recensioni e segnalazioni 2/2021
Gianluca Falanga
Labirinto Stasi
Vite prigioniere negli archivi della Germania Est Feltrinelli, 2021 pp. 416 - €22,00 di Franz
Vite prigioniere negli archivi della Germania Est Feltrinelli, 2021 pp. 416 - €22,00 di Franz
L’apertura degli archivi della Stasi è il risultato di una scelta audace, fatta per assecondare la volontà dei cittadini che, al crollare del Muro, ne avevano assaltato le sedi e impedito l’ulteriore distruzione dei documenti da parte del personale addetto. Sono stati così salvati oltre centodieci chilometri lineari di faldoni, quarantun milioni di schede personali e altro copioso materiale accumulato in tanti anni di azione spionistica e oppressiva. Il 29 dicembre 1991 il primo parlamento della Germania riunificata approvava la legge speciale che consentiva a più di tre milioni di persone di prendere visione delle informazioni raccolte su ciascuna di loro dall’occhio paranoico della Germania Orientale. Ma che cosa si prova a rileggere la propria vita in quei fascicoli? Ce lo racconta questo nuovo libro di Falanga, che tende la mano al lettore e lo accompagna nel labirinto di quegli schedari, attraverso la narrazione di tre storie, le vicende di altrettanti uomini che subirono la traumatica esperienza della repressione attuata dal regime contro ogni forma di comportamento e orientamento valutato “deviante”, “ostile” o “politicamente inaffidabile” ovvero di “una coscienza di classe non consolidata”: un diciannovenne arrestato e condannato a oltre tre anni di reclusione per avere letto 1984 di Orwell e averlo commentato con un conoscente della Germania Ovest; un ventenne imprigionato a seguito di un fallito tentativo di fuga, che scoprirà di essere stato spiato dal padre; un altro condannato a due anni di carcere per aver prodotto una documentazione fotografica sulla vita dei punk a Berlino. I protagonisti del libro sono dunque persone comuni che, nei primi anni Novanta, hanno avuto il coraggio di affrontare l’esperienza scioccante della lettura del proprio fascicolo, apprendendo dettagli sconcertanti sui meccanismi intimi del sistema Stasi, a cominciare dalla complicità di persone inimmaginabili, come conoscenti e familiari, che li hanno spiati per parecchi lustri. La visione degli atti non più riservati diventa così l’anello di congiunzione fra il presente e un passato da lasciare per sempre alle spalle, ammesso che l’anima consenta di farlo.
Federico Moro
Venezia Offensiva in Italia 1381-1499.
Il secolo lungo di San Marco Leg, 2019 pp. 324 - euro 14,00 di Franz
Venezia Offensiva in Italia 1381-1499.
Il secolo lungo di San Marco Leg, 2019 pp. 324 - euro 14,00 di Franz
Proseguendo l’analisi della dimensione geostrategica della Serenissima, Federico Moro prende le mosse dalla Pace di Torino, che conclude l’ultimo dei conflitti con Genova. Un trattato di compromesso che, nel consegnare un futuro a una Venezia giunta sull’orlo della distruzione, è a suo modo un successo diplomatico. Da qui prende avvio il “secolo lungo di San Marco” che, secondo l’autore, è quello decisivo nella storia della Repubblica: la ripresa è rapida nei tempi e spettacolare nelle dimensioni. Merito di quello Stato da Mar che fornisce all’esausta Venezia risorse umane e finanziarie capaci di rilanciarne l’espansionismo. È tale esuberanza a portare la Repubblica a conquistare la Terraferma veneto-lombarda e ad affrontare su un piano di parità la potenza emergente nel Levante: il sultanato ottomano. Qui è il discrimine della storia veneziana. Impegnata su due fronti, con la necessità di difendere l’esistente e di crescere di stazza geostrategica per competere con le nuove realtà statuali, la Repubblica finisce per disperdere le forze tra Pianura Padana e Mediterraneo orientale. Questo mentre cresce l’occulta minaccia portoghese, che sta per portare all’apertura di nuove rotte oceaniche per le merci finora oligopolio veneziano. L’orizzonte si arricchisce d’incognite. Alla classe dirigente patrizia il difficile compito di risolverle. Il destino di Venezia dipende più che mai dal valore dei suoi uomini.
