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editoriale 3/2022

In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario di fondazione dell’Istituto Idrografico della Marina (Iim), la Rivista dedica il terzo numero del 2022 al mare, proponendo un approfondimento multidisciplinare teso a esaltarne la centralità storica quale fattore di sviluppo economico, sociale, scientifico e di confronto geopolitico, e a suscitare una riflessione circa l’inderogabilità di un cambio di rotta delle condotte umane nei confronti degli ecosistemi marini, pena la messa in discussione della sopravvivenza del Pianeta. Dopo il tradizionale Punto di vista di Sergio Romano, che espone un’analisi critica sulla figura del Presidente Vladimir Putin e sugli elementi psicologici e i valori che ne ispirano da sempre l’agire politico, non senza conseguenze, Alessandro Leto, nella speciale veste di curatore, delinea i temi dominanti affrontati nel progetto editoriale: mare come fonte di vita, di ispirazione filosofica e letteraria, di sfida e competizione, legato all’uomo da un rapporto romantico e quasi mistico eppure costantemente minacciato da esso, custode spesso cinico e sfruttatore, incapace di vivere in armonia con l’elemento naturale che, forse più di tutti, ha scritto e continua a scrivere la sua storia. Da qui, l’urgenza della diffusione di una “cultura del mare”, intesa quale presa di coscienza e comprensione delle sue dinamiche e dei suoi delicati equilibri nella prospettiva di un futuro veramente sostenibile, responsabile e resiliente. Quella stessa cultura che, da un secolo e mezzo, guida l’operato dell’Istituto Idrografico della Marina, come illustrato dal suo attuale direttore, Massimiliano Nannini, un ente al servizio dello Stato che ha sempre fatto della formazione e della ricerca i propri punti forza. Rilevanti, in tal senso, alcune offerte didattiche di cui l’Iim è attualmente partner, ossia il master universitario di II livello in Geomatica marina e la laurea magistrale in Ingegneria strategica (Strategos), quest’ultima meglio qualificata nell’intervento di Agostino Bruzzone, presidente del corso. Due iniziative accademiche di altissimo livello promosse e curate da un’eccellenza italiana in materia di studi oceanografici, l’Università di Genova, città ove (non a caso) ha sede l’Iim e a cui Marco Bucci, sindaco della Superba dal 2017, dedica qui alcune pagine appassionate, eleggendola a bacino di sedimento delle varie culture e popolazioni che, nei secoli, hanno attraversato il Mare Nostrum. Un’attitudine, quella alla conoscenza, quasi innata negli ambienti dell’Iim, di cui fu precursore Giovan Battista Magnaghi, fondatore e primo direttore. Il suo lascito è al centro dello studio di Aldo Caterino, il quale, nel ripercorrere l’evoluzione organizzativa e tecnica dell’Istituto, ricorda le gesta e le straordinarie doti di scienziato dell’ammiraglio pavese, inventore di numerosi strumenti nautici che, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, fornirono notevole supporto alle esplorazioni polari in Artide. Supporto che, molti anni dopo, si sarebbe esteso anche all’Antartide ove – come ci ricorda Nunziante Langellotto – dal 1986, in linea con la propria mission istituzionale, l’Iim collabora con il Programma nazionale antartico italiano. Dopo l’ampia trattazione dedicata all’Iim, l’analisi prosegue con diversi interventi che evidenziano complessivamente la rilevanza del mare quale risorsa chiave in ottica di sicurezza nazionale. Considerazione particolarmente vera per l’Italia che, come sottolinea Gianandrea Gaiani ricostruendo alcune brillanti missioni condotte in anni recenti dalla Marina Militare, emblematiche delle sue capacità intelligence, vede transitare sul mare la maggior parte dei propri traffici commerciali. In ambito internazionale, la strategicità del mare è tanto più tangibile laddove si osserva il forte attivismo delle superpotenze nell’affermare la propria leadership attraverso il dominio sulla thálassa, il nome principale del mare per i greci, tra le prime civiltà a considerarlo quale campo d’azione elettivo (Francesca Sensini) e a dotarsi d’infrastrutture a esso serventi, come i fari (Enrica Simonetti). Tre i protagonisti assoluti della contesa: gli Stati Uniti, al momento l’unica e vera talassocrazia globale, che hanno da tempo virato verso una politica economica di matrice interventista nei settori industriali cardine, primo tra tutti quello marittimo (Alessandro Aresu); la Cina, seconda Marina Militare al mondo, il più agguerrito competitor dell’America nella “corsa al titolo”, da quasi un decennio impegnata a dare corso al progetto di Maritime Silk Road per l’acquisizione di una posizione di forza nel settore delle infrastrutture portuali a scopi civili e militari (Giulio Terzi di Sant’Agata), già candidata per un ruolo egemonico nello spazio (Pietrangelo Buttafuoco – Francesco Pontorno); la Russia, che punta al controllo assoluto dell’Artico, del suo enorme bacino di risorse minerarie ed energetiche e delle nuove rotte marittime che lo scioglimento dei ghiacci perenni dovuto ai cambiamenti climatici aprirà, da qui a breve termine, nel cosiddetto passaggio a nordest (Carmine Robustelli). Il riscaldamento delle acque, all’origine, unitamente all’incremento incontrollato di attività antropiche e inquinamento da rifiuti e microplastiche (Giovanni Soldini), di effetti negativi sugli organismi e gli ecosistemi marini (Gianfranco D’Onghia – Francesca Capezzuto – Letizia Sion), è un tema costantemente al centro dell’agenda politica dell’Unione Europea che dimostra, con le più recenti iniziative, di voler sostenere attivamente l’auspicata “rivoluzione sostenibile” (Nicolò Carnimeo). Una transizione che, tuttavia, sottende l’adozione e diffusione a livello planetario di modelli legislativi, produttivi e culturali in grado di valorizzare e proteggere l’immensa ricchezza che la natura ci offre e di favorire un’evoluzione del concetto stesso di talassocrazia in senso cooperativo e intergovernativo (Alessandro Leto). Un ruolo non marginale in tale partita può essere giocato, oltre che dal mondo istituzionale, da quello privato, come dimostrano le esperienze di Swiss Re, uno dei più grandi player del settore assicurativo (Sergio Ermotti), e dell’Associazione Passion Sea (Helga Piaget).
Chiudono la consueta rubrica cinematografica e Humour Top Secret a cura di Elisa Battistini e di Melanton.

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