recensioni e segnalazioni 3/2022
Peter Hopkirk
Sulle tracce di Kim
Il Grande Gioco nell’India di Kipling Edizioni Settecolori 2020 pp. 282 - euro 26,00 di Franz
Il Grande Gioco nell’India di Kipling Edizioni Settecolori 2020 pp. 282 - euro 26,00 di Franz
Rudyard Kipling nasce in India e vi trascorre l’infanzia che ne segna l’opera e la
sensibilità. Giornalista, scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1907, è celebre
anche per Kim (1901), storia di un monello irlandese che, partendo da Lahore,
accompagna un santone tibetano facendo nel contempo da informatore
dell’Indian Secret Service. Il libro, famosissimo, non è stato esente da critiche,
tacciato addirittura di aver fatto del razzismo stereotipato. Virginia Wolf lo liquidò
come illeggibile e non meno severo fu il giudizio di Orson Welles, salvo
poi scoprire che l’acrimonia dei due celava pregiudizi ideologici. Resta il fatto
che l’opera continua a essere stampata e letta in tutto il mondo. Wilfred Thesiger
non affrontava un viaggio senza portare con sé Kim; Thomas Eliot lo leggeva
a voce alta per il piacere di sentirne il linguaggio; Mark Twain e Phillip Knightely,
scrittore di spy stories, lo leggevano annualmente; il presidente Theodore Roosevelt
chiamava Kim il figlio Kermit, e Allen Dulles, che della Cia fu direttore,
teneva sul comodino una copia del libro. Anche Harold Adrian Russell Philby
(nato in India), dirigente dell’intelligence inglese fuggito in Russia nel 1963
quando si scoprì che lavorava per i sovietici, era stato soprannominato Kim dal
padre (pure di origini indiane). Tra i tanti amanti di quest’opera vi è proprio Peter
Hopkirk (1930-2014), che in quest’opera, la cui edizione originale risale al 1996,
compie un viaggio in India e Pakistan alla ricerca di tutto ciò che nella narrazione
di Kipling ha a che fare con il Grande Gioco. Il resoconto esplora il mondo di
Kim e del lama, del colonnello Creighton e di Lurgan Sahib, di Mahbub Ali e
Hurree Chunder Mookerjee. Personaggi che s’ispiravano, in tutto o in parte, a
individui conosciuti da Kipling o dei quali egli aveva saputo quando lavorava
alla «Civil and Military Gazette» a Lahore e poi al «Pioneer» di Allahabad. L’identificazione
di queste figure e l’individuazione delle localizzazioni usate da Kipling
nel romanzo hanno assorbito gran parte degli sforzi dell’autore. Grazie a una
preliminare e approfondita preparazione documentale, Hopkirk affronta i numerosi
enigmi del libro: chi era Kim? È stato inventato o era esistito realmente?
Cos’erano il Toro Rosso e il Fiume della Freccia? Qual era la scuola di spie? A
queste e a tante altre domande il lettore trova risposta leggendo questo testo,
l’ultimo dell’autore, che ne rappresenta il testamento letterario e il bilancio esistenziale.
David Abulafia
Storia marittima del mondo Quattro millenni di scoperte, uomini e rotte Mondadori 2020 pp. 1056 - euro 40,00
Storia marittima del mondo Quattro millenni di scoperte, uomini e rotte Mondadori 2020 pp. 1056 - euro 40,00
Per gran parte della nostra storia, mari e oceani hanno costituito le vie
principali di scambio e comunicazione a grande distanza fra i popoli, i
canali primari per l’esplorazione, la conquista e il commercio, ma anche
per la diffusione delle idee e religioni. Andando oltre i confini della storia navale e ripercorrendo
la circolazione umana lungo le coste e attraverso i maggiori specchi d’acqua del Pianeta,
Abulafia ci invita a ridisegnare la nostra mappa mentale del mondo e a prendere atto
che le rotte marittime sono state molto più importanti di quelle terrestri. Dalle prime incursioni
di popoli su canoe alle più antiche società marinare, dall’epoca dei grandi navigatori e dei
grandi imperi coloniali ai transatlantici e alle gigantesche navi portacontainer, emerge come
le reti commerciali marittime siano sorte da plurime località fino a costituire un continuum di
interazione e interconnessione globali, e abbiano consentito l’incontro di mondi sideralmente
differenti e distanti. Seguendo mercanti, esploratori, marinai, conquistatori, avventurieri, pirati,
cartografi e studiosi in cerca di spezie, oro, avorio e schiavi, terre da colonizzare e conoscenza,
Abulafia ha dato vita a un’opera di storia universale concepita da una prospettiva radicalmente
originale (dalle onde del mare sconfinato) e, insieme, a un vivido racconto della
lotta dell’uomo con la vastità degli oceani, condotta con scopi non sempre nobili, ma
sempre per viaggiare, commerciare, conoscere e, in fondo, per sopravvivere.
