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GNOSIS 4/2005
DALL'ARCHIVIO ALLA STORIA

Gli avvisi ignorati


articolo redazionale

Nel febbraio del 1919, a pochi mesi dalla nascita del Regno dei serbi, croati e sloveni, un dirigente del partito nazionalista croato dei ‘Frankovzi’, il Dr. Kovacevich, compilava un pro-memoria indirizzato al Ministro degli Esteri italiano Sidney Sonnino e al Presidente americano Thomas Woodrow Wilson. Obiettivo dichiarato dell’autore del memorandum era quello di informare il Regno d’Italia sulle vicende delle terre jugoslave, ‘perché ogni errore fatto in questi momenti decisivi si risentirà accentuato in avvenire, quando non si potrà più correggere’. Dalla lettura del documento, di chiaro tenore nazionalista, appare evidente come in quel momento il timore della nascita di una ‘grande Serbia’ prevalesse persino sui ‘pendenti problemi territoriali’, considerati facilmente risolvibili se l’Italia avesse appoggiato la nascita di una ‘Croazia libera e indipendente’. Il rapporto di Kovacevich viene qui presentato insieme ad una lettera predisposta dal Ministero dell’Interno per il Presidente del Consiglio, nella quale, oltre a riassumere le informazioni sulla situazione, ci si interroga sull’opportunità di appoggiare la causa croata.


da www.greatwardifferent.com


LETTERA PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


Il documento del Ministero dell’Interno, Ufficio Centrale Investigazioni, è custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato [1916-1919, b. 107, pag. 1 di pagg. 3 ]


Roma 15-2-1919

oggetto:
Croati e Serbi (Jugoslavia)

a S. E.
il Pres. te del Consiglio

[Gentilissimo Commendatore,]

[Per dimostrarle in quali condizioni si trovi oggi la Croazia ] Quali siano oggi le condizioni della Croazia, oppressa dai serbi, si rileva dall’unito pro-memoria compilato per S. E. il Barone Sonnino e per il Presidente Wilson dal Dr. Milan Kovacevich, uno dei dirigenti del partito croato dei Frankovzi.
[Dalle notizie frammentarie che la stampa man mano ci comunica mi permetto esporle sommariamente] La situazione dei diversi partiti croati di fronte all’atteggiamento dei serbi che oramai occupano tutti i territori jugoslavi ex austriaci risulterebbe poi da fonte attendibile la seguente:

-"Il partito di Starcevich" che con 30 deputati aveva data la sua unanime adesione alla costituzione del Regno dei serbi croati sloveni (SHS) si è suddiviso successivamente in due correnti: la prima che ha in questo momento l’adesione di 17 deputati, fra i quali il Dr. Pavlovich, presidente del partito, rifiuta il riconoscimento dell’unione della Croazia al regno jugoslavo. Questo nuovo partito propugna l’indipendenza assoluta della Croazia. Ha per organo il giornale “Hrvat” quotidiano che esce a Zagabria. L’altra corrente che è la meno importante come influenza nel paese e che nota continue e giornaliere defezioni continua ad appoggiare l’idea dell’SHS.
-"Il partito Surmin Lorkovich", pure importante, ha assunto un atteggiamento di unanime opposizione al regno dei serbi croati e sloveni. Ha per organo il “Novo Vrjeme”, giornale quotidiano che esce a Zagabria.


-"Il partito Radich", dei contadini Croati, dal momento della occupazione serba in Croazia ha proclamato apertamente la ribellione ai poteri costituiti serbi. I moti rivoluzionari in Croazia ed in Bosnia sono determinati dalla propaganda del partito di Radich che ha formidabili aderenze fra i contadini. L’organo di questo partito è il “Dom”, giornale quotidiano che si pubblica a Zagabria e il cui collaboratore principale è il Dr. Hrvoje.
-"Il partito Socialista" che raggruppa intorno a se una grande quantità di malcontenti del regime serbo è di assoluta opposizione al regno dell’SHS (serbi croati sloveni). Ha per organo la “Sloboda” giornale quotidiano che esce a Zagabria.
-"Il partito degli Accademici" composto in gran maggioranza di professori e di laureati ha assunto pure atteggiamento di netta opposizione all’SHS. Ha per organo l’”Obzor” giornale quotidiano che esce a Zagabria diretto dal Dr. Milivoje Dezmann.
Di fronte a questi partiti che si agitano in opposizione all’unione della Croazia alla Serbia rimane il
partito dei pravasci o dei Frankovzi (del Dr. Frank) che furono i principali sostenitori dei diritti della Croazia ai tempi dell’Austria. I “frankovzi” furono sempre asburghesi ed anche ora si mantengono irriducibili nemici della Serbia, favorevoli alla Croazia indipendente. Il loro organo “Hrvatska”, giornale quotidiano che esce a Zagabria è stato in questi giorni sospeso dall’autorità militare serba per il suo atteggiamento di fiera opposizione al regno degli SHS.
A questi partiti si deve aggiungere l’atteggiamento, che è molto importante, del
clero croato che ha per organo il “Narodna politika” quotidiano di Zagabria che scrive apertamente contro l’SHS (regno dei Serbi Croati e Sloveni).
Questo in brevissime parole l’atteggiamento dei partiti croati.

