Gnosis dedica questo numero agli oceani, sia perché essi rappresentano sempre più lo spazio di confronto e di sintesi delle dinamiche di potere globali, che sulle rotte e sul loro controllo fondano le logiche di influenza geopolitica ed economica, sia per il loro suggestivo portato allegorico che ben simboleggia l’intimo spirito dell’intelligence che del mare coglie il senso recondito dell’oltre e dell’altro, dell’omerica ricerca al di là delle Colonne d’Ercole e della malìa della conoscenza coraggiosa. Il mare come spazio di libertà e di sicurezza è il tema affrontato dal Capo di Stato Maggiore della Marina, che sottolinea e testimonia la vocazione marittima del nostro Paese che lo rende centrale baluardo contro le criticità regionali: proprio la nostra Marina appresta uno strumento qualificato a tutela e presidio dei confini, anche attraverso un’unanimemente riconosciuta attività di assistenza umanitaria. Francesco Antinucci, con rapidi fotogrammi ci fa vivere l’avventurosa ‘era delle scoperte’ e l’acceso confronto, tra il Quattrocento e il Settecento, per il controllo del ricco mercato delle spezie, tra portoghesi e spagnoli, tra inglesi e olandesi, da cui discende, spesso con disarmante casualità, gran parte della conformazione geopolitica del mondo moderno. Sul concetto di ‘Mediterraneo allargato’ si sofferma Matteo Marconi, rilanciando le suggestioni di Fernand Braudel di uno spazio antropico e relazionale ben più ampio di quello morfologico: allo stesso modo Margherita Roiatti e Georg Meyr ci guidano tra gli aspetti più complessi e strategici dell’Atlantico, cogliendone le variegate opportunità politiche, economiche ed energetiche. Una pausa artistica è offerta da Enrica Simonetti sull’incanto, in poesia e pittura, del faro, metafora della luce nell’oscurità – tanto cara all’intelligence – tra la terra e il mare, elementi che certa filosofia politica ha contrapposto e che Enrico Squarcina ricompone, auspicando una cittadinanza oceanica responsabile e utile allo sviluppo sostenibile. Della geopolitica degli oceani, in cui le relazioni tra le grandi Potenze sono spesso difficili e opache, si occupano i contributi di Stefano Valente, sugli snodi del traffico commerciale transcontinentale dei canali di Suez e Bab el-Mandeb che assicurano il processo d’integrazione economica globale ma devono affrontare le crescenti minacce asimmetriche della pirateria e del radicalismo islamico; di Laura Mariottini e Vladimira Cavatore sui canali transoceanici del Sud America, di Maurizio Scaini sul Pacifico e i suoi equilibri precari sotto le spinte ambiziose di competitori globali. Più complesse appaiono le dinamiche e le criticità che caratterizzano l’oceano Indiano e che attengono alla sua vulnerabilità rispetto alle tensioni regionali e alle attività predatorie criminali concentrate nelle aree nodali più esposte, i ‘colli di bottiglia’ (Barbara Contini), e l’acceso confronto tripolare, Stati Uniti, India e Cina (Antonio De Chiara). Quest’ultima, pur se penalizzata da una crescente crisi demografica che rischia di condizionarne lo sviluppo (Corrado Maria Daclon) sempre più votata a imporre il proprio primato nello scenario marittimo, proprio ai danni di New Delhi (Paolo Sellari). Claudio Cerreti, inoltre, offre momenti di riflessione sull’evoluzione della cartografia, quale strumento di conoscenza ma anche di rappresentazione del potere territoriale. Esauriscono il tema degli oceani, gli interessanti spunti sulla gestione critica delle risorse di Stefano Soriani, che auspica una governance sostenibile del mare contro ogni forma di ocean grabbing – il cui corrispondente terrestre, il land grabbing, è stato trattato da Paolo Sellari in «Gnosis 1/2015» – Dario Fabbri, sulla disponibilità di ricchezze naturali a seguito del ritiro dei ghiacci nell’Artico, su cui convergono interessi russi, americani e cinesi, e Francesco Battaglia, sulla tenuta del cosiddetto ‘Sistema Antartico’ che, sinora ha preservato l’area e il suo potenziale economico da logiche di sfruttamento da parte degli Stati ma che è possibile possa in futuro essere compromesso dalle impazienti ambizioni degli attori in gioco. Gnosis affronta anche alcune questioni sempre più centrali nell’agenda politica internazionale: il fenomeno dei foreign fighter e il ruolo dello spazio digitale quale medium di proselitismo e propaganda (Antonio Teti) e la minaccia nucleare, meno percepita rispetto al periodo della Guerra fredda ma anche più subdola, in uno scenario di conflitti polverizzati in cui può venir meno la deterrenza, soprattutto nei sempre più frequenti casi di spirali asimmetriche e di ‘avversari’ irrazionali (Gianfranco Benedetto). Inoltre, proseguono le serie di articoli sull’intelligence, con Scipione Rocca che tratta dei diversi tipi di fonte, e sulla crittografia, con Massimiliano Sala che introduce alla cosiddetta strong authentication. Come da tradizione, le rubriche offrono un momento di ‘intelligente’ leggerezza, proponendo, oltre all’apprezzato humour di Melanton, per la filatelia e il cinema (Giancarlo Zappoli) il ponte di Glienicke, noto come il ‘ponte delle spie’ perché scelto per lo scambio di prigionieri durante la Guerra fredda, e per il fumetto (Giuseppe Pollicelli), Max Fridman, personaggio di una saga creato dalla matita del bolognese Vittorio Giardino. Nel commemorare Umberto Eco, grande voce della cultura italiana, scomparso il 19 febbraio scorso, si propone ai lettori uno stralcio della sua lucida analisi sull’intelligence pubblicata su «l’Espresso» nel gennaio 1994, contro il déjà vu di certa pubblicistica e cogliendo gli aspetti più intimi e complessi dei Servizi segreti. Ringraziando i lettori per i preziosi suggerimenti e per i loro attestati di fiducia, la Redazione augura buone feste pasquali.