Laura Pepe
La voce delle Sirene I Greci e l’arte della persuasione
Laterza 2020
pp. 224 - euro 18,00
Questo libro ci accompagna – tra storia, mito, poemi e filosofia – alla
scoperta della forza e del fascino della parola nella Grecia antica, sulle
tracce di coloro che hanno dato forma al nostro modo di pensare, dibattere
e argomentare. Per gli antichi le Sirene erano mostri orripilanti, metà uccelli e metà
donne. Eppure, esse avevano qualcosa che le rendeva irresistibili. Era la voce: suadente, ammaliatrice,
ingannevole. Insieme ad altre figure mitologiche a loro affini come Circe, Calipso
ed Elena, le Sirene sono le protagoniste della prima tappa di un cammino circolare che questo
volume percorre: un viaggio che, partendo da Omero e a Omero tornando, si concentra sull’Atene
del V secolo a.C., la città della democrazia e della parola. Ripercorrendo storie gustose
e celebri pagine di poesia e letteratura, l’autrice indaga le incredibili potenzialità di peithó,
persuasione, la parola che insieme seduce e convince. Ma perché Omero e perché Atene?
Perché per l’uno e per l’altra la parola, il logos , è un sovrano potentissimo, capace di compiere
le imprese divine e dunque di convincere del vero e del giusto, ma anche d’illudere e d’ingannare.
Le Sirene di Omero, con la loro voce, continuano a fare capolino nell’Atene del suo
secolo d’oro: non è difficile intravederle tra i protagonisti della politica che arringano il popolo
riunito in assemblea, tra gli accusatori e gli accusati che si industriano a convincere i giudici
del tribunale e, ancora, tra quei maestri di persuasione che furono i sofisti.
John Julius Norwich Traduzione di Chiara Rizzuto
Il Mare di Mezzo Una storia del Mediterraneo
Sellerio 2020
pp. 1140 - euro 20,00
«Mantenere il Mediterraneo al centro dell’attenzione. Ciò che ho cercato
di fare qui è seguire le tracce dei principali destini politici delle terre del
Mare di Mezzo, nella misura in cui la loro storia è stata influenzata dalla posizione geografica».
Dagli Egizi alla Grande Guerra (che per l’autore ha radicalmente cambiato tutto). Il signorile,
garbato, curioso, spiritosissimo John Julius Norwich (1929-2018) è interessato soprattutto al
racconto della storia, o addirittura a volte al racconto nella storia visto il gusto per il ritratto e
l’episodio esemplare in cui gli piace intrattenere. Così quando il risvolto umano, i caratteri
personali prendono il sopravvento la sua scrittura si esalta al massimo e trasmette brio e animazione
autentici. I suoi libri, che spaziano dai Normanni di Sicilia alla Repubblica di Venezia
o all’Impero bizantino, si accompagnavano all’amore del viaggiatore per i luoghi e alla concreta
familiarità del diplomatico. E, pur nel grande successo, Norwich ha sempre dichiarato
di non essere uno storico di professione né tantomeno un accademico. Ma non gli rende
onore definirlo un divulgatore anche se a questa tradizione nobilissima della cultura britannica
si lega. È un narratore della storia, e degli avvenimenti e dei contesti cattura qualcosa che
non appartiene tanto all’informazione storica, quanto nella sostanza al piacere del testo: vale
a dire, il colore. Senza, per questo, far cedere mai il sapere.
Salvatore Silvano Nigro
Una spia tra le righe
Sellerio 2021
pp. 357 - euro 18,00
Il titolo del libro rimanda a una vera spia internazionale, Antonio Pérez, segretario
del re di Spagna Filippo II: al suo romanzo barocco, alla sua storia
più volte raccontata tra intrighi evidenti e occultamenti sottaciuti. È una
narrazione lunga, questa del libro, che prende le mosse dal quattrocentesco prospettivismo
geometrico e dalla precisione matematica applicati alla “follia”, per attraversare le gore secentesche,
e risalire lungo l’Ottocento e il Novecento per strade inedite o poco battute. Fra i
tanti protagonisti abitano il libro, troviamo un grande architetto e mago degli abissi psichici,
che vuole «lo ’ncerto altrui mostrar visibile»; i segretari barocchi che si convincono della necessità
del tradimento; l’iniziatore del romanzo italiano che s’ingegna con la narrativa seisettecentesca
e collabora con l’illustratore del suo capolavoro; un padre della patria che,
«minchionando, minchionato», si fa falsario; una ostinata zitella siciliana che, tra Verga e Capuana,
inscena un femminismo convinto e provocatorio; un prete canadese che fa scoprire alla
Yourcenar l’opera di Tomasi di Lampedusa per poi infrattarsi in un romanzo di Maria Bellonci
accanto a Isabella d’Este e a Matteo Bandello, novelliere del Rinascimento; un poeta in piazza
che si rinnova inseguendo il giudizio competente di Pasolini; un ritrattista che disegna come
altri scrivono e narrano. I racconti critici, brevi e densi, sono concepiti come capitoli di un libro
unico; come soste di una passeggiata letteraria di ampio perimetro, programmata ma non
priva di incontri inaspettati.