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GNOSIS 2/2011
Una sfida a tutela della sicurezza

L'estremismo animalista


Gianluca ANSALONE


Foto da www.animalliberationfront.com
 

Tra i principali effetti della fine della Guerra Fredda c'è la scomparsa di quella linea rossa che in precedenza demarcava la distanza tra la sfera nazionale della sicurezza e quella internazionale. Nello scenario globale di questo primo scorcio di XXI secolo assistiamo a due principali fenomeni: la proliferazione dei centri e delle dinamiche di instabilità, connotate da una marcata natura transnazionale, e l'affermazione del principio di asimmetria. In un testo del 2004, il politologo e analista svizzero Jacques Baud definisce con spirito di approfondita analisi il principio dell'asimmetria (1) , destinato a stravolgere il modo tradizionale di approcciare le relazioni internazionali e la sicurezza. Gli attori che attraversano lo scacchiere mondiale non sono più solo gli Stati nazionali e il monopolio dell'uso della forza non è più solo nelle mani di questi ultimi.
La diffusione delle tecnologie informatiche e la comparsa di fenomeni prima sconosciuti, quali il terrorismo di matrice integralista, pongono ai governi il dilemma di una sicurezza che non può essere più garantita con gli strumenti tradizionali. Scongiurato il pericolo di un confronto armato su vasta scala tra grandi potenze, si tratta oggi di far valere il principio della deterrenza rispetto ad attori non statali, a gruppi organizzati dediti ad attività illecite diverse, ma in grado potenzialmente di erodere la solidità e la compattezza degli Stati-Nazione in maniera diretta o indiretta. I governi si trovano a dover sciogliere il nodo anche di un secondo dilemma strutturale: la necessità di conciliare, in un mondo "liquido", la tutela dei diritti con l'imperativo della sicurezza.
La coperta si è indubbiamente ristretta da quando gli Stati si trovano a dover affrontare fenomeni di radicalizzazione della violenza, perpetrata attraverso quegli strumenti che sono alla base della prosperità e della tutela delle libertà civili. Ne sono un esempio le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, che agiscono da "cassa di risonanza" e da moltiplicatore di forze e di informazione per singoli individui o gruppi sociali minacciati nelle loro essenziali libertà. La sfida, per chi è chiamato a tutelare la sicurezza, risiede proprio nel conciliare la prevenzione di fenomeni degenerativi violenti con un impianto dei diritti sempre più largo e inderogabile. Una sfida che si fa particolarmente intensa quando a mettere in discussione l'ordine sociale e la convivenza civile non sono organizzazioni strutturate o manifestamente antagoniste ma gruppi spuri di militanti che disconoscono o respingono le modalità e le prerogative democratiche.
Estremismo animalista e minacce dirette alla sicurezza Il carnet delle minacce asimmetriche alla sicurezza e alla libertà è oggi quanto mai vasto: dal terrorismo integralista, al nuovo potere delle mafie, alla proliferazione di agenti chimici, nucleari e batteriologici, fino agli effetti delle migrazioni di massa a causa dei cambiamenti climatici o di conflitti a matrice etnico-religiosa. Tra i fenomeni che a pieno titolo appartengono al novero delle minacce non statali e che ancora non hanno assunto carattere di priorità nel disegno di tutela della sicurezza nazionale e internazionale c'è l'estremismo animalista. Un fenomeno relegato fino ad oggi più al folklore e alla spettacolarità di alcune azioni dimostrative che alla prevenzione ma che dimostra di avere strumenti efficaci per deteriorare la cornice di civile convivenza e il libero esercizio delle attività sociali ed economiche. Attorno a questo fenomeno, così come per altri analoghi, si concentrano esattamente i due dilemmi di cui si è detto in premessa: quello della efficace prevenzione della minaccia e quello della simultanea tutela delle libertà e della sicurezza per tutti i cittadini. Sotto il profilo dell'analisi, infatti, è sempre più necessario stabilire un perimetro certo della minaccia. L'estremismo animalista, nato storicamente come movimento di protesta nella variegata galassia di organizzazioni e movimenti, sta conoscendo una preoccupante degenerazione verso fenomeni di violenza che ha per bersaglio