Il fenomeno delle 'Sette' ed il 'satanismo criminoso' |
Moreno FIORI |
Ci sono argomenti che più di altri ci fanno entrare in contatto, inconsciamente, con quell’imprinting fatto di paure e terrore infantile che i nostri genitori usavano per prepararci, non certo nel modo giusto, al lato oscuro dell’esistenza. Il satanismo è un fenomeno limitato, che non ha, e ci auguriamo non avrà mai, i numeri per creare un reale allarme sociale. Va conosciuto e, laddove si manifesti in forme deviate, represso con severità poiché esso viola alcuni canoni sui quali abbiamo fondato la nostra civiltà. Ma su questo argomento occorre riflettere, soprattutto in una fase storica come quella attuale, proprio perché ci troviamo di fronte ad un atteggiamento distorto e patologico frutto, nella stragrande maggioranza dei casi, di una capricciosa e immatura reazione alla fede religiosa e al bigottismo sessuale. foto ansa Secondo il Rapporto Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia, redatto dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione nel 1998, «circoscrivere il significato del termine satanismo ad un ambito certo e definitivo non è facile; si tratta, infatti, più di una tendenza che di un movimento vero e proprio» (1) . Ora, se per un verso condividiamo questa opinione, per un altro verso riteniamo che il satanismo sia più che una tendenza; esso, infatti, può essere considerato come una sorta di religione che contempla una particolare visione della vita e del mondo diametralmente opposta a quella cristiana, e i suoi riti, per loro natura, trasgressivi non solo rispetto alla morale cristiana ma anche alla morale comune. J.K. Huysmans (1848-1907), sottolinea che il satanismo «consiste in una pratica sacrilega, in una ribellione morale, in un’orgia spirituale, in un’aberrazione per nulla ideale e cristiana; risiede anche in un godimento temperato dal timore, [...] e nella gioia proibita di trasferire a Satana gli omaggi e le preghiere dovute a Dio; consiste nell’inosservanza dei precetti cattolici che vengono seguiti all’incontrario, commettendo, per oltraggiare più gravemente Cristo, i peccati che egli ha più espressamente maledetti: la contaminazione del culto e l’orgia carnale» (2) . Classificazioni e tipologie Il noto esperto sulle sette Massimo Introvigne distingue quattro correnti di satanismo, a ciascuna delle quali si ispirano poi i vari gruppi, anche se, nella pratica la distinzione non è mai così netta e, spesso, riti e motivazioni si mescolano tra loro. - Satanismo occultista. Accetta la visione del mondo descritta dalla Bibbia, la storia della Creazione, la cacciata dal Cielo degli Angeli ribelli poi divenuti demoni, schierandosi però “dall'altra parte”, al servizio del diavolo. - Satanismo razionalista. Il satanismo razionalista concepisce Satana come il simbolo del Male ed ha una visione del mondo anticristiana, edonista e immorale. - Satanismo acido. Il culto del diavolo è semplicemente una scusa per eccessi e depravazioni, i riti si basano sull’uso di sostanze stupefacenti, orge e abusi psicologici e sessuali. - Luciferismo. E’ il satanismo di derivazione manichea o gnostica. Lucifero e Satana sono oggetto di venerazione all’interno di cosmogonie che ne fanno un aspetto “buono”, o comunque necessario, del sacro. Il sunnominato Rapporto della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione riferisce che nel nostro Paese «sembrano rappresentate un po’ tutte queste componenti, con prevalenza della prima e della terza» (3) . Lo studioso americano Marcello Truzzi suddivide i satanisti in due grandi categorie: i satanisti “indipendenti o solitari” e quelli “affiliati a gruppi” (4) . - Satanisti “indipendenti” o “solitari”. I satanisti indipendenti o solitari, come dice l’espressione stessa, sono individui isolati che agiscono e vivono la loro esperienza cultuale satanica, sia essa vera o presunta, per conto proprio. Si distinguono in satanisti tradizionali, satanisti acidi e satanisti psicotici. ° Satanisti “tradizionali”. Appartengono a questo tipo i cosidetti operatori dell’occulto e in particolare i praticanti di magia nera. Si tratta perlopiù d’abili ciarlatani e truffatori che speculano sulla credulità della gente comune, e di coloro che pensano di poter risolvere i loro problemi grazie alla magia.Talvolta perpetrano reati veri e propri a danno della loro incauta clientela. ° Satanisti “acidi”. Secondo il parere di alcuni studiosi, pare «che ci sia un legame tra le esperienze allucinatorie della cultura della droga e la reviviscenza di interesse per il diavolo» (5) . I satanisti “acidi” non sarebbero altro che dei drogati con qualche conoscenza d’occultismo; essi, nei loro trips, sono convinti di invocare ed incontrare il demonio (6) . ° Satanisti “psicotici”. Si tratta per lo più di soggetti con disturbi di carattere psichiatrico che s’interessano d’occultismo e di satanismo. - Satanisti “affiliati a gruppi”. Il Truzzi suddivide i satanisti “affiliati a gruppi” in due categorie: satanisti “puri o stereotipici” e satanisti “non stereotipici”. ° Satanisti “puri” o “stereotipici”. Sono coloro che adorano un essere le cui caratteristiche derivano integralmente dal Satana della Bibbia. Si distinguono in quattro gruppi: * satanisti “tradizionali”. Sono quelli che si conformano al modello descritto nei processi inquisitoriali del Medioevo. Si dubita che siano mai realmente esistiti. * satanisti “acidi”. Sono collegati alla controcultura della droga, non iù isolati ma riuniti in gruppi dove talora il cocktail di droga e satanismo possono produrre comportamenti effettivamente pericolosi. * satanisti “sessuali”. Sono distinti in due sottotipi: sadomasochistici e sessuo-orgiastici, che si dedicano ad attività eterosessuali e talora omosessuali ritualistiche nel quadro di liturgie sataniche dove spesso entrano anche elementi che si ispirano alla magia