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GNOSIS 3/2010
LA CULTURA

'STUDI' DI INTELLIGENCE
Il concetto della Sicurezza Nazionale Israeliana
nuovi elementi di base nella sfera della Sicurezza Militare


di Nicola Pedde

 
La cultura dell’Intelligence è lo strumento attraverso il quale comprendere il ruolo e l’operato dei moderni Servizi di informazione e sicurezza. Strumento dato dall’approfondimento degli studi e delle analisi dei principali ‘think tank’, centri di ricerca, Università italiane e straniere. Questa Rubrica intende, quindi, selezionare e presentare periodicamente i più significativi studi sulle tematiche relative alle strutture di Intelligence o a queste direttamente connesse, agevolando la comprensione della storia, delle metodologie e delle funzioni delle più moderne strutture di settore. Un contributo per sfatare i tanti miti e luoghi comuni che da sempre accompagnano l’immagine dei Servizi segreti di tutto il mondo e per acquisirne, al contrario, consapevolezza del ruolo e dell’operato.


Luglio - Settembre 2010
Israel’s National Security Concept: New Basic Terms in the Military-Security Sphere
Shay Shabtai In: Strategic Assessment Vol. 13, n. 2, August 2010, pp. 7-18 www.inss.org.il/publications.php?cat=25&author=Shabtai
Renseignment: the New French Intelligence Policy Philippe Hayez
In: International Journal of Intelligence and Counterintelligence Volume 23, Issue 3, September 2010, pp. 474-486 http://www.informaworld.com/smpp/content~db=all~content=a922850851~frm=titlelink

Philippe Hayez è stato vicedirettore della DGSE dal 2003 al 2006, ed in questo articolo illustra il processo di sviluppo dell’intelligence francese, soprattutto a seguito della riforma del 2008.
Non è ancora riconosciuta formalmente l’esistenza di una intelligence community in Francia, secondo Hayez, così come ancora scarso è il contributo dell’accademia e dei think tank nell’agevolarne la percezione ed una conseguente definizione. Ed il risultato tangibile è una frammentazione della strutturazione attraverso il ruolo di più Ministeri.
Defending a New Domain
The Pentagon’s Cyberstrategy

William J. Lynn III
In: Foreign Policy, September-October 2010
http://www.foreignaffairs.com/articles/66552/william-j-lynn-iii/defending-a-new-domain
http://morrisonworldnews.com/?p=22979

William J. Lynn III, Sottosegretario alla difesa del Governo americano, confessa senza mezzi termini in questo articolo come il sistema della difesa USA sia stato esposto ad un grave attacco informatico nel 2008 ad opera di una potenza straniera.
Questo episodio offre lo spunto per anticipare quali saranno le mosse del governo americano per combattere la sempre più feroce guerra informatica e come il governo intende strutturare l’organizzazione della propria difesa cibernetica.
The Power of Unreason
Conspiracy Theories, Extremism and Counter-Terrorism

Jamie Bartlett e Carl Miller
Demos, August 2010
http://www.demos.co.uk/publications/thepowerofunreason


Interessante quanto particolare paper prodotto dalla Demos – innovativo think tank inglese dedicato allo studio del rapporto tra politica e potere – nel quale viene affrontato il tema delle teorie sul cospirazionismo e la loro percezione da parte dei gruppi estremisti o terroristici.
Uno spaccato certamente inusuale su un fenomeno che non si esita e definire come un “moltiplicatore del radicalismo”, e che affonda le sue radici in contesti ben più complessi e rigidamente modificabili.




INSS
Institute for National Security Studies


L'INSTITUTE FOR NATIONAL SECURITY STUDIES (INSS), è un centro di ricerca accademico indipendente israeliano, le cui principali aree di studi sono la sicurezza nazionale israeliana e la politica regionale del Medio Oriente.
La gran parte del personale di ricerca dell’INSS è di provenienza accademica, militare o governativa, e l’Istituto contribuisce attivamente nel dibattito nazionale sui temi della sicurezza e delle relazioni internazionali, fornendo pareri qualificati ai decision makers, ai media ed al sistema della ricerca.
L’Istituto pubblica un trimestrale in lingua inglese, dal titolo Strategic Assessment, nel quale invita i propri ricercatori ed esperti stranieri a pubblicare articoli sui temi della politica regionale del medio Oriente o su temi di interesse per la sicurezza nazionale israeliana.