singoli individui, operatori scientifici e ricercatori, o grandi organizzazioni economiche e di ricerca, nazionali e multinazionali. La confusione e l'ambiguità che si verificano nella propaganda messa in atto da alcuni movimenti estremisti generano quella sorta di paradosso morale, per il quale il contenimento della minaccia legata alla violenza viene spesso confuso con una arbitraria restrizione degli spazi di libertà di espressione, di opinione e di parola. Non aiutano di certo le difformità giuridiche, culturali ed operative che caratterizzano lo scenario della prevenzione di questo fenomeno a livello europeo ed internazionale. L'immagine e la realtà del fenomeno conosciuto come ARE (Animal Rights Extremism) sono discordanti, soprattutto tra le opinioni pubbliche ma anche tra gli operatori della sicurezza. La mancanza di un'adeguata informazione fa sì che, in determinate circostanze, l'azione dei gruppi animalisti violenti crei addirittura un'empatia con alcune porzioni di società civile, convinti a torto che la bontà di una "battaglia di valori" sia enormemente superiore all'entità dei danni provocati. Invece ci troviamo di fronte ad una proliferazione di movimenti estremisti che sfruttano il tema dei diritti degli animali per legittimare pratiche di aggressione o di intimidazione, se non quando di autentica violenza. L'estremismo animalista è una galassia multiforme, la cui attività violenta conosce preoccupanti emulazioni, soprattutto in Europa. Esso non ha nulla in comune con le numerose e pacifiche campagne di informazione e di propaganda sui diritti degli animali e sul loro utilizzo nella ricerca medica e scientifica. Il principio inderogabile della libertà di espressione e di opinione rende qualsiasi campagna di diffusione di idee e principi un pezzo essenziale del pluralismo democratico. Ma, oggi più che in passato, l'utilizzo di forme violente, e spesso armate, di lotta deve rappresentare il discrimine invalicabile per una piena tutela dei diritti e del benessere dell'intera collettività. Come mostra il Grafico 1, abbiamo assistito solo in Europa, e solo nell'ultimo quinquennio, ad una moltiplicazione degli attacchi violenti condotti e rivendicati da formazioni o gruppi che si ispirano all'estremismo di matrice animalista. Si tratta di episodi di natura assai diversa e che vanno da atti di vandalismo nei confronti di singoli individui o organizzazioni economiche e scientifiche fino ad autentiche azioni dimostrative organizzate..

Grafico 1 - Numero di azioni violente in Europa perpetrate
dal network dell'estremismo animalista 2004-2010.
(Fonte: www.directaction.info)
 
Nel suo Rapporto annuale del 2011, presentato ufficialmente al Parlamento europeo il 19 aprile scorso, Europol conferma per il secondo anno consecutivo l'ARE come movimento che vanta la maggiore intensità di azione tra quelli focalizzati su un unico obiettivo (2) . Giova altresì menzionare la circostanza per la quale, a seguito della morte del leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden, l'FBI americana abbia aggiornato la propria lista dei cosiddetti "most wanted", terroristi e criminali più ricercati. Al secondo posto figura Daniel Andreas San Diego, esponente di spicco dei movimenti animalisti negli Stati Uniti e autore, secondo gli inquirenti, di un attentato esplosivo alla sede della Chiron Corporation nel 2003 (3) . I laboratori, le aziende e i centri di ricerca europei hanno denunciato negli ultimi anni un numero preoccupante di episodi di sabotaggio, danneggiamento, intimidazione e violenza fisica nei confronti di chi è direttamente o indirettamente collegato all'attività di ricerca in comparti quali la farmaceutica o la chimica. Se l'ARE può essere quindi considerato una minaccia di per sé, nella misura in cui le sue strutture o i propri militanti si rendono protagonisti di un'escalation violenta, essa presenta però anche un secondo, e forse più preoccupante, profilo di minaccia. La natura transnazionale del movimento, l'utilizzo delle nuove tecnologie (quali blog o forum specializzati sulla rete di internet) favoriscono una rapida circolazione di informazioni organizzative e materiali di propaganda. Ma, soprattutto, tali strumenti hanno accresciuto la saldatura tra l'attività eversiva di tali gruppi e realtà più note e violente del