cerimoniale di A. Crowley (7) . * satanisti “anticristiani”. Il loro scopo principale è la profanazione di riti cristiani e in particolare della messa cattolica o del sacramento dell’eucarestia. ° Satanisti “non stereotipici”. Sono coloro che adorano un personaggio che è chiamato Satana ma rielaborano la teologia biblica che lo riguarda. Sono distinti in tre gruppi: * satanisti “baphomettisti”. Il loro appellativo deriva dal nome dell’idolo Baphomet, la cui adorazione era già rimproverata ai Templari. La loro liturgia è di tipo manicheo (8) ; essi si rivolgono a Satana come “Signore della Terra”, insieme o in contrapposizione a Dio come “Signore del Cielo”. * satanisti “carismatici”. Essi dipendono dalle “rivelazioni” o dalla rielaborazione della storia sacra del loro leader (l’esempio tipico è costituito dal gruppo di “Nostra Signora d’Endor” guidato a Toledo, nell’Ohio, da Herbert Arthur Sloane e pressoché estinto negli anni Ottanta dopo la sua morte); per la mitologia di questo secondo tipo di satanisti, il Dio della Bibbia è identificato con un cattivo demiurgo che ha fatto male il mondo, e Satana con la guida gnostica necessaria per sfuggire al mondo corrotto. * satanisti “razionalisti”. Essi in realtà non credono per niente al soprannaturale, ma celebrano l’adorazione del demonio e i riti satanici come psicodramma terapeutico in cui ci si libera, negandole violentemente, dalle “superstizioni” cristiane. Ovviamente si ribadisce che queste suddivisioni non rappresentano necessariamente puntuali differenze laddove, spesso nella pratica, queste si fondono o confondono insieme. Satanismo e comportamento criminale A prescindere da quanto viene riferito dalle cronache dei quotidiani e dagli articoli di alcuni rotocalchi, è abbastanza raro, almeno in Italia, trovare notizie attendibili relative a gruppi che si dedicano a pratiche cultuali rese direttamente ed esplicitamente al diavolo e ai demòni; anche la bibliografia in proposito è assai scarsa. Del resto, secondo il parere d’alcuni studiosi, se si eccettuano le cosiddette chiese di Torino e le chiese luciferine (nelle quali la visione del Principe delle Tenebre è sostanzialmente positiva), in Italia, sono rarissime le forme di satanismo puro (9) . Al riguardo, il Rapporto della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione così osserva: «Stante la naturale tendenza dei gruppi satanisti ad operare clandestinamente, le proiezioni numeriche sono vieppiù incerte, tanto più che le informazioni in merito sono spesso acquisite indirettamente (da sedicenti fuoriusciti o da fonti giornalistiche) e come tali impossibili da riscontrare; ma si possono categoricamente escludere le cifre abnormi (centinaia di sette per migliaia di seguaci) propalate talvolta dagli organi d’informazione o da alcuni sedicenti esperti. Pura fantasia, ovviamente, anche l’affermazione che queste eterogenee conventicole siano collegate ad un’organizzazione centrale, una sorta d’“internazionale satanica”, guidata da un Antipapa Nero. È comunque innegabile che, un po’ dovunque, siano state e continuino ad essere rinvenute, in zone di campagna (all’aperto, in grotte, in cappelle sconsacrate) o in periferie urbane (edifici in rovina, strutture dismesse, locali abbandonati), tracce che testimoniano l’avvenuta celebrazione, rigorosamente nottetempo, di cerimonie a sfondo satanico» (10) . Inoltre, di là del fatto che è difficile stabilire con precisione che cosa si debba intendere con l’espressione satanismo puro, va ricordato che già da più di un decennio vi è stata una notevole divulgazione di notizie, sia da parte della stampa laica (11) che religiosa (12) , circa la diffusione del fenomeno dei culti demoniaci in Italia, spesso in riferimento, come in precedenza osservato, ad episodi criminosi. Ora, il fatto che il satanismo possa essere considerato come una sorta di religione, caratterizzata da una particolare concezione della vita e del mondo radicalmente contrapposta a quella cristiana, e che i suoi riti, per loro natura, siano devianti rispetto alla morale cristiana e a quella comune, non significa che la professione di satanismo e la pratica dei suoi riti, implichi necessariamente la commissione di un reato, anche se rimane pur vero che si dovrà stabilire, caso per caso, se la trasgressività di certi riti di tipo satanico sfoci realmente in reati penalmente perseguibili. Questo vuol dire anche che se una persona dichiara di essere satanista, o addirittura fonda un’associazione dedita al culto di Satana, non è perseguibile a norma di legge, purché quest’ultima non sia violata (13) . Ora, qualcuno potrebbe obiettare che tra i membri di queste conventicole vi sia una certa promiscuità per quanto concerne le pratiche sessuali; tuttavia, finché questo avviene in un luogo privato e non vi sono coinvolti minori, o persone incapaci o non consenzienti, è evidente che ciò rientra esclusivamente nella sfera della vita privata degli interessati. Rimane comunque vero che per alcuni specifici casi si può parlare di satanismo criminoso, ossia di quel particolare comportamento criminale che, direttamente o indirettamente, è in relazione con l’ideologia, la cultura e la pratica del satanismo. In questa sede verranno pertanto considerati quei comportamenti devianti o criminosi che possono essere assunti da satanisti, sia singolarmente sia in gruppo. Secondo la succitata tipologia del Truzzi, come si ricorderà, si definiscono satanisti tradizionali gli operatori dell’occulto e in particolare i praticanti di magia nera. Si tratta, perlopiù, d’abili ciarlatani e truffatori che speculano sulla credulità della gente comune e di coloro che pensano di poter risolvere i loro problemi grazie alla magia. Non è infrequente che essi commettano reati come il vilipendio e l’occultamento di cadavere, la violenza carnale e gli atti di libidine violenti, il ratto di minore a