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GNOSIS 2/2008
RECENSIONI

Dentro Al Qaeda
viaggio nella 'nebulosa terrore'


Alain CHARBONNIER

La nebulosa Al Qaeda dalle origini ai giorni nostri e la sua proiezione nel futuro. La descrive il giornalista Guido Olimpio, profondo conoscitore di terrorismo, nel suo"Al Qaeda.com". Un libro ricco di nomi, circostanze, informazioni, ma anche di"istruzioni per l’uso". Un libro dedicato a quanti stanno combattendo la"guerra di lunga durata" contro il terrorismo, ma anche la più difficile battaglia per la"conquista dei cuori e delle menti".


Al Qaeda ieri, oggi, domani. Non si contano già più i libri che parlano dell’organizzazione creata da Osama Bin Laden, responsabile del feroce attentato alle Twin Towers di New York, ormai passato alla storia come l’11 settembre, l’atto terroristico per antonomasia. Di Al Qaeda sono state analizzate le origini, le azioni in Afghanistan, le tecniche di reclutamento e di combattimento, la struttura economico-finanziaria, l’evoluzione dei rapporti con i media, la catena di trasmissione dei messaggi, la capacità di convinzione nei confronti degli"shaib", i candidati al martirio.
Insomma, basta cercare, soprattutto in Internet, e su Al Qaeda si può trovare di tutto, compresi i documenti dei cosiddetti"complottisti", ma forse sarebbe meglio definirli"negazionisti", di coloro cioè che arrivano a negare l’esistenza dell’organizzazione terroristica, sostenendo che essa altro non sia che una creatura della Central Intelligence Agency.
Al Qaeda viene così elevata a rango di strumento di un mostruoso complotto mondiale ordito dagli Stati Uniti, anzi dal"Grande Satana", il Presidente George W. Bush, per scatenare la guerra in Afghanistan prima e in Iraq poi.
In questa visione l’11 settembre sarebbe la mossa-chiave, programmata a tavolino, per addomesticare l’opinione pubblica. Quasi quattromila morti, la distruzione di due grattacieli a Manhattan, lo sventramento di un’ala del Pentagono e lo schianto di quattro aerei di linea con i loro passeggeri, il tutto in diretta su milioni di televisori in tutto il mondo, non sarebbero stati altro che una sorta di elettrochoc mediatico, capace di sconvolgere l’opinione pubblica e convincerla della necessità dell’intervento militare, della"guerra di lunga durata contro il terrorismo internazionale".
Osama Bin Laden e il suo braccio destro Ayman Al Zawahiri degradati a burattini nelle mani dell’Intelligence americana. E poiché la tesi appare piuttosto debole, alla parola"burattini", basta aggiungere il termine"inconsapevoli" e il gioco è fatto. Il che è ancora peggio, perché un burattino è per definizione senza cervello, agisce per conto del burattinaio, ma affermandone l’inconsapevolezza gli si
attribuisce una capacità di agire propria che tuttavia è occultamente eterodiretta.
E loro, i burattini, non se ne accorgono e continuano imperterriti nelle loro operazioni.
Evidentemente la logica non soccorre i"complottisti" i quali potrebbero schiarirsi le idee con la lettura di un libro uscito da pochi giorni: Guido Olimpio"AlQaeda.com", Biblioteca Universale Rizzoli, collana Futuro e Passato, pagine 283, maggio 2008, nel quale fra l’altro viene ben spiegata la tecnica di disinformazione e di guerra psicologica messa in atto da quell’organizzazione.Cosicché i"complottisti" finiscono per ritrovarsi nel ruolo di"utili idioti" proprio al servizio di Al Qaeda ben felice che in Occidente ci sia chi ne nega l’esistenza e la paternità di stragi e attentati.
Editorialista e inviato speciale del Corriere della Sera, Guido Olimpio è un giornalista che si è dedicato da quasi trent’anni allo studio e all’approfondimento del terrorismo internazionale, soprattutto di matrice islamica e mediorientale. Ha scritto diversi libri sull’argomento e alcuni anni fa è stato chiamato a testimoniare davanti alla Task Force sul terrorismo e le armi convenzionali del Congresso degli Stati Uniti.
Con"Al Qaeda.com", Guido Olimpio ha realizzato una vera e propria Bibbia dell’organizzazione di Bin Laden, una guida preziosa per capirne l’evoluzione. L’autore conduce il lettore lungo sentieri poco esplorati come, tanto per cominciare, l’approccio a Internet, il mezzo di comunicazione più veloce e più capillare che mai sia esistito.
