole, a New York, che trasmetteva agli U-Boot le
coordinate dei convogli nell’Oceano Atlantico. Il ruolo dei Servizi andava però ben oltre, coinvolgendo
un apparato complesso e articolato, dedito alla raccolta informativa, all’intercettazione
delle comunicazioni, alla crittoanalisi e al sabotaggio. Un mondo che appare ancora concreto
nelle fotografie coeve che valorizzano il volume e nelle brevi biografie di spie che operarono al
servizio dell’Asse, talvolta anche come doppiogiochisti.
Massimo Livi Bacci
Per terre e per mari
il Mulino 2022
pp. 212 - euro 18,00
di TomTom
Quella migratoria è una capacità peculiare di molti esseri viventi, per i quali
lo spostamento è un fattore di adattamento all’ambiente circostante precipuamente
orientato alla riproduzione della specie. Nel caso del genere umano, si tratta di una dinamica
molto più complessa, sviluppatasi nei millenni con modalità diverse nella forma ma simili
nella sostanza. L’autore esplora modi e tempi di 15 grandi vicende di migrazione susseguitesi dall’antichità
ai giorni nostri e passa in rassegna esempi significativi di quattro tipologie del fenomeno
osservate nel corso della storia occidentale: forzate, come quelle che nell’Urss della Seconda
guerra mondiale interessarono minoranze etniche sospettate di intese con il nemico e perciò deportate
in zone periferiche del Paese; climatiche, mobilitate da avversità naturali come la “Grande
Seca” brasiliana del triennio 1877-1879, i ripetuti terremoti e uragani haitiani del periodo 2010-
2016, la carestia irlandese da peronospora a metà dell’Ottocento, tutte all’origine di esodi di lungo
periodo; organizzate, alla base della fondazione delle colonie greche; libere, ovvero motivate «da
una decisione individuale», come quelle transoceaniche del XIX secolo. Obiettivo del volume è
suscitare riflessioni sul tema, sulle conseguenze biodemografiche e antropologiche prodotte sulle
popolazioni di origine e arrivo, nonché richiamare l’attenzione sulla necessità, a livello internazionale,
di interventi atti a consentire alla migrazione di esprimere i suoi benefici effetti.
Frederic Prokosch
I cospiratori
Edizioni Settecolori 2022
pp. 285 - euro 26,00
Città d’ombre, passiva e sonnolenta, durante la Seconda guerra mondiale
Lisbona diviene un frenetico bazar che l’invasione nazista dell’Europa riempie
di profughi. La capitale è un luogo dove forse ci si può fermare o nascondere, un luogo da
dove forse tutto può ricominciare. È l’unica porta che ancora il Continente può chiudere dietro
di sé, l’ultimo porto sull’Atlantico e il Nuovo mondo. Non tutti quelli che arrivano riescono o
vogliono andarsene. Ci sono spie e avventurieri, truffatori e truffati, doppiogiochisti portoghesi e
agenti segreti d’ogni dove, diplomatici europei disposti a monetizzare i favori inerenti al loro status:
passaporti, identità, nascondigli sicuri, la certezza di un volo o di un imbarco. E naturalmente
ci sono femmes fatales e tavoli da gioco, dinner jackets e dry Martini, la ronda del sesso dove
l’amore può uscire come lo zero alla roulette del casinò. Vincent, il protagonista del romanzo,
apolide suo malgrado, è appena evaso dalla prigione di Alfama, un’evasione “pilotata” che ha
come obiettivo ultimo non la libertà, ma la morte. Vincent deve infatti uccidere chi ha tradito lui
e i suoi compagni. Non ne conosce il nome e il volto, e non ha molto tempo a disposizione.
Non sa se chi ha tradito sia una “quinta colonna” e neppure se possa fidarsi della donna che
ama… Analisi sottile della mente e dei sentimenti di un killer suo malgrado, I cospiratori è
un’opera coinvolgente dove la suspense percorre ogni pagina e preda e cacciatore si danno il
cambio.
Maria Gabriella Pasqualini
Storia politica della legislazione italiana sull’intelligence
Rubbettino 2022
pp. 230 - euro 15,00
di Franz
Il volume è imperniato sull’analisi storico-politica degli Atti Parlamentari,
accessibili ma finora poco o nulla studiati, attraverso cui è possibile cogliere
le dinamiche delle proposte normative concernenti l’intelligence nazionale. Dopo una parte introduttiva
dedicata all’organizzazione della raccolta informativa nel periodo compreso tra l’Unità
d’Italia e la fine del Secondo conflitto, l’autore approfondisce la genesi della L. 24 ottobre 1977,
n. 801, adottata nel complesso contesto della Guerra fredda e dell’emergenza terroristica; passa
poi all’esame dei dibattiti che hanno portato alla riforma del comparto con la L. 3 agosto 2007,
n. 124, e alla successiva «manutenzione» effettuata con la L. 7 agosto 2012, n. 133; si sofferma
quindi sul D.P.C.M. 24 gennaio 2013, recante indirizzi per la protezione cibernetica ed estende
la competenza delle Agenzie alle infrastrutture critiche; prosegue col D.L. 14 giugno 2021, n.