fini di libidine, abrogati e sostituiti dalla legge 66/1996 agli art. 609 bis e seguenti, il sequestro di persona, la violenza sessuale, la violenza privata, l’estorsione, la truffa, l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. A questi reati si possono aggiungere l’esercizio abusivo della professione medica e la circonvenzione d’incapace. Nei casi summenzionati è certamente difficile esercitare un’opera di repressione; questi episodi, infatti, per la paura di ritorsioni e la vergogna da parte delle vittime, spesso non vengono denunciati. Riteniamo pertanto non irragionevole un monitoraggio di tutti gli operatori dell’occulto, diversi dei quali già noti alla Polizia Giudiziaria e alla Magistratura, e ciò al fine di individuare e prevenire comportamenti criminali. Ben più complessa è la questione legata ad altre tipologie di satanisti, perlopiù riuniti in gruppi, i quali potrebbero commettere altri tipi di reati quali, ad esempio, la violazione di sepolcro, il vilipendio delle tombe, il vilipendio di cadavere, la distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, l’omicidio, l’istigazione al suicidio, gli atti sessuali con minorenne e la violenza di gruppo. A tali personaggi vengono spesso contestati anche i furti sacrileghi di oggetti e paramenti sacri e di ostie consacrate. In questi casi, a nostro parere, è ancora più difficile parlare di prevenzione. È noto, infatti, che nel nostro territorio nazionale non consta che siano stati concretamente individuati veri e propri gruppi satanici artefici di simili crimini o, perlomeno, potenzialmente tali; anche le iniziative giudiziarie a carico di qualche gruppo satanico, come, ad esempio, i Bambini di Satana Luciferiani, si sono risolte con l’assoluzione di tutti gli imputati. Anche i singoli casi (14) infatti, ancora non consentirebbero di parlare di un “fenomeno sociale” sviluppato tale da porre in essere un’efficace attività da parte degli Organi di P.G. Quanto sopra osservato è rafforzato dal recente caso giudiziario che ha visto coinvolto il gruppo “Bestie di Satana”, resosi autore di omicidio plurimo ed istigazione al suicidio. Le “Bestie di Satana” rientrano nella tipologia dei “satanisti acidi” e costituisce una eccezione nel panorama criminologico italiano; si tratta, infatti, di un caso finora unico di gruppo che uccide in un contorno socio-culturale riferibile, solo per certi aspetti, alla figura del diavolo (15) , e del resto, le modalità omicidiarie poste in essere dalle “Bestie di Satana” esulano da quella ritualità propria dei veri sacrifici satanici (16) . Così, non sono da sottovalutare i casi di giovani suicidi, i quali, in vita, sembravano avere un certo qual legame, più o meno presunto, con qualche congrega di satanisti. Vediamo qualche esempio. Il 29 dicembre 1995, i quotidiani nazionali riportavano la notizia del ritrovamento dei corpi di due fidanzati, trovati morti su una scogliera a Creta il 23 dicembre: si tratta di Deborah Portoghese, 23 anni di Montecchio Maggiore e di Giovanni Baù (noto anche con il nome di Mago Bauer), 43 anni di Arsiero. I due corpi sfracellati sono stati trovati abbracciati e legati con una corda (17) . Secondo quanto riportato dai mass media, gli inquirenti, pur non escludendo nessuna ipotesi, neanche quella di un delitto mascherato (18) , si sarebbero orientati per la tesi del suicidio rituale, a sfondo mistico o esoterico (19) . Ad avvalorare questa tesi ci sarebbero alcuni elementi: le vittime avevano una certa passione per la magia e l’esoterismo; sul luogo della tragedia sono stati ritrovati segni e oggetti che a detta degli esperti in materia sarebbero riconducibili a un rito satanico (20) . Verso la metà del 1996, a Cisterna di Latina (Latina), si uccise un diciassettenne, tale Christian Pietrosanti; pare che fosse in contatto con qualche setta demoniaca (21) . La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa ha aperto un procedimento a carico d’ignoti per accertare le cause del suicidio di Paolo Pannuzzo, avvenuto il 5 luglio 1997; sembra che il giovane fosse affiliato ad una setta satanica locale. Il 14 marzo 2000, la nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” riproponeva il misterioso caso del trentunenne Fabio Rapalli, scomparso dalla sua casa a Montù Beccaria (Pavia) il 19 maggio del 1996 e ritrovato cadavere il 7 settembre dello stesso anno. Il corpo di Rapalli, mummificato, con la testa staccata dal corpo, giaceva in un dirupo nei pressi di Pontremoli (Massa Carrara), a metà strada tra Genova e Parma; la presenza di una corda e di un cappio fece pensare ad un suicidio. Nel 1998, a poche centinaia di metri dal luogo dove fu scoperto il corpo di Rapalli, fu trovato il corpo di un coetaneo del Rapalli, identificato come Roberto Bossi. La morte di quest’ultimo fu causata dall’ingestione di soda caustica. Le indagini, secondo quanto riferiscono le cronache, sembrano orientate verso il mondo delle sette sataniche. Per quanto concerne invece il caso dei satanisti solitari, il loro comportamento criminoso è, spesso, legato ad un certo tipo di cultura musicale e di moda. Si pensi alla vicenda del trentenne Davide Zanotti di Arcola (La Spezia), arrestato nell’agosto del 1996, dopo una lunga serie d’indagini, con l’accusa di violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere, devastazione e saccheggio. da www.conoscereislaverdad.org Il giovane, riportano le cronache, viveva in una stanza le cui pareti «erano dipinte di nero, le persiane inchiodate per non far entrare il minimo filo di luce; ovunque c’era un gran disordine e un odore tremendo, sembrava più una tana che una stanza: in fondo a quell’antro c’era un grande altare nero e viola, con tre grosse croci rovesciate ai lati formate da ossa umane legate tra loro. Sul telo nero dell’altare, tra libri demoniaci e simboli satanici, c’erano tredici teschi coperti di sangue