panorama internazionale. L'innesto di azioni violente da parte di esponenti dell'estremismo animalista sulle reti eversive e anarco-insurrezionaliste di ogni colore politico e di ogni derivazione è ormai accertato dalle più autorevoli analisi internazionali, mettendo a fattor comune tecniche organizzative e pratiche violente. Si tratta di una sorta di concessione in "franchising" di marchi e di occasioni di propaganda, che servono a cementare gruppi di insurrezione attorno alla sola pratica della violenza. Il 15 aprile 2010, due cittadini italiani ed un cittadino svizzero residente in Italia sono stati arrestati a Zurigo perché sospettati di pianificare un attentato dinamitardo al centro di nanotecnologia della IBM, in costruzione presso il Centro di Ricerca Europeo della stessa azienda. I tre arrestati sono stati trovati in possesso di esplosivi e di un biglietto di rivendicazione (4) . L’episodio dimostra in modo inequivocabile come la retorica animalista sia solo un espediente per legittimare ideologicamente l'attacco violento ai simboli del progresso scientifico e tecnologico in genere: le nanotecnologie costituiscono infatti il necessario presupposto per lo sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali. I due cittadini italiani sono membri del gruppo anarco-ecologista "Il Silvestre" di Pisa. Secondo gli inquirenti, esponenti de "Il Silvestre" sono contigui al gruppo anarco-insurrezionalista "Cellule di Offensiva Rivoluzionaria" (COR), già noto per aver commesso nella provincia di Pisa e a Roma attentati incendiari contro agenzie di lavoro interinale, sedi sindacali e autovetture di consiglieri comunali e provinciali di partiti di centro-destra. Tale contiguità è suggerita anche dalle ripetute espressioni di solidarietà agli arrestati comparse sul sito anarchico Informa-Azione (5) , dove sono anche state rivendicate azioni di protesta contro il consolato svizzero di Bologna (6) . Per quanto riguarda, nello specifico, l'impiego di animali nella ricerca scientifica e tecnologica, gli obiettivi delle campagne dei gruppi estremisti comprendono non solo le aziende farmaceutiche, ma anche aziende ed organizzazioni ad esse collegate. Se, infatti, l'industria del farmaco rappresenta l'obiettivo primario della strategia, essa ha progressivamente ampliato i suoi orizzonti, fino ad interessare obiettivi secondari, quali ad esempio fornitori di animali alle aziende farmaceutiche (stabilimenti di allevamento e di fornitura di animali destinati alla sperimentazione), organizzazioni di ricerca a contratto che conducono esperimenti su animali per conto di aziende farmaceutiche, banche ed altri istituti che finanziano tali comparti industriali A loro volta, gli obiettivi secondari sono stati oggetto di attività di intimidazione, rivolta ad azionisti, consulenti, semplici impiegati o a soggetti terzi, come le compagnie aeree che trasportano gli animali destinati alla sperimentazione o gli aeroporti dai quali si muovono i cargo. Ricadute indirette dell'estremismo animalista Sarebbe, quindi, riduttivo confinare il profilo della minaccia di tali movimenti al pur notevole livello di pericolosità diretta, soprattutto in virtù di sodalizi sempre più frequenti con movimenti di insurrezione e di propaganda politica. Il tema principale legato a questa minaccia - così come alla maggior parte delle cosiddette "minacce asimmetriche" - risiede negli effetti indotti della violenza sul tessuto socio-economico in cui ciascuno di noi si trova ad operare. In uno dei numerosi messaggi registrati il leader di Al-Qaeda Osama Bin Laden, nel novembre del 2004, citò i dati proposti da una interessante ricerca di Chatham House, secondo cui l'attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono era costato alla rete del terrorismo appena 500.000 dollari ma aveva provocato danni all'economia americana per 500 miliardi di dollari. Il terrorismo ha l'obiettivo principale di logorare le fondamenta della crescita e della prosperità delle economie occidentali, diffondendo panico e sfiducia e colpendo alcuni degli asset economici principali. Gli effetti indotti di qualsiasi tipo di estremismo violento possono essere misurabili, quindi, su questa scala. I primi a fare riferimento a tale prospettiva sono stati gli operatori della sicurezza del Regno Unito, Paese storicamente