Premesso quanto sopra si chiede se nell’interesse del nostro paese occorra favorire indirettamente e segretamente in Italia la formazione di un Comitato costituito di spiccate personalità croate che riunisca gli esponenti principali dei partiti di opposizione alla Serbia allo scopo di ostacolare con tutti i mezzi la formazione di una grande Serbia.
Gli elementi per la costituzione di questo grande Comitato in parte si troverebbero già in Italia in parte si preparano a venire da Zagabria.
Sarebbe conveniente agevolare l’iniziativa di tali elementi che avranno come unico programma di essere antiSerbi e che nell’attuazione del programma stesso riconosceranno i diritti dell’Italia verso la quale manterranno un atteggiamento benevolo?
Si fa presente che nell’affermativa ed al momento opportuno questo Comitato dovrebbe essere finanziariamente appoggiato dall’Italia perchè possa fare la necessaria propaganda e svolgere un’efficace azione. Il Sig. G. B. (*) che è in quotidiani rapporti con questo ufficio e col Ministero Esteri (il quale [.....] approverebbe questo progetto) è già in contatto coi suddetti elementi Croati e sarebbe in grado di determinare la pronta organizzazione di tale Comitato, presso cui, velatamente, eserciterebbe l’influenza indispensabile perchè le direttive del nostro Governo vengano seguite.
Si attendono al riguardo le istruzioni opportune affinché quest’ufficio possa regolarsi di conformità e, se del caso, prendere col sig. B. i necessari accordi.


PRO-MEMORIA DEL DR.KOVACHEVICH


Il documento acquisito dal Ministero dell’Interno, Ufficio Centrale Investigazioni, è custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato [1916-1919, b. 107, pag. 1 di pagg. 8 ]


Eccellenza,

E’ di grande necessità pel Regno d’Italia di conoscere esattamente le attuali vicende nei paesi che al sud della fu Austria-Ungheria si sono svegliati ad una nuova vita, perchè ogni errore fatto in questi momenti decisivi si risentirà accentuata in avvenire, quando non si potrà più correggere.
Mi permetta perciò l’E.V. di esporre in brevi tratti l’attuale stato di cose nei paesi suaccennati ed aggiungervi qualche osservazione che potrà essere presa in considerazione nel caso di soluzione di alcuni problemi di capitale importanza. Prendo in particolar considerazione il Regno dei Croati.
Nel 1925 saranno mille anni che il Vojvoda dei Croati Tomislav, riceveva in nome del Papa la corona regia inviatagli da S. Santità pel tramite del Delegato Pontificio Gabbisona.
La regnante dinastia croata si estinse già nel 1101 ed i Croati elessero nel 1102 per il loro re Koloman re dei Magiari.
Quando si estinse anche la dinastia regnante dei Magiari i Croati presero nel 1527 per i loro re, Ferdinando Imperatore d’Austria, il quale fu riconosciuto come tale pure dai Magiari.
Per tali fatti i Croati ed i Magiari riconobbero per loro Sovrano un tedesco e questi si mantenne fin tanto che l’attuale guerra non si schiacciò i due stati d’Austria e d’Ungheria, il che ebbe per l’effetto la divisione tra i Croati ed i Magiari, e quest’ultimo si costituirono in Repubblica.

