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GNOSIS 4/2007
DALL'ARCHIVIO ALLA STORIA

Il disagio giovanile
dramma senza tempo


articolo redazionale

Il fenomeno della delinquenza minorile ha raggiunto livelli così elevati, sia in termini di diffusione che di pericolosità, da suscitare un vero e proprio allarme sociale.
La cronaca, infatti, propone, quasi quotidianamente, episodi nei quali gli unici responsabili sono 'minori sempre più minori'. In una sorta di 'osmosi generazionale', in virtù della quale 'tutti fanno tutto', accadimenti delittuosi gravissimi, un tempo circoscritti al solo mondo degli adulti, hanno oggi per protagonisti dei giovanissimi.
In una girandola delinquenziale, che va da episodi marginali di microcriminalità sino ai delitti più efferati, la violenza di matrice giovanile ha raggiunto, anche nel nostro Paese, connotati sempre più globalizzati.

foto Ansa

Giovani, comunitari e non, infatti, condividono esperienze delinquenziali sempre più 'transnazionali' forti anche della loro impunibilità che li rende particolarmente appetibili ai circuiti della droga, della criminalità organizzata e della prostituzione nei quali il loro impiego 'full time' è ormai una consuetudine.
Le 'baby gangs', poi, si stanno via via imponendo non solo per episodi di 'ordinaria violenza' ma anche per pratiche nuove e imprevedibili.La scienza, ad esempio, individua, nell'emergente 'happy slapping' ('schiaffeggiamento felice') un'altra espressione del 'cyber bulling'(bullismo elettronico) al quale i giovanissimi ricorrono per fare vittime anche nel 'mondo virtuale'.
Il problema della devianza minorile impone, pertanto, e con sempre maggiore urgenza, l'adozione di nuovi e adeguati strumenti che consentano, sia a livello preventivo che repressivo, un rapido quanto efficace contenimento del fenomeno stesso.



Molto interessante al riguardo è il documento d'archivio che di seguito proponiamo: una circolare del 1947, a firma dell'allora Ministro dell'Interno Mario Scelba, indirizzata a tutti i Prefetti e Questori d'Italia. In essa viene disposta l'istituzione, presso ogni Questura, di un "UFFICIO DI POLIZIA PER I MINORENNI", alla diretta dipendenza della Divisione Giudiziaria, destinato ad arginare 'il grave problema della delinquenza e del traviamento dei minori,' conseguenza dei devastanti effetti della guerra.
Il documento, pur storicamente datato, presenta spunti di estrema attualità in quanto non solo focalizza entità e peculiarità del fenomeno ma definisce, con estrema precisione, i compiti dei costituendi Uffici. In particolare, viene sancita la possibilità di coinvolgere, mediante 'formale diffida', familiari o responsabili dei minori, e viene disposta una 'assistenza provvisoria' per quei minori in attesa di ricovero presso case di rieducazione.
Il passaggio sicuramente più interessante del provvedimento per la sua attualità, tenuto conto anche del contesto socio-culturale nel quale si andava ad inserire, è la cura sollecitata nella scelta del personale da impiegare nella 'speciale missione', quale garanzia per il conseguimento di 'proficui risultati'.
Si tratta, infatti, di una sorprendente quanto attualissima anticipazione delle molteplici problematiche ancora oggi connesse alla formazione del personale da destinare, nei diversi settori di competenza, alla cura ed alla assistenza dei minori con problemi di devianza.


Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno,
Direzione Generale di P.S., 1944-1947 (busta 87).





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