e centinaia di ossa umane. E ai lati di quel sinistro altare, c’erano i “trofei” raccolti nei cimiteri profanati: foto di bambini morti, lumini, corone di fiori secchi, oggetti funebri. In un angolo, c’era persino una statua della Madonna con la testa e le mani mozzate, coperta di sangue e con gli occhi e il corpo trafitti da lunghi arrugginiti chiodi. […] In una scatola sull’altare c’erano le quarantadue ostie consacrate rubate nella chiesa del cimitero dei Boschetti profanato qualche mese fa» (22) . Zanotti spiegò che questo suo comportamento era senz’altro influenzato da un certo tipo di musica: il black metal. Egli era un grande patito di gruppi come Venom, Deicide, Mortuary, Necromass, etc., i quali fanno riferimento esplicito al satanismo e alle sue pratiche. Fu proprio grazie a questa sua passione che egli contattò la “Church of Satan” di Anton La Vey e la setta dei “Bambini di Satana”. Egli, inoltre, teneva una fitta corrispondenza con tante altre persone, soprattutto giovani, che condividevano i suoi stessi gusti e forse emulavano anche le sue stesse gesta (23) . Il venerdì 6 dicembre 1996, dopo oltre quattro mesi passati agli arresti domiciliari, Davide Zanotti è tornato in libertà. Similmente a quanto osservato per i satanisti tradizionali, anche per le altre tipologie di satanismo si possono delineare forme di comportamento criminale che tuttavia sono difficilmente prevedibili da parte dell’Autorità di Polizia Giudiziaria; pertanto, riteniamo ragionevole un’attività di monitoraggio su tutte queste realtà gruppali che per loro stessa indole tendono a nascere e proliferare in un clima generale di omertà, di paura e, talvolta, di ricatto. Non si deve infatti dimenticare che ogni gruppo ha una sua dinamica ben precisa, tendente a manipolare gli affiliati al fine di assicurarsi la loro obbedienza, e che l’effetto di tale manipolazione può costituire un pericolo sia per il singolo che per la collettività (24) . Riteniamo opportuno sottolineare infine un’altra evenienza che è importante non sottovalutare, ovvero la simulazione di riti satanici al fine di screditare la competenza investigativa delle Forze dell’Ordine, nonché di destabilizzare l’opinione pubblica grazie all’effetto rebound prodotto dai mass media (25) . Simili operazioni, ricordano molto da vicino quanto successe il 2 novembre 1984, giorno in cui sui muri di Verona furono affissi dei manifesti solitamente usati per gli annunci di morte sui quali, con inchiostro rosso sangue, era stampata la seguente frase: ROSEMARY’S BABY IS BORN (26) che significa è nato il figlio di Rosemary (27) . Autori del macabro manifesto erano alcuni giovani verosimilmente appartenenti ad un gruppo denominato “Ricerche Studi Babalon”, che si rifaceva alle teorie del “Temple Of Psychick Youth” (Tempio della Gioventù Psichica) di Londra (28) . I giovani affermarono di non essere satanisti, e di aver fatto ciò per «rompere gli schemi e gli stereotipi e tentare una provocazione per favorire la ricerca interiore dell’individuo» (29) . Il fatto satanista La 'scena' dei delitti a sfondo satanico si presenta in modo variegato, a seconda dei rituali celebrati e, soprattutto, dell’originalità e fantasia degli officianti. Riportiamo qui di seguito, parte di una scheda elaborata, per la polizia americana, da Dale Griffis, noto osservatore dei fatti satanisti. Indizi che si trovano sul luogo del fatto in caso di pratiche di occultismo nero in generale:: - Segni di dissacrazione di simboli cristiani (croci invertite, oggetti sacri ai cristiani vandalizzati). - Segni di utilizzazione rituale di oggetti sacri cristiani rubati, trattati in modo blasfemo. - Uso di candele (specialmente colorate). - Disegni e incisioni sul terreno e sulle mura di tipo satanico. - Scritture in alfabeti non riconoscibili. - Mutilazioni di animali, compresa la rimozione di parti del corpo come il cuore, la lingua, le orecchie. - Segni di uso di parti di animali (piume, peli, ossa) per formare segni sul terreno. - Assenza di sangue sul terreno dove si trova un animale ucciso o sulla carogna dell’animale sacrificale. - Altare con tipici oggetti di culto satanico (candele colorate, calici, coltelli). - Bambole di tipo woodoo mutilate o con spilli infissi. - Coppe, boccali, pieni di polvere o di liquidi colorati. - Crani umani con o senza candele fisse. - Vestiti da cerimonia occultistica, specialmente se intensamente colorati in nero, bianco, scarlatto. - Stanze addobbate in nero e in rosso. - Libri sul satanismo, sul rituale magico, etc. Nel caso di investigazioni su un omicidio, possono essere significativi questi indizi: - Collocazione e posizione del cadavere. - Mancanza di parti del cadavere. - Posizione delle ferite o dei tagli sul cadavere. - Bruciature o cicatrici di bruciature. - Gocce di cera sulla vittima o sul terreno. - Olio o incenso o profumi trovati sul cadavere. - Residui animali o umani trovati sulla vittima. - Sangue (macchie, quantità, etc.). - Contenuto dello stomaco della vittima (sostanze assorbite). Gli oggetti che dovrebbero essere sottoposti a sequestro in questi casi sono: - Eventuali giochi di fantasy, libri sull’occulto, sfere di cristallo. - Ceneri e residui di oggetti bruciati. - Vestiti, ornamenti. - Tamburi, gong, campane. - Altari lignei, luoghi di sacrificio. - Altari, coppe. - Immagini falliche. - Mazze lignee, spade, coltelli. - Cuscini di velluto in colore scarlatto. - Fruste per i bovini, gatto a nove code, mezzi per legare. - Specchi. - Maschere di animali (di solito di cartapesta). - Guanti di satin o di velluto nero, per la mano destra. - Anelli con grossi rubini o con pietra rossa da portarsi al pollice della mano destra. - Apparati per preparare e bruciare incensi e profumi. Tinture per il corpo. - Corone di metallo che possono portare quattro candele. - Palme e felci. - Ossa umane o animali, carne, sangue, specialmente