Lo stemma adottato dal Veiligheid van de Staat (Vsse) / Sûreté de l’État del Regno del Belgio è composto da uno scudo a sfondo nero sormontato dalla corona regale del Paese. Al suo interno è raffigurato un leone rampante d’oro, artigliato e linguato di rosso su campo nero. Una sottile banda verticale – che ripropone i colori della bandiera nazionale (nero, giallo, rosso) – taglia lo scudo sulla destra, e ai due lati di essa, in basso, è riportato l’acronimo del Servizio e il nome del medesimo, sia in francese che in neerlandese.
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Il Servizio civile per le informazioni e la sicurezza del Belgio (Veiligheid van de Staat (Vsse) / Sûreté de l’État) – istituito nell’ottobre 1830 e posto sotto l’autorità del ministro della Giustizia – è tra i più antichi organismi d’intelligence in attività. La sua operatività è disegnata dalla legge 30 novembre 1998 – reiteratamente emendata, da ultimo nell’aprile 2016 – nel cui contesto trova disciplina anche il Servizio d’intelligence militare / Service générale du renseignement et de la sécurité (Sgrs), dipendente dal ministro della Difesa. La mission del Vsse, compendiabile nella tutela della sicurezza nazionale e nella salvaguardia dell’ordine democratico e costituzionale, è perseguita attraverso la raccolta e l’analisi d’informazioni afferenti a minacce per gli interessi del Paese. Oltre che in direzione del terrorismo (specie di matrice jihadista), il Vsse orienta prioritariamente la propria azione verso i seguenti ambiti: radicalizzazione, controspionaggio, estremismo religioso e ideologico, proliferazione di armamenti non convenzionali, organizzazioni criminali e minaccia cyber. Il Servizio, inoltre, redige elaborati, conoscitivi e analitici, a beneficio delle autorità politiche, amministrative, giudiziarie e militari con responsabilità in materia di sicurezza. Al vertice dell’Organismo è posto un Amministratore generale, designato su proposta del ministro della Giustizia che, di concerto con il ministro dell’Interno, ne valuta l’operato. In relazione al modus operandi, l’assetto normativo vigente, che non contempla l’esercizio di poteri di polizia giudiziaria, dà evidenza a un potenziamento degli strumenti di penetrazione info-operativa cui fa da pendant un rafforzamento del sistema dei controlli, a garanzia dell’effettiva tutela dei diritti fondamentali e della finalizzazione delle attività d’intelligence alla salvaguardia della sicurezza dello Stato. In particolare, si distinguono tre diversi metodi di ricerca informativa (ordinaria, specifica ed eccezionale), connotati da un differente grado d’impatto sulla privacy dei cittadini belgi e dei residenti, e calibrati in ragione della gravità della minaccia: il primo è imperniato sull’Osint e sull’Humint e non necessita di specifica autorizzazione; il secondo, che include la sorveglianza di spazi privati e l’osservazione di aree pubbliche con l’ausilio di sistemi elettronici, è soggetto a notifica a una Commissione amministrativa indipendente composta da tre membri, due dei quali magistrati (nota come ‘Commission Bim’), incaricata della verifica preventiva circa il rispetto dei principi di legittimità, sussidiarietà (nel senso che le notizie d’interesse acquisibili con detti strumenti non siano altrimenti ottenibili) e proporzionalità (rispetto alla minaccia da prevenire o contrastare) nell’utilizzo dei metodi speciali ed eccezionali; nella terza categoria ricadono le condotte più intrusive, quali gli accessi a sistemi informativi, la raccolta d’informazioni sui conti e le transazioni bancarie, le intercettazioni di comunicazioni private, l’utilizzo di identità e di società di copertura. Il ricorso a tali modalità operative presuppone l’autorizzazione della Commission Bim, che può disporre, ove rilevi una violazione della normativa in materia, la sospensione o la cessazione delle condotte e l’interdizione dell’impiego delle informazioni impropriamente raccolte. In azione sinergica con la stessa, con il compito di monitorare la regolarità dei metodi impiegati dalle Agenzie d’intelligence, nel corso e dopo la messa in atto degli stessi, opera un Comitato parlamentare ad hoc (Comité permanent R), composto di tre membri esperti di sicurezza, che si avvale di un servizio d’inchiesta i cui componenti sono ufficiali di polizia giudiziaria ausiliaria del Procuratore del Re. Il Vsse partecipa al Comité de coordination du renseignement et la sécurité (Ccrs), deputato all’elaborazione delle proposte in materia, destinate al Conseil national de sécurité (Cns), composto dal Primo ministro, dai vice Primi ministri e dai ministri della Giustizia, della Difesa, dell’Interno e degli Esteri, responsabile dell’alta direzione e del coordinamento delle politiche per l’informazione e la sicurezza del Regno. L’attuazione delle misure varate è assicurata dal Comité stratégique du renseignement et de la sécurité (Csrs), presieduto da un delegato del Primo ministro e composto dal presidente del Ccrs e da rappresentanti dei ministri della Giustizia, della Difesa, dell’Interno e degli Esteri.
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