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editoriale 4/2015

GNOSIS conferma, anche con questo numero, una particolare attenzione a quei fenomeni complessi che interagiscono, in modo non sempre lineare, nel moderno scenario geopolitico: il tentativo di comprenderli vuole costituire anche un contributo di solidarietà alla Francia dopo i recenti attentati di Parigi. E a quest’azione terroristica è dedicato il Punto di vista di Gianandrea Gaiani, che analizza il ‘cambio di passo’ della minaccia jihadista verso obiettivi sempre meno selettivi, esponendo l’intelligence a sfide più complesse e ambigue, in un equilibrio precario tra necessità di sicurezza e ineludibili valori umanitari. Su questo fragile bilanciamento tra civiltà e sicurezza pone lo sguardo anche Franco Frattini, offrendo spunti critici sugli effetti delle vulnerabilità sistemiche di molte aree del Mediterraneo e dei diffusi conflitti etnico-religiosi che innescano spinte migratorie da tutelare. Sull’argomento, e sul ruolo dell’Europa e sugli strumenti tecnico-politici messi in campo a livello comunitario, si sofferma Giuseppe Terranova che coglie, da un lato, i limiti del Regolamento di Dublino, dall’altro, la difficoltà di polarizzare gli Stati su possibili comuni soluzioni che possano salvaguardare i valori consolidati come quelli sanciti da Schengen. Margherita Roiatti traccia i contorni della geopolitica dell’economia, disciplina essenziale per interpretare i ‘giochi competitivi’ delle nuove potenze strategiche soprattutto in ambito energetico, evidenziando la crescente centralità cinese, l’impatto dello shale gas, le geografie delle riserve e l’efficace leva, anche in prospettiva, della politica dei prezzi. Sugli effetti dei cambiamenti recenti Edoardo Boria interpreta in chiave moderna le categorie della geopolitica critica e suggerisce come si siano ampliate le categorie: dell’azione di governo rispetto a nuovi attori informali e a interessi sempre più economici e finanziari; della comunicazione, oggi più condivisa, tecnologizzata e per questo in bilico tra opportunità e rischi differenziati e, infine, del ruolo degli studiosi, ormai necessari tanto all’intelligence che alla geopolitica per contestualizzare attività e obiettivi. Si saldano a tale impianto di analisi gli articoli di Scipione Rocca, sull’aggiornamento e la finalizzazione del processo d’intelligence per intercettare l’evoluzione delle minacce; di Matteo Faini sulla riforma della Cia del marzo 2015, che abbatte le barriere organizzative tra operativi e analisti con il possibile effetto di una riduzione della neutralità dell’attività elaborativa; di Maurizio Boni, sulla necessità di adeguare l’intelligence militare convenzionale alla complessità delle moderne sfide attraverso l’adozione di strumenti ‘integrati’ di knowledge development. Stimolante, infine, il contributo di Paolo Sellari sulla geopolitica, ostracizzata alla fine della Seconda guerra mondiale perché ritenuta collusa con le dittature e incompatibile con l’ideologia dei ‘Blocchi’ durante la Guerra fredda, oggi rivalutata grazie alla sua nuova dimensione olistica (economica, culturale, sociale e tecnologica).
Si ripropone l’attenzione al tema del cyber declinato nei diversi aspetti: Antonio Teti riflette sul ruolo dei social network a sostegno della Primavera araba, profilando il rischio che essi oggi siano veicolo di condizionamento anche da parte del radicalismo islamista. Raffaele Azzarone, con il Vademecum, offre spunti, tra gli altri, su internet of Things, Bitcoin e SmartCity. Sugli effetti della diffusione epidemica della tecnologia intervengono sia Marco Baldi, Michele Elia e Massimiliano Sala, in merito al contributo della matematica alla crittografia che sempre più avrà un uso ‘distribuito’, sia Luigi Ciampoli circa l’urgenza di un adeguamento normativo alle nuove modalità informatizzate del reato. Con gli interventi di Filippo Aragona sulla ’ndrangheta, di Antonio D’Amato sulla camorra e, per la prima volta, del sociologo Salvatore Lupo sulla mafia si conclude il ciclo sulla criminalità mafiosa italiana, con l’interessante interrogativo di Lupo sul rischio di una nuova area grigia.
Gnosis non poteva non trattare un tema di grande attualità qual è quello della corruzione, con i contributi di Raffaele Cantone e di Barbara Coccagna sul ruolo dell’Anac e sugli interventi e le migliori pratiche adottate nel settore degli appalti pubblici, tradizionalmente più esposti al rischio di malaffare e di infiltrazione della criminalità organizzata. La pluralità dei temi prosegue con Luigi Carrozzi e l’importanza della correttezza dell’analisi e della gestione del rischio attraverso la valorizzazione dell’apprendimento organizzativo; di Vincenzo Iacovissi, che fornisce una visione comparata dell’istituto della cittadinanza e la rilevanza strategica che avrà nel nostro futuro, e di Gianluca Falanga, che porta alla luce l’esistenza di un’organizzazione clandestina sul tipo di ‘Gladio’ nella Repubblica Democratica Tedesca.
Infine, il consueto intelligente disimpegno offerto dalle rubriche: per la numismatica, Roberto Ganganelli, sull’emissione di buoni di cassa austriaci in Veneto dopo la disfatta di Caporetto, per il cinema, Giancarlo Zappoli su The Ipcress File che presenta il sergente Harry Palmer, versione understatement di spia inglese, per il fumetto, Giuseppe Pollicelli, sulle creazioni degli anni 70, da Ken Parker a Mister No, e, soprattutto, allo ‘Sconosciuto’ del noto Magnus, per l’humour, il nostro Melanton sul lato sorridente dell’intelligence.

Gnosis augura a tutti i lettori un sereno e fortunato 2016!

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