crani o ossa lunghe oppure ossa delle dita. - Bare. - Libri rituali, libri neri, compreso il libro delle ombre. - Medaglioni con simboli satanici o altra gioielleria dell’occulto. - Piccoli animali in gabbia. Gabbie vuote. - Armamentario per giochi di fantasia. - Maschere di tipo halloween, tipo orrore; costumi dello stesso tipo. - Cristalli in varie forme. - Figurine di natura mitologica di metallo o di peltro. - Posters di esseri mitologici e di animali, di esseri satireschi, di quadri d’incubo o di natura sadomasochistica, posters di idoli dello HMR satanico. - Oggetti relativi alle arti marziali (per es. Niña). [Si] suggerisce anche come procedere per le indagini sulla scena di un crimine rituale: SCENA ESTERNA Il perimetro esterno è talvolta segnalato con stringhe colorate, bianche, rosse e nere. Possono rinvenirsi simboli tracciati sugli alberi, sui muri, etc. Se ne rilevi il colore. Rilevare eventuali tinture per il corpo, bombe fumo, bombe a salve. Cercare un circolo di nove piedi (o tre metri) di diametro all’interno del quale può esservi o no un pentagramma o un secondo circolo grosso modo di otto piedi (o 2 metri e mezzo) di diametro (le dimensioni saranno ridotte, se lo spazio è scarso). Il punto di osservazione può essere la punta o il lato più importante a sud della stessa poiché il pentagramma ha la punta o il lato più importante a sud. L’altare di solito è nel punto occidentale del circolo. Se vi è un anello che porta tracce di fuoco, sarà bene scavare al di sotto di esso per un metro (tre piedi), per accertare se sia stato sepolto qualcosa sotto il circolo. Cercare se vi è un sentiero che conduce dal circolo ad una fonte d’acqua. Cercare eventuali paletti usati per legare a terra la vittima con la testa rivolta verso l’acqua, bocconi, a braccia aperte. Cercare gabbie per animali e forche dalle quali possono pendere animali. Fare attenzione a non entrare nel perimetro consacrato ritualmente se non dopo essersi accertati che non vi siano insidie. ZONA INTERNA Una volta nella zona interna (oltre a svolgere le stesse indagini che all’esterno) controllare se vi sono frigoriferi con contenitori che possano aver contenuto o contenere sangue.Esaminare la presenza di eventuali aghi ipodermici. Eventuali parti di corpo umano o animale.Comunque ogni particolare stravaganza o bizzarria può costituire un indizio di satanismo, quando corrisponde in qualche modo alla ideologia del satanismo stesso» (30) . Ipotesi interpretative Passiamo ora a considerare qualche ipotesi interpretativa circa le motivazioni del delitto satanico. Prendiamo come esempio il caso non tanto infrequente della profanazione di sepolcri e tombe e del vilipendio di cadavere. Le motivazioni che spingono uno o più individui alla profanazione di un sepolcro e al vilipendio della salma ivi riposta possono essere varie: un semplice atto vandalico, un tentativo di furto, la celebrazione di un rito negromantico, satanico, o di magia nera. da www. prolocosalento.it INel primo caso, l’opera distruttrice è condotta in modo irrazionale, senza logica né motivazione alcuna. Generalmente sono colpiti elementi facilmente frangibili, come croci, lapidi, statue, anche se non è infrequente che siano spaccate le bare e i resti delle salme sparpagliati all’intorno. L’impulsività, l’illogicità e la violenza caratterizzano l’azione a corto circuito tipica dei vandali (31) . Le incursioni vandaliche sono spesso condotte sotto l’effetto di sostanze ad azione psicotropa, in modo particolare l’alcol (32) ; tali condotte, inoltre, potrebbero essere rafforzate da particolari forme di condizionamento di tipo musicale, come nel già citato caso di Davide Zanotti che così descrive una delle sue incursioni. «Era il cimitero di Portovenere. Entrammo, io ed un mio amico, quasi per gioco. Non sapevo neanche io cosa volevo, non avevamo un piano ben preciso. Mi sentivo esaltato, potente, fuori di testa. Era una sensazione tremenda, come se fossi sotto l’effetto di una droga: devastammo un sacco di tombe nel campo dei bambini, portammo via un sacco di oggetti» (33) . Alcune volte può però accadere che gruppi di vandali mascherino le loro incursioni dietro il paravento del satanismo. Un esempio di siffatte simulazioni suscitò recentemente notevole clamore ed indignazione (34) . Gli inquirenti riuscirono ad identificare i responsabili dei raid vandalici i quali, come ammisero loro stessi, nulla avevano a che fare con il satanismo (35) . Altre volte può darsi che le incursioni nei cimiteri vengano realizzate da gruppi di ragazzi i quali condividono fra loro una certa qual cultura legata alla morte e a tutto ciò che la circonda, quasi una sorta di necrofilia, miscelata a grezze forme di satanismo (36) . Nel secondo caso, il tentativo di furto può essere perpetrato al fine di rubare oggetti di valore eventualmente trattenuti dalla salma, come denti d’oro, anelli, catenine, orologi etc. (37) . In questo caso, per raggiungere il cadavere è evidentemente necessario violare la tomba e intervenire[ sulla salma alla ricerca del materiale da sottrarre. Così potrà darsi il caso di mutilazioni cadaveriche in particolari zone del capo, come la mascella e la mandibola, oppure delle parti distali degli arti superiori, come ad esempio le dita delle mani. Non è inverosimile che tali azioni siano mascherate come atti di puro vandalismo al fine di fuorviare le indagini. In ogni modo resteranno indicativi i segni lasciati dagli strumenti utilizzati per raggiungere il fine preposto. Certamente più interessante è il terzo caso, relativo alla celebrazione di un rito necromantico, satanico, o di magia nera. La necromanzia (dal composto greco nekrÎV = morto e manteÀa = arte divinatoria) è una sorta di prassi divinatoria mediante la quale si ricorre all'apparizione e alla locuzione dei morti allo scopo di conoscere cose future o in ogni caso qualcosa che - in un certo qual modo - supera le possibili capacità della ragione umana. Secondo alcuni studiosi, la necromanzia è detta anche negromanzia; ora, «la forma negromanzia da cui deriva negromante nel significato di mago o indovino, è una corruzione popolare in cui l’idea di negro o nero è stata sostituita per più facile analogia di suono a quella di defunto, alludendo così sia alle ore notturne in cui la necromanzia veniva in genere praticata, sia agli interventi infernali che si pensava la favorissero: di qui anche il termine magia nera» (38) . Una variante della necromanzia è la nechiomanzia, (dal greco n¡kuia = rito per l’evocazione dei morti e manteÀa = arte divinatoria) la quale «non tende ad evocare l'anima di un defunto, ma si fonda sull'osservazione della salma, in particolare la putrefazione, le ossa, i tendini, per predire l'avvenire» (39) . Con il termine nechiomanzia, si suole indicare anche la prassi divinatoria fatta attraverso degli oggetti che hanno avuto stretta relazione o contatto con un cadavere, come, ad esempio, la corda degli impiccati (40) . «Nel medioevo i negromanti, profanando le tombe, componevano filtri e unguenti col grasso e col sangue dei cadaveri; vi mischiavano l’aconito, la bella donna, funghi velenosi, polveri di rospi dissecati e ceneri di ostie consacrate; poi si stropicciavano le tempie, le mani e il petto con l’unguento infernale, tracciavano il pentacolo diabolico ed evocavano i morti nei cimiteri abbandonati. I procedimenti della Magia Nera hanno lo scopo di sconvolgere la ragione, e di produrre tutte le febbrili esaltazioni che danno il coraggio dei grandi delitti. I libri magici, che nei tempi passati l’autorità faceva cercare e bruciare ovunque si trovassero non erano libri innocui. Il sacrilegio, l’assassinio, e il furto sono indicati per sottinteso come mezzi di realizzazione in quasi tutte le opere. Così nel “Gran Libro Magico”, e nel “Drago Rosso”, contraffazione più moderna del primo, si legge una ricetta intitolata: “Composizione di morte o pietra filosofale”. E’ una specie di brodo ristretto di acqua forte, di rame, d’arsenico e verderame. Vi si trovano anche dei procedimenti di necromanzia che consistono nel frugare la terra delle tombe con le unghie, togliere le ossa che si terranno sul petto, assistere così alla messa di mezzanotte a Natale, in una chiesa e, al momento dell’elevazione, alzarsi e fuggire gridando: “escano i morti dai loro sepolcri!”, poi ritornare al cimitero, prendere un pugno di terra, di quella più vicina alla bara, tornare di corsa alla porta della chiesa […] e deporvi le ossa in croce gridando ancora: “escano i morti dai loro sepolcri!”. […] Allontanatevi a passo lento e contate quattromila cinquecento passi senza volgervi indietro né deviare, ciò che farà supporre o che cercate una strada maestra o che tentate la scalata delle muraglie. Al termine dei quattromila e cinquecento passi vi sdraierete per terra; dopo aver seminato in croce la terra che tenete in mano, vi porrete come in una bara, ripetendo ancora a voce lugubre: “escano i morti dai loro sepolcri!”, e chiamerete tre volte colui che volete vedere» (41) . Da quanto finora riportato, non si può quindi escludere che in alcuni casi, le profanazioni di tombe possano essere fatte a scopo divinatorio. La profanazione di tombe può essere fatta, anche, per realizzare quelle che, nel gergo popolare, sono dette le fatture a morte con il sistema di putrefazione. «Con questo metodo si sfrutta la proprietà di deterioramento delle sostanze organiche. Si usano per lo più parti di animali che vengono unite alle testimonianze della vittima, in modo che, man mano che la putrefazione avanza, l’azione del maleficio si rafforza. Nel sistema più semplice si utilizza una fettina di carne o una pelle d’animale nella quale vengono avvolte le testimonianze, tipo: capelli, unghie, fotografia della vittima o, nel peggiore dei casi, soltanto il nome e i dati anagrafici. foto ansa La testimonianza può anche essere rappresentata da un qualsiasi oggetto posseduto dalla vittima, come un fazzoletto, una spilla, un fermaglio per capelli. Altre volte le testimonianze vengono avvolte in residui vegetali, come la buccia di un frutto. Un metodo alquanto macabro è quello di posizionare la testimonianza della vittima (fotografia od oggetto personale) direttamente nella bara di un defunto. Così quando il feretro viene tumulato, la fattura si rafforza man mano che il cadavere si decompone. Quando non è possibile posizionare la testimonianza direttamente nella bara, allora si sotterra in un cimitero scegliendo una tomba dove giace una persona sepolta da poco e che, possibilmente, abbia lo stesso nome di battesimo della vittima» (42) . Un altro metodo per fare un maleficio è quello di gettare nel fuoco la testimonianza della vittima e che spesso è un suo indumento. Allo scopo sono utilizzate anche candele, di colore scuro, di cera vergine e fatta con le proprie mani. E’ anche «molto usato il lumino da cimitero, ancora meglio se prelevato da una tomba, oppure si costruisce una candela con i resti dei lumini prelevati nei cimiteri» (43) . Questo fatto potrebbe forse spiegare la frequente sottrazione dei lumini votivi dalle tombe e dai sepolcri. Sempre nell’ambito delle pratiche di magia nera è opportuno ricordare che ossa, capelli e altri reperti umani sono utilizzati per la confezione dei filtri d’amore (44) . Può capitare, inoltre, di rinvenire vicino ad un sepolcro o ad una salma mozziconi di candele nere, piume e teste di gallo bruciacchiate. Gli operatori dell’occulto ritengono che questi siano elementi necessari per la confezione di fatture a morte (45) . Infine, è sempre opportuno controllare il terreno circostante la tomba; secondo i canoni della stregoneria, infatti, è lì che devono essere sotterrati i feticci utilizzati per lanciare i malefici (46) . Conclusione Il fenomeno del satanismo, e in particolare del satanismo criminoso, è una realtà complessa e per molti aspetti, almeno in Italia, ancora sconosciuta. Il monitoraggio di tale fenomeno non può essere compiuto di fatto, per una serie di evidenti e comprensibili motivi, dall’Autorità di Polizia Giudiziaria né dalla Magistratura. A nostro modesto parere, riteniamo ragionevolmente che lo strumento della ricerca informativa, data la sua funzione, debba e possa assolvere questo compito ai fini della prevenzione, e non solo della repressione, di tutti quei reati legati alla cultura, alla filosofia e alla pratica cultuale del satanismo. |
