Con l’arresto di Bernardo Provenzano e con le successive operazioni di polizia, “Cosa Nostra” non ha soltanto subito una durissima sconfitta operativa ma, con ogni probabilità, ha dovuto registrare la fine di un’epoca: la mafia siciliana non è stata eliminata con la cattura del più longevo dei suoi latitanti ma certamente quella che tenterà di farsi avanti di nuovo domani dovrà essere, necessariamente, diversa da quella di ieri. Cosa Nostra, tuttavia, non è l’unica realtà delinquenziale organizzata che interessi il nostro Paese.
Per questo nel Forum vi proponiamo una riflessione su un fenomeno - figlio della globalizzazione e dell’immigrazione - col quale dobbiamo imparare a confrontarci: quello delle mafie straniere attive in Italia e del loro impatto sulla nostra società e sull’arcipelago delle altre forme di criminalità europee.
Nel campo dell’analisi storica e di attualità sull’eversione e sul ribellismo di casa nostra affrontiamo, con tre interventi di taglio ed impostazione diversi ma singolarmente convergenti nelle conclusioni, il tema delle nuove forme, ideologiche ed operative, che stanno assumendo le varie anime del sovversivismo politico e sociale a fronte dell’obsolescenza delle ideologie del Novecento.
La sezione “internazionale” della Rivista si concentra sulla difficile dialettica tra progresso e conservazione nell’Islam politico-istituzionale, sul tema del “martirio” islamico e sul “fenomeno Cina”, del quale esaminiamo un’aspetto che merita attenzione: lo sviluppo militare che accompagna (e sostiene?) la crescita economica del più grande Paese del mondo.
La difficile convivenza tra lotta al terrorismo e rispetto delle libertà individuali alle quali l’occidente resta ancorato, viene affrontata sotto il profilo giuridico e sociologico in un intervento reso ancora più cogente dalla sentenza con la quale, nel giugno scorso, la Corte Suprema americana ha, di fatto, sconfessato il “sistema Guantanamo”.
E’ una riflessione che prosegue il nostro impegno analitico su un tema che riteniamo fondamentale e che abbiamo affrontato fin dal primo numero di Gnosis: come può una democrazia difendersi, senza perdere se stessa e la propria identità? Non pretendiamo di offrire risposte certe a un dibattito che ci vedrà ancora impegnati. Tuttavia, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha già offerto un punto di approdo: le democrazie debbono reagire all’offensiva del terrorismo con misure adottate non sulla spinta della emotività reattiva ma sulla scorta di processi dialettici improntati alla ricerca di risposte razionali e mirate (in appendice i titoli I, II e III del Patriot Act 2001).
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