Il concetto della Sicurezza Nazionale Israeliana
nuovi elementi di base nella sfera della Sicurezza Militare


Shai Shabtai, un esperto di studi strategici e di studi sulla sicurezza nazionale israeliana, formula in questo articolo in modo chiaro ed alquanto circostanziato le proprie considerazioni su quella che indica come una carente tradizione nella definizione degli obiettivi strategici nazionali e dei princìpi di dottrina nel campo della sicurezza nazionale.
Secondo Shabtai, dai tempi di Ben-Gurion non si è saputo procedere in direzione della definizione condivisa degli obiettivi strategici nazionali, soprattutto quelli inerenti la sicurezza nazionale, sebbene sia da tempo vivace il dibattito sul concetto stesso di sicurezza nazionale.
I due principali elementi del contesto di riferimento sono rappresentati dal circolo “politico-strategico”, a cui compete la definizione delle strategie, e dal circolo “militare e della sicurezza”, responsabile invece della dottrina.
Secondo l’autore è necessario intervenire sul secondo circolo, rivedendo alla base gli elementi che costituiscono l’odierno processo di definizione della dottrina, ed inserendo concetti nuovi che possano rispondere alle mutate esigenze della sicurezza israeliana sul piano regionale ed internazionale.
In particolar modo, nuovi concetti debbono essere inseriti nel dibattito alla base del processo di definizione della dottrina di sicurezza: la “deterrenza”, la “eliminazione”, la “paralisi”, la “approvazione” e la “cooperazione di sicurezza”. Solo la combinazione di questi nuovi elementi con quelli già in uso nel processo di definizione della dottrina potrà permettere il conseguimento di una nuova prospettiva nella visione chiara ed uniforme della minaccia e degli strumenti per contenerla od annullarla.

La prima parte dell’articolo è dedicata alla disamina storica del processo di definizione della dottrina strategica in Israele, distinguendo il periodo pre e post 1979. Mentre i primi trent’anni di storia del paese sono stati caratterizzati da una minaccia essenzialmente connessa ad una larga coalizione regionale di Stati, i successivi trenta hanno invece visto radicalmente mutare lo scenario, con una più complessa ed articolata minaccia. Il confronto tra Stati viene di fatto abbandonato a seguito delle ripetute e massicce vittorie militari di Israele sul terreno, portando alla definizione di accordi politici regionali con la gran parte degli ex nemici, ma aprendo la strada a forme di antagonismo legate all’azione di organizzazioni palestinesi o radicali islamiche. Entra in modo preponderante in questa seconda fase il ruolo di attori regionali come l’Iran, attraverso la creazione ed il supporto di organizzazioni regionali ubicate nei territori degli Stati confinanti, trasformando in modo epocale la dimensione e la portata della minaccia, rendendola meno visibile e meno vulnerabile alla capacità delle forze armate regolari. E determinando la necessità di una sempre più consistente azione di intelligence.

Il futuro di Israele è, invece, secondo l’autore strettamente connesso alla capacità del suo quadro dirigente di definire con chiarezza e precisione un contesto dinamico e condiviso degli obiettivi strategici, identificando in modo continuo la natura della minaccia e le strategie per annullarla.
Per giungere a questo risultato dovrà essere abbandonata la tradizionale propensione ad istituire comitati ad hoc, facendo invece leva sulla capacità del quadro dirigente di animare il dibattito strategico e sulla sicurezza, coinvolgere tutti gli apparati nel circolo di definizione della strategia e della dottrina, partecipare in modo propositivo al dibattito al fine di favorire il raggiungimento di obiettivi condivisi.
Un grave errore, secondo l’autore, è quello di continuare a ritenere che non sia possibile per Israele formulare strategie di lungo periodo, quale effetto del dinamico contesto della minaccia che interessa il Paese. Al contrario, l’evoluzione degli elementi che interessano la sicurezza di Israele è tale da permettere al paese di conseguire vantaggi strategici non indifferenti dall’adozione di una più ragionata concezione strategica che espanda il suo orizzonte oltre il breve periodo.

In conclusione, il documento sostiene come sia necessario per Israele tornare a giocare un ruolo anticipatorio sulla natura e sulla dimensione della minaccia da affrontare, così come il Paese ne è stato capace sino al 1979. È quindi da riconsiderare il modello che invece ha caratterizzato i successivi trent’anni, che ha di fatto posto Israele nella condizione di reagire solo all’evoluzione del proprio nemico, senza anticiparne le strategie e limitandosi a confrontarne l’azione in campagne sempre più difficili ed articolate.
Guardando oltre la linea d’orizzonte, i trent’anni a venire saranno ancora più complessi e difficili per il Paese, attraverso una evoluzione della minaccia che oggi interessa il presupposto stesso dell’esistenza di Israele, che espande la sua portata oltre la tradizionale soglia regionale e che sempre meno coinvolge attori statuali visibili o facilmente identificabili sul territorio.
È, quindi, imperativa la necessità di adottare una capacità di definizione della strategia e della dottrina basata sul consenso e sulla più ampia formulazione concettuale possibile. Pena il rischio di pagare un prezzo altissimo non solo in termini di sicurezza, ma di esistenza stessa dello Stato di Israele.



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