(1) Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, Sette religiose e movimenti magici in Italia , a cura di N. Colaianni, sapere 2000 edizioni multimediali, Roma 2001, p. 116.
(2) M. Praz, Satanismo, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Treccani, Milano - Roma 1929 ss, vol. XXX, p. 901. Vogliamo tuttavia ricordare che con il termine satanismo viene indicato anche «l’atteggiamento di sacrilega sfida e gusto di sentimenti perversi deliberatamente coltivati, in voga soprattutto presso scrittori romantici e decadenti» (ivi). Il satanismo dunque, inteso come un atteggiamento libertario di cosciente lotta contro le idee morali e specialmente religiose viste come limite a una libera espansione delle forze intellettuali (cf. J. B. Russel, Il Diavolo nel mondo moderno, Laterza, Bari 1988, pp. 178-186; 195-198) caratterizza la letteratura del romanticismo e del decadentismo. (3) Sette religiose e movimenti magici in Italia, p. 117. (4) Cf. M. Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, pp. 378-382. (5) J. Navone, Diavolo/esorcismo, in Nuovo Dizionario di Spiritualità, a cura di S. De Fiores e T. Goffi, Paoline, Cinisello Balsamo, 1985, p. 405. (6) A questo proposito è bene ricordare che, fin dall’antichità, l’uso di sostanze allucinogene o stupefacenti era spesso finalizzato a determinare stati alterati di coscienza che permettessero all’uomo di entrare in contatto con il mondo degli spiriti. (7) A. Crowley (1875-1947), era un occultista inglese, membro sin dal 1898 dell’organizzazione esoterica Golden Dawn; egli si convinse presto che le idee fondamentali, archetipe, hanno un significato incisivo e magico, per tutti gli esseri umani, e che tramite i simboli è possibile far vibrare le corrispondenti “corde” del subconscio. Era a conoscenza dei più importanti segreti della ritualità “tantrica”, cioè di quelle tecniche che si servono dell’energia sessuale per scopi magici e per ottenere la consapevolezza più profonda (cf. G. Jerace, Crowley Edward Alexander detto Aleister, in L’uomo e l’ignoto – Enciclopedia di parapsicologia e dell’insolito, diretta da U. Dèttore, Armenia, Milano 1981, vol. II, pp. 342-344). Nel 1920, Crowley, fondo a Cefalù, in Sicilia, l’Abbazia di Thelema ove riuscì a raccogliere intorno a sé un certo numero di fedeli. In seguito allo scandalo causato da voci ricorrenti d’uso di stupefacenti e orge compiute all’interno della comunità “thelemita”, il nuovo Stato fascista decise di espellere Crowley dall’Italia e nel 1924 l’Abbazia fu chiusa (cf. M. Introvigne, Il cappello del mago, p. 271). (8) Verso la prima metà del III secolo si diffuse in Oriente una dottrina filosofico-religiosa che ammetteva l'esistenza di due principi coeterni, increati, la Luce e le Tenebre, a loro volta creatori sia del Bene che del Male. Secondo tale insegnamento il principio del Bene è Dio (identificato con la Luce), artefice degli esseri spirituali buoni, mentre il principio del Male è il Diavolo (identificato con le Tenebre), creatore del mondo materiale. Questo movimento dualista, fondato dal babilonese Mani (216-277) divenne ben presto una religione vera e propria: il manicheismo. (9) Cf. C. Gatto Trocchi, Le sette in Italia, Tascabili Economici Newton, Roma 1994, pp. 80-81. La presenza di gruppi o sette dedite al culto del diavolo sembra maggiormente concentrata negli Stati Uniti, dove sono state condotte delle indagini con il metodo della partecipant observation, ossia «l’infiltrazione e la condivisione della vita di gruppi religiosi minoritari, di cui si intende poi dare conto in ricerche socio-antropologiche» (M. Introvigne, Il cappello del mago, p. 367). (10) Sette religiose e movimenti magici in Italia, p. 117. (11) Cf. AA. VV., Il culto del diavolo a Firenze, in «Firenze La sera», V(1988)63, pp. 28-55; S. Canelles, Roma città occulta, in «Europeo» 7 aprile 1990, pp. 38-41. (12) Cf. P. Canova, Nel nome di Satana, in «Jesus» marzo 1985, pp. 76-82; AA. VV., Il ritorno di Belzebù, in «30 GIORNI» VII (1989) 1, pp. 50-61. (13) «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato e in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume» (Costituzione della Repubblica Italiana, art. 19). (14) Molto clamore suscitò quel caso riguardante cinque persone, compreso un ecclesiastico, che furono rinviate a giudizio con l’accusa d’associazione a delinquere, violazione di sepolcro, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere, danneggiamento aggravato. Il quintetto avrebbe, infatti, organizzato orge e celebrato messe nere in un noto monastero benedettino di Catania (cf. G. Pensavalli, Orge e messe nere in monastero, in «La Nazione», 28 febbraio 1996, p. 7; G. Pulvirenti, Messe nere in chiesa? Chiesti cinque rinvii a giudizio, in «Avvenire», 28 febbraio 1996, p. 2; M. Bruno - S. Sottile, Messe nere. Anche un prete danzava con il demonio, in «Visto» 8(1996)11, pp. 24-27). (15) Cf. Offeddu L., Satanisti, altri due suicidi e un cd maledetto, in «Corriere della Sera», 15 luglio 2004, p. 16. (16) Cf. Offeddu L., «Li abbiamo sepolti vivi. Sentivo i gemiti nella fossa», in «Corriere della Sera», 9 giugno 2004, p. 19. (17) Cf. F. Lo Piccolo, Legati e mutilati, nel nome di Satana, in "Il Messaggero", 29 dicembre 1995, p. 