A sud della fu Austria Ungheria si trovano da secoli e secoli tre popoli Sloveni e sono precisamente: i Sloveni, i Croati ed i Serbi.
La diplomazia Austro-Ungarica ha posto grandi ostacoli fra questi tre popoli fratelli. Acciocchè non si uniscano e non minaccino l’ordine della sovranità. Che cosa vi poteva essere di più logico dell’unione di questi tre popoli in una libera unità, appena che ha cessato desistere il giogo dei tedesco-magiari?
La comunanza dei Magiari e dei Croati nella Monarchia Austro-Ungarica non è stata mai ideale perchè i Magiari hanno sempre sfruttato le risorse economiche della Croazia non permettendo ai Croati di evolversi secondo le loro attitudini naturali. Cio non ostante i Croati hanno saputo mantenere la loro indipendenza nello stato comune e così in alcuni rami del Governo hanno goduto la completa autonomia, avendo a capo un sotto re, che essi chiamano Ban. Il potere legislativo era inmano del Sabor ed il Ban con tutti i rappresentanti delle sessioni ne era responsabile.
Il giorno 29 ottobre dell’anno scorso il Sabor ed il Ban come corpo sovrano, si sono dichiarati per la separazione dalla Monarchia Austro-Ungarica e per potere condurre a termine la completa liberazione del proprio popolo, hanno dichiarato inoltre a nome del popolo Croato d’essere pronti a cooperare col popolo Sloveno e Serbo e per tale scopo hanno dato pieni poteri ad un apposito Consiglio Nazionale per la preparazione di tutto ciò che sia necessario per le ulteriori trattative con questi tre popoli fratelli, avendo sempre in mente un’unità sotto il nome di Jugoslavi di cui la forma si dovrebbe stabilire soltanto per mezzo del Plebiscito secondo i ben noti punti del Presidente Wilson.
In tale unione, sì ideata, è entrato il regno della Serbia per particolari scopi messi recentemente in evidenza da gli ultimi avvenimenti. Mercè diverse false promesse e in particolar modo mettendo in evidenza il pericolo che minaccerebbe i Croati da un’occupazione italiana si è riuscito già il 29 novembre ultimo scorso a persuadere alcuni Membri del Consiglio Nazionale, in numero di 28, ad abbandonare l’idea di una Jugoslavia federativa ed a accettare provvisoriamente il Re Pietro per Re dei Serbi, Croati e Sloveni e suo figlio Alessandro per reggente. In tal modo si è creata la grande Serbia contro la quale nello stesso giorno a Zagabria ha insorto l’intero esercito Croato, il quale è stato dominato dopo una sanguinosa battaglia. Contro tale fatto succedono ogni giorno in Croazia delle insurrezioni: i soldati sono puniti col carcere e con la fucilazione mentre i cittadini vengono bastonati, il che diviene possibile con l’aiuto di certi 50.000 soldati serbi che hanno occupato tutta la Croazia disarmando la cittadinanza e dissolvendo l’esercito Croato.
Per tali avvenimenti il Regno della Serbia ha nominato un Ministero centrale per i paesi suaccennati i quali vengono governati e dominati per mezzo di sopraffazioni. I serbi hanno sopraffatto e dissolto il più forte partito opposizionale Croato carcerandone i capi fra i quali si trovavano anche i più autorevoli funzionari militari. Non permettendo il diritto di adunanze nè pubblicazioni e negando i passaporti per l’estero.
Poichè tutti i cittadini nonché i contadini croati sentono il peso del regime serbo, quale rappresaglia, s’arriva spesso presso questi ultimi ad aperte ribellioni mentre che gli impiegati civili si sono organizzati dichiarando il socialismo.
Com’è ben noto il regno della Serbia è entrato nell’attuale guerra con un enorme debito il quale è notevolmente aumentato durante la medesima; le finanze della Serbia sono talmente distrutte che non è neppure possibile parlarne. La Croazia invece non ha nessun debito precedente all’infuori di quello sobarcatagli dalla Banca Austro-Ungherese durante il conflitto: questo debito ad ogni modo non potrà essere superiore a 3 miliardi di corone. D’altra parte la Croazia ha sì bene regolata la propria Economia Nazionale che i soli boschi, come proprietà nazionale, hanno un valore di circa 17 miliardi di corone; è chiaro quindi che la Croazia è capace di pagare la Banca Austro-Ungherese e tutte le altre eventuali obbligazioni.
Il regno di Serbia intanto ha imposto il valore di due, e cinquanta contro uno per un dinaro di fronte alla corona. Il popolo croato è parto dell’Occidente; la civiltà porta all’impronta completamente Occidentale cioè a dire dell’Unione Americana. Perchè colà vi si reca a scopo di guadagno un gran numero di emigranti.
Il metodo che i serbi hanno introdotto in Croazia è prettamente bizantino, soprafattore e malefico, di modochè i Croati non si possono rassegnare ed in particolar modo si sentono offesi per l’imposizione da parte dei serbi di un re dal passato terribile. Per tali fatti la causa croata è già matura ad essere decisa. I Croati adunque sono già guariti d’utopia di una Jugoslavia immaginaria, poichè sono ben certi che con Essa si prepara a loro una misaranda fine nella grande Serbia. I croati desiderano decidere da sè stessi la propria sorte e venire in relazione strette con quei vicini che adesso li aiutassero per una libertà sì fatta e più tardi confermassero la medesima.