più colpito dal fenomeno dell'ARE, il quale trae le proprie origini proprio dall'esperienza della Band of Mercy, fondata nel 1972 dagli attivisti Ronnie Lee e Cliff Goodman. Uno studio elaborato dalla società di consulenza Aegis Defense Services e trasmesso a Scotland Yard nel 2004 rivelava come, assieme alla pirateria marittima in aree sensibili del pianeta quali il Golfo di Aden o lo Stretto delle Molucche, l'estremismo animalista fosse da reputare come la principale minaccia al Regno Unito in termini di potenziali effetti indotti sull'economia. I danni provocati dall'attacco terroristico alla metropolitana di Londra che si sarebbe verificato l'anno successivo furono stimati in 16 miliardi di sterline; nel rapporto si descrivevano effetti negativi della violenza perpetrata dalla galassia dell'ARE per lo stesso valore (16 miliardi di sterline) ogni anno. Il rischio reale, cioè, è che le azioni violente dell'ARE e dei movimenti estremisti che a vario titolo lo supportano, spingano ad una progressiva fuga di talenti e capitali nello spazio europeo, con particolare riguardo ai presìdi industriali delle multinazionali. La farmaceutica, le biotecnologie, le nanotecnologie sono tra i comparti a maggior gradiente di innovazione e, quindi, un volàno strategico per l'Europa del futuro la quale, se non intende soccombere alla competizione della "fabbrica del mondo" cinese e della vecchia manifattura non ha altra scelta se non quella della qualificazione dei talenti e della ricerca. Strategie di prevenzione Il fenomeno dell'estremismo animalista, malgrado la sua diffusione a livello internazionale, rimane tuttora poco conosciuto. Gli strumenti di misurazione non hanno sino ad oggi tenuto nella dovuta considerazione le sue peculiarità e sono risultati di conseguenza poco efficaci nell'offrire una piena valutazione della sua portata. Ciò per due ordini di ragioni: 1. I crimini perpetrati dai gruppi animalisti si verificano con una frequenza piuttosto bassa a livello locale. Questa circostanza può impedire agli inquirenti di avere un'adeguata percezione della pericolosità di questo fenomeno. 2. L'origine straniera dell'estremismo animalista, che solo in anni recenti si è diffuso in Italia, lo rende difficilmente distinguibile da altre forme "autoctone" di estremismo anarco-insurrezionalista, con le quali in effetti intrattiene complessi rapporti. A sua volta, la difficoltà di individuare la specificità di questo movimento estremista può pregiudicare l'elaborazione di una strategia efficace di prevenzione e di contrasto. Le attività criminali dei gruppi animalisti sfuggono spesso alla rilevazione statistica delle Forze di polizia. L'insufficiente raccolta di dati, a sua volta, si riflette in una ridotta capacità di coordinamento nell'attività investigativa a livello comunitario e multilaterale. I diversi sistemi di law enforcement hanno fino ad oggi adottato criteri e definizioni distinte per classificare ed analizzare il fenomeno dell'estremismo animalista. In paesi quali il Regno Unito, gli USA, la Germania o la Danimarca l'ARE è parte di una più generica categoria investigativa, collegata all'estremismo e al radicalismo. La Germania, però, ha introdotto altresì il concetto di "crimini di stampo politico-ideologico", all'interno del quale ricade anche la fattispecie della violenza estremista animalista. È stata l’Olanda, particolarmente colpita da fenomeni di sabotaggio e violenza perpetrata da gruppi collegati alla galassia dell'ARE, ad introdurre di recente questa fattispecie autonoma quale reato precipuo, con un corredo dedicato di misure di prevenzione e di sanzioni. Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito, Germania, Belgio e Olanda hanno optato per una competenza nazionale in tema di prevenzione del fenomeno dell'estremismo animalista, mentre i governi di Svezia e Danimarca ne demandano l'operatività alle polizie locali. Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda hanno, altresì, istituito ‘task forces’ centralizzate per valutare ed analizzare i risultati e le indicazioni delle polizie locali su tutti i fenomeni dell'estremismo, incluso quello animalista. Germania e Olanda hanno incluso i fenomeni eversivi in specifiche attività di training per le Forze di polizia e gli operatori dell'intelligence. Particolarmente utile, in alcuni paesi come Germania, Regno Unito e Olanda, si sta dimostrando, altresì, l'istituzione di forum di coordinamento pubblico-privato per la raccolta di informazione e la valutazione congiunta dei fenomeni legati all'estremismo. L'eterogeneità della valutazione e, quindi, della risposta ai fenomeni legati all'estremismo, anche di ispirazione animalista, rappresenta dunque un limite alla implementazione di una strategia transnazionale di prevenzione e contrasto alla minaccia, laddove le organizzazioni eversive assumono oggi carattere marcatamente transfrontaliero ed utilizzano mezzi e risorse internazionali (dalla Rete internet alla propaganda attraverso i nuovi media). La minaccia dell'estremismo animalista può essere contrastata con efficacia solamente tramite una strategia complessa, che si articoli non solo sul piano operativo/investigativo ma anche su quello della cooperazione giudiziaria in materia penale e sul terreno più ampio del dibattito politico e culturale. L'Italia presenta numerosi punti di eccellenza sotto il profilo della prevenzione e del contrasto alla galassia eversiva, di qualsiasi natura ed ispirazione politica o para-politica. Tuttavia, vista la recrudescenza ben segnalata da organizzazioni quali Europol relativamente al fenomeno dell'estremismo animalista, appare necessario suggerire alcune raccomandazioni che possano perimetrare adeguatamente tale fenomeno, ritagliando una strategia efficace di contrasto e di prevenzione. A livello investigativo, sarebbe innanzitutto necessario pervenire ad un sistema di rilevazione dei crimini connessi all'estremismo animalista che sia univoco ed uniforme su tutto il territorio nazionale. Spesso infatti i reati vengono inseriti nelle banche dati solo come danni al patrimonio e alla persona, pregiudicando la rilevabilità statistica della loro matrice estremista. In tal senso, appare essenziale garantire, da parte degli Organi preposti, un’adeguata ed omogenea formazione agli operatori della sicurezza e dell'intelligence, secondo un'agenda delle priorità che sia all'altezza della portata delle sfide. Analoghe forme di coordinamento dovrebbero realizzarsi a livello sovranazionale e stimolare forme più fluide e coerenti di trasmissione informativa ed operativa. Europol sta assumendo un ruolo centrale nelle strategie congiunte comunitarie di prevenzione e contrasto a numerose forme di eversione e di radicalismo, con programmi che vanno ben oltre le categorie tradizionali e si allargano alle nuove fattispecie nello spettro delle minacce. Ferme restando le prerogative degli organismi nazionali di polizia e di investigazione, rispetto a fenomeni come l'ARE, un fecondo incontro con il settore privato, per analizzarne le esigenze e evidenziarne il patrimonio informativo potrebbe consentire un aumento della massa critica nazionale e comunitaria per una efficace strategia di prevenzione. Data la natura transnazionale del fenomeno ARE, la cooperazione giudiziaria in ambito comunitario, anche tramite il contributo italiano a Eurojust, sarebbe un ulteriore elemento fondamentale per garantire una risposta rapida ed efficace. Fondamentale la Decisione Quadro 2002/465 GAI del Consiglio dell'Unione Europea, che prevede la creazione di squadre investigative comuni per svolgere indagini penali in uno o più Stati membri. Il Parlamento italiano ha avviato l'esame di due disegni di legge di recepimento. Il testo unificato, che tuttavia non trova ancora adeguata speditezza nel calendario dei lavori parlamentari, appare nella sua formulazione attuale restrittivo rispetto al ventaglio sempre più composito e articolato delle minacce costituite da attori transnazionali e che si allarga rapidamente a gruppi di ispirazione varia, ivi inclusi quelli appartenenti alla galassia dell'estremismo animalista. Più in generale, appare necessario stimolare un dibattito a livello politico sulla opportunità di elaborare un strategia di contrasto specificamente dedicata all'estremismo animalista, sul modello di quanto già sperimentato nel Regno Unito. La revisione delle procedure operative attuerebbe una strategia di sensibilizzazione estesa alle Forze di polizia e di intelligence, finalizzata a rendere l'estremismo animalista un obiettivo costante di osservazione, di indagine e misurazione a livello nazionale.