82, che definisce l’architettura nazionale di cybersicurezza e istituisce l’Agenzia ad hoc; conclude
col D.Lgs. 18 maggio 2018, n. 65, contenente misure per un comune livello di sicurezza
delle reti e dei sistemi informativi in ambito UE. Quella compiuta dall’autore è dunque un’analitica
cavalcata tra i documenti di Commissioni e le diversificate opinioni di deputati e senatori,
confluite in quest’opera originale e interessante, che lumeggia i punti di partenza e arrivo del legislatore
su un argomento di primaria importanza qual è quello della sicurezza dello Stato.
Sandro Veronesi - Edoardo De Angelis
Comandante
Bompiani 2023
pp. 160 - euro 16,00
Un ufficiale della Regia Marina disobbedisce agli ordini tedeschi e salva
l’equipaggio di una nave appena affondata col suo sommergibile. Il racconto
dell’atto eroico compiuto da un nostro connazionale durante la Seconda guerra mondiale è anche
il grido altissimo dell’indignazione contro la barbarie di ogni conflitto. «Si dicono tante cose di
lui, che era a bordo del Malaspina quando ha affondato la British Fame, che è un mago, un fachiro,
un ipnotizzatore, che non dorme mai»: questo sanno del loro Comandante coloro che all’alba
del 28 settembre 1940 s’imbarcano sul sommergibile Cappellini per andare alla guerra.
Sanno anche che il Comandante potrebbe rimanere a terra, perché un incidente lo ha condannato
a vivere in un busto d’acciaio che gli toglie il fiato. E invece lui, Salvatore Todaro, è pronto a guidarli
al di là delle mine che rendono Gibilterra una trappola, a combattere per l’Italia nell’oceano
aperto. Sono le voci dei suoi uomini a riferire la sorda monotonia delle ore in immersione e il
momento cruciale in cui si profila all’orizzonte la sagoma di un mercantile a luci spente. Bisogna
affondarlo: è allora che il Comandante prende una decisione capace di rischiarare la notte. Perché
i corpi che galleggiano nel mare nero per lui non sono né nemici né superstiti: sono naufraghi.
Restituendo al nostro legittimo orgoglio uno degli episodi meno conosciuti e più luminosi dell’ultima
guerra, gli autori celebrano la grandezza dei valori dell’umanità quando ci sono donne
e uomini pronti ad affermarli nonostante tutto.
Marco Ventura
Il fuoruscito
Piemme 2023
pp. 303 - euro 19,50
Angelo Fortunato Formiggini, editore ebreo e protagonista della cultura italiana
degli anni Venti e Trenta, fu il primo suicida contro le leggi razziali e
le persecuzioni del regime fascista. Si buttò dalla Torre della Ghirlandina di Modena il 29 novembre
1938. Un gesto politico, come scrisse lui stesso alla moglie: «Non posso rinunciare a
ciò che considero un mio preciso dovere. Io debbo dimostrare l’assurdità malvagia dei provvedimenti
razzisti». Visionario, appassionato, un vulcano di idee e un impegno costante per la promozione
del libro e della cultura, Formiggini era un intellettuale anomalo sotto tutti i punti di
vista: si considerava un “fuoruscito”, estraneo a ogni consorteria, classe, razza, partito. Fu lui a
ideare l’Enciclopedia italiana, la cui paternità gli fu poi scippata dal grande avversario, Giovanni
Gentile. Fu lui a coniare la parola “editoria” e riviste e collane di successo, e a inventare la prima
“biblioteca circolante”. Discendente dei gioiellieri degli Estensi, sacrificò il patrimonio e le infinite
energie allo scopo di tutta una vita: fare “bei libri”. Strinse legami coi maggiori intellettuali del
tempo, da Pascoli a Croce, e fece dell’ironia la sua filosofia di vita. Al suo fianco, una donna formidabile:
Emilia Santamaria, pioniera della pedagogia che, rimasta vedova, si rifiutò di giurare
fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra. Marco Ventura dipinge l’affresco di una vita straordinaria,
fino alla sua conclusione al grido terribile di «Italia, Italia, Italia!».