A causa di una lunga costa marittima i croati sono da tempo immemorabile ben disposti verso l’Italia come pure l’Italia trova nella Croazia sorgenti inestinguibili per il loro commercio. Questo non è di data recente ma bensì da secoli. Sarebbe logico che l’Italia facesse tutto il possibile acciocchè tali sorgenti non le venissero sotratte e che mantenesse verso i croati tutte quelle simpatie che sempre ha goduto. E’ precisamente in questo che i serbi sono gelosi e ne hanno un grande timore, onde per mezzo dei giornali ben pagati inaspriscono ogni giorno di più le relazioni fra gli italiani ed i croati.
E’ ben evidente che cesserà ogni relazione tra l’Italia e la Croazia, se gli italiani non riescono ad allontanare l’impeto e le intenzioni serbe ed a mettere di fronte a questi una Croazia libera ed indipendente, anche nel caso in cui gli italiani ritenessero per sè una parte della costa orientale Adriatica; così pure la grande Serbia sosterrà sempre l’ostilità verso l’Italia e al momento opportuno le recherà gravissimi danni. La Croazia libera ed indipendente stringerebbe invece di nuovo le amichevoli antiche relazioni con l’Italia, alla quale deve in gran parte la civiltà odierna e risolverebbe facilmente i pendenti problemi territoriali e nazionali in modo che non vi sarebbe mai più alcuna ragione per disaccordo tra questi due popoli sì vicini e legati da un sì reciproco interesse.
Come già dissi al principio c’è da temere dagli errori che potrebbero essere fatali. E’ grande desiderio dei Croati venire ad una intesa con l’Italia mentre Questa dovrebbe inaugurare tale iniziativa. Essenza della relazione Italo-Croata è questa: che la Croazia non deve mai essere trasformata in una grande Serbia ma come libera ed autonoma venire all’intesa con l’Italia.
Se l’Italia volesse cattivarsi la simpatia dei Croati e s’ingaggiasse seriamente per la sua indipendenza allora sarebbe di grande necessità spiegare questa volontà al pubblico italiano ed a prendere ad esso di vedere nei Croati amici e buoni vicini. A tale scopo si potrebbe creare comunicazione commerciale con la Croazia specie in articoli che vorabbondano in Italia per esempio: caffè, seta, frutta, stoffe ecc. e così nella Croazia si perderebbe mano mano l’odierna artificiale diffidenza verso gli italiani e di nuovo si avvierebbe l’abituale commercio d’esportazioni in carni, grassi, legname, carbone, farina, tabacco, ecc.
Tutto ciò certamente avvicinerebbe questi due popoli e diminuirebbe di gran lunga la stizzia che ora esiste fra essi a causa dell’artificiale sostenuzione serba. L’Italia potrebbe fare un atto di cultura e di umanità il che sarebbe ben in armonia con la sua civiltà e le sue tradizioni, qualora apertamente richiedesse la sospensione assoluta della pena di “bastonatura” introdotta dai Serbi in Croazia e la liberazione dei personaggi politici che non hanno altra colpa che quella di amare la propria patria.
E’ certissimo che l’atmosfera politica in Croazia si purificherebbe appena che fosse libera dalle truppe serbe, perchè in tal caso si potrebbe sentire la voce del popolo.
Prego quindi l’E.V. di volersi decidere adoperare nel senso suaccennato, perchè gli errori che ora si facessero sarebbero certamente fatali, onde mi prendo la libertà di pregare l’E.V. a far dove di dovere ed ottenere quanto segue:
1) L’immediato ritiro delle truppe Serbe dalla Croazia e dalla Schiavonia;
2) Che il governo di questi Paesi si conferisca ad un Sabor da eleggersi dalla Croazia e dalla Schiavonia, e nel frattempo funzioni governative siano affidate ad un Consiglio composto da una particolare Commissione, che avrebbe per compito di preparare tutto ciò che occorre per elezioni del Sabor; l’accertare lo stato di fatto e proporre a chi di dovere le proprie osservazioni.
3) Questa Commissione d’inchiesta sia composta da Americani e da Croati dei partiti contrari ai Serbi.
4) Che a questa Commissione venga annesso e messo a disposizione un numero necessario di truppe Americane.
5) Le contrade Italiane a Fiume si dovrebbero istruire a vedere di buon occhio i Croati e ciò per distruggere l’odierno artificiale contrasto.
6) Si dovrebbe ravvivare il regolare scambio commerciale nei paesi suddetti.
7) Per mezzo della stampa si dovrebbe propagare il reciproco accordo italo croato.

Con suddetto credo di avere esaurito le mie vedute sull’eventuale accordo tra i due Regni d’Italia e della Croazia e se sono riuscito a persuadere l’E.V. sulla veridicità di quanto dissi, sarò ben orgoglioso di essere stato partecipe ad una felice soluzione di un sì difficile e delicato problema fra l’amichevole Regno d’Italia ed il mio fraterno popolo di Croazia.
Con particolare osservanza

Dell’E.V.
firmato
Dr. Milan Kovacevich
di Zagabria



(*) In rispetto della privacy, vengono riportate solo le lettere iniziali del personaggio citato nel documento originale.
P.S. Eventuali errori di ortografia e di sintassi sono da attribuire alla trascrizione integrale dei documenti originali.

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