Fonte: Departiment of Homeland Security, 2009.
 
E' interessante notare come vi sia una sostanziale disomogeneità nella percezione internazionale del fenomeno ARE, anche presso le opinioni pubbliche e i decision-makers. Nel 2008, il Dipartimento americano per la Homeland Security ha commissionato al consorzio universitario START, che si occupa di mappare e valutare il rischio terrorismo negli Stati Uniti e nel mondo, uno studio sulla percezione della popolazione americana delle diverse forme di violenza estremista e, quindi, del rischio percepito e più impellente. A seguire la minaccia posta dal terrorismo di matrice fondamentalista e radicale islamica, si ritrovano i fenomeni dell'estremismo ambientalista e dell'estremismo animalista. è importante che una tale circolazione di questa cultura della sicurezza coinvolga tutti gli attori pubblici e privati, a partire dalle Istituzioni ma senza trascurare il ruolo dei mezzi di informazione e delle opinioni pubbliche, così come, ovviamente, degli operatori privati. L'Unione Europea è lo spazio ideale nel quale, fatte salve le prerogative degli Stati Membri, immaginare una strategia complessiva e sovranazionale. è auspicabile, per il futuro, che vi sia una attenzione crescente da parte anche delle strutture comunitarie nel formulare indirizzi di policy e suggerire ai governi strategie di implementazione per uno spazio comune di sicurezza e tutela dei diritti civili e delle libertà. Per approfondimenti l'autore suggerisce.... - International Comparison of Animal Rights ExtremismAutore: Governo del Regno dei Paesi Bassi - Ministero dell’Interno, gennaio 2011 - Animal Rights Extremists more of a problem than IslamistsAutore: Duncan Gardham - The Daily Telegraph, febbraio 2011 - Te-Sat Report 2011Autore: Europol - Aprile 2011


(1) J. Baud, “La Guerre asymétrique ou la Défaite du vainqueur”, Editions du Rocher, 2003
(2) Europol, Rapporto annuale TE-SAT 2011, su: http://www.europol.europa.eu/publications/EU_Terrorism_Situation_and_Trend_Report_TE-SAT/TE-SAT2011.pdf
(3) La Chiron Corp., aziende leader nelle biotecnologie, venne attaccata con due ordigni esplosivi a distanza il 28 agosto del 2003. L’attacco, che provocò molti danni ma nessuna vittima, è stato rivendicato dalla “Animal Liberation Brigade”.
(4) Fonte: Corriere della Sera, 24 dicembre 2010
(5) “Comunicati di solidarietà e aggiornamenti su Costa, Silvia e Billy arrestati in svizzera il 15 aprile 2010” http://www.informa-azione.info/
(6) Il testo della rivendicazione recita: “27/9 – Nella notte incollato porta e lasciato scritta su consolato svizzero di Bologna. Solidali con Billy Costa e Silvia. Ecoterrorista lo Stato!”

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