Federico Moro
Venezia nella Tempesta
1499-1517 la crisi della Serenissima Leg, 2019 pp. 278 - euro 19,00 di Vittorio Santini
1499-1517 la crisi della Serenissima Leg, 2019 pp. 278 - euro 19,00 di Vittorio Santini
Questo volume è il quinto di una collana di dieci opere che l’autore sta realizzando sulla storia della Repubblica di Venezia, rivisitata in chiave geopolitica. La novità del progetto consiste proprio in tale prospettiva, sinora poco frequentata dagli studiosi, ovvero nell’attenzione dedicata alle valutazioni strategiche poste alla base di decisioni ed eventi; nell’osservazione che la Serenissima occupava la stessa frazione della fascia marittima e costiera europea, il Rimland di Nicholas J. Spykman, dove oggi si colloca l’Italia; nella ricerca delle costanti di lungo periodo in azione in tale area la cui onda travalica il limite del tempo. Per questo il libro è ricco di suggestioni per quanti seguono le dinamiche in corso nel Mediterraneo allargato, dal Golfo di Guinea a quello di Aden passando per il Mar Nero. Nel Cinquecento si verifica la grande svolta nella storia veneziana: la Repubblica perde egemonia marittima e peso politico sia in Italia sia in Europa. Inizia con la seconda guerra contro l’Impero ottomano, da dove esce nuovamente sconfitta. La guerra della Lega di Cambrai rischia poi addirittura di distruggerla. Assieme al dominio del mare, svaniscono l’identità e la cultura politica; non più potenza marittima, Venezia ripiega nella “neutralità armata” e si avvia così sulla inesorabile strada della decadenza. Una lezione da meditare per l’Italia e l’Europa di oggi.
Francesca Bocca-Aldaqre
Nietzsche in paradiso
Vite parallele tra Islam e Occidente Mimesis, 2021 pp. 102 - euro 10,00 di Franz
Vite parallele tra Islam e Occidente Mimesis, 2021 pp. 102 - euro 10,00 di Franz
Il libro affronta la relazione tra Islam e Occidente e lo strumento scelto è la biografia parallela. Ogni capitolo abbina una figura dell’Occidente a una del mondo islamico, accostando uomini reali e immaginati, pensatori e combattenti. Robinson Crusoe, ad esempio, è abbinato a Hayy Ibn yaqzan, romanzo arabo dell’anno Mille, in cui un ragazzino nato miracolosamente su un’isola arriva alle verità della vita e della fede. Nietzsche è abbinato a Muhammad Iqbal, pensatore musulmano che ne ha trasposto il pensiero in chiave islamica, gettando le basi ideologiche del moderno Pakistan. Il legame tra i personaggi non è sempre storico, poiché il volume non vuole essere un esercizio filologico. Raccontare una convergenza che si presenta nella totale assenza di legame storico è la provocazione. Così il quinto capitolo pone in relazione Martin Heidegger a Ibn Arabi, accomunati dal rifiuto della sistematicità e dal coraggio nell’invocare un’apertura (Lichtung per Heidegger, futuh per Ibn Arabi) che permetta al pensiero di spingersi oltre strade già tracciate. Anticonvenzionali sono anche i capitoli dedicati alla relazione tra religioni. Nella vita parallela di Lev Tolstoj e dell’imam Shamil l’autrice racconta come il giovane Leonard Bernstein si sia riavvicinato alla fede ebraica attraverso la scoperta di un motivo musicale di provenienza islamica. Raccontare, descrivere, pensare la relazione tra Islam e Occidente attraverso vite concrete ed episodi storici permette al lettore di avvicinarsi a uno degli argomenti più caldi della contemporaneità.
Renato Caputo – Vittorfranco Pisano
i come Intelligence
Indispensabilità & limiti pp. 164 - euro 22,00 di Germana Tappero Merlo
Indispensabilità & limiti pp. 164 - euro 22,00 di Germana Tappero Merlo
Il saggio propone un’illustrazione ad ampio spettro circa l’intelligence come strumento indispensabile nei processi decisionali e per la sicurezza di un Paese, laddove il tradizionale fattore umano e quello tecnologico si alternano nel duplice compito di acquisizione di dati e valutazione di fenomeni. Vengono illustrate dettagliatamente, con largo supporto di esempi, tutte le fasi che compongo il ciclo d’intelligence con i relativi rischi: dalla definizione del fabbisogno informativo, ai differenti sistemi di rilevamento dati sino alla loro selezione, ordinamento, valutazione, validazione e distribuzione. L’obiettivo primario da conseguire è dunque quello previsionale, dove l’apporto analitico – nel prefigurare azioni e retroazioni, effetti e reazioni – deve provvedere a suggerire la scelta più conveniente per il decisore politico. Il più moderno need to share, ossia le collaborazioni fra apparati d’intelligence, si rivela quindi lo strumento per contrastare le minacce globali e transnazionali, valicando i limiti di chiusura del tradizionale (e superato) need to know. Non da meno, l’intelligence è chiamata a ruoli difensivi ma anche offensivi che finiscono per delineare la natura della contro-intelligence, la funzione più complessa, più controversa e delicata perché inevitabilmente coinvolge terze parti, ossia soggetti esterni al Paese, anche alleati. In questa guerra quotidiana di confronto continuo fra informazione e disinformazione, dove il controllo della tecnologia per il dominio sulla massa dei dati diventa il vero campo di battaglia, l’intelligence esplica la sua vera natura.