In linea con la consuetudine di proporre numeri monografici sugli argomenti d’attualità più rilevanti nell’agenda dell’intelligence, Gnosis offre una riflessione multidisciplinare sul tema dell’Acqua – dalla filosofia alla geopolitica, dall’arte alla religione, dalla storia alla ricerca tecnologica orientata al futuro – sempre con uno sguardo all’essenza ibrida di un bene cui è legato il destino dell’uomo e delle civiltà e che suggerisce il triplice sguardo: alle derive mitologiche e alle paradigmatiche referenze religiose; al differenziale tra risorse idriche e fabbisogno umano che funge da innesco di tensioni e di competizioni politico-militari ed economiche e, infine, agli interventi possibili per migliorare il livello di vivibilità e di sostenibilità ambientale, per immaginare un orizzonte di vita migliore.
Dopo il Punto di vista di Sergio Romano sull’evoluzione delle relazioni statunitensi, italiane ed europee con la Cina, da Mao a Xi Jinping, la penna di Gianni Letta, evocando la memoria dell’acqua quale fondamento e salvaguardia dell’evoluzione pacifica e libera del consesso umano, anticipa e sintetizza gli interventi che seguiranno, inserendoli nelle loro dimensioni geopolitiche, etiche, tecniche e integrate. Sulla stessa linea, Alessandro Leto, curatore del progetto editoriale, colloca la questione nella fitta rete di combinazioni con altri fattori critici di scenario – quali cambiamenti climatici e crescita demografica – valutandone l’impatto sull’idrosfera e proponendo un approccio più strategico, responsabile e resiliente.
Alla suggestione di un potere edenico dell’acqua, sintetizzato dall’estro dell’artista francese, precursore della Body art, Yves Klein, incrocio tra le conoscenze e le sperimentazioni figurative, letterarie e filosofiche (Klaus Ottmann), segue la necessità pragmatica, dalla tradizione ellenica all’Agenda 2030, di dare una dimensione operativa integrata e sofisticata alla tutela dell’ecosistema e del capitale naturale (Giuseppe Novelli – Francesca Zedda), prevedendo strategie coordinate di sicurezza, inserendo l’acqua e le connesse infrastrutture anche tra i presidi strategici da valorizzare, proteggere e difendere in chiave intelligence (Alessandro Leto – Romolo Pacifico). Riflettendo sulla stretta interdipendenza tra acqua ed energia s’impone una sinergica capacità gestionale che soddisfi una «sostenibilità che è integrata o non è» (Riccardo Casale): proprio l’uso responsabile di un bene – che va considerato collettivo – può costituire un fattore di successo commerciale e sociale, come nel passato di Roma o Venezia, evitando che la deteriorabilità e l’esauribilità dei bacini possano aumentare i rischi di involuzione socio-economica (Mario Panizza). Non è un caso che un approccio razionale, innovativo ed ecosostenibile abbia favorito l’affermazione di campioni industriali nei settori del tessile e dell’agroalimentare, come evidenziato da Ermenegildo Zegna sull’azienda di famiglia e da Marco Marchetti sulla società Ferrero.
Tornando alla potenza evocativa e simbolica dell’acqua, Pietrangelo Buttafuoco ne svela il narciso riflesso sullo specchio della sua Sicilia – metafora dell’universale – tra le contraddizioni irrisolte della brutalità dell’uomo sulla natura e la forza vivificante dell’elemento naturale, non rinunciando alla speranza del ritorno alla fonte di bellezza greco-islamica del passato: un mondo classico che Louis Godart rinviene nella matrice panmediterranea che, nei momenti di particolare felicità, ha saputo coniugare l’ubertà terrestre e la capacità relazionale economica e sociale assicurata dalle rotte marittime e fluviali.
Oggi la geopolitica dell’acqua impone attori sempre più competitivi, anche se non privi di criticità, come nel caso dello scenario cinese, in bilico tra il water stress interno e l’applicazione dello zouchuqu, attiva ricerca all’estero di soluzioni efficaci, attraverso una mirata politica espansionistica (Giulio Terzi di Sant’Agata – Andrea Merlo). Venendo all’Italia, la vocazione agricola è strettamente dipendente dall’accessibilità alle risorse idriche e alla razionalizzazione degli interventi infrastrutturali e gestionali (Emilio Gatto – Raffaella Zucaro), confidando nella sensibilità ecosostenibile ma anche nella capacità innovativa di giovani imprenditori che studiano nuove applicazione nel campo delle tecniche irrigue per adeguarle alle continue trasformazioni ed esigenze del territorio (Giulia Giuffrè).
Anche in ambito marittimo i drivers nazionali della ricerca e dello sviluppo riservano ampi spazi alla crescita dell’economia blu, attraverso progettualità fondate sulla sostenibilità e rigorosa prevenzione rispetto alle varie forme di sfruttamento aggressivo – nell’alveo di ormai consolidati orientamenti internazionali – sul modello del Green Deal (Maria Cristina Pedicchio), nella certezza che «il mare unisce i Paesi che separa» e che la posizione dell’Italia come cerniera logistica nel Mediterraneo costituisca un’opportunità che il nostro sistema armatoriale e portuale deve saper valorizzare (Stefano Messina).
Infine, la vena spirituale che scorre nella sorgente mitopoietica dell’acqua propone un registro religioso gravido di simboli e significati, del cristianesimo (Emilio Bettini) e dell’islam (Yahya Pallavicini). Conclusa la parte monografica, le analisi sui profili più direttamente attinenti all’intelligence sono dedicate alla figura eclettica e avventurosa dello scrittore e giornalista Frederick Forsyth, le cui opere traggono ispirazione da una realtà scrutata con tagliente capacità di ricerca sul campo (Paolo Bertinetti); e al delicato bilanciamento tra salvaguardia della sicurezza, anche sanitaria, e diritto alla privacy al tempo del Coronavirus (Dario Antares Fumagalli).
Nelle tradizionali rubriche si propongono gli interventi di Mauro Canali, e la dibattuta questione della posizione politica di Pio XII rispetto alla Shoah, che l’apertura alla consultazione dell’Archivio Segreto Vaticano – dal 2019 non più Segreto ma Apostolico – potrebbe aiutare a meglio comprendere; di Domitilla D’Angelo, sulla stampa e diffusione del Servizio inglese di un falso francobollo con l’effige del Governatore tedesco dei territori polacchi occupati, al fine di delegittimarlo agli occhi di Hitler; di Giancarlo Zappoli, sul celebratissimo film di Robert De Niro, The Good Shepherd, spaccato storico e psicologico degli anni e dei protagonisti dell’istituzione della Cia, sulle ceneri dell’Oss e, infine, di Melanton, che con la magia del suo umorismo ci ricorda il debito dell’intelligence al dio egizio del silenzio, Arpocrate.
Nel ringraziare i lettori per i numerosi consensi, ulteriore spinta alla ricerca di sempre nuovi territori d’indagine e spazi di analisi, si ricorda l’uscita a ottobre, per la collana «Segreti», della ‘nostra’ rilettura del Principe di Niccolò Machiavelli, edizione in più volumi con un saggio di Alessandra Necci dedicato all’epoca, all’opera e agli eredi del Segretario fiorentino.