Spiega Olimpio:"Se le tv decidono di non trasmettere il video (di Al Qaeda ndr) o ne ritardano la diffusione, se i giornali ignorano l’ultima dichiarazione del Califfo, c’è una rete di sicurezza: il Web. Poderoso, veloce, universale e accessibile, permette connessioni virtuali che possono diventare reali. Anche il singolo individuo, isolato, privo di qualsiasi connessione fisica con la realtà sociale, può sentirsi"parte" di qualcosa grazie alla connessione elettronica".
Diverso è l’approccio elettronico del simpatizzante, rispetto al militante. Il primo deve andare un po’ a naso, il secondo sa esattamente dove bussare. In entrambi i casi il"soft power", come lo ha definito l’israeliano Reuven Paz, cioè la capacità di attrarre e persuadere, ottiene risultati con effetti devastanti. è Al Qaeda del post-11 settembre, quella che opera oggi come polo di attrazione di quanti rivendicano la"reconquista" islamica e pensano alla guerra santa contro i nuovi crociati, alla vendetta nei confronti dell’Occidente, accusato di aver conculcato e umiliato per secoli i seguaci del Profeta Maometto.
La causa dell’Islam oltranzista viaggia su forum, siti, chat, crea contatti fra persone che vivono a migliaia di chilometri di distanza, si sentono appartenenti a un’ideologia che si richiama, più o meno vagamente, alla predicazione di Osama.
“Una realtà magmatica - scrive Olimpio - che ogni tanto espelle lapilli, ma che potrebbe anche arrivare alla grande eruzione". L’analisi degli attentati firmati da Al Qaeda, dagli attacchi contro obiettivi"soft", hotel, autobus, centri turistici, a quelli dell’11 marzo 2004 a Madrid e del 7 luglio 2005 a Londra, fino ai colpi portati e termine a Taba, Sharm El Sheik e Dahab, nel Sinai, per arrivare alle azioni condotte in Algeria e Marocco, consente di capire e approfondire il modus operandi moderno di un’organizzazione che poi organizzazione non è, somigliando piuttosto a una galassia di microcellule che si attivano e operano in base ai messaggi trasmessi e percepiti tramite la"rete".
E quando mancano gli attentati arrivano le bombe mediatiche, le minacce destinate e suscitare incertezza e paura. Un settore nel quale operano gli specialisti della guerra psicologica. L’elenco stilato da Guido Olimpio si rivela di estremo interesse: Azzam"l’americano", Abu Yahaya al Libi,"uno che parla e che fa", Mustafà Abu al Yazid"il nobile combattente", Younes Tsouli,"il cavaliere della Jihad mediatica", Malika el Raoud.
Nel libro di Olimpio le informazioni sono infinite, spaziano dai"pr di Al Qaeda", alle"Case di produzione", dalla"Trincea virtuale" al"Terrorismo cibernetico". E ancora:"L’accademia del terrore","L’iconografia del martirio","Il fronte militare".
Il libro si chiude con un’interessante appendice che comprende una cronologia aggiornata al 20 marzo 2008, biografie sintetiche dei protagonisti, da Bin Laden ad Abu Ayyub al Masri, e infine un"vocabolario" dei termini quaedisti, indispensabile per comprendere i passaggi e gli ammiccamenti dei loro comunicati, dei messaggi captabili su Internet.
Ma prima di concludere, Olimpio avverte sui rischi che comporta il contrasto di Al Qaeda, se condotto in modo non corretto. La"conquista dei cuori e delle menti" non può e non deve essere esclusivo appannaggio dell’organizzazione di Osama. Va contrastata con accortezza, per non ottenere risultati controproducenti.
La battaglia contro la proiezione futuribile di Al Qaeda si combatte e si vince prima di tutto sul terreno cibernetico."Chi ha il compito di vigilare sulla nostra sicurezza - scrive Olimpio - ha molte carte su cui studiare e formulare previsioni. Internet aiuta i militanti, ma ne svela anche punti deboli e possibili progetti. Magari non si comprende bene come funziona il movimento quaedista, si fatica a capire l’esistenza di rapporti interni fra vecchi e nuovi, ci si affida spesso al condizionale. Ma il quadro sarebbe ancora più oscuro se non ci fosse Internet che rappresenta una finestra aperta sul terrorismo vero e virtuale. Un potente riflettore che può proiettare ombre di carta - le minacce verbali - come raffigurare l’esatto profilo di chi aspira a colpire."
Come dire: basta saper leggere.



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