GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
iniziative editoriali
INTELLEGERE. La biblioteca delle spie
anno 2017
formato 18x27 cm
pagine 284 (I volume); 200 (II volume); 144 (III volume)
prezzo € 25,00
Come potremmo definirlo questo libro? Certamente un appassionato omaggio alla professione di chi opera nei Servizi, nella sicurezza. Ma non solo. Un viaggio colto e critico nell'evoluzione della figura dell'agente segreto. Un manuale storico dell'intelligence. E, se vogliamo, anche un trattato sulla letteratura di genere. Alcuni degli autori citati sono nel catalogo della Longanesi, di cui chi scrive è presidente. Chi ha realizzato questo libro dimostra di conoscerli in profondità, anche nelle loro fortunate versioni cinematografiche. Misura sempre la distanza, a volte abissale, che esiste tra la finzione e la realtà. Si compiace del fascino che i personaggi emanano, dell'alone di mistero che consolida le loro leggende, le loro gesta eroiche così amate dal pubblico. Ma si preoccupa, soprattutto, dei pregiudizi e delle false rappresentazioni che condannano una professione, essenziale nella difesa dello stato e dei suoi cittadini, ad apparire dedita, quasi in esclusiva, alla tessitura di trame occulte. Viene citato, nella parte conclusiva del secondo dei tre volumi, un articolo di Indro Montanelli apparso su «il Giornale» del 25 ottobre del 1990 nel quale si criticava una proposta, sciagurata, di scioglimento dei Servizi di sicurezza nazionali. «Quando succede qualcosa di sinistro... sono sempre i più indiziabili». Vero. Lo storico Walter Laqueur notava che «nessuna persona ragionevole si aspetta che il ministro della Sanità elimini completamente le malattie... si pretende invece che i vari enti preposti alle informazioni siano sempre perfetti e abbiano sempre ragione». Il presidente degli Stati Uniti, Dwight D. Eisenhower, nel 1958, all'inaugurazione della sede di Langley della Cia avvertiva: «I successi non avranno alcuna pubblicità e gli insuccessi non potranno essere giustificati».
dalla Prefazione di Ferruccio de Bortoli
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