9. (18) Cf. A. Troiano, Creta: un delitto "mascherato", in "Corriere della Sera", 30 dicembre 1995, p. 13. (19) Cf. M. Caiaffa, Creta, caccia ad un misterioso terzo uomo, in "Corriere della Sera", 14 dicembre 1995, p. 14; G. Leoni, Un'amica: 'Deborah mi chiese di morire con lei', in "La Nazione", 30 dicembre 1995, p. 7. (20) Cf. "Il Giorno", 7 gennaio 1996, Per l'esperto i segni sono riconducibili a un rito satanico, a cura della Redazione, p. 10; "Corriere della Sera", 7 gennaio 1996, I vicentini morti a Creta: c'erano simboli satanici, a cura della Redazione, p. 15. (21) Cf. A. Corsini, Una setta demoniaca lo ha spinto a impiccarsi?, in "Nuova Cronaca Vera" (1996)251, pp. 42-43. (22) L. Arnaù, "Sono il figlio di Satana mio padre mi salverà", in "Visto" VIII(1996)33, p. 28. (23) Cf. L. Arnaù, "Sì, adoravo Satana, che stupido!", in "Visto" VIII(1996)36, pp. 56-57. (24) In proposito si veda l'interessante articolo di M.D. Langone, Aspetti psichiatrici del Satanismo, in "Sette e Religioni" II(1992)5, pp. 50-79. (25) Cf. Viterbo: un anno vissuto satanicamente - Un resoconto completo della maxibeffa scritto dai suoi autori, in L. Blissett, Lasciate che i bimbi "Pedofilia": un pretesto per la caccia alle streghe, Castelvecchi, Roma 1997, pp. 143-175. (26) Come si ricorderà, Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York è un famoso film di Roman Polanski, tratto da un romanzo d'Ira Levin. "Rosemary, sposata ad un attore sconosciuto, vede il marito diventare di colpo famoso. Il bambino che le nasce qualche mese dopo, secondo le dichiarazioni di una vicina di casa che l'ha assistita e del marito stesso, è morto. Ma un caso porta Rosemary a scoprire una messa nera nella quale un neonato, dai tratti demoniaci, è il protagonista. La donna comprende l'atroce verità: il marito ha ceduto il figlio in cambio del successo. Demoniaco o no, il bimbo è comunque il figlio e Rosemary accetta di prendersi cura di lui" (P. Farinotti, Dizionario dei film di fantascienza e horror, SugarCo, Carnago (Varese) 1993, p. 132). (27) Cf. S. Lorenzetto, I seguaci delle messe nere: «E’ nato il figlio di Satana», in «L’Arena», 2 novembre 1984, p. 7. (28) Il “Temple Of Psychick Youth”, nato nel mondo della musica rock, fu fondato nel 1981 da Genesis P. Orridge, e può considerarsi un movimento magico-sessuale d’ispirazione crowleyana, con riti d’iniziazione a sfondo sessuale. (29) La «gioventù psichica» non è dedita a Satana, a cura della Redazione, in «L’Arena», 6 settembre 1985. L’11 ottobre 1985, il bollettino Ricerche Studi Babalon 2, pubblicava una rassegna stampa sul summenzionato episodio. (30) M. Del Re, Riti e crimini del satanismo, Jovene, Camerino 1994, pp. 395-398. (31) «Questo termine “vandalismo” è entrato nel linguaggio comune fin dai tempi della rivoluzione francese (1794) e, nel senso di atti di aggressione privi di motivazione commessi dai giovani, circola da più di 70 anni nella letteratura criminologica» (G. Kaiser, Criminologia, Giuffrè, Milano 1985, p. 246). (32) Cf. A. Zavatta, Vodka-party sulla tomba profanata, in «Il Tempo», 23 novembre 2000, p. 36; D. Desario, Profanato il cimitero di Ostia, in «Il Messaggero», 23 novembre 2000. (33) L. Arnaù, “Sì, adoravo Satana, che stupido!”, p. 57. (34) Cf. A. Corti, Invocano Satana e danno fuoco a una chiesa, in «il Giornale», 8 aprile 1999, p. 13; U. Filacchione, Chiesa a ferro e fuoco nel nome del Diavolo, in «La Nazione», 8 aprile 1999, p. 6; B. Garavaglia, Raid sacrilego, chiesa in fiamme, in «Avvenire», 8 aprile 1999, p. 11; S. Ippolito, Raid in chiesa nel nome di Satana, in «Il Messaggero», 8 aprile 1999, p. 11; D. Monti, Chiesa bruciata dai «satanisti», in «Corriere della Sera», 8 aprile 1999, p. 16 L. Ravel, Incendiano la chiesa nel nome di Satana, in «Il Tempo», 8 aprile 1999, p. 9; G. Rossi, Satanisti devastano un’antica chiesa, in «L’Unità», 8 aprile 1999, p. 15. (35) Cf. P. Colaprico, In trappola i finti satanisti, in «la Repubblica», 20 maggio 1999, p. 23; A. Corti, I «satanisti» erano solo vandali a caccia di brividi, in «il Giornale», 20 maggio 1999, p. 16. (36) Cf. G. Fini, Adoriamo Satana ma siamo bravi ragazzi, in «Nuova Cronaca Vera» (1999)1389, pp. 34-35; W. Bisagno, «Hai violato la tomba di Daniele»: massacrato, in «La Nazione», 1 giugno 1999, p. 2. (37) Quest’evenienza sembra ipotizzabile solo per le protesi dentarie, in quanto, attualmente, si ha cura che le salme non siano incassate con indosso oggetti di valore. (38) G.P. Bona, Necromanzia, in L’uomo e l’ignoto – Enciclopedia di parapsicologia e dell’insolito, vol. III, p. 811. (39) G.P. Bona, Nechiomanzia, in L’uomo e l’ignoto – Enciclopedia di parapsicologia e dell’insolito, vol. III, pp. 810-811. (40) Cf. G.P. Bona, Nechiomanzia, p. 811. La nechiomanzia è molto simile ad un’altra forma di divinazione denominata antropomanzia, sorta di «sacrificio umano per poter leggere nel futuro con l’osservazione degli ultimi istanti [di vita] della vittima» (G.P. Bona, Antropomanzia, in L’uomo e l’ignoto – Enciclopedia di parapsicologia e dell’insolito, vol. I, p. 75). (41) E. Levi, Il rituale dell’alta magia, Atanòr, Roma s.d., p. 86. In proposito vedi F. Peronaci, «Flebo al curaro in nome di Satana», in «Corriere della Sera», 13 maggio 1994, p. 17. (42) V. Sanfo, Il malocchio e le fatture, De Vecchi, Milano 1996, p. 34. (43) V. Sanfo, Il malocchio e le fatture, p. 36. (44) Cf. A. Serino, Spogliano i morti per favorire gli amori dei vivi, in «Nuova Cronaca Vera» (1994)1120, pp. 20-21. (45) Cf. W. Camurati, Notti calde con la mummia, in «Nuova Cronaca Vera» (1993)1093, pp. 34-35. (46) Cf. G. Cecchetti, Dieci cuori sepolti di notte, in «la Repubblica», 15 aprile 1989, p. 17; B. Picchi, Un cuore di capretto tra le tombe, in «Il Messaggero», 12 dicembre 1995, p. 33; C. Romano, Al cimitero dopo i vandali arriva il diavolo, in «Il Messaggero», 12 